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Crema di riso alla paprika: la coccola che va oltre ogni ragionevole limite e che arriva dritto al cuore

Avete presente quando rimanete rapiti da qualcosa che non vi lascia scampo, tanto da passare dalla visione alla realizzazione nel giro di un nanosecondo? Ecco cosa è successo quando davanti ai miei occhi si è parata questa deliziosissima crema di riso di Gabry. Ci sono cose a cui non riesco proprio a resistere: il riso è una di queste. In crema, in versione dolce, in sfiziose crocchette, in risotti semplici e cremosi, nelle torte, tostato in padella, gratinato..... solo l'idea mi travolge! E se tutto questo esplodere di emozioni è avvenuto nel pieno della fase nausea di questa benedetta influenza che, ve lo annuncio, ho finalmente e definitivamente archiviato, allora è il piatto giusto!
Ho aperto quel barattolino di riso Acquerello, un riso specialissimo, che mi era stato donato dal caro amico Max. Un riso che aspettava il momento giusto e che, ora, mi delizierà senza ritegno ^_^
Ho messo insieme i sapori che maggiormente mi ispiravano e..... l'incanto si è materializzato. Questa crema è come un abbraccio che conforta, coccola e fa sentire al sicuro!!

Ingredienti

55 g di riso Acquerello
400 g di acqua
45 g di ricotta vaccina + q.b. per la decorazione
10 g di parmigiano
sale rosa dell'Himalaya
paprika dolce
noce moscata

Sciacquate il riso, quindi portate ad ebollizione l'acqua, con una macinata di sale rosa. Buttate il riso e fatelo cuocere, a fiamma bassa e coperto, fino a quando avrà assorbito tutta l'acqua e il chicco sarà bello gonfio. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Trasferite il riso bollito in un recipiente, aggiungete la ricotta e il parmigiano a scaglie.
Unite paprika e noce moscata a piacere e frullate tutto fino a quando otterrete una crema liscia e vellutata.
L'amido del riso aiuterà ad ottenere un risultato avvincente!
Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con altro sale.
   A questo punto servite, arricchendo il piatto con delle piccole quenelle di ricotta. Io le ho lasciate naturali, per contrastare i sapori avvolgenti della crema e dare una sorta di freschezza al piatto, ma potrete mischiare al formaggio i sapori che preferite, dal pepe, al peperoncino, ad ulteriore paprika o erbe aromatiche. Deliziatevi, cucchiaio dopo cucchiaio, magari accompagnando la crema con delle gallette. Io ho utilizzato i miei crackers di cous cous e devo dirvi che l'abbinamento è stato incredibile!
Questo piatto diventerà un must della mia cucina, è garantito. Semplice, veloce e altrettanto appagante. Una coccola a regola d'arte!



Lasciatevi conquistare!!


abc

Zuppa di ceci e broccoli: l’estemporaneità che centra il bersaglio e diventa successo

L'estemporaneità di questo piatto è assoluta. Generalmente i miei pranzi sono caratterizzati da insalate vivaci e colorate. Sono leggere e appagano il palato. Sono fresche, certo, in un periodo in cui un caldo abbraccio sarebbe più adatto, ma mi piacciono così tanto da rifugiarmici senza ripensamenti. Questa volta, però, le cose sono andate diversamente. Questa volta il pensiero di un'insalata non appagava la mia forte necessità di scaldarmi e coccolarmi. Questa volta un bel piatto di zuppa fumante mi si è parato davanti agli occhi, senza lasciare altro spazio al mio campo visivo. E' nata, così, l'idea di un piatto in cui i ceci fossero protagonisti, e che lo fossero in una doppia veste. Mi è piaciuta l'idea che non ci fosse altro da aggiungere per renderla perfetta. Vellutata e avvolgente, consistente, saporita. Il tocco del broccolo si è rivelato strategico già nel pensiero e l'assaggio ha confermato l'idea: alleggerisce l'insieme di consistenze e dona la giusta freschezza sul palato. Insomma, l'idea di un piatto veloce e improvvisato si è rivelata assolutamente vincente.

Ingredienti

100 g di ceci
1/2 broccolo (solo le cimette) cotto a vapore
1 cucchiaio di colatura di alici
olio piccante
sale

Se utilizzaste ceci secchi, fateli bollire in acqua salata, fino a renderli morbidi (previo ammollo di 12 ore circa). Tenetene da parte 30 g, mentre i restanti frullateli, con un parte di acqua di cottura e la colatura di alici, fino a rendere tutto una crema liscia e vellutata.
Fate scaldare in una padella un filo di olio piccante. Unitevi i ceci e le cimette del broccolo, tagliate in piccoli pezzi. Saltate tutto con un po' di sale (e insaporite a piacere con altre spezie, se voleste) a fiamma vivace.
Quando saranno croccanti e dorati, spegnete. Versate la vellutata in una scodellina. Non dovrà essere né troppo liquida, né troppo densa. Regolatevi, secondo il vostro gusto, aggiungendo più o meno acqua. Aggiungete il saltato di ceci e broccoli e..... assaporate ^_^

   La vellutata accarezzerà il palato, i ceci croccanti lo divertiranno e le cimette di broccolo renderanno tutto leggero e stimolante.


La conferma che le idee improvvise, talvolta, sanno centrare un bersaglio più di qualsiasi elaborata elucubrazione!


abc

50 sfumature di …. mela: piccante di basmati integrale affumicato con mela e melagrana

Ci sono cose che mi affascinano a prima vista. Per le altre trovo sempre una scusa, una priorità maggiore, una strategia per metterle da parte. Ma quando qualcosa catura la mia attenzione in modo così travolgente, l'imperativo è FARLO. E anche al più presto. E' come se le mie mani pensassero con una mente a se stante. Come se mi portassero comunque lì, a quella prova.
Fu così che, quel giorno di parecchie settimane fa, guardando un documentario sulle tradizioni culinarie mondiali, mi imbattei in una tecnica particolarmente semplice per affumicare. Mi ci vedete, nel bel mezzo della stagione autunnale, ad andare a prendere i mezzi per mettermi alla prova? Certo, non sapete ancora di cosa stia parlando, ma...... cosa pensereste nel vedermi saltellare con in braccio il mio bottino, bella gaudente e noncurante della perplessità di chi ha dovuto rispondere alla mia richiesta "scusi, dove posso trovare la carbonella?". Sì, la carbonella. Nel bel mezzo del mese di novembre. Mi diverto come una pazza a mostrarmi insolita tra gli sguardi sbigottiti dei normali.
Confesso che questo non è il primo piatto per cui ho adottato questa tecnica. Ormai posso dire che sia collaudata a dovere. Anche se sto pensando di affinare la tecnica procurandomi legnami che possano dare aromi particolari agli alimenti. Per il momento mi accontento. L'aroma di affumicato regna in casa (e nel frigorifero) per almeno una settimana, ahahahahahah, ma io sono felice, tutto il resto è un dettaglio!!

Ovviamente la presenza importante della mela fa di questo piato una proposta importante per l'iniziativa di Valentina e la raccolta di 50 sfumature di.... mela

Ingredienti

45 g di riso basmati integrale
130 g di acqua
sale grosso
1/2 cucchiaino di cannella
peperoncini sott'olio (io ho utilizzato quelli della mia mamma)
30 g di melagrana
2 noci
1/2 mela renetta
farina di riso
2 pezzi di carbonella
burro chiarificato o margarina

La preparazione del riso richiede 24 ore di riposo, regolatevi!
Prendete 2 pezzi di carbonella e metteteli su una fiamma viva, fino a farli diventare roventi. Ci vorranno almeno 20 minuti, prima che siano pronti, per cui iniziate da questo passaggio.
Mettete il riso in una casseruola e versateci l'acqua. Portate a bollore, quindi salate e coprite con un coperchio. Abbassate la fiamma e cuocete per circa 25 minuti.
Quando sarà pronto spegnete il fuoco e conditelo versando la cannella e il peperoncino, in quantità a piacere, con il relativo olio. Mescolate affinché tutti i sapori vengano ben distribuiti.
Posate una ciotolina nel mezzo di un piatto fondo capiente, quindi sistemate il riso appena condito tutto intorno. Trasferite i due pezzi di carbonella roventi nella ciotolina e versateci sopra un cucchiaino abbondante di burro chiarificato (o margarina). Coprite immediatamente con un foglio di carta stagnola, sigillando bene i bordi in modo da non fare fuoriuscire il fumo.
Sistemate il piatto in frigorifero e lasciatelo riposare per 24 ore.
Quando sarà ora del pranzo (o della cena), pelate la mela renetta e tagliatela a dadini. Infarinatela nella farina di riso e saltatela in padella con un cucchiaio di olio evo, a fiamma viva. Salatela a piacere.
Dopo un paio di minuti versate il riso, le nochi spezzettate e mescolate. Fate insaporire per qualche istante, quindi aggiungete la melagrana. Ancora un paio di minuti, per insaporire tutto, e il piatto è pronto.
Trasferite il riso in un piatto e servite.
Io mi sono divertita ad impiattare la pietanza con uno stampo a forma di... mela ^_^ A voi la libertà di assecondare la fantasia.
Decorate il piatto con due fettine di mela grigliate e qualche chicco di melagrana fresca e gustate.
Si tratta di un insieme particolare di sapori: il dolce che si fonde all'affumicato e il tocco di peperoncino che lega tutto alla perfezione.
Io ho trovato che in questo piatto ci sia poesia e meraviglia. Novità e stupore. E credo che questa tecnica mi accompagnerà per altri piatti.


Siete avvisati!!!


Con questa ricetta partecipo al contest di La Taverna degli Arna 
Categoria primi piatti
http://arnataverna.cucinare.meglio.it/il-natale-che-non-ti-aspetti/


abc

Maltagliati di crèpes alle castagne su note di clementine: i momenti perfetti per le ispirazioni travolgenti

Dando uno sguardo ai miei ultimi post, constato che non pubblico una ricetta di primo piatto dal 30 giugno, quando una deliziosissima zuppa di ceci scaldava un animo svuotato da un'importante perdita (solo Claudia è riuscita a corrompermi, in seguito, con un'insalata d'orzo, la sua ^_^). Pizzicata!!!! Non mangio molti primi ^_^ La pasta, beh, direi che ormai non la tocco da lunghi mesi. A volte penso al riso, a quello integrale. Altre volte penso a creare un impasto con le mie farine speciali, ma niente, non c'è verso che poi trasformi tutto in effetto tridimensionale. I perché li lascio nascosti dietro la porta. Diciamo che prediligo legumi, verdure, frutta e poco altro ^_^ Ma questa volta la folgorazione è arrivata così forte, che non ho potuto resistere. Un vago pensiero si è trasformato in certezza durante una sessione di allenamento, correndo i miei dieci chilometri domenicali ^_^ "Castagna e crudo", perfetto!!!!! "Castagna, clementina e crudo", è lui!!!!!! Forse il desiderio di provare questa nuova idea mi ha fatto correre più veloce che mai e, una volta tornata a casa, forte del tempo record e dell'idea travolgente, mi sono messa a pasticciare. Per l'ormai consolidata regola per cui non mischio mai le differenti proteine animali, le crèpes le ho volute senza uovo. Avevo già proposto la variante integrale, quindi ero quasi erta di fare centro anche questa volta. L'aggiunta della canapa sativa permette di eliminare l'utilizzo dell'olio e il sale nero conferisce all'impasto un colore ancora più particolare ^_^ Ma in fondo tutto sta qui, nell'ingrediente fondamentale. Sapete qual è? La testardaggine, ovvio ^_^ Questo piatto vince, vince decisamente e prepotentemente. E' IMPOSSIBILE resistere.

Ingredienti

Per le crèpes
25 g di farina di castagne
5 g di farina di canapa sativa
70 g di acqua
sale nero di Cipro
1 clementina (scorza)

Per il condimento
60 g di castagne bollite
70 g di acqua
5 g di olio evo + q.b.
1 clementina (scorza)
2 fette di prosciutto crudo magro
sale

Setacciate la farina di castagne e mescolatela alla farina di canapa sativa. Unite poca acqua alla volta e mescolate con una frusta, cercando di non creare grumi.
Grattugiatevi dentro la scorza della clementina, avendo cura di incorporare solo la parte più esterna, e unitevi il sale. Mescolate tutto e lasciate riposare la pastella in frigorifero, per un'ora almeno.
Nel frattempo tagliate la scorza dell'altra clementina a striscioline e fatela insaporire in un cucchiaio di olio evo in padella, a fiamma bassa.
Prendete le castagne, che avrete fatto bollire e avrete sbucciato, e unitele in un bicchierone con 5 g di olio evo e un pizzico di sale.
   Lavorate con un frullatore ad immersione, aggiungendo poca acqua alla volta, fino ad ottenere una crema vellutata e compatta, piuttosto densa.
Versatela in padella, insieme alla scorza della clementina e unitevi il prosciutto crudo tagliato a striscioline. Lasciate insaporire a fiamma bassa, aggiungendo poca acqua, se necessario, per ammorbidire tutto. Nel frattempo riprendete l'impasto e preparatevi a cuocere le crèpes.
Scaldate una padella antiaderente e ungetela con pochissimo olio. Quando satà molto calda versatevi un mestolino di pastella. Stendetela in una sfoglia sottile e lasciatela cuocere, a fuoco medio, perun paio di minuti. Abbiate cura nel girarla, poiché non avendo uova tenderà a rompersi facilmente.
Una volta capovolta, continuate la sua cottura per un altro minuto, quindi trasferite la crèpe in un piatto e procedete fino alla fine della pastella.
Quando le avrete preparate tutte, tagliatele a strisce. Unitele alla crema di castagne e mescolate tutto.

Non vi resta che servire il piatto. Armonioso, avvolgente, vi saprà regalare un'esperienza totalizzante.

Non credo ci siano parole che possano rendere meglio di un assaggio. Chiudete gli occhi e lasciatevi andare. Non ve ne pentirete.

abc

Insalata di orzo con pesto di rucola e sgombro: il desiderio che si trasforma in sostanza

Non sono solita essere la fortunata vincitrice, o l'estratta di turno. Ho imparato a capire che la mia fortuna viene manifestata in altre forme. Poi succede che, proprio quando l'immediata eredità del quotidiano lasciata da mio padre mi mette davanti questi due vasetti di sgombro sott'olio, Claudia propone questo splendido piatto per il suo contest del mese di luglio. Non è la prima volta che mi candido, e questa volta, mentre scrivo la mia adesione, mi dico "il tuo è il primo commento.... e il numero uno è poco probabile che esca, dal sorteggio". Ma ci voglio provare. Lo voglio perché quel piatto mi rappresenta, e non può essere capitato a caso.
Il giorno seguente Claudia comunica chi dovrà riproporre il suo piatto. Numero uno. Uno. UNO. U N O. Sono io. Io. Il suo entusiasmo mi travolge e il mio sorriso illumina radioso il mio volto. Grazie Claudia, grazie papà. Mai piatto è stato più voluto.
Nel post pubblicato da Claudia, proprio oggi, potrete leggere le mie impressioni sul piatto e le motivazioni delle mie variazioni rispetto alla ricetta originale (e l'appuntamento con i deliri da demenza senile precoce, fossi in voi, non me li perderei per nulla al mondo). Non ho voluto stravolgere più di tanto la natura del piatto e vi posso garantire che è buono da togliere il fiato.

Con questa ricetta partecipo al contest di Claudia "tu come cucineresti" del mese di luglio


Ingredienti

80 g di orzo biologico
240 g di acqua
1 pannocchia
1 vasetto di filetti di sgombro sott'olio extravergine As do Mar
sale 
olio evo
paprika dolce

Per il pesto
100 g di rucola
35 g di nocciole
3 filetti di acciuga
60 g di feta light

Sgranate la pannocchia, aiutandovi con un coltello. Sciacquate i chicchi sotto il getto d'acqua, in modo da eliminare le impurità e fateli bollire per 5 minuti in acqua salata. Scolate i chicchi e lasciateli raffreddare.
Sciacquate l'orzo e mettetelo in un pentolino, unendo una piccola manciata di sale e l'acqua. Portate tutto ad ebollizione e cuocete, a fiamma bassa e coperto, fino al totale assorbimento dell'acqua.
Nel frattempo lavate la rucola. Scolatela e asciugatela in un panno pulito. Sgusciate le nocciole, se non le usate già pronte, e mettetele in un boccale con la rucola, le acciughe e la feta.
   Tritate tutto in modo da sminuzzare il tutto, lasciando le nocciole piuttosto grossolane.
Quando l'orzo sarà cotto, unite il pesto. Mescolate tutto quando ancora sarà caldo, in modo da farlo insaporire bene.
A questo punto unite i filetti di sgombro spezzettati e il mais bollito, meno un cucchiaio che lascerete da parte.
Mescolate e fate riposare, fino al totale raffreddamento. [A questo punto aggiungo che anche tiepida questa insalata è meravigliosa!! Parola di..... gola, incontenibile gola che ha attratto un bel cucchiaio colmo di insalata tiepida ^_^].
Riprendete ora il mais tenuto da parte. Conditelo con dell'olio evo e della paprika dolce a piacere.
Scaldate una padella e, una volta calda, rovesciate dentro i chicchi.
Fateli saltare a fiamma viva per qualche minuto, cercando di farli dorare uniformemente e facendo attenzione a non farli bruciacchiare.
Impiattate l'insalata come meglio desiderate, su un piatto, in scodellini, monoporzione oppure in un piatto da portata.
Copritela con i chicchi tostati e servite.

Aromi avvolgenti, fragranze contrastanti e consistenze antagoniste. Sapori che conquistao e che stregano. Lo capirete dalla prima forchettata.

Ringrazio Claudia per avermi dato la possibilità di portare sulla mia tavola questa bontà. In ogni caso, anche non fossi stata estratta, questo piatto sarebbe arrivato ugualmente a deliziarmi. Solo alla lettura degli ingredienti, con la dritta sull'utilizzo della pannocchia al posto del mais (che trovo davvero insapore), ho capito che ne sarei rimasta folgorata.
Ora tocca a voi prendere il testimone. Divertitevi a personalizzarla!!

Vi garantisco che ne varrà la pena!
abc

Tris di riso ai tre aromi: l’insolita arte di sporcare per tre e mangiare per uno

Ci sono giorni in cui corro cercando di incastrare tutto alla perfezione. Niente che mi risulti "troppo" rispetto a quelle che sono state e che sono le mie scelte di vita e nulla che faccia con sforzo e sacrificio. Anzi, tutte situazioni che mi rendono fiera e orgogliosa di me. Che mi fanno guardare allo specchio e dire fai davvero tutto questo? In quei giorni avere il tempo per mettere letteralmente a soqquadro la cucina è impensabile, per cui diventa d'obbligo valutare alternative di piatti veloci, o che mi permettano di organizzare i tempi delle fasi di lavorazione secondo il piano di azione della giornata. Ci sono, però, giorni in cui tutto questo non accade. Rari, rarissimi. Me ne concedo uno alla settimana e se, per un qualsiasi motivo, quell'unico giorno dovesse saltare, il contdown ripartirebbe inesorabilmente da sette. Quei giorni non ho orari. Posso finire la colazione alle 10 e pranzare alle 15, posso sedermi davanti alla dispensa e meditare in rigoroso silenzio, posso usare, in ordine casuale, Bimby, minipimer, frullatore e sbattitore elettrico, posso accendere tutti i fuochi del piano cottura e posso tirare fuori servizi interi di padelle, pentole, pentolotti e pentolini. In altre parole: posso dare libero sfogo alle mie follie creative. Questo giorno è arrivato. Questa volta senza imprevisti. E l'ho onorato come meglio avrei potuto fare. Soddisfatta e appagata, ho guardato la mia cucina sorridendo: ho pensato e sporcato per tre e ho meravigliosamente mangiato per uno. Il valore del nostro piacere non ha limiti.

Ingredienti

Per il riso Venere
25 g di riso Venere
5 asparagi cotti al vapore
1/2 cucchiaino di liqirizia
scorza di mezzo limone
sale
olio evo

Per il riso basmati
25 g di riso basmati integrale
1/2 zucchina
10 g di mandorle
zenzero in polvere
sale
olio evo

Per il riso Jasmine
25 g di riso rosso Jasmine
1/2 peperone giallo arrostito (senza pelle)
1 cucchiaino di marmellata vanigliata di Cipolle di Tropea
cannella in polvere
sale
olio evo

   Pesate i tre differenti tipi di riso. Portate ad ebollizione tre pentolini di acqua salata e cuocete secondo i tempi richiesti. Mentre il riso basmati e il Jasmine cuociono in 20/25 minuti, il riso Venere richiede 40 minuti. Regolatevi con i tempi.
Iniziate a preparare il condimento per il riso basmati. Lavate la zucchina e tagliatela a cubetti non troppo grandi. Scaldate un filo di olio evo e fateli rosolare, salandoli a piacere. Pestate in un mortaio le mandorle, in modo da avere delle briciole piuttosto grosse. Unitele alle zucchine e insaporite con lo zenzero in polvere secondo il vostro gusto. Io ne ho aggiunto circa 1/3 di cucchiaino. Spegnete il fuoco e lasciate da parte.
Passate alla preparazione del condimento del riso Venere. Tagliate gli asparagi in piccoli tocchetti e fateli saltare in padella con un filo di olio. Salate a piacere. Grattugiatevi sopra la scorza del mezzo limone e, dopo qualche istante di cottura, unitevi la polvere di liquirizia (se non la aveste, sbriciolate finemente, magari con l'aiuto di un macina caffè, della liquirizia pura). Mescolate bene e lasciate sul fuoco ancora un paio di minuti, a fiamma dolce.
Occupatevi ora dell'ultimo condimento, quello del riso Jasmine. Tagliate a dadini piccoli le falde del peperone arrostito (io li avevo preparati il giorno prima). Fateli scaldare bene in padella, sempre con un po' di olio, e unitevi un cucchiaino generoso di marmellata di cipolle. Fate insaporire a fiamma bassa, salate secondo il vostro gusto e aggiungete la polvere di cannella. Mescolate bene, lasciate sul fuoco ancora un paio di minuti, quindi spegnete.
Nel frattempo il riso sarà cotto. Controllatelo durante la preparazione ed eventualmente scolatelo e conditelo con un po' di olio.
Prendete tre stampini differenti, o quelli che desiderate, e sistemateli sul piatto da portata. Riempitene ciascuno con una tipologia di riso, cercando di compattarlo bene. Lasciatelo riposare qualche istante e poi sfilate gli stampini.
Ponete sulla cima di ciascuno stampo il condimento abbinato.
Scaldate il piatto in forno (o passatelo velocemente nel microonde) e servitelo.

La presentazione del tris di colori e combinazioni sarà certamente intrigante per l'occhio. L'assaggio visivo prima di tutto.
Quando sarete sazi visivamente divertitevi ad assaggiarne le aromatizzazioni. Sono molto simpatici da proporre come piccole monoporzioni, su cucchiaini e da assaporarle in un solo boccone.

Ma sicuramente simpatici (e divertenti) saranno da scomporre.
Le tre tipologie di riso, con i loro differenti sapori, e i tre condimenti, aromatizzati secondo il richiamo del riso stesso, si fonderanno tra loro creando un piatto vario, travolgente e unico nel loro genere.

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Quinoa rossa con lamponi, mirtilli e rosmarino: l’inatteso stupore per un risultato che toglie le parole

Sì, mi tocca confessarlo, questa è una di quelle volte in cui, penso, immagino, metto insieme, taglio, salto, mescolo, impiatto e all'assaggio..... rimango letteralmente senza parole. Nella possibile casistica ci sono sapori che piacciono, sapori che non piacciono, quelli che ti lasciano indifferente e quelli che "neanche te li aspetti". Quando ho coinvolto le mie papille in questa esperienza ho capito che sì, si sarebbe trattato dell'ultimo caso: questi sapori non te li immagini proprio. E non immagini neanche quanto bene possano legarsi e quanta magia possano regalare al palato. Io ho solo pensato che sì, un bel battuto di rosmarino ci sarebbe stato bene, accanto a quella quinoa. Ho pensato che avrei potuto spezzare quell'equilibrio con un tocco dolciastro e che, magari, la salsa di soia avrebbe legato tutto. Ci provo, mi sono detta. Credo che il risultato mi abbia anche dato la risposta: ci ho preso in pieno!! Gusti, certo, ma l'avvolgenza di questo piatto è qualcosa che a fatica si può immaginare. E l'audacia, in cucina, mi riserva sempre grandi soddisfazioni.

Ingredienti

35 g di quinoa rossa
70 g di acqua
15 g di frutti rossi essiccati
1 rametti di rosmarino
1 cucchiaino di salsa di soia
1 pizzico di sale
olio evo

Lavate e asciugate i rametti di rosmarino. Prelevate le foglioline e tritatele, non troppo finemente.
Fate scaldare un cucchiaio scarso di olio evo e, quando sarà ben caldo, unitevi il rosmarino. Lasciatelo rosolare per un minuto circa.
   Nel frattempo sciacquate, sotto un getto di acqua corrente, la quinoa. Unitela al soffritto e mescolate velocemente. Unite anche i frutti rossi e fate insaporire tutto per poco tempo. Versate quindi l'acqua bollente (deve sempre essere in quantità doppia rispetto alla quinoa), aggiungete un pizzico di sale fino, coprite e fate cuocere fino al totale assorbimento.
Quando sarà quasi cotta, aggiungete alla quinoa un cucchiaino di salsa di soia.
Mescolate e lasciate che insaporisca bene e che i sapori leghino perfettamente tra loro. Spegnete il fuoco e fate riposare per un minuto circa il tutto.
A questo punto impiattate, decorate con qualche frutto rosso e servite.

Piatto semplice e veloce (giusto il tempo di cottura della quinoa, circa 15 minuti) che saprà sicuramente stupirvi con i suoi sapori intensi e particolari. E, ancora una volta, tanti benefici di ingredienti ricchi di proprietà salutari.
Quando il buono è salubre il piacere è doppio!!abc

Risotto al pistacchio: storie di strade che si incrociano e si interpretano tra ricordi, piaceri e desideri

Tutto è partito dal desiderio di coccolarmi con un semplicissimo risotto in bianco. Di quelli cremosi, semplici, che avvolgono grazie alla corposità della cottura, senza necessitare di ulteriori sapori. Voglia di cose semplici, senza elaborazioni. Necessità di resettare le papille gustative. Un risotto come quello dei ricordi, quando al massimo si aggiungeva un po' di latte. Ecco, questa l'intenzione di partenza. Poi un piccolo corto circuito neuronale mi ha fatto deragliare: quello del pistacchio è un binario che non mi scoraggia mai. Credo sia un tentativo del mio metabolismo di recuperare tutto il tempo in cui me ne sono tenuta a distanza, scoraggiata dal pensiero che il pistacchio avesse il sapore di quei pezzetti giallastri che trovavo nella mortadella (e ancora oggi non fatemi mangiare la mortadella con il pistacchio, perché lo tolgo!!), prima di scoprirlo nella sua meravigliosa natura. E da lì.... l'amore. Perché non mettere insieme, allora, le due strade? Nasce in quel preciso istante questo risotto, comunque semplice, ma con carattere. Nessun artificio, solo due sapori uniti in un primo piatto che non si dimentica facilmente.

Ingredienti

70 g di riso arborio di Sibari
400 ml di brodo vegetale
25 g di latte di avena
25 g di pistacchi tostati non salati + 10 g
7 g di olio evo
8 foglioline di basilico fresco
1 manciata di parmigiano grattugiato (no per la versione veg)
sale

Pulite i pistacchi, lavate le foglie di basilico, asciugatele bene e unite tutto in un bicchierone da mixer. Versate l'olio, il latte di avena e frullate fino a creare una crema omogenea. Salate a piacere.
Versate la crema in una padella e scaldatela a fiamma moderata. Unite il riso, mescolatelo e fatelo tostare per un minuto circa.
Iniziate la cottura versando poco brodo alla volta. Giratelo, di tanto in tanto, e lasciatelo cuocere, a fiamma media, coperto.
Ci vorranno circa 18 minuti, ma controllate il tempo di cottura del vostro riso.
Quando mancherà un minuto alla cottura unite la manciata di parmigiano, mescolate, spegnete il fuoco e lasciatelo riposare, per un paio di minuti, sempre coperto.
A questo pinto impiattatelo e cospargetelo con la granella di pistacchi.

Assaporatene la delicatezza e la particolarità. Due sapori che si abbracciano, senza rubarsi la scena. L'avvolgenza di una cremosità, resa unica dal sapore dolce salato del pistacchio, vi conquisterà.

abc

Cannoli di crèpes “con rinforzo” al gratin: quella folle e sana curiosità che ci spinge ad andare oltre

Ancora crespelle. Ancora asparagi. Come faccio a farvi credere che rarissimamente replico un piatto? Beh, in effetti non è che abbia portato in tavola lo stesso gusto di questa versione. Voglio dire, sugli asparagi non si discute, ma la vera forza di questo piatto sta nella crèpe. Che, lo chiarisco, questa volta le uova le ha eccome. Ma ha anche un'anima che la rende forte e resistente. L'atimo esatto in cui mi sono detta provaci!! credo di aver vissuto una sorta di regressione, dove le associazioni di forme ti portavano a far entrare il solido nel cubo sagonato, ovviamente da quell'unica parte da cui sarebbe potuto passare. Ecco, in un momento di insana follia (e ultimamente faccio sogni e mi rendo portavoce di pensieri alquanto inquietanti), ho immaginato la bella crespella tonda e..... ci ho visto sopra il suo perfetto incastro. Tondo su tondo. Ma qualcuno ci avrà mai pensato? Sicuramente sì, non mi sono neanche messa a cercare. Certo è che queste crèpes qui sono davvero particolari. Creano, in questo insieme di ingredienti, un piatto unico e completo davvero intrigante.

Ingredienti

3 uova
25 g di parmigiano + 20 g
6 fette di mortadella di pollo e taccchino (100 g circa)
25 ml di olio evo + q.b.
30 g di olive di Riviera
50 g di ricotta
12 asparagi cotti al vapore
   sale
noce moscata

Rompete le uova in un recipiente capiente. Unite il sale e la noce moscata e sbattete con una frusta per diversi minuti, fino ad ottenere un composto soffice e spumoso. Sempre con la frusta in azione, versate l'olio a filo e sbattete fino a quando si sarà amalgamato completamente. Grattugiate 25g di parmigiano e tenetelo da parte.
Scaldate un padellino antiaderente del diametro di 20 o 22 cm. Passatevi uno scottex unto di olio e, quando sarà molto caldo, versatevi due cucchiai di pastella. Distribuitela sul fondo, formando un disco tondo e uniforme. Cospargete la superficie con una piccola manciata di parmigiano.
   Adagiatevi sopra una fettina di mortadella (la dimensione dovrà essere uguale tra crespella e salume) e coprite tutto con altri due cucchiai di pastella. Cospargete anche questa in modo da coprire tutta la mortadella e ponete un coperchio sulla padella. Fate cuocere per 40 secondi circa, poi capovolgete la crespella. Procedete per un minuto scarso la cottura e fate scivolare la vostra crèpe su un piatto piano.
Ungete nuovamente la padella e procedete con la cottura, fino a terminare gli ingredienti. Con queste dosi dovranno uscirvi 6 crespelle.
Mentre le crespelle raffreddano, preparate la farcia. Tritate le olive ben sgocciolate, insieme a 20 g di parmigiano e uniteli alla ricotta. Salate leggermente e mescolate bene.
Prendete una crespella alla volta e copritela con una parte del composto appena ottenuto.
Sistemateci sopra, ad un'estremità, due asparagi e arrotolate stretta la crèpe. Adagiate ciascun involtino in una pirofila, uno accanto all'altro.
Irrorate con un filo di olio evo e, volendo, cospargete con un po' di parmigiano grattugiato.
Infornate a 200° per 10/15 minuti circa. Giusto il tempo che si formi una croccante crosticina in superficie. Quindi sfornate e servite.
Assaporate il piatto molto caldo, nel suo contrasto di sapori e nella sua morbida avvolgenza.
La cremosità della farcitura di ricotta e olive renderà piacevole il sapore deciso della crespella e la freschezza dell'asparago darà il suo tocco di vivacità.
Un piatto appagante, completo e gustoso, si può preparare con anticipo e infornare all'occorrenza.

Nuove versione di crespella, con un rinforzo he convince al primo morso!!

abc

Frittata di spaghetti di riso basmati con pesto di rucola: che sia sole o che sia pioggia il piacere è garantito

Ci sono piatti che rievocano ricordi, che fanno sorridere. Piatti che non sono mie consuetudini per un'importanza alimentare troppo elevata per il mio stomaco ostile. Ma che mi piace ricordare. E riproporre nella loro bellezza.
Nei rientri scolastici spesso il pranzo era un panino, una focaccia, una torta salata. L'arrivo della primavera spesso ci permetteva di assaporare i pasti all'aperto, tra chicchiere e risate. Ricordo che, talvolta, capitava che una compagna portasse quella meravigliosa frittata di spaghetti, che la madre faceva in quantità proprio per accontentare qualche palato in più. Ricca, saporita, deliziosissima. Ricordo con infinito piacere quei momenti. Difficilmente il desiderio di riassaporarla mi persuade al punto da cedervi, ma questa volta, in occasione dell'arrivo delle stesse giornate primaverili, non ho davvero potuto resistere. E se non potrà essere per una scampagnata di Pasquetta, bagnata dalla pioggia, sarà per un qualsiasi altro giorno di primavera. Ho utilizzato spaghetti di riso basmati, leggeri e fragranti, li ho conditi con un pesto delicato e saporito e vi ho unito due uova, seppur vi consigli di valutarne uno in più. L'aggiunta del formaggio la rende golosa e..... non ve ne frà pentire!!

Ingredienti

60 g di spaghetti di riso basmari
3 uova (io ne ho usate due)
100 g di mozzarella light
30 g di rucola
10 g di noci
10 g di anacardi
15 g di parmigiano
8 g di capperi sotto sale
sale
olio evo

Lavate la rucola, asciugatela delicatamente e mettetela in un boccale. Aggiungete le noci, gli anacardi, i capperi precedentemente sciacquati e il parmigiano. Tritate finemente tutto fino a creare un pesto omogeneo.
Trasferitelo in una padella calda, con un filo d'olio e fatelo rapprendere per qualche minuto.
   Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti di riso in abbondante ascqua salata, lasciandoli leggermente al dente.
Quando saranno cotti trasferiteli nella padella, insieme al pesto e fateli saltare, aggiungendo un po' di acqua di cottura della pasta.
Tagliate la mozzatella a dadini non troppo grandi e unitela agli spaghetti. Mescolate bene affinché si distribuiscano in maniera omogenea tra la pasta.
Rompete in una terrina due uova (meglio 3), aggiungete un pizzico di sale e sbattete energicamente con una forchetta, fino a creare un composto ben amalgamato e quasi cremoso.
Versatelo negli spaghetti, smuovete bene tutto per distribuirlo uniformemente e fate cuocere a fiamma media, coprendo la padella con un coperchio. Lasciate che l'uovo rapprenda per almeno 6 o 7 minuti, poi girate la frittata e cuocete dall'altra parte per altri 5 minuti. Alzate eventualmente la fiamma affinché si formi una crosticina dorata, decisamente golosa all'assaggio.
Quando sarà pronta trasferite la frittata in un piatto, lasciatela riposare un paio di minuti, poi procedete al taglio e servitela.
Tagliandola calda di sfalderà con maggiore facilità, ma aspettando che raffreddi sarà decisamente più compatta.
Se voleste consumarla direttamente al tavolo rimarrà una portata da gustare con forchetta e coltello, diversamente, come piatto on the road, sarà un gradevolissimo finger, con un bel cartoccino, tanto sole e una piacevole aria di primavera.
Io l'ho gustata in entrambe le versioni, nella seconda brevemente riscaldata, a fiamma alta, per rendere più croccante l'esterno. Vi dirò, questo è uno di quei piatti che ripaga l'attesa ^_^


A voi la vostra contestualizzazione e a voi il piacere dell'assaggio.


abc

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