Ben consapevole del fatto che possa diventare poco credibile, nel continuare a confessare la mia adorazione per quell'alimento, e per quell'altro e per quell'altro ancora, non posso evitare di parlare di castagne senza che il mio cuore abbia un sussulto. Fino a pochi anni fa, legata fortemente alle tradizioni di famiglia in un periodo in cui la spinta verso le differenti prospettive si muoveva con una certa latenza, alla parola castagna seguiva un'associazione olfattiva e uditiva tipica delle caldarroste. Che dipingevano ai miei occhi le forme dell'autunno in un rito conviviale di divertente condivisione. Poi tutto ha iniziato a muoversi in modo differente: la mia curiosità ha cominciato a scalciare, la mia propensione agli accostamenti insoliti ha via via preso piede e mi sono trovata, in uno schiocco di dita, a tuffarmi in piatti dai aspori audaci, inconsueti, talvolta sovversivi. E a delineare, in questo modo, la mia idea di cucina. La prima volta in cui ho accostato il sapore dolce delle castagne ad una pietanza salata è stata qui, in una vellutata di zucca davvero travolgente, seppur sfacciatamente delicata. Ma poco dopo è seguita una zuppa che, seppur ancora non lo sapessi, avrebbe anticipato quella che condivido con voi oggi. Eppure quando ho desiderato questo piatto, non ho pensato al passato, non ho cercato di rievocare sapori. Ho solo dato ascolto al mio desiderio di avvolgenza, calore, pienezza. E in questa scodellina c'è tutto questo. Confermato, scoperto, ritrovato.
Ingredienti
100 g di lenticchie rosse decorticate
20 castagne
100 ml di latte vegetale
1 clementina
1 cucchiaio di olio evo
sale
peperoncino in polvere
pepe
curcuma
Mettete le castagne in un pentolino, copritele con acqua e portate a bollore. Cuocete per circa 20 minuti, quindi sbucciatele e tenetele da parte.
Prelevate la buccia della clementina, cercando di escludere la parte bianca. Fatela bollire per una decina di minuti scarsa in acqua e una punta di bicarbonato, quindi trasferitela in una ciotolina, schiacciatela con una forchetta, unitevi l'olio, il sale e il peperoncino. Lasciate insaporire l'olio per una mezz'ora circa.
Sciacquate le lenticchie sotto un getto di acqua corrente. Fatele bollire in acqua leggermente salata per una decina di minuti. Nel frattempotagliate le castagne (tutte tranne 4, che vi serviranno per la guarnizione) in piccoli dadini.
Versate l'olio aromatizzato in un pentolino e scaldatelo. Versate le castagne tagliate e fate insaporire per qualche istante. Scolate le lenticchie e aggiungetene 2/3 nel pentolino con le castagne.
La parte restante di lenticchie frullatela, insieme al latte, alla curcuma e al pepe. Correggete di sale secondo il vostro gusto, quindi versate tutto sul mix di lenticchie e castagne.
Lasciate cuocere a fuoco lento per una decina di minuti ancora.
Nel frattempo tagliate le 4 castagne tenute da parte in dadini e fatele saltare in padella con un filo di olio e sale, fino a renderle croccanti.
Trasferite la zuppa nelle ciotoline, copritela con le castagne tostate e servite. Gustatene la pienezza di sapori, la delicatezza e apprezzate la perfetta genuinità.
Non esistono limiti per la rappresentazione del piacere, anche a tavola. Sapori, colori, consistenze: il gioco è infinito e sorprendente. Provare per credere!!abc
Benchè ultimamente il mio desiderio di pasta sia confinato alla sola ipotesi di shirataki, benedetta o maledetta smania di controllare sempre tutto, portavo dentro un curioso pizzicorio per uno spaghetto di riso basmati integrale mai assaggiato, nonostante un bizzarro gioco del destino me li abbia fatti vedere, cadere nella borsa della spesa e.... sfumare, tra le tante cose che, in questo periodo, incontrano la mia strada e poi cambiano rotta. O semplicemente seguono una rotta che non è la mia. Così, specializzata nell'applicazione di semplici meccansmi di difesa per gestire i vuoti della tavola (e dell'esistenza) ho convissuto pacificamente con questa mancanza. "Sono buonissimi", mi è stato detto. Ho sorriso, di quei sorrisi che parlano, ma è meglio che lo facciano in silenzio. "Sono buonissimi", vi dico. Sorridete, sarebbe un perfetto gioco di ruoli e un degno finale di storia. Che poi l'idea illuminante non è stato lo spaghetto. No, quello è solo una meditazione sul mio oggi, è la volontà del destino che OGGI li porta sulla mia tavola. L'idea attorno a cui si è strutturato il piatto è la crema. I pomodori secchi sono arrivati dalla Sicilia, quest'anno. Ricordate? Sono arrivati insieme a tanti altri splendidi prodotti (pistacchi, mandorle, capperi, olio....). Era da un po' che immaginavo di renderli crema. E nella mia laboriosa testolina ho provato ad accostarli a sapori diversi, fino ad arrivare a questa soluzione. Mi vanto di avere una dispensa piena di ingredienti sani e salutari, il più delle volte fatti in casa, provenienti dal lavoro delle mani di una madre amorevole, o nel rispetto di una territorialità e di una stagionalità. Una scelta che oggi mi ripaga, perché qualsiasi siano gli intrecci che destino loro, il risultato è sempre sorprendente e appagante.
E allora ecco cosa penso. Penso che forse era destino che io non assaggiassi, prima di ora, quegli spaghetti. Perché oggi non solo li assaggio, non solo me ne beo, ma li sento scivolare sul palato come se fossero frutto del mio volere e del mio saper aspettare. E li sento riempirmi di una ricchezza che parla di terra, di sapore mediterraneo, di semplicità e di intensità. Come SOLO OGGI sarebbe potuto essere.
Ingredienti
60 g di spaghetti di riso basmati integrali
35 g di pomodori secchi
10 g di mandorle pelate + q.b.
10 foglie di salvia fresca
100 g di latte vegetale
2 cucchiai di passata di pomodoro (per me fatta in casa)
1 cucchiaino di farina di limoni (o zeste)
qualche goccia di tabasco
sale integrale di Cervia
Mettete in ammollo i pomodori secchi e le mandorle, in due ciotoline differenti, e lasciatele per almeno un'ora.
Fate intiepidire il latte, quindi unitevi i pomodori strizzati e le mandorle scolate, le figlie di salvia precedentemente lavate e la farina di limoni. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare una crema omogenea. Unite la passata di pomodoro fino a renderla sufficientemente liquida e il tabasco a vostro piacere. Trasferite tutto in un wok e fate cuocere a fuoco basso.
Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti di riso in abbontante acqua leggermente salata. Quando mancheranno un paio di minuti alla cottura scolateli e trasferiteli nel wok insieme al sugo. Tenete l'acqua da parte.
Fate saltare a fiamma viva per qualche istante, in modo che la pasta assorba il condimento. Allungate, se dovesse risultare necessario, con qualche cucchiaio di liquido di cottura.
Passate all'impiattamento.
Create una base di sugo, sistemate la pasta e decorate con foglioline di salvia e mandorle leggermente pestate nel mortaio.
Servite calda e assaporatela.
Travolgente e delicata. Intensa e magica.
Sapori che non lasciano spazio alle parole.
abc
E allora ecco cosa penso. Penso che forse era destino che io non assaggiassi, prima di ora, quegli spaghetti. Perché oggi non solo li assaggio, non solo me ne beo, ma li sento scivolare sul palato come se fossero frutto del mio volere e del mio saper aspettare. E li sento riempirmi di una ricchezza che parla di terra, di sapore mediterraneo, di semplicità e di intensità. Come SOLO OGGI sarebbe potuto essere.
Ingredienti
60 g di spaghetti di riso basmati integrali
35 g di pomodori secchi
10 g di mandorle pelate + q.b.
10 foglie di salvia fresca
100 g di latte vegetale
2 cucchiai di passata di pomodoro (per me fatta in casa)
1 cucchiaino di farina di limoni (o zeste)
qualche goccia di tabasco
sale integrale di Cervia
Mettete in ammollo i pomodori secchi e le mandorle, in due ciotoline differenti, e lasciatele per almeno un'ora.
Fate intiepidire il latte, quindi unitevi i pomodori strizzati e le mandorle scolate, le figlie di salvia precedentemente lavate e la farina di limoni. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare una crema omogenea. Unite la passata di pomodoro fino a renderla sufficientemente liquida e il tabasco a vostro piacere. Trasferite tutto in un wok e fate cuocere a fuoco basso.
Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti di riso in abbontante acqua leggermente salata. Quando mancheranno un paio di minuti alla cottura scolateli e trasferiteli nel wok insieme al sugo. Tenete l'acqua da parte.
Fate saltare a fiamma viva per qualche istante, in modo che la pasta assorba il condimento. Allungate, se dovesse risultare necessario, con qualche cucchiaio di liquido di cottura.
Passate all'impiattamento.
Create una base di sugo, sistemate la pasta e decorate con foglioline di salvia e mandorle leggermente pestate nel mortaio.
Servite calda e assaporatela.
Travolgente e delicata. Intensa e magica.
Sapori che non lasciano spazio alle parole.
abc
Seppur la mia cucina sia ancora molto varia, a metà strada tra il mood invernale e qualche slancio anticonformista, la vellutata entra di diritto tra le scelte più gradite. Ciò che mi piace al punto da darle uno slancio in più è quanto possa permettere l'utilizzo di quegli scarti che, diversamente, finirebbero nella raccolta differenziata. Spreco a cui sono sempre meno solita. Tra tutto, le foglie esterne dei finocchi sono un esempio eclatante. Mi diverto a mischiare sapori, ad aggiungere dettagli, ma quello che amo maggiormente è creare quel valore aggiunto insolito, mai provato, da sperimentare. Questa volta ho voluto provare con i lupini, i miei amati lupini. Ho dato loro una forma nuova e devo dirvi che il risultato mi ha stupito davvero. Ormai forte del lavoro della mia friggitrice ad aria calda (tranquilli, potrete utilizzare anche il forno!!), la mia testolina non si ferma mai: elabora, elabora, elabora ed elabora ancora. Il crunch è favoloso e non nasconde un sapore delicato e piacevole. Accostato al morbido abbraccio della vellutata è assolutamente sorprendente. Ecco il tepore giusto per questo inizio di inverno ^_^
Ingredienti
Per la vellutata
250 g di foglie di finocchio
50 g di porro
50 g di patate rosse
750 h di acqua
dado vegetale granulare (per me home made)
Per i crostini
75 g di lupini
25 g di patate rosse
80 g di latte di avena (o altro latte vegetale)
1/2 cucchiaino di agar agar
1 cucchiaino di dado vegetale granulare
1 manciata di foglie di salvia
noce moscata
olio evo
Iniziate a preparare i crostini. Mettete in un pentolino i lupini privati dalla pellicina, la patata tagliata a dadini e coprite tutto con il latte d'avena. Mettete sul fuoco e portate ad ebollizione. Aggiungete il dado granulare e la noce moscata quindi, raggiunto il bollore, stemperate l'agar agar con parte del liquido di cottura. Unitelo al resto del liquido e fate bollire per un paio di minuti.
Passate tutto con un mixer ad immersione, quindi unite le foglie di salvia lavate, asciugate e spezzettate finemente. Mescolate bene per amalgamare tutto perfettamente, quindi stendee in un piccolo stampo, in modo da creare una base spessa circa 1 centimetro. Lasciate raffreddare in frigorifero per un'ora almeno.
Nel frattempo lavate le verdure, foglie di finocchio, porro e patate tagliate a pezzi. Mettete tutto in una pentola con l'acqua e il dado vegetale e fate cuocere a fiamma media, fino a quando le verdure saranno morbidissime. A piacere potrete aggiungere altre spezie, o dosare in modo differente le quantità di verdure.
Riprendete la base di lupini, estraetela dallo stampo e tagliatela a dadini di circa 1 centimetro di lato. Vaporizzatele con dell'olio evo, quindi cuocete in forno o nella friggitrice ad aria calda, per 20 minuti a 200°.
Quando le verdure saranno morbide, passate tutto con un frullatore ad immersione fino a creare una vellutata liscia.
A questo punto non vi rimane che servire, in una bella findina, accompagnando tutto con i crostini di lupini ben dorati.
Assaporate la delicatezza degli ingredienti, avvolta dal profumo di salvia e fatevi coccolare come la stagione richiede e come voi meritate ^_^
E meravigliatevi, ancora una volta, di quanto delle scelte salutari siano sinonimo di piacere e successo.
abc
Ingredienti
Per la vellutata
250 g di foglie di finocchio
50 g di porro
50 g di patate rosse
750 h di acqua
dado vegetale granulare (per me home made)
Per i crostini
75 g di lupini
25 g di patate rosse
80 g di latte di avena (o altro latte vegetale)
1/2 cucchiaino di agar agar
1 cucchiaino di dado vegetale granulare
1 manciata di foglie di salvia
noce moscata
olio evo
Iniziate a preparare i crostini. Mettete in un pentolino i lupini privati dalla pellicina, la patata tagliata a dadini e coprite tutto con il latte d'avena. Mettete sul fuoco e portate ad ebollizione. Aggiungete il dado granulare e la noce moscata quindi, raggiunto il bollore, stemperate l'agar agar con parte del liquido di cottura. Unitelo al resto del liquido e fate bollire per un paio di minuti.
Passate tutto con un mixer ad immersione, quindi unite le foglie di salvia lavate, asciugate e spezzettate finemente. Mescolate bene per amalgamare tutto perfettamente, quindi stendee in un piccolo stampo, in modo da creare una base spessa circa 1 centimetro. Lasciate raffreddare in frigorifero per un'ora almeno.
Nel frattempo lavate le verdure, foglie di finocchio, porro e patate tagliate a pezzi. Mettete tutto in una pentola con l'acqua e il dado vegetale e fate cuocere a fiamma media, fino a quando le verdure saranno morbidissime. A piacere potrete aggiungere altre spezie, o dosare in modo differente le quantità di verdure.
Riprendete la base di lupini, estraetela dallo stampo e tagliatela a dadini di circa 1 centimetro di lato. Vaporizzatele con dell'olio evo, quindi cuocete in forno o nella friggitrice ad aria calda, per 20 minuti a 200°.
Quando le verdure saranno morbide, passate tutto con un frullatore ad immersione fino a creare una vellutata liscia.
A questo punto non vi rimane che servire, in una bella findina, accompagnando tutto con i crostini di lupini ben dorati.
Assaporate la delicatezza degli ingredienti, avvolta dal profumo di salvia e fatevi coccolare come la stagione richiede e come voi meritate ^_^
E meravigliatevi, ancora una volta, di quanto delle scelte salutari siano sinonimo di piacere e successo.
abc
Quando lessi la prima volta di questa "pasta miracolosa" distorsi un po' il naso, scettica per natura. Confesso che pensai che mai avrei ceduto all'acquisto di questo genere alimentare. Ma poi si sa, sono anche curiosa, per quella stessa natura, e quando mi trovai davanti agli occhi, nella corsia degli alimenti dietetici, questo pacchetto diverso dai formati soliti, non ci pensai un attimo (uno sì, perché non è che sia un prodotto propriamente economico). Così entrò in casa questa vaschetta di Shirataki di konjac, esattamente una pasta senza glutine e con pochissime calorie. Beh, due aspetti decisamente interessanti per il mio regime alimentare. Ma approfondendo un po' l'argomento, si viene a scoprire che il konjac è una pianta, dalla cui radice si ricava una farina, utilizzata molto nella cucina orientale. E questa farina è ricca di aminoacidi, fibre e sali minerali. Finalmente una pasta che possa appagare i miei desideri senza alimentare i sensi di colpa? Yessss, l'ho trovata, è mia. E mi divertirò da morire a stravolgerla e colorarla!!
Ingredienti
150 g di Shirataki sgocciolati
60 g di lenticchie verdi lessate
1 cucchiaino di curry
50 ml di latte di avena
50 ml di acqua
10 asparagi (per me dell'orto di famiglia, poi congelati)
olio evo
sale rosa dell'Himalaya
cannella in polvere
Cuocete a vapore gli asparagi fino a renderli morbidi, quindi tagliateli a metà (o in 4, se fossero spessi), nel senso della lunghezza. Fateli saltare in un wok con un filo di olio evo, cannella a piacere e sale rosa.
Inserite in un boccale le lenticchie lessate, il curry, il latte di avena e l'acqua. Salate a piacere, quindi frullate tutto, fino ad ottenere una crema vellutata. Aggiungetela agli asparagi e fare insaporire bene tutto, a fiamma moderata, per qualche minuto.
Nel frattempo portate a bollore l'acqua per cuocere la pasta, salata a piacere. Sciacquate gli Shirataki sotto un getto di acqua corrente per un paio di minuti, dopo averli sgocciolati, quindi buttateli nell'acqua bollente, per un paio di minuti. Questo sarà il tempo richiesto per la cottura.
A questo punto scolate i noodles e versateli nel wok. Fate saltare tutto a fiamma viva per qualche istante, quindi servite e gustate.
Se conserverete delle lenticchie già lessate in un contenitore ermetico, in frigorifero, o lessate e congelate, la preparazione di questo piatto vi richiederà davvero pochissimo tempo. E vi regalerà piacevolissime sorprese.
Ricordate che una dispensa ben fornita è garanzia di di gustoso benEssere ;)
abc
Ingredienti
150 g di Shirataki sgocciolati
60 g di lenticchie verdi lessate
1 cucchiaino di curry
50 ml di latte di avena
50 ml di acqua
10 asparagi (per me dell'orto di famiglia, poi congelati)
olio evo
sale rosa dell'Himalaya
cannella in polvere
Cuocete a vapore gli asparagi fino a renderli morbidi, quindi tagliateli a metà (o in 4, se fossero spessi), nel senso della lunghezza. Fateli saltare in un wok con un filo di olio evo, cannella a piacere e sale rosa.
Inserite in un boccale le lenticchie lessate, il curry, il latte di avena e l'acqua. Salate a piacere, quindi frullate tutto, fino ad ottenere una crema vellutata. Aggiungetela agli asparagi e fare insaporire bene tutto, a fiamma moderata, per qualche minuto.
Nel frattempo portate a bollore l'acqua per cuocere la pasta, salata a piacere. Sciacquate gli Shirataki sotto un getto di acqua corrente per un paio di minuti, dopo averli sgocciolati, quindi buttateli nell'acqua bollente, per un paio di minuti. Questo sarà il tempo richiesto per la cottura.
A questo punto scolate i noodles e versateli nel wok. Fate saltare tutto a fiamma viva per qualche istante, quindi servite e gustate.
Se conserverete delle lenticchie già lessate in un contenitore ermetico, in frigorifero, o lessate e congelate, la preparazione di questo piatto vi richiederà davvero pochissimo tempo. E vi regalerà piacevolissime sorprese.
Ricordate che una dispensa ben fornita è garanzia di di gustoso benEssere ;)
abc
E' bello quando si vive la vita dell'orto. Bello scoprirne la stagionalità , rispettare i tempi di fioritura, cogliere i frutti a tempo debito. Ed è affascinante il momento in cui due stagioni si sovrappongono, lasciando ai nuovi sapori un ricordo di ciò che è stata quotidianità, fino ad una manciata di attimi prima.
Così quando l'orto di mammà ha iniziato a regalarci dei gustosissimi cavoletti di Bruxelles, le ultime zucchine cercavano ancora un piccolo spazio in cui potersi esprimere, se non più da protagoniste, quanto meno da antagoniste. Mettere insieme il teatrino della natura è magico. Mi è piaciuto giocare, creando una monocromaticità che arriva come una carezza e che solletica i sensi creando stupore e piacere. Ed è stato appagante godere della morbidezza di una vellutata, calda il giusto per queste nuove giornate autunnali, leggera a sufficienza per il passaggio verso una stagione, ohimè, sempre più fredda.
Ingredienti
1 zucchina
1 pezzo di porro
foglie esterne di 2 finocchi
10 cavolini di Bruxelles
10 g di pistacchi di Bronte
10 g di parmigiano
100 g di ricotta vaccina
sale integrale
Mondate i cavoletti, eliminando le foglie più esterne. Tagliateli a metà, lavateli e fateli cuocere a vapore fino a renderli appena morbidi (non troppo).
In una pentola capiente unite la zucchina, le foglie di finocchio e il porro, tutte lavate e tagliate a tocchetti. Coprite con acqua e portate ad ebollizione. Quando mancheranno 5 minuti al termine della cottura, aggiungete il sale.
Riprendete i cavoletti di Bruxelles e tagliateli in spicchietti. Fateli saltare in padella con i pistacchi di bronte tagliati a coltello. Salate a piacere.
Quando le verdure saranno morbide e l'acqua leggermente consumata, unite la ricotta e il parmigiano e passate tutto con il frullatore ad immersione, fino a creare una vellutata perfettamente liscia e morbida.
A questo punto non vi rimane altro che impiattare.
Versate in ciascun piatto una parte di vellutata e cospargete la superficie con il saltato di cavoletti e pistacchi.
A piacere spolverate con altro parmigiano o con pepe macinato e servite.
Sbizzarritevi con i sapori che maggiormente gradite: cannella, noce moscata, cardamomo polverizzato, zenzero.... avrete solo l'imbarazzo della scelta!!
Ricordate che la fantasia, in cucina, è il segreto del successo ^_^
Lasciatevi conquistare dalla magia del quotidiano. Apprezzate ogni dettaglio, trasformatelo in magnifico ricordo.
abc
Così quando l'orto di mammà ha iniziato a regalarci dei gustosissimi cavoletti di Bruxelles, le ultime zucchine cercavano ancora un piccolo spazio in cui potersi esprimere, se non più da protagoniste, quanto meno da antagoniste. Mettere insieme il teatrino della natura è magico. Mi è piaciuto giocare, creando una monocromaticità che arriva come una carezza e che solletica i sensi creando stupore e piacere. Ed è stato appagante godere della morbidezza di una vellutata, calda il giusto per queste nuove giornate autunnali, leggera a sufficienza per il passaggio verso una stagione, ohimè, sempre più fredda.
Ingredienti
1 zucchina
1 pezzo di porro
foglie esterne di 2 finocchi
10 cavolini di Bruxelles
10 g di pistacchi di Bronte
10 g di parmigiano
100 g di ricotta vaccina
sale integrale
Mondate i cavoletti, eliminando le foglie più esterne. Tagliateli a metà, lavateli e fateli cuocere a vapore fino a renderli appena morbidi (non troppo).
In una pentola capiente unite la zucchina, le foglie di finocchio e il porro, tutte lavate e tagliate a tocchetti. Coprite con acqua e portate ad ebollizione. Quando mancheranno 5 minuti al termine della cottura, aggiungete il sale.
Riprendete i cavoletti di Bruxelles e tagliateli in spicchietti. Fateli saltare in padella con i pistacchi di bronte tagliati a coltello. Salate a piacere.
Quando le verdure saranno morbide e l'acqua leggermente consumata, unite la ricotta e il parmigiano e passate tutto con il frullatore ad immersione, fino a creare una vellutata perfettamente liscia e morbida.
A questo punto non vi rimane altro che impiattare.
Versate in ciascun piatto una parte di vellutata e cospargete la superficie con il saltato di cavoletti e pistacchi.
A piacere spolverate con altro parmigiano o con pepe macinato e servite.
Sbizzarritevi con i sapori che maggiormente gradite: cannella, noce moscata, cardamomo polverizzato, zenzero.... avrete solo l'imbarazzo della scelta!!
Ricordate che la fantasia, in cucina, è il segreto del successo ^_^
Lasciatevi conquistare dalla magia del quotidiano. Apprezzate ogni dettaglio, trasformatelo in magnifico ricordo.
abc
Nel tempo mi sono fatta l'idea di come, per necessità, molti desideri rimangano stipati negli anfratti della mente aspettando di essere rievocati, magari da una visione o comunque dal passaggio, casuale, di un dettaglio che ne richiami l'attenzione. Meccanismo di difesa o no, è impossibile mantenere fervidi e ben allineati tutti i piccoli piaceri del palato (e mi limito al contesto culinario). Così un giorno, passando a trovare le mie belle condomine, mi imbatto in questa delizia e mi ritrovo travolta, nel battito di un ciglio, dalla sensazione piacevole che solo una crespella può regalare. Ma non è tutto, quella parolina magica, grano arso, mi colpisce dritto al cuore. Ovviamente, dopo avervene parlato in quest'occasione, e poi in questa, la farina di grano arso non manca mai dalla mia dispensa. Ovviamente, sapendo ormai che le uova cerco di eliminarle dagli impasti e che il latte non è più presente nella mia cucina se non in forma vegetale, ho preso la carica di energia che Maya ha messo nell'aria e l'ho trasformata in stimolo. Il resto l'ho lasciato alla mia creatività.
Beh, non sono in grado di dire quale, tra i miei piatti, sia il mio preferito. Ognuno ha il suo perché, qualcuno è migliore, qualcuno un po' meno. Qualcuno mi conquista particolarmente, ma tutti lasciano un segno e creare una sorta di top ten mi risulta impossibile. Posso garantirvi, però, che questo piatto ha dell'incredibile. I sapori, questi sapori, sono pazzeschi messi insieme e la nota grave del grano arso è meravigliosamente unica. Sono senza uova, difficoltose quindi da maneggiare, ma sono davvero meritevoli!! Grazie svalvolate ^_^
Ingredienti
45 g di farina di ceci
15 g di farina di grano arso
120 g di latte di mandorle
sale nero di Cipro
noce moscata
80 g di certosa light
1/2 melanzana
4 fiori di zucca
olio evo
Iniziate preparando la pastella. Setacciate e mescolate le farine, quindi versate poco latte alla volta, mescolando continuamente con una frusta per evitare che si formino i grumi.
Aggiungete sale nero e noce moscata a piacere, mescolate ancora tutto e lasciate riposare, coperta da un foglio di pellicola trasparente, per almeno un paio d'ore, in frigorifero. Io vi consiglio di prepararla al mattino per la sera, oppure la sera per il pranzo del giorno seguente.
Scaldate bene un padellino antiaderente e versateci un goccio di olio. Passate con uno scottex la superficie della padella, in modo da cospargerla uniformenente e da togliere l'olio in eccesso.
Quando sarà calda versate un paio di cucchiai di pastella. Stendetela in una sfoglia circolare e sottile (io mi aiuto con l'attrezzino a T apposta per le crèpes). Dopo un minuto scarso a fiamma media, girate la crèpe e cuocetela per pochi secondi dall'altra parte. Non dovrà seccare, se no si romperà con maggior facilità.
Tagliate la mezza melanzana a fettine sottili e grigliatela. Spennellate ciascuna fettina con un filo di olio e salatela a piacere. A parte fate ammorbidire, in padella, i fiori di zucca tagliati a rondelle.
Prendete una crèpes alla volta, adagiatevi nel mezzo due fettine di melanzana, posatevi una parte dei fiori di zucca, una parte di certosa e piegate i lembi laterali della stessa crèpe.
Arrotolate quindi il tutto, ricavando un fagottino. Procedete con tutte le crèpes, quindi sistematele tutte in una pirofila. Irroratele con un filo di olio evo e infornatele, a 200°, per circa 15 minuti.
Nel frattempo preparate un bel contorno a piacere. Io ho fatto semplicemente saltare delle zucchine tagliate a dadini.
Una volta che le crèps saranno dorate, sfornatele e impiattatele.
Servitele calde fumanti e avvisate i vostri palati che occorrerà prestare attenzione.
Il grano arso dà quel sapore intenso che ben si sposa con quello della melanzana. La cremosità della certosa appaga il morso e avvolge, fondendosi con il fiore di zucchina. L'insieme è travolgente.
Magia, semplicità e un passaporola che è vitale.
Abituatevi al buono, abituatevi al benEssere. Non tornerete più sui vostri passi ^_^
abc
Beh, non sono in grado di dire quale, tra i miei piatti, sia il mio preferito. Ognuno ha il suo perché, qualcuno è migliore, qualcuno un po' meno. Qualcuno mi conquista particolarmente, ma tutti lasciano un segno e creare una sorta di top ten mi risulta impossibile. Posso garantirvi, però, che questo piatto ha dell'incredibile. I sapori, questi sapori, sono pazzeschi messi insieme e la nota grave del grano arso è meravigliosamente unica. Sono senza uova, difficoltose quindi da maneggiare, ma sono davvero meritevoli!! Grazie svalvolate ^_^
Ingredienti
45 g di farina di ceci
15 g di farina di grano arso
120 g di latte di mandorle
sale nero di Cipro
noce moscata
80 g di certosa light
1/2 melanzana
4 fiori di zucca
olio evo
Iniziate preparando la pastella. Setacciate e mescolate le farine, quindi versate poco latte alla volta, mescolando continuamente con una frusta per evitare che si formino i grumi.
Aggiungete sale nero e noce moscata a piacere, mescolate ancora tutto e lasciate riposare, coperta da un foglio di pellicola trasparente, per almeno un paio d'ore, in frigorifero. Io vi consiglio di prepararla al mattino per la sera, oppure la sera per il pranzo del giorno seguente.
Scaldate bene un padellino antiaderente e versateci un goccio di olio. Passate con uno scottex la superficie della padella, in modo da cospargerla uniformenente e da togliere l'olio in eccesso.
Quando sarà calda versate un paio di cucchiai di pastella. Stendetela in una sfoglia circolare e sottile (io mi aiuto con l'attrezzino a T apposta per le crèpes). Dopo un minuto scarso a fiamma media, girate la crèpe e cuocetela per pochi secondi dall'altra parte. Non dovrà seccare, se no si romperà con maggior facilità.
Tagliate la mezza melanzana a fettine sottili e grigliatela. Spennellate ciascuna fettina con un filo di olio e salatela a piacere. A parte fate ammorbidire, in padella, i fiori di zucca tagliati a rondelle.
Prendete una crèpes alla volta, adagiatevi nel mezzo due fettine di melanzana, posatevi una parte dei fiori di zucca, una parte di certosa e piegate i lembi laterali della stessa crèpe.
Arrotolate quindi il tutto, ricavando un fagottino. Procedete con tutte le crèpes, quindi sistematele tutte in una pirofila. Irroratele con un filo di olio evo e infornatele, a 200°, per circa 15 minuti.
Nel frattempo preparate un bel contorno a piacere. Io ho fatto semplicemente saltare delle zucchine tagliate a dadini.
Una volta che le crèps saranno dorate, sfornatele e impiattatele.
Servitele calde fumanti e avvisate i vostri palati che occorrerà prestare attenzione.
Il grano arso dà quel sapore intenso che ben si sposa con quello della melanzana. La cremosità della certosa appaga il morso e avvolge, fondendosi con il fiore di zucchina. L'insieme è travolgente.
Magia, semplicità e un passaporola che è vitale.
Abituatevi al buono, abituatevi al benEssere. Non tornerete più sui vostri passi ^_^
abc
Oggi potrei cantare vittoria, o forse voi potrete guardare il cielo e attendere un evento atmosferico straordinario (sia chiaro, sono anche io sotto un cielo plumbeo e freddo, non mi assumo responsabilità!!). In realtà potrei battezzare questa come la settimana delle novità. La prima è questa, della seconda ve ne parlerò a tempo debito ^_^
Una novità, già. Per molti di voi vedere un piatto di pasta può rappresentare una cosa banale e scontata, ai limiti della quotidianità. Per me, ecco, no!! Non sento particolarmente il bisogno di pasta nella mia alimentazione, o meglio, ne ho limitato ampiamente il consumo: decisamente per quantità, parzialmente per qualità. Le casistiche, affinché il carboidrato di siffatta forma possa colorare la mia tavola, limitano le occasioni a sporadiche comparse di pasta fresca impastata con le mie farine magiche, selezionate e studiate accuratamente, oppure ai miei amatissimi spaghetti di riso basmati. Spaghetti, in assoluto il mio formato di pasta preferito. Da sempre. Generalmente spesso, lo amo nell'accezione diminutiva soltanto se accompagnato dalle vongole. Seppur prodiga nel trovarne un'alternativa, non provo grandi soddisfazioni davanti allo spaghetto di soia, e per quanto quello di riso mi faccia sorridere, quello di riso basmati mi conquista magicamente. E' più spesso del fratello comune, è leggerissimo, ha un limitato apporto calorico ed ha una consistenza e una robustezza perfette per farmi cadere, di tanto in tanto, in tentazione. Questo piatto è leggero, per scelta di ingredienti, ma non si risparmia sul gusto e sulla percezione al palato. Cremoso, delicato, sorprendente. E' nato in un fortuito incontro di desiderio e necessità e ha richiesto meno di mezz'ora per la preparazione. Perché, se il capriccio di un momento è appagante da realizzare, poterlo fare in un tempo limitato, rende tutto più speciale.
Ingredienti
50 g di spaghetti di riso basmati
35 g di robiola di capra
1 bustina di zafferano
1 zucchina di media grandezza
sale rosa dell'Himalaya
olio evo
pepe (mix creolo)
Mettete sul fuoco abbondante acqua salata e, mentre raggiunge il bollore, tagliate le zucchine a fettine, con l'aiuto di una mandolina, quindi in bastoncini lunghi e stretti. Scaldate un cucchiaio di olio evo, quindi fate saltare le zucchine. Abbassate leggermente la fiamma, salatele e continuate la cottura fino ad ammorbidirle e a rosolarle.
Quando l'acqua avrà raggiunto il bollore, immergete gli spaghetti di riso basmati, girate con una forchetta e procedete la cottura per il tempo indicato. Serviranno circa 12 minuti (i restanti li riserverete alla padella).
Mentre la pasta cuoce, impastate la robiola con il pepe e lo zafferano. Unite un po' di acqua di cottura e create una crema morbida e vellutata. Tenetela da parte.
Quando mancheranno un paio di minuti al termine della cottura, scolate gli spaghetti, non troppo, e trasferiteli nella padella insieme alle zucchine. Versate un po' di acqua di cottura e saltateli, a fiamma viva. Aggiungete la crema allo zafferano e continuate la cottura per i due minuti restanti, creando una consistenza cremosa, non troppo asciutta. Questo passaggio vi permetterà di fare assorbire al meglio il sapore del condimento.
A questo punto non vi resta che servire e gustare.
Piatto completo e delicato, conquista al primo assaggio e travolge fino all'ultimo boccone.
Ed ora, mentre assaporate questa meraviglia, preparatevi per la prossima novità!!abc
Una novità, già. Per molti di voi vedere un piatto di pasta può rappresentare una cosa banale e scontata, ai limiti della quotidianità. Per me, ecco, no!! Non sento particolarmente il bisogno di pasta nella mia alimentazione, o meglio, ne ho limitato ampiamente il consumo: decisamente per quantità, parzialmente per qualità. Le casistiche, affinché il carboidrato di siffatta forma possa colorare la mia tavola, limitano le occasioni a sporadiche comparse di pasta fresca impastata con le mie farine magiche, selezionate e studiate accuratamente, oppure ai miei amatissimi spaghetti di riso basmati. Spaghetti, in assoluto il mio formato di pasta preferito. Da sempre. Generalmente spesso, lo amo nell'accezione diminutiva soltanto se accompagnato dalle vongole. Seppur prodiga nel trovarne un'alternativa, non provo grandi soddisfazioni davanti allo spaghetto di soia, e per quanto quello di riso mi faccia sorridere, quello di riso basmati mi conquista magicamente. E' più spesso del fratello comune, è leggerissimo, ha un limitato apporto calorico ed ha una consistenza e una robustezza perfette per farmi cadere, di tanto in tanto, in tentazione. Questo piatto è leggero, per scelta di ingredienti, ma non si risparmia sul gusto e sulla percezione al palato. Cremoso, delicato, sorprendente. E' nato in un fortuito incontro di desiderio e necessità e ha richiesto meno di mezz'ora per la preparazione. Perché, se il capriccio di un momento è appagante da realizzare, poterlo fare in un tempo limitato, rende tutto più speciale.
Ingredienti
50 g di spaghetti di riso basmati
35 g di robiola di capra
1 bustina di zafferano
1 zucchina di media grandezza
sale rosa dell'Himalaya
olio evo
pepe (mix creolo)
Mettete sul fuoco abbondante acqua salata e, mentre raggiunge il bollore, tagliate le zucchine a fettine, con l'aiuto di una mandolina, quindi in bastoncini lunghi e stretti. Scaldate un cucchiaio di olio evo, quindi fate saltare le zucchine. Abbassate leggermente la fiamma, salatele e continuate la cottura fino ad ammorbidirle e a rosolarle.
Quando l'acqua avrà raggiunto il bollore, immergete gli spaghetti di riso basmati, girate con una forchetta e procedete la cottura per il tempo indicato. Serviranno circa 12 minuti (i restanti li riserverete alla padella).
Mentre la pasta cuoce, impastate la robiola con il pepe e lo zafferano. Unite un po' di acqua di cottura e create una crema morbida e vellutata. Tenetela da parte.
Quando mancheranno un paio di minuti al termine della cottura, scolate gli spaghetti, non troppo, e trasferiteli nella padella insieme alle zucchine. Versate un po' di acqua di cottura e saltateli, a fiamma viva. Aggiungete la crema allo zafferano e continuate la cottura per i due minuti restanti, creando una consistenza cremosa, non troppo asciutta. Questo passaggio vi permetterà di fare assorbire al meglio il sapore del condimento.
A questo punto non vi resta che servire e gustare.
Piatto completo e delicato, conquista al primo assaggio e travolge fino all'ultimo boccone.
Ed ora, mentre assaporate questa meraviglia, preparatevi per la prossima novità!!abc
Si va un po' a fasi anche qui. Sebbene la selezione varia e controllata di ingredienti nella dispensa mi porti ad essere sempre il linea con i miei principi, ci sono fasi della vita in cui sono più da legumi, fasi in cui non vedo altro che verdura e fasi in cui il cereale mi appaga quanto nient'altro. Ho appena attraversato la fase "riso". Con la proposta del riso rosso ve ne avevo dato un piccolo accenno. Con questo ve ne do conferma. Ovviamente è bandito il riso bianco (salvo rarissime eccezioni di tutto rispetto per qualità del prodotto). Amo la ricchezza dei sapori integrali, amo il riso antico, amo quel valore che rende prezioso un alimento non solo al palato, ma anche per il corpo. Con il tempo ho imparato ad attingere tutta questa meraviglia senza sentirmi attratta e dipendente da alimenti raffinati. E, vi dirò, provo una sensazione di incontenibile fierezza quando in tavola arriva un piatto che appaga la vista, l'olfatto e il gusto, centrando in pieno la mia missione salutismo.
Quello che propongo oggi è un riso piemontese, che ho acquistato in una piccola bottega di paese, esattamente del mio paese d'infanzia. Un paese che non è mai stato all'avanguardia per la proposta di prodotti tipici, biologici, a km 0, ma che oggi mi stupisce. E mi stupisce nell'amore messo a disposizione quando ci si apre a persuasioni di questo tipo: è un po' come tornare ai tempi di vecchie generazioni e gustarne le insuperabili magie. Oggi non solo cedo a questa tentazione, ma ve ne parlo cercando di tramandare il messaggio che io ho colto: rispettiamo la terra che ci ospita, rispettiamone la natura e scopriamo le meraviglie che ci regala in totale purezza.
Ingredienti
60 g di riso integrale piemontese
50 g di porro
25 g di foglie di sedano verde
10 g di nocciole
10 g di semi di canapa
1 cucchiaino di insaporitore vegetale (per me autoprodotto)
sale rosa dell'Himalaya
noce moscata
2 bacche di cardamomo
olio evo
Sciacquate il riso e mettetelo a bollire in abbondante acqua salata. Portatelo a cottura, secondo i tempi indicati. Si tratta di un riso che richiede almeno 25 minuti di cottura.
Pulite il sedano, prelevate le foglie, lavatele e asciugatele bene. Inseritele in un boccale, insieme alle nocciole, ai semi di canapa, all'insaporitore vegetale e al porro tagliato a tocchetti. Aggiungete sale a piacere e tritate tutto, fino ad ottenere una crema omogenea. Fate scaldare in una padella un filo di olio evo, quindi versate il pesto e lasciatelo sulla fiamma bassa per circa una decina di minuti, bagnandolo con qualche cucchiaio di acqua per mantenerlo morbido. Assaggiate ed eventualmente correggete di sale.
Quando il riso sarà cotto scolatelo e conditelo con un cucchiaino di olio. Unite una grattugiata di noce moscata e i semi di cardamomo, accuratamente pestati e frantumati. Mescolate tutto e lasciate insaporire per qualche minuti. Ora potete procedere alla composizione del piatto. Personalmente non ho voluto condire il riso con il pesto, ma ho scelto di presentarlo a strati per mettere in risalto i sapori utilizzati.
Così l'aroma del riso speziato rimane perfetto, ma si accosta meravigliosamente alla delicatezza del pesto. E lo stesso pesto mantiene la sua freschezza, dando varietà, ma anche appoggio, all'intensità del riso.
Presentatelo con una grattugiata di parmigiano (sempre che non ne vogliate una versione vegana) e gratinatelo velocemente. Servitelo con una bella e dolce foglia di sedano e accomodatevi: certe bontà richiedono attenzione e tempo.
abc
Quello che propongo oggi è un riso piemontese, che ho acquistato in una piccola bottega di paese, esattamente del mio paese d'infanzia. Un paese che non è mai stato all'avanguardia per la proposta di prodotti tipici, biologici, a km 0, ma che oggi mi stupisce. E mi stupisce nell'amore messo a disposizione quando ci si apre a persuasioni di questo tipo: è un po' come tornare ai tempi di vecchie generazioni e gustarne le insuperabili magie. Oggi non solo cedo a questa tentazione, ma ve ne parlo cercando di tramandare il messaggio che io ho colto: rispettiamo la terra che ci ospita, rispettiamone la natura e scopriamo le meraviglie che ci regala in totale purezza.
Ingredienti
60 g di riso integrale piemontese
50 g di porro
25 g di foglie di sedano verde
10 g di nocciole
10 g di semi di canapa
1 cucchiaino di insaporitore vegetale (per me autoprodotto)
sale rosa dell'Himalaya
noce moscata
2 bacche di cardamomo
olio evo
Sciacquate il riso e mettetelo a bollire in abbondante acqua salata. Portatelo a cottura, secondo i tempi indicati. Si tratta di un riso che richiede almeno 25 minuti di cottura.
Pulite il sedano, prelevate le foglie, lavatele e asciugatele bene. Inseritele in un boccale, insieme alle nocciole, ai semi di canapa, all'insaporitore vegetale e al porro tagliato a tocchetti. Aggiungete sale a piacere e tritate tutto, fino ad ottenere una crema omogenea. Fate scaldare in una padella un filo di olio evo, quindi versate il pesto e lasciatelo sulla fiamma bassa per circa una decina di minuti, bagnandolo con qualche cucchiaio di acqua per mantenerlo morbido. Assaggiate ed eventualmente correggete di sale.
Quando il riso sarà cotto scolatelo e conditelo con un cucchiaino di olio. Unite una grattugiata di noce moscata e i semi di cardamomo, accuratamente pestati e frantumati. Mescolate tutto e lasciate insaporire per qualche minuti. Ora potete procedere alla composizione del piatto. Personalmente non ho voluto condire il riso con il pesto, ma ho scelto di presentarlo a strati per mettere in risalto i sapori utilizzati.
Così l'aroma del riso speziato rimane perfetto, ma si accosta meravigliosamente alla delicatezza del pesto. E lo stesso pesto mantiene la sua freschezza, dando varietà, ma anche appoggio, all'intensità del riso.
Presentatelo con una grattugiata di parmigiano (sempre che non ne vogliate una versione vegana) e gratinatelo velocemente. Servitelo con una bella e dolce foglia di sedano e accomodatevi: certe bontà richiedono attenzione e tempo.
abc
Mi piace, nell'aprire la dispensa ricca di scorte preziose e sane, incontrare colori vivaci. Mi basta posare gli occhi su quegli innumerevoli sacchetti per intraprendere un viaggio che abbracci sapori intriganti e li leghi a sfumature cromatiche intense.
Una delle mie più gradite scoperte fu, ormai parecchio tempo fa, il riso rosso Thai, il Jasmine. Dopo aver assaggiato l'intensità del riso Venere, ho iniziato a cedere e apprezzare infinite qualità di questo prezioso cereale. E ciascuna di queste mi affascina e mi ispira condimenti particolari. Perché sia chiaro, un condimento non vale l'altro e un sapore sta bene con il rosso, ma meno con il nero, e meno ancora con l'integrale. Il riso rosso rimane tra i miei preferiti: delicato, profumato, intenso e pieno. Il chicco solletica il palato e regala aromi incantevoli. E' stato un attimo immaginare questo abbinamento. Travolgente. Il rosso che si accosta al verde, legando dolcezza e delicatezza. La menta mette in risalto ogni dettaglio di sapore. La nocciola richiama l'aroma del riso e completa la pienezza del piatto. L'asparago? Il tocco finale: freschezza e leggerezza. Questo riso parla da sé.
Ingredienti
60 g di riso rosso Thai
10 g di nocciole
5 foglie di menta
4 asparagi
1 cucchiaino di olio evo
sale rosso delle Hawaii
Cuocete il riso secondo le indicazioni riportate sulla confezione. Considerate che è un riso che richiede u tempo piuttosto lungo di cottura. Nel frattempo occupatevi del condimento. Pulite gli asparagi, eliminando i fondi più coriacei e tagliateli in piccole rondelle, lasciando le punte da parte.
Lavate le foglie di menta e asciugatele accuratamente.Tagliatele a coltello insieme alle nocciole, creando briciole non troppo fini. Scaldate in una padella l'olio, quindi unitevi menta e nocciole. Fate insaporire bene tutto a fiamma bassa, quindi aggiungete gli asparagi. Unite un paio di cucchiai di acqua, salate, coprite con un coperchio e lasciate cuocere tutto fino a rendere morbidi gli asparagi.
Quando il riso sarà cotto scolatelo e unitelo al resto degli ingredienti. Fate saltare tutto a fiamma alta per un paio di minuti, facendo rosolare bene tutto. I chicchi del riso dovranno risultare sfiziosamente croccanti.
Spegnete la fiamma e impiattate. Decorate il piatto con foglie di menta e con le punte degli asparagi tenute da parte, quindi servite e assaporate ben caldo. Gli aromi saranno perfettamente armonizzati e regaleranno al palato una piacevolissima sensazione, delicata e avvolgente.
La presenza di ingredienti semplici e salutari rende questo piatto adatto per chi segue un regime di alimentazione controllato: molte virtù a contenute calorie.
Come potersi concedere un piacevole momento di gusto, senza rinunciare alla pienezza di sapori esaltanti.
E poi non trovate anche voi che i colori di questo piatto siano appaganti? Un invito a nutrire non solo il corpo, ma anche l'anima.
abc
Una delle mie più gradite scoperte fu, ormai parecchio tempo fa, il riso rosso Thai, il Jasmine. Dopo aver assaggiato l'intensità del riso Venere, ho iniziato a cedere e apprezzare infinite qualità di questo prezioso cereale. E ciascuna di queste mi affascina e mi ispira condimenti particolari. Perché sia chiaro, un condimento non vale l'altro e un sapore sta bene con il rosso, ma meno con il nero, e meno ancora con l'integrale. Il riso rosso rimane tra i miei preferiti: delicato, profumato, intenso e pieno. Il chicco solletica il palato e regala aromi incantevoli. E' stato un attimo immaginare questo abbinamento. Travolgente. Il rosso che si accosta al verde, legando dolcezza e delicatezza. La menta mette in risalto ogni dettaglio di sapore. La nocciola richiama l'aroma del riso e completa la pienezza del piatto. L'asparago? Il tocco finale: freschezza e leggerezza. Questo riso parla da sé.
Ingredienti
60 g di riso rosso Thai
10 g di nocciole
5 foglie di menta
4 asparagi
1 cucchiaino di olio evo
sale rosso delle Hawaii
Cuocete il riso secondo le indicazioni riportate sulla confezione. Considerate che è un riso che richiede u tempo piuttosto lungo di cottura. Nel frattempo occupatevi del condimento. Pulite gli asparagi, eliminando i fondi più coriacei e tagliateli in piccole rondelle, lasciando le punte da parte.
Lavate le foglie di menta e asciugatele accuratamente.Tagliatele a coltello insieme alle nocciole, creando briciole non troppo fini. Scaldate in una padella l'olio, quindi unitevi menta e nocciole. Fate insaporire bene tutto a fiamma bassa, quindi aggiungete gli asparagi. Unite un paio di cucchiai di acqua, salate, coprite con un coperchio e lasciate cuocere tutto fino a rendere morbidi gli asparagi.
Quando il riso sarà cotto scolatelo e unitelo al resto degli ingredienti. Fate saltare tutto a fiamma alta per un paio di minuti, facendo rosolare bene tutto. I chicchi del riso dovranno risultare sfiziosamente croccanti.
Spegnete la fiamma e impiattate. Decorate il piatto con foglie di menta e con le punte degli asparagi tenute da parte, quindi servite e assaporate ben caldo. Gli aromi saranno perfettamente armonizzati e regaleranno al palato una piacevolissima sensazione, delicata e avvolgente.
La presenza di ingredienti semplici e salutari rende questo piatto adatto per chi segue un regime di alimentazione controllato: molte virtù a contenute calorie.
Come potersi concedere un piacevole momento di gusto, senza rinunciare alla pienezza di sapori esaltanti.
E poi non trovate anche voi che i colori di questo piatto siano appaganti? Un invito a nutrire non solo il corpo, ma anche l'anima.
abc
Vi capita di essere inseguiti senza tregua, giorno e notte, che siate tranquilli o indaffarati, da un pensiero, che porta inevitabilmente ad un desiderio e che picchietta nella vostra testolina senza lasciarvi liberi dalla morsa fino al suo soddisfacimento? Beh, certo questo potrebbe essere un capriccio che colpisce differenti sfere emotive e non solo la cucina. Ma quando capita in cucina, non vi sembrerebbe strano che a perseguitarvi sia una cozza? Voglio dire: si sente il desiderio di cioccolato, di dolci a dismisura, di sapori morbidi e avvolgenti. Ma di una cozza, che becchetta dentro le orecchie fino a farvi alzare le mani, arresi, ne avete già sentito parlare? Ecco, quella che ho tuffato in questa zuppetta è proprio lei: la cozza assillante. Mi sono svegliata un giorno con il desiderio di gustare il suo sapore sapido e intenso e fino a quando non ho reso concreto questo sogno, nient'altro è riuscito a soddisfarmi. Confesso che, nel "riesumare" la versione sfiziosa di cartoccio di cozze, ho smosso un bel po' di quella sabbia depositata nel cassetto dei sapori riposti, ma la gioia nel vedere finalmente lei, regina della tavola, in una versione ancora mai provata, è stata meravigliosamente appagante. L'avvolgenza della crema, delicata nella consistenza ma di carattere nel sapore, con la croccantezza di una parte di mitili e dei semi di zucca tostati, hanno legato tra loro in maniera ineccepibile, regalando al palato armonia e completezza.
Ora, finalmente, sospiro e attendo il prossimo capriccio.
Ingredienti
1 kg di cozze
50 g di ceci secchi
1 bustina di zafferano
1 costa di sedano
2 spicchi d'aglio
20 g di porro
10 g di semi di zucca
olio evo
noce moscata
Lasciate i ceci in ammollo per qualche ora. Quindi fateli bollire fino a renderli morbidissimi. Potrebbero volerci un paio di ore, tutto dipenderà dal tempo di ammollo. Salate solo quando mancherà poco alla cottura, in modo che non rimangano belli morbidi.
Potrete anche prepararli il giorno precedente e tenerli da parte.
Lavate le cozze, raschiando bene i gusci ed eliminando le barbette. Accertatevi di utilizzare solo le cozze chiuse. Mettetele in una padella con due spicchi d'aglio schiacciati, la noce moscata e con una costa di sedano tagliata a pezzi.
Coprite con un coperchio e lasciatele sulla fiamma viva fino a quando si saranno schiuse. A questo punto spegnete il fuoco e lasciate intiepidire. In questo modo i sapori si armonizzeranno bene.
Nel frattempo lavate il porro e tagliatelo a rondelle sottili. Fatelo appassire in una padella con un filo di olio caldo. Aggiungete un cucchiaio di acqua, per lasciarlo morbido, quindi unite lo zafferano.
Io ho evitato di aggiungere il sale perché le cozze hanno un sapore molto importante di natura e non ho ritenuto necessario accentuarne la sapidità.
Se proprio vi trovaste nelle condizioni di poterlo fare, eliminate le pellicine dai ceci. Non prendetemi per pazza: è proprio questa la parte del legume che causa gonfiore. Così, al telefono con la mamma, mi sono messa a pulire cece per cece. Un lavoro certosino che mi ha anche divertito ^_^
A questo punto estraete le cozze dai gusci, eliminate gli spicchi d'aglio e tenete da parte il sedano. Filtrate il fondo di cottura e unitevi i ceci cotti, il sedano, il porro con lo zafferano e 2/3 delle cozze. Frullate tutto a lungo, in modo da ottenere una crema vellutata.
Scaldate una padella con un po' di olio evo e fate saltare le cozze tenute da parte, a fiamma vivace, fino a che si formi una crosticina croccante. I semi di zucca, invece, fateli saltare in una padella, senza grassi aggiunti, fino a quando inizierà a creparti la pellicina esterna.
A questo punto impiattate tutto: versate la vellutata in una scodellina e unite le cozze croccanti e i semi di zucca.
Gustate, cucchiaio dopo cucchiaio, e lasciatevi inebriare dai sapori travolgenti. Lasciatevi conquistare dal crunch dei semi di zucca e dalla consistenza delle cozze saltate.
E fate che sia una meritatissima coccola, da gustare indisturbati.
abc
Ora, finalmente, sospiro e attendo il prossimo capriccio.
Ingredienti
1 kg di cozze
50 g di ceci secchi
1 bustina di zafferano
1 costa di sedano
2 spicchi d'aglio
20 g di porro
10 g di semi di zucca
olio evo
noce moscata
Lasciate i ceci in ammollo per qualche ora. Quindi fateli bollire fino a renderli morbidissimi. Potrebbero volerci un paio di ore, tutto dipenderà dal tempo di ammollo. Salate solo quando mancherà poco alla cottura, in modo che non rimangano belli morbidi.
Potrete anche prepararli il giorno precedente e tenerli da parte.
Lavate le cozze, raschiando bene i gusci ed eliminando le barbette. Accertatevi di utilizzare solo le cozze chiuse. Mettetele in una padella con due spicchi d'aglio schiacciati, la noce moscata e con una costa di sedano tagliata a pezzi.
Coprite con un coperchio e lasciatele sulla fiamma viva fino a quando si saranno schiuse. A questo punto spegnete il fuoco e lasciate intiepidire. In questo modo i sapori si armonizzeranno bene.
Nel frattempo lavate il porro e tagliatelo a rondelle sottili. Fatelo appassire in una padella con un filo di olio caldo. Aggiungete un cucchiaio di acqua, per lasciarlo morbido, quindi unite lo zafferano.
Io ho evitato di aggiungere il sale perché le cozze hanno un sapore molto importante di natura e non ho ritenuto necessario accentuarne la sapidità.
Se proprio vi trovaste nelle condizioni di poterlo fare, eliminate le pellicine dai ceci. Non prendetemi per pazza: è proprio questa la parte del legume che causa gonfiore. Così, al telefono con la mamma, mi sono messa a pulire cece per cece. Un lavoro certosino che mi ha anche divertito ^_^
A questo punto estraete le cozze dai gusci, eliminate gli spicchi d'aglio e tenete da parte il sedano. Filtrate il fondo di cottura e unitevi i ceci cotti, il sedano, il porro con lo zafferano e 2/3 delle cozze. Frullate tutto a lungo, in modo da ottenere una crema vellutata.
Scaldate una padella con un po' di olio evo e fate saltare le cozze tenute da parte, a fiamma vivace, fino a che si formi una crosticina croccante. I semi di zucca, invece, fateli saltare in una padella, senza grassi aggiunti, fino a quando inizierà a creparti la pellicina esterna.
A questo punto impiattate tutto: versate la vellutata in una scodellina e unite le cozze croccanti e i semi di zucca.
Gustate, cucchiaio dopo cucchiaio, e lasciatevi inebriare dai sapori travolgenti. Lasciatevi conquistare dal crunch dei semi di zucca e dalla consistenza delle cozze saltate.
E fate che sia una meritatissima coccola, da gustare indisturbati.
abc