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Crostata integrale di ricotta e mais: l’incontro di strade e scoperte in un dolce dal sapore travolgente

Ormai chi mi conosce un po' lo sa: quando scopro un nuovo ingrediente, o quando lo personalizzo, mentre tengo un piede ancorato alla scoperta, l'altro si lancia in nuove esplorazioni, contestualizzazioni e sperimentazioni. Così è nato questo dolce. A metà tra curiosità e certezze, laddove la cheesecake è tra i miei dolci preferiti e il mais là dentro come ci starà?, ho messo insieme un po' di conquiste e.... mi sono deliziata. Ma che sia chiaro: continuo a provare una irrefrenabile avversione per il mais in scatola e continuo a procurarmelo partendo dalla pannocchia, bella e sorridente, rub.... colta direttamente dai campi ^_^ Ricordate? Ve ne parlai qui. Nel frattempo non mi sono redenta. Piuttosto ne faccio senza ^_^ La base invece, beh, lei ha il fascino di quell'altra grande scoperta, quella che ha del genuino ma dell'ipercalorico, quella che è sempre di autoproduzione e che è meglio a piccole dosi: il mio deliziosissimo burro salato di arachidi. Ho scorte di arachidi sufficienti a sfamare tutto il paese ^_^ e il burro è sempre alla portata, ma mai pronto. Potrebbe irrimediabilmente tentarmi ^_^

Ingredienti

Per la base
100 g di burro salato di arachidi
65 g di zucchero di canna Dulcita
75 g di farina Petra 5
25 g di farina integrale
2 tuorli
30 g di latte (io uso il latte di avena)

Per la crema
245 g di ricotta vaccina
100 g di panna (io di riso)
200 g di mais (io da pannocchie bollite)
55 g di malto di riso
2 albumi

Inserite in un boccale il burro di arachidi, i tuorli e lo zucchero. Impastate tutto, fino ad ottenere un composto omogeneo.
Setacciate le farine e unitele al burro, poco alla volta. Continuate ad impastare, unendo, sempre poco alla volta (potrebbe volercene meno), il latte.
Quando l'impasto sarà compatto, formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un'ora.
Nel frattempo dedicatevi alla crema.
Mescolate la ricotta con il malto di riso, la panna e il mais. Mescolate in modo da rendere tutto omogeneo. Tenete da parte.
Montate a neve, non troppo ferma, i due albumi. Uniteli alla crema di ricotta e mescolate, delicatamente, dal basso verso l'alto.
Foderate una teglia con carta forno e accendete il forno ad una temperatura di 180°.
Riprendete l'impasto dal frigorifero e stendetelo in una sfoglia sottile. Adagiatelo nella teglia e fatelo aderire bene alle pareti. Versateci dentro la crema di formaggio e mais e livellate bene aiutandovi con una spatola.
Infornate quando il forno sarà in temperatura, su un ripiano non troppo alto. Lasciate cuocere per circa 1 ora, controllando che la doratura della superficie sia uniforme.
Quando avrà acquisito un aspetto dorato e gonfio spegnete il forno e lasciatela intiepidire.
Quindi sformatela e lasciate che raffreddi completamente.
Estraetela, a questo punto, dalla teglia e servitela.

Un dolce importante da un punto di vista nutrizionale, con un notevole concentrato di calorie, è morbido sul palato e avvolgente, con la sua crema dolce e sfiziosa. Il mais rende frizzante la farcitura, ma rispettandone la delicatezza.

A meno che non abbiate molte bocche da soddisfare, è il caso che porzioniate attentamente questa torta: in frigorifero si conserva comodamente per 7 giorni, senza che il sapore venga alterato, anzi, giorno dopo giorno i sapori saranno sempre più armoniosi e travolgenti.

Per me è stata una colazione piacevole e continua. Un dolce richiamo ai sapori casalinghi e genuini.


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Cartocci di fiori di zucca ripieni: differenti prospettive di un’estate da scoprire

Quello per i fiori è un amore. Credo sia legato ai ricordi, all'orto di mio nonno, alle frittelle che preparava mia nonna (ed era festa, ogni volta), e poi a quelle di mia mamma, rigorosamente filanti, irresistibili calde, ma tentatrici anche fredde. Ovviamente con i fiori dell'orto di nonno ^_^
Frittelle che porto con piacere nei ricordi, soprattutto da quando le scelte alimentari salutiste hanno accantonato questo genere di alimento. Ma non per questo mi fermo ad un ricordo. Mi piace creare piatti che portino con loro sapori delicati e consistenze sfiziose. Questi fiori sono croccanti, pieni, colorati e.... li ho voluti in veste di streetfood. Cartoccini irresistibili che travolgono e conquistano. Leggeri per la cottura al forno, ma senza che sacrifichino il gusto. Si sposano bene con fresca verdura di stagione, convincendovi che il sano può anche essere buono e che al buono si può cedere senza peccati. In questa fresca estate il forno lavora a pieni regimi: non è forse l'occasione per guardare la vita da una prospettiva differente? Approfittatene ^_^ Non ve ne pentirete!

Ingredienti

100 g di fiori di zucca
100 g di ricotta vaccina
10 g di anacardi tostati
10 foglie di basilico fresco
8 bastoncini di parmigiano
1 bustina di zafferano
sale rosa dell'Himalaya
olio evo
farina di mais fioretto

Lavate le foglie di basilico. Asciugatele delicatamente e tritatele insieme agli anacardi, piuttosto finemente.
Raccogliete il trito in una ciotolina, unite la ricotta e salate a piacere (io ho utilizzato un sale dolce, il rosa himalayano). Mescolate tutto, fino ad ottenere una crema omogenea. Tenete da parte, in frigorifero.
   Prendete i fiori di zucca (in 100 grammi ne dovreste avere circa 13) e allargate delicatamente il fiore. Di 8 fiori eliminate il pistillo, quindi tagliate il gambo e lavate sotto l'acqua corrente, facendoli poi scolare bene. I rimanenti apriteli, eliminate il fondo (gambo e pistillo insieme), lavateli e asciugateli tamponandoli. Tagliate questi ultimi a striscioline e uniteli alla crema di ricotta, mescolando fino ad incorporarli perfettamente.
Preparate un piattino con un paio di cucchiai di farina di mais fioretto e il parmigiano tagliato a bastoncini. Ungete una pirofila con pochissimo olio evo e tenetela sul piano di lavoro. Accendete il forno portandolo ad una temperatura di 190° e iniziate a preparare i fiori.
Con l'aiuto di un sac è poche riempite di farcia alla ricotta ciascun fiore, non completamente affinché non si spezzi. In ogni fiore inserite, quindi, un bastoncino di parmigiano.
Richiudete il fiore attorcigliando delicatamente le cime, impanatelo nella farina di mais fioretto e ponetelo nella pirofila.  Procedete in questo modo fino a terminare fiori e farcia.
Quando il forno sarà in cottura, versate un filo di olio sui fiori e infornate. Abbiate cura di controllare la cottura, poiché il vostro forno potrebe essere più o meno forte e richiedere più o meno tempo per ottenere il risultato croccante. Io ho cotto tutto per circa 20 minuti. Eventualmente, a metà cottura, girate la pirofila, in modo che la doratura venga omogenea.
Dovrete ottenere dei fagottini croccanti, ma non bruciati (e il fiore, soprattutto verso la cima, si scurisce facilmente). Insomma, non prendetevi impegni per il tempo di cottura e non dimenticate che avete delle creaturine delicate in forno ^_^
Nel frattempo preparate i cartocci con della carta per fritti, o comunque con carta per alimenti.
Una volta cotti, sfornate i fiori e, aiutandovi delicatamente con una paletta, trasferite ciascun fiore nel suo cartoccio. Portate in tavola, o arricchite il vostro buffet di aperitivi e sfizioserie.
Non vi rimane che deliziarvene.

Delicato il ripieno, sorprendente il cuore di parmigiano.

E poi quelle cimette non sono delle opere d'arte?

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Bignè di pomodorini ai pistacchi e bacche di Goji: il fresco appagante in uninsolito scorcio di sole

Non mi voglio illudere che oggi sia l'inizio dell'estate. Non voglio credere che il sole caldo e brillante che spacca l'azzurro intenso del cielo, questa mattina, possa battezzare i prossimi giorni della stagione. Semplicemente apprezzo questa meraviglia godendo della sua pienezza. Oggi. Non so come dire: io che meteropatica lo sono fin nel midollo, che senza sole mi si assopiscono anche le cellule delle piante dei piedi, non riesco proprio a lamentarmi di questa bizzarra nonestate. Semplicemente prendo ciò che arriva, come arriva, impiegando le energie che avrei speso a dire "macheppalle" a sfruttare al meglio le risorse. Oggi c'è il sole? E allora piatto fresco sia! Questi bigné sono assolutamente freschi, naturali, genuini, saporiti, leggeri e appaganti. Veloci da preparare, si gustano in un boccone. Intreccio di sapori, tra i miei preferiti. La farcia è impreziosita dalle favolose bacche di Goji, che ormai ho imparato ad integrare perfettamente nella mia alimentazione quotidiana. A volte in uno yogurt, con qualche gheriglio di noce spezzettato, oggi.... così!!

Ingredienti

12 pomodorini Pachino
100 g di ricotta vaccina fresca
20 g di rucola
2 g di pistacchi tostati non salati
8 g di bacche di Goji
sale

   Pulite i pistacchi e tritateli insieme alle bacche di Goji. Generalmente le utilizzo senza ammollo, in modo che diano consistenza senza bagnare troppo. Lasciateli piuttosto grossolani.
Uniteli alla ricotta e mescolate.
A questo punto lavate bene la rucola e asciugatela. Tritate anche questa e unitela alla crema appena preparata. Mescolate bene. Assaggiate ed aggiungete sale secondo il vostro gusto.
Lavate i pomodorini e asciugateli. Tagliateli a metà e sistemate le metà superiori, quelle del picciolo per intenderci, a faccia in giù in un piatto.
Farciteli, ciascuno con un cucchiaino di impasto alla ricotta. Copriteli con le rispettive metà, premeteli leggermente in modo da compattarli.
A questo punto potete servirli e gustarli subito, oppure potrete mantenerli al fresco fino a necessità ^_^
Di certo sono una preparazione che non teme l'attesa e che, anzi, possono aiutarvi nel caso abbiate bisogno di preparare con anticipo qualche sfiziosità.
Accompagnateli con dei crackers, magari fatti da voi (qui, qui, qui e qui qualche spunto ^_^), magari proponeteli con altre fresche verdure per completare una tavola estiva.

Di certo la loro delicatezza vi conquisterà e i sapori, perfettamente antagonisti, appagheranno il vostro palato.



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Cheesecake salata al basilico con fiori di zucca croccanti: la genetica del gusto nella migrazione di pensieri

Alla fine devo cedere. Ci penso, rimando, valuto l'importanza nutrizionale, ci ripenso, aspetto, pianifico, mi concentro su altro. Ma alla fine lei torna. La cheesecake è una torta che fa parte del mio DNA. Non ci posso fare niente. E' l'unica preparazione che non riesco a stravolgere più di tanto. Perché mi piace così: naturale, nella sua semplicità. Una base biscottata e una crema intensa. Cotta o no. Salata o dolce. Ma di base è lei.
Questa volta ho voluto provarla in una cottura senza uova. Sapete che sono un'irrecuperabile maniaca delle regole e quell'uovo, in mezzo ad una così importante quantità di formaggi e quindi proteine (e grassi!!!!), davvero sarebbe stato eccessivo. Ho sperimentato (così, perché alla fine, seppur non mi senta di stravolgere questa preparazione, non riesco ad esimermi dallo sperimentare) l'utilizzo della lecitina di soia come addensante e vi garantisco che il risultato è stato notevole. Ho scelto formaggi magri, seppur di formaggi si parli e ho optato per una certosa cremosa per ovviare alla mancanza di panna. L'aromatizzazione del basilico ve la lascio solo immaginare. Mi sono leggata i baffi e anche le bricioline rimaste solitarie....

Ingredienti

Per la base
55 g di gallette di amaranto e semi di sesamo
45 g di anacardi tostati non salati
15 g di semi di lino
30 g di margarina

Per la crema di formaggio
200 g di ricotta vaccina
100 g di formaggio spalmabile light
100 g di certosa light
65 g di latte (io vegetale)
10 foglie di basilico fresco
2 g di agar agar
sale

Per le sfoglie di fiori
4 fiori di zucchina
1 cucchiaio di parmigiano
1 cucchiaio di pangrattato di farina di riso
olio evo

Versate in un boccale i semi di lino. Tritateli, in modo da spezzarli.
Unite le gallette e gli anacardi e tritate nuovamente, fino a creare un insieme di briciole piuttosto fini. Unite la margarina e impastate bene.
Versate le briciole in una teglia foderata di carta forno (io ho usato uno stampo da 22 cm di diametro). Compattatela bene sul fondo, creando uno strato uniforme. Mettete la teglia in frigorifero a raffreddare bene.
   Lavate le foglie di basilico e asciugatele bene. Mischiate i differenti formaggi e frillate tutto, insieme alle foglie, aggiungendo sale a piacere. Stemperate l'agar agar nel latte e portatelo a bollore, mescolando in continuazione. Fatelo bollire per un paio di minuti, dopodiché versatelo nella crema di formaggi e miscelate bene il tutto.
Versate la crema sulla base biscottata e livellatela bene. Cuocetela in forno a 200° per circa 30/40 minuti. Controllate che la superficie si colori uniformemente.
Nel frattempo pulite i fiori di zucca. Lavateli delicatamente e asciugateli. Tagliateli a strisce e versatevi sopra un filo di olio. Girateli, in modo da condirli tutti uniformemente.
Miscelate tra loro il parmigiano e il pangrattato. Impanate i fiori, poi sistemateli su una placca da forno.
Quando la cheesecake sarà cotta sfornatela e infornate i fiori, irrorati con un filo di olio evo.
Cuoceteli fino a quando satanno dorati e croccanti. Nel frattempo fate intiepidire la torta.
Quando la vedrete ben compattata estraetela dalla teglia, tagliatela a fette e servitela, accompagnata dalle cialde di fiori di zucca.

Intensa e avvolgente, da tiepida vi regalerà fragranze e aromi indimenticabili. Ma fredda, anche il giorno successivo (vi pare che mi sia potuta mangiare in una sola volta tutto questo popò di torta!!! Ma neanche in due volte e neanche in tre ^_^) vi lascerà senza parole. Se ne è convinto anche il mio vecchio (alias papà).

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Sformatini di ricotta e spinaci dal cuore fondente: l’affidabilità delle strategie nel quotidiano

Ormai credo l'abbiate capito: io e la mia alimentazione abbiamo un razionale rapporto di collaborazione. Tutto segue un semplicissimo principio di bilanciamento. Prediligo i carboidrati nella prima parte della giornata, non li replico mai a cena se li ho scelti per il pranzo, arricchisco tutto con molta verdura, scelgo le cotture sane, non mischio le proteine tra loro (nei limiti, ma con tranquille eccezioni), opto per ingredienti naturali e integrali, adotto l'utilizzo di preziosi semi e cereali, rispetto le stagionalità, limito il consumo di carne (la carne rossa ormai è un lontano ricordo) e favorisco i piccoli pasti frequenti alle grandi abbuffate. Così mi ritrovo a dover gestire un pranzo sapendo che l'imperativo assoluto sarebbe dovuto essere NO CARBOIDRATI. Un paio di ingredienti da dover consumare nel frigo, voglia di leggerezza e l'interrogativo: cosa preparo? Ho scomposto e ricomposto, mentalmente, pezzi di dispensa. Ho acceso e spento fornelli immaginari. Ho sbattuto uova e poi le ho rimesse nei loro gusci. Ho immaginato i risultati di cottura. Ho scelto i migliori accostamenti sentissi di desiderare. Mi è costato del tempo, ma il tempo per pensare ad un piatto scorre sopra ogni altro impegno. L'ispirazione può venire mentre corro, mentre leggo, mentre prenoto un viaggio, mentre riassetto la casa, mentre spillo una birra, mentre sollevo un bilancere. E così è arrivato il momento in cui ho sentito di aver trovato la soluzione che stavo cercando, come fosse il clak ultimo che fa aprire una cassaforte. E mi sono messa all'opera. Semplicemente. Nessun carboidrato, una sola tipologia di proteina, una cottura sana, sapori delicati e palato appagato. Soddisfatta? Ditemi voi....

Ingredienti

100 g di ricotta vaccina
5 cespi di spinaci freschi
1 mazzetto di rucola
50 g di latte vegetale
5 g di lecitina di soia granulare
10 g di olive di Riviera
2 cucchiaini di certosa light
10 g di nocciole
noce moscata
sale
olio evo

Mettete la lecitina in un pentolino e aggiungete il latte. Lasciatela ammorbidire per circa mezz'ora. Nel frattempo lavate gli spinaci.
Fateli soffocare in padella aggiungendo un pizzico di sale (io non ho utilizzato olio). Lavate la rucola e asciugatela bene.
   Prelevate 2/3 degli spinaci e frullateli insieme alle foglie di rucola, creando una salsina liscia. Assaggiate ed eventualmente correggete di sale. Ai restanti spinaci aggiungete le olive tagliate a metà. Unite alla crema di spinaci e rucola la ricotta e impastate bene fino ad ottenere una crema perfettamente omogenea. Ariomatizzatela con noce moscata a piacere e verificate che sia sufficientemente sapida. Eventualmente correggete.
Controllate il latte con la lecitina sul fuoco e, quando sarà caldo (non importa che sia bollente), salatelo e frullatelo in modo da sciogliere i granuli e formare una crema. Versatela nel composto di ricotta e spinaci e amalgamatela. Lasciatela intiepidire bene.
Unite, a questo punto, gli spinaci appassiti, on le olive. Mescolate e tenete da parte.
Ungete due cocottine in porcellana (o qualsiasi stampo vogliate utilizzare). Versate un cucchiaio abbondante di crema sulla base, adagiate un cucchiaino di certosa in ogni stampo e coprite con altra crema, fino ad ultimarla.
Coprite la superficie con le nocciole tritate (io ho utilizzato con fierezza le nocciole dell'orto dei miei vecchi ^_^).
Accendete il forno a 200° e, quando sarà in temperatura, infornate le vostre cocottine.
   Cuocete per circa 30/35 minuti, fino a quando la superficie sarà ben compatta e gratinata.
A questo punto sfornatele e lasciatele intiepidire.

Rimarranno comunque morbide, per l'assenza dell'uovo. Decidetese gustarle direttamente degli stampi oppure se trasferirle in un piattino. In questo caso sarà molto difficile mantenere la forma, ma il sapore saprà deliziarvi, grazie alla sua delicatezza e leggerezza, in ogni caso.
E il sapore di un buon piatto, ancora una volta, non chiede peccati!!

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Cannoli di crèpes “con rinforzo” al gratin: quella folle e sana curiosità che ci spinge ad andare oltre

Ancora crespelle. Ancora asparagi. Come faccio a farvi credere che rarissimamente replico un piatto? Beh, in effetti non è che abbia portato in tavola lo stesso gusto di questa versione. Voglio dire, sugli asparagi non si discute, ma la vera forza di questo piatto sta nella crèpe. Che, lo chiarisco, questa volta le uova le ha eccome. Ma ha anche un'anima che la rende forte e resistente. L'atimo esatto in cui mi sono detta provaci!! credo di aver vissuto una sorta di regressione, dove le associazioni di forme ti portavano a far entrare il solido nel cubo sagonato, ovviamente da quell'unica parte da cui sarebbe potuto passare. Ecco, in un momento di insana follia (e ultimamente faccio sogni e mi rendo portavoce di pensieri alquanto inquietanti), ho immaginato la bella crespella tonda e..... ci ho visto sopra il suo perfetto incastro. Tondo su tondo. Ma qualcuno ci avrà mai pensato? Sicuramente sì, non mi sono neanche messa a cercare. Certo è che queste crèpes qui sono davvero particolari. Creano, in questo insieme di ingredienti, un piatto unico e completo davvero intrigante.

Ingredienti

3 uova
25 g di parmigiano + 20 g
6 fette di mortadella di pollo e taccchino (100 g circa)
25 ml di olio evo + q.b.
30 g di olive di Riviera
50 g di ricotta
12 asparagi cotti al vapore
   sale
noce moscata

Rompete le uova in un recipiente capiente. Unite il sale e la noce moscata e sbattete con una frusta per diversi minuti, fino ad ottenere un composto soffice e spumoso. Sempre con la frusta in azione, versate l'olio a filo e sbattete fino a quando si sarà amalgamato completamente. Grattugiate 25g di parmigiano e tenetelo da parte.
Scaldate un padellino antiaderente del diametro di 20 o 22 cm. Passatevi uno scottex unto di olio e, quando sarà molto caldo, versatevi due cucchiai di pastella. Distribuitela sul fondo, formando un disco tondo e uniforme. Cospargete la superficie con una piccola manciata di parmigiano.
   Adagiatevi sopra una fettina di mortadella (la dimensione dovrà essere uguale tra crespella e salume) e coprite tutto con altri due cucchiai di pastella. Cospargete anche questa in modo da coprire tutta la mortadella e ponete un coperchio sulla padella. Fate cuocere per 40 secondi circa, poi capovolgete la crespella. Procedete per un minuto scarso la cottura e fate scivolare la vostra crèpe su un piatto piano.
Ungete nuovamente la padella e procedete con la cottura, fino a terminare gli ingredienti. Con queste dosi dovranno uscirvi 6 crespelle.
Mentre le crespelle raffreddano, preparate la farcia. Tritate le olive ben sgocciolate, insieme a 20 g di parmigiano e uniteli alla ricotta. Salate leggermente e mescolate bene.
Prendete una crespella alla volta e copritela con una parte del composto appena ottenuto.
Sistemateci sopra, ad un'estremità, due asparagi e arrotolate stretta la crèpe. Adagiate ciascun involtino in una pirofila, uno accanto all'altro.
Irrorate con un filo di olio evo e, volendo, cospargete con un po' di parmigiano grattugiato.
Infornate a 200° per 10/15 minuti circa. Giusto il tempo che si formi una croccante crosticina in superficie. Quindi sfornate e servite.
Assaporate il piatto molto caldo, nel suo contrasto di sapori e nella sua morbida avvolgenza.
La cremosità della farcitura di ricotta e olive renderà piacevole il sapore deciso della crespella e la freschezza dell'asparago darà il suo tocco di vivacità.
Un piatto appagante, completo e gustoso, si può preparare con anticipo e infornare all'occorrenza.

Nuove versione di crespella, con un rinforzo he convince al primo morso!!

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Torta rovesciata alle pere con ricotta, zafferano e noci: la meraviglia di un sorriso, elisir di giovinezza

Esattamente una settimana fa è stato il compleanno della mia mamma. Una mamma giovane e bellissima. Da sempre. Ricordo che, ai tempi della scuola, mi piaceva dire che mia mamma avesse appena compiuto 30 anni. E ricordo anche che, quando passò la soglia degli "anta" per me fu un trauma: mia mamma non avrebbe potuto avere 40 anni! Poi sono arrivati i 50, ma noi due rimaniamo, agli occhi di tutti, come due sorelle, e diveniamo, con lo scorrere del tempo, due complici e due meravigliose amiche. Non esiste compleanno che attenda con maggior desiderio. Per lei voglio sempre sorprese. Di lei voglio il sorriso che scaccia tutte le preoccupazioni e lascia lo stupore vero. Lei non lo sapeva, e si è sorbita tante piccole bugie affinché tutto riuscisse, ma quel giorno organizzai i miei impegni, percorsi tutti quei chilometri, sfidai il traffico del rientro, in modo da essere su quel pianerottolo insieme alle persone più care della sua vita, a esclamare "auguriiiiiiiiiiii" quando avesse aperto la porta di casa. E festeggiammo così, con un'uscita a cena improvvisata (per lei) e due torte da tagliare al rientro a casa. Una delle due è stata una meravigliosa vegan sacher fatta da mio fratello. L'altra è stata questa.
P.S.Scatti pessimi rubati al taglio!!

Ingredienti

400 g di pere Kaiser
300 g di ricotta
3 uova
250 g di farina d'orzo
50 g di amido di mais
70 g di zucchero di canna (aumentate deliberatamente) + 1 cucchiaio
300 g di latte di avena
1 bustina di zafferano
60 g di gherigli di noci
9 g di lievito per dolci
3 g di ammoniaca per dolci
1 pizzico di sale

Lavate e pulite dal torsolo le pere. Tagliatele a fettine sottili e tenetele da parte.
In una terrina versate la ricotta, le uova e lo zucchero. Sbattete energicamente con una frusta elettrica, fino ad ottenere una crema soffice. Io ho usato poco zucchero e si è sentito a cottura ultimata, per cui vi consiglio di raddoppiare la dose indicata.
Aggiungete all'impasto lo zafferano e continuate a lavorarlo.
Mischiate la farina, l'amido, il lievito setacciato, l'ammoniaca e il sale e aggiungeteli, poco alla volta, alla crema di uova e ricotta, alternando con poco latte di avna alla volta. Amalgamate bene il tutto, creando un composto perfettmente omogeneo e liscio.
   Aggiungete, per ultimo, i gherigli di noci spezzettati grossolanamente. Se non vi dovesse piacere la consistenza, tritateli finemente. Girate l'impasto con un cucchiaio di legno fino ad amalgamarli perfettamente.
Rivestite, ora, una teglia con carta forno. Io ho usato una teglia tonda del diametro di 28 cm, con cerniera. Coprite il fondo con un cucchiaio di zucchero di canna. Adagiatevi sopra una parte di spicchi di pera (circa 1/3).
Versate un terzo del composto, livellandolo bene su tutta la superficie. Sistemate, a questo punto, un secondo strato di pere, e coprite nuovamente con un altro terzo dell'impasto. Ripetete ancora fino a terminare le fettine di pera e versate il rimanente impasto a copertura totale.
Accendete il forno a 190° e, una volta in temperatura, cuocete per 70 minuti circa. Verificate la cottura facendo la prova del coltello e, quando sarà cotta, sforntela.
Lasciatela intiepidire appena e poi ribaltatela su un piatto. Attendete che raffreddi completamente e procedete al taglio e all'assaggio.
E' una torta dalla consistenza morbida e compatta, resa particolare dalla presenza delle noci che danno un tocco di carattere.
   Probabilmente l'avrei assaporata di più con una dose di zucchero maggiore. Le pere, peraltro, non erano molto mature e questo ha anche contribuito a rendere meno saporito l'insieme. Ma comunque l'idea è piaciuta e nessuno si è risparmiato, vegano escluso.

Ma il vegano questa volta è riuscito nel suo capolavoro di torta (che personalmente ho apprezzato molto!!). E la festeggiata è rimasta contenta e stupita. Quel sorriso è comparso sul suo viso e ha reso felici tutti ^_^

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Tortino di carciofi dal cuore morbido: le infinite espressioni dei sapori di stagione

Una delle sfide più difficili, nella mia cucina, è quella di dare una forma sempre nuova agli ingredienti, loro, quelli di stagione. Per mesi posso desiderare un particolare ortaggio e quando arriva la stagione mi diverto a immaginarne le diverse interpretazioni. Così un carciofo può essere ripieno, può essere in vellutata, può essere l'anima di una carbonara rivisitata, saltato in padella, in crosta di fillo o...... in un sofficissimo tortino. Credo che il la me l'abbia dato la preparazione della nocciolata alle mele. Non sono solita a preparazioni di torte. Prediligo paste secche, biscotti, crostate. Ma la rievocazione di quei sapori e di quelle consistenze mi ha fatto accendere una piccola fiammella di ispirazione. E, ve lo anticipo ancora prima di parlarvi di questa meraviglia, mentre studiavo questo tortino, mettevo a fuoco una sorta di sua evoluzione. Insomma, sono nel pieno del desiderio di espressione di morbidezza. Sicuramente piatti confortevoli, avvolgenti come soffici abbracci e delicati, nei loro sapori ponderati.

Ingredienti

2 gambi di carciofo
1 cuore di carciofo
100 g di ricotta vaccina
1 uovo
40 g di taleggio DOP
1 cucchiaino di amido di mais
2 g di cremor tartaro
1 pizzico di bicarbonato
sale
olio evo

Pulite i gambi di carciofo dai filamenti, tagliateli a rondelle sottili e fateli bollire in acqua salata, fino a quando saranno morbidi.
Pulite il carciofo, liberandolo dalle foglie esterne. Tagliatelo in 4 e liberatelo dalle spine interne e dalle barbette. Affettatelo sottilmente e fatelo saltare in padella con un filo d'olio. Salate e aggiungete un po' di acqua. Fateli asciugare bene e spegnete il fuoco. Teneteli da parte.
   Quando i gambi saranno morbidi, spegnete la fiamma, scolateli e metteteli in un bicchierone insieme alla ricotta. Frullate fino ad ottenere una crema omogenea. Assaggiate di sale ed eventualmente correggete.
Sbattete con una frusta elettrica l'uovo e il sale. Lavorate bene fino a quando avrete ottenuto una spuma soffice. Unite l'amido di mais, mischiato al cremor tartaro e al bicarbonato di sodio e continuate a sbattere con la frusta. Versatevi la crema di ricotta e amalgamate bene e delicatamente, dal basso berso l'alto, cercando di non smontare la spuma.
Versate il composto in una teglia da 18 cm di diametro, rivestita da carta forno. Pulite il taleggio e tagliatelo a fettine sottili.
Sistemate le fettine immergendole nell'impasto e coprite la superficie con le fettine di carciofo saltate.
Accendete il forno a 190° e infornate la teglia su un ripiano intermedio del forno.
Cuocete per 50 minuti, controllando che la cottura sia uniforme. Terminato il tempo, spegnete il fuoco e sfornate. Prelevate il tortino dalla teglia, liberatelo dalla carta forno e servitelo, molto caldo.

La base soffice, arricchita dalla morbidezza avvolgente del taleggio, in contrasto con la crosticina di carciofi, renderanno ogni morso una vera espressione di piacere.


Una sfiziosa consistenza per un sapore dolce come quello dei carciofi. Un piatto che si assaggia con gli occhi, che si respira e poi si assapora.

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Rose di amarena all’avena con crema di ricotta e cocco: il pensiero che arriva quando meno te lo aspetti

Le cause possono essere molteplici e non starò certo a tediarvi con racconti che poco avrebbero del costruttivo e del divertente, ma spesso le mie nottate sono irrimediabilmente interrotte così, ad orari improbabili, come per magia. Apro gli occhi, guardo l'ora, proiettata crudelmente sul soffitto, e sprofondo nello sconforto. Gioia mia, tutta la stanchezza concentrata in appena due ore di sonno? Nulla, niente potrà più avvicinarmi alla condizione di incoscienza. Il relè della mia testolina è scattato e.... bye bye dolci sogni. Così capita che, proprio in quel frangente, benedetta la notte con i suoi silenzi troppo poco costruttivi e troppo spesso distruttivi, inizio a sorvolare vallate e precipizi, balzando da un pensiero all'altro. Niente che ancora mi stupisca, tanto che, ormai, abbasso gli scudi e mi arrendo alla forza del pensiero. E mi lascio cullare. Il bizzarro, però, non rimane troppo tempo fuori dalla porta. Eh no, perché alzi la mano chi non si è mai svegliato, nel cuore della notte, con il sorriso raggiante di chi ..... ha trovato la ricetta giusta!!!!!!! Ebbene, lo confesso, nel calcolo delle casistiche della nascita di un piatto c'è anche questa: l'illuminazione notturna, che toglie ore di sonno, ma che fa sorridere (prima), ridere (nella consapevolezza) e poi derider"si" (nella rassegnazione). Alla fine la nottata si è chiusa in quel preciso istante, nonostante le sole due ore di sonno alle spalle, ma il piacere nel gustare queste roselline leggere e fragranti rimane impagabile!!

Ingredienti

Per l'impasto
150 g di farina d'avena
160 g di farina integrale
90 g di farina Manitoba
10 g di crusca di avena
70 g di amarene sciroppate
35 g di sciroppo di amarene + 2 cucchiai
11 g di lievito madre secco
285 g di latte di avena
20 g di olio di cocco (+ 45 g per la sfogliatura)
1 pizzico di sale
1 albume per spennellare

Per la crema
100 g di ricotta (di pecora o vaccina)
20 g di zucchero di canna integrale
1 tuorlo d'uovo
15 g di cocco disidratato + 2 cucchiai
4 g di amido di mais

Tritate grossolanamente le amarene. Unitevi lo sciroppo e continuate a lavorare con le lame, fino ad ottenere un composto piuttosto omogeneo. Unite il latte d'avena e fate leggermente intiepidire il tutto. Non dovrà essere superiore ai 29°.
Miscelate tra loro le farine, la crusca e il lievito madre secco. Aggiungetene metà al liquido di amarene e latte e lavorate fino ad ottenere una pastella. Unite poca farina alla volta, impastando continuamente, fino a quando sarà ultimata.
A questo punto versate l'olio di cocco a filo, facendo in modo che venga assorbito perfettamente. Per ultimo aggiungete il sale e impastate fino ad ottenere una pasta morbida ed elastica.
Trasferitela in una terrina e copritela con un foglio di pellicola trasparente. Lasciatela lievitare in un luogo tiepido per 5 ore.
   Preparate, ora la crema. Versate in una ciotola la ricotta, il tuorlo dell'uovo e lo zucchero. Montate con una frusta fino ad ottenere un composto piuttosto spumoso. Cuocete la crema, a bagnomaria, per 10 minuti (io ho messo direttamente la ciotola su una pentola con acqua bollente), lavorando sempre energicamente con la frusta. Quando sarà trascorso il tempo, togliete la crema dal bagnomaria e unitevi le scaglie di cocco.
Mescolate con una spatola, in modo da amalgamare tutto perfettamente, dopodichè lasciatela da parte a raffreddare, coperta da un foglio di pellicola trasparente.
Preparate l'olio di cocco per la sfogliatura versandolo in un piccolo contenitore, in modo da ottenere uno strato di spessore di circa mezzo centimetro. Riponetelo in frigo fino a quando si sarà solidificato. Trascorso il tempo della lievitazione, riprendete l'impasto e trasferitelo su un piano.
Infarinate bene la superficie e la pasta stessa, in modo da potermo lavorare con facilità.
Stendete la pasta formando un rettangolo. Tagliate il burro di cocco (che nel frattempo si sarà formato) in piccole scaglie e coprite 2/3 della sfoglia. Piegate in tre la pasta, iniziando dalla parte libera dal burro di cocco. Ruotate di 90° l'impasto, stendetelo nuovamente e piegatelo ancora in tre.
Ruotate ancora di 90°, stendete un'ultima volta la pasta e piegate in quattro (a metà da un senso e poi a metà dall'altro).
Avvolgete il panetto ottenuto in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare, in un luogo tiepido, per 3 ore.
Trascorso il tempo, trasferite l'impasto su una spianatoia infarinata e stendetelo, con il mattarello, in una sfoglia spessa non più di un centimetro. Dovrete ottenere un rettangolo di dirca 50 cm x 30 cm.
Stendete, sulla superficie, uno strato con i due cucchiai di sciroppo di amarene, in modo che sa uniforme. Sopra spolverizzate con i due cucchiai di cocco. Piegate a metà, su se stessa, la sfoglia, dimezzando così il lato maggiore. Con una rotella taglia pizza ricavate 6 strisce alte circa 5 centimetri.
Attorcigliate su se stessa ciascuna striscia, poi richiudetela a chocciola, schiacciandola leggermente del centro per ricavare un incavo. Spennellate la superficie con l'albume e mettete ciascuna rosa su una teglia, rivestita da carta forno.
Portate il forno in temperatura e cuocete, a 190°, per 30 minuti.
Dovranno risultare ben dorate. Eventualmente, dopo 20 minuti, girate la teglia per garantire la cottura uniforme (io conosco il mio forno ^_^).
Sfornate e lasciate raffreddare su una gratella.
E quindi.... deliziatevi.
L'impasto rimane molto morbido, per cui al palato non sarà consistente come una pasta brioche, ma la fragrante crosticina nasconderà un cuore davvero avvolgente.
 La crema crea un contrasto di consistenza e di dolcezza che completa alla perfezione i sapori. E la leggerezza è garantita.



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Polpettine di quinoa rossa con carote, ricotta e nocciole: tanti piccoli scrigni di sana bontà

Lo so bene che il periodo delle festività è visto come un'opportunità per cedere ai peccati di gola senza doversi crucciare per i troppi sensi di colpa. Era così anche per me, in tempi remoti e non sospetti. In fondo cos'è un cioccolatino? E con un cioccolatino si aprivano le porte ad ogni forma e sapore di leccornia. Con il tempo, però, la mia consapevolezza è cresciuta, moderando quell'ingordia ai limiti dell'avidità e così ecco che, seppur mi piaccia prendermi per la gola, un po' (un po' tanto) tendo a conservare l'equilibrio della una sana alimentazione. La preparazione di dolcetti di generi diversi, per i malcapitati amici che ne riceveranno una rappresentanza in dono, mi porterà a proporvi con maggiore frequenza ricettine ghiotte. E, ahimè, confesso che l'assaggio sarà un dovere (beh, dai, anche un piacere ^_^). Ma a dirla tutta sarà perché, credetemi, regalare polpette...... è davvero difficile!! Sicuramente c'è chi apprezzerebbe. Si accontenterà, non me ne voglia,  di un sempice invito a cena!! Per chi, invece, voglia comentarsi da sé, date tregua ai bagordi con questa soffice coccola.

Ingredienti

50 g di quinoa rossa
100 g di ricotta fresca
1 carota
15 g di nocciole
20 g di pangrattato + q.b. per la panatura
1 rametto di rosmarino
scorza di 1/2 limone non trattato
1 uovo (per me 2 albumi)
sale
olio evo

Sciacquate molto bene, sotto un getto di acqua corrente, la quinoa. Mettetela in un pentolino e copritela con acqua pari al doppio del suo volume. Portate ad ebollizione, a pentola coperta, e cuocete a fiamma bassa per circa 15 minuti, fino al totale assorbimento dell'acqua. Quando mancheranno pochi minuti, aggiungete un pizzico di sale.
Pelate la carota e tagliatela a dadini piccolissimi. Per chi non avesse tempo (o pazienza) a sufficienza, tritate grossolanamente con le lame di un mixer o con una mezzaluna. Procedete in questo modo anche per il rosmarino, che avrete lavato, asciugato e liberato dal rametto.
Fate scaldare un filo d'olio in padella e, quando sarà caldo, versateci carote e rosmarino. Fateli soffriggere per un paio di minuti, aggiungendo del sale. Unite, quindi, le nocciole tritate e lasciate rosolare ancora per un paio di minuti, girando spesso con un cucchiaio, poichè le nocciole tendono a scurire subito!
A questo punto la quinoa sarà cotta. Spegnete la fiamma e sgranatela con un cucchiaio. Versatela nella padella insieme alle carote. Mescolate bene e lasciate che insaporisca. Aggiungete la scorza del limone grattugiata e amalgamate bene il tutto. Fate riposare il misto di quinoa per una decina di minuti.
Aggiungete, ora, la ricotta e l'uovo. Mescolate tutto fino a creare un impasto omogeneo. Unite il pangrattato (regolatevi in base alla consistenza ottenuta) e amalgamate perfettamente.
Prelevate poco impasto per volta, formate delle palline con le mani e passatele nel pangrattato, che avrete preparato su un piattino.
Scaldate una padella con due cucchiai di olio e fate soffriggere le polpettine, girandole con cura in modo che dorino uniformemente.
Quando saranno sufficientemente scure e croccanti, trasferitele in un piatto e servitele, magari su un letto di buon radicchio croccante.


Sono ottime gustate molto calde. Gli aromi si fondono e rimangono legati tra loro. Una tirerà l'altra senza potervi resistere!!




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