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Scrigni di mozzarella e pistacchi in pasta fillo: l’idea, il pensiero e il tempo pianificato

Ci sono volte in cui, per la fretta o per un'idea balzata in testa troppo tardi, non riesco a mettere nero su piatto ciò con cui desidererei deliziarmi. Talvolta rimando il pensiero, cercando di perfezionarlo o di reinterpretarlo. Talvolta lo mantengo intonso fino al momento in cui possa diventare reale e tangibile. Questo piatto non richiede tempi lunghi di preparazione, ma richiede una preparazione pianificata nel tempo. La pasta fillo (ovvio, parlo di una pasta che mi faccio in casa) ha bisogno di riposare prima della preparazione in sfoglia e la mozzarella sarebbe meglio insaporisse un po', per armonizzarsi bene negli aromi prima di finire in quel fagotto. Ma il perfezionamento di un'idea che mi ronzava in testa da un po' e la giusta organizzazione di tempi hanno fatto sì che questo piatto arrivasse a soddisfare in pieno le mie aspettative. Chiaramente, se foste soliti utilizzare la pasta fillo confezionata, questo piatto sarebbe un gioco da ragazzi che vi potrebbe tirare fuori dai pasticci anche con ospiti improvvisi a cena. Ma per me, portabandiera del fai in casa tutto ciò che ti è possibile, rimane una appagante pianificazione e una sfiziosa coccola.

Ingredienti

Pasta fillo (questa dose)
100 g di mozzarella
20 g di olive taggiasche
20 g di pistacchi tostati (peso senza guscio)
rosmarino q.b.
noce moscata
sale
olio evo

Preparate la pasta fillo e mettetela a riposare per almeno un paio d'ore. Diversamente scongelate 5 fogli di quella confezionata.
Sgusciate i pistacchi e puliteli al meglio dalle loro pellicine.
Tritateli grossolanamente (o schiacciateli, o tagliateli al coltello) e teneteli da parte.
Tritate finemente il rosmarino, precedentemente lavato.
   Unite tutto in un boccale, aggiungete la mozzarella tagliata a tocchetti e leggermente strizzata e le olive taggiasche, scolate dal loro olio (o liquido) di conservazione. Completate con sale e noce moscata a piacere e tritate fino ad avere un composto omogeneo.
Non lavorate troppo il composto, perché non dovrà venire una poltiglia compatta.
Versate il composto in una scodella e lasciatelo riposare per almeno mezz'ora.
Trascorso il tempo prelevate parte dell'impasto e compattatelo bene, tra le mani, dandogli una forma a filoncino. Con questo quantitativo di mozzarella dovranno venirvene cinque.
Stendete la pasta fillo il più possibile sottile e spennellatene la superficie con un po' di olio evo. Tagliatela in cinque strisce e adagiate ciascun bocconcino di mozzarella su ogni striscia, modificandone la forma in base alla larghezza della striscia stessa.
Avvolgete la mozzarella nella pasta fillo cercando di chiuderla perfetamente da tutti i lati. E' importante che anche lateralmente avvolgiate bene la sfoglia.
Coprite una teglia con carta forno e sistemateci i fagottini.
Portate il forno in teperatura e cuocete, a 200°, per circa 10 minuti, su un ripiano alto. Dovranno dorare uniformemente, ma controllate la cottura affinché non scuriscano troppo.
Quando saranno pronti sfornateli e trasferiteli su un piatto da portata.
Se sarete stati bravi a ciudere bene il fagottino, sarà fuoriuscita solo poca mozzarella, durante la cottura. Utilizzatela, eventualmente, come base su cui posare e  presentare gli scrigni.
Gustateli come preferite: caldi (ma attenzione a non ustionarvi il palato) saranno una coccola avvolgente, tiepidi saranno fragranti e maggiormente croccanti.

In ogni caso saranno un'irresistibile tentazione. In ogni caso finiranno troppo in fretta.

E l'ultimo boccone, proprio lui, lo guarderete con occhio languido, come ad implorare di non finire mai....

abc

Radicchio gratinato con tofu e nocciole: il piacevole gioco di contrasti tra sapori e consistenze

Un battito di ciglia, la visione di un cespo di radicchio e l'insieme di ingredienti che non ha richiesto ulteriori sviluppi. E' nato così, in un lampo improvviso, questo piatto semplice, ma indimenticabile.
Consistenze in contrasto che danno il loro valore aggiunto, tra il tofu in briciole e le nocciole in granella. Gratinatura che unisce il salutare della cottura al sapore del piatto. Il gusto amarognolo del radicchio che veste la dolcezza del condimento. Opposti che si attraggono e che si bilanciano. Ancora una volta l'espressione del mio essere in un piatto. Perché la diversificazione di prospettiva nella visione di un elemento è fondamentale per comprendere e assecondare al meglio un insieme, un concetto, un'idea. A partire dal piccolo, come può essere un piccolo cespo di insalata. Per arrivare al profondo, che, abbandonando la diplomazia di queste parole, è una teglia perfettamente ripulita fin negli angoli e nelle pieghe della carta di rivestimento. Senza vergogna ^_^

Ingredienti

1 cespo di radicchio lungo rosso (il mio da 250 g)
125 g di tofu al naturale
15 g di nocciole tostate
1 rametto di rosmarino
1 filetto di acciuga
sale
1 cucchiaio do olio evo + q.b.
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere

Tagliate il cespo di radicchio in spicchi non troppo grandi. Io ne ho ricavati 8. Metteteli a bagno in abbondante acqua fredda e lasciateli per mezz'ora circa.
   Lavate il rametto di rosmarino e prelevatene gli aghi. Tritateli, insieme alle foglie di radicchio che si saranno divise dal ceppo durante il taglio, aiutandovi con una mezzaluna.
Tritate grossolanamente anche il tofu. Io ho utilizzato sempre la mezzaluna. Dovrete ricavare delle briciole non troppo fini.
Unite tofu e insalata in una ciotola e spezzettateci dentro il filetto di acciuga. Volendo potrete aggiungerne un paio, io ho preferito un sapore più delicato.
Riducete in granella, piuttosto grossa, le nocciole, schiacciandole con un mattarello in un foglio di carta forno. Versatele nella ciotola con il restante degli ingredienti, unite il cucchiaio di olio, lo zenzero e mescolate bene tutto. Assaggiate e correggete, eventualmente, di sale.
Scolate gli spicchi di radicchio, cercando di asciugarli al meglio. Rivestite una teglia con un foglio di carta forno e sistemate sopra gli spicchi. Irrorateli con un filo di olio e salateli.
Copriteli con la farcia (abbondate pure, non ve ne pentirete!!).
   Accendete il forno a 190° e, raggiunta la temperatura, fateli cuocere per 30 minuti su un ripiano alto, in modo che gratinino bene. Io ho utilizzato il forno ventilato, che rende la cottura omogenea e veloce.
Controllate che non scuriscano troppo e sfornate non appena saranno perfettamente dorati.
Trasferite gli spicchi di radicchio in più piatti e servite. O, se voleste deliziarvi con un piatto unico, gustateli interamente, dal primo all'ultimo.
L'apporto calorico è perfetto per una dieta regolare e il piacere è impagabile!
Un piatto leggero e saporito che conquisterà anche i palati più diffidenti.







Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Salutiamoci del mese di febbraio, 
ospitata dalla grande Lucrezia

abc

Crema di sedano rapa allo zafferano con alga wakame: i sapori delicati che si solleticano in un piatto travolgente

"Seguo sempre il tuo blog. Mi piace molto. Mi piace leggere quello che scrivi. Mi piacciono i tuoi titoli". Avete presente quando proprio non te lo aspetti? Quando in quel momento pensi che "il tuo" non possa essere il soggetto della conversazione. Quando proprio non pensi che quel viso d'angelo possa pronunciare simili parole. E' vero, nella vita sono stata più volte redarguita per aver dimostrato scarsa fiducia in me stessa, ma queste pagine sono una semplice proiezione del mio Io, una sorta di enciclopedia della mia arte (ecco, pesate bene queste parole), che nulla ha da pretendere se non la gioia del condividere e donare qualcosa di me. E quando succede che una mamma mi dice "mio/a figlio/a ti segue sempre", o quando un'amica virtuale scoperta proprio grazie al blog mi scrive "sei molto sensibile, sei la mia preferita", o quando, appunto, quella persona da cui proprio non ti aspetti che tu possa essere parte di una sua qualunque giornata, mi dice di seguire le mie avventure, ecco.... io ci rimango. Ci rimango a bocca aperta. E dici quel grazie che è sempre lui e che sembra anche scontato, ma che è, invece, un grido generato da dentro, da quel profondo che lascio appena trasparire, in punta di piedi. E oggi è con la semplicità di questi ingredienti, con la loro inenarrabile delicatezza, con la loro incantevole fusione che voglio dire grazie a tutte quelle persone che mi fanno vivere queste bellissime emozioni. E' incredibile la magia che mi fate vivere. Ogni volta.

Ingredienti

200 g di sedano rapa (pulito)
210 g di latte di avena
10 g di burro vegetale salato
2 rametti di rosmarino
1 bustina di zafferano
3 g di alga wakame
sale
semi di sesamo per guarnire

Pultite il sedano rapa, tagliatene 200 g a tocchetti e fatelo cuocere a vapore o in acqua, fino a uando diventerà morbido.
Trasferitelo, quindi, in un pentolino. Unitevi il latte di avena, il burro salato e gli aghi dei rametti di rosmarino, precedentemente lavati e asciugati. Aggiungete un po' di sale e portate a bollore. Abbassate la fiamma e lasciate che i sapori si armonizzino, mescolando di tanto in tanto.
Mettete l'alga wakame a mollo in una scodella con acqua fredda e lasciatele rinvenire per circa 10 minuti.
Unite lo zafferano al sedano rapa in cottura e mescolate. Spegnete il fuoco e passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare una vellutata liscia. Assaggiate la sapidità ed, eventualmente, correggete di sale.
Scolate le alghe e strizzatele delicatamente, lasciando che perdano l'acqua in eccesso. Tagliatele in tocchetti piuttosto piccoli e uniteli alla vellutata. Mescolate tutto e lasciate insaporire.
Versate, quindi, in una scodellina e guarnite con un cucchiaino di semi di sesamo.


Gustate, semplicemente. Da assaporare molto calda o tiepida, con crostini o in purezza, saprà toccarvi nel profondo e conquistarvi ad ogni assaggio.

abc

Ravioli di zucca con ripieno al branzino: il formato prescelto di una coccola rara, ma ben elaborata

Proprio poco tempo fa, confrontandomi con altre persone sulle abitudini alimentari, confessai quanto, nelle poche occasioni in cui mi concedo un piatto di pasta, difficilmente ceda ai formati che si trovano in commercio, confezionati. Mi piace mettere le mani in pasta, è risaputo. E mi piace il sapore della pasta fresca, che sia all'uovo o meno.
Quando preparai questo impasto alla zucca - senza uova -, che proposi qui, mi accorsi subito che la quantità avrebbe sfamato l'intero paese in cui vivo ^_^ Mai scoraggiarsi: se creare un punto d'incontro con gli abitanti del proprio paese, in preda ad attacchi di spasmodico altruismo, non è la scelta perfetta, passate al piano B. Ho diviso l'impasto in pezzature che potessero tornarmi utili e l'ho messo a giacere nel congelatore. Con questo piatto ho "sfamato" meno bocche di un paese, ma con grande soddisfazione!!

Ingredienti

Per la sfoglia
210 g di zucca
210 g di semola di grano duro
1,5 g di sale

Per il ripieno
350 g di zucca
35 g di porro
200 g di branzino (ottenuto da 2 branzini di 200 g l'uno)
2 rametti di rosmarino
20 g di mandorle
sale
olio evo

10 g di margarina
parmigiano

Cuocete al vapore, o al forno, la zucca, fino a quando sarà morbida. Lasciatela raffreddare. Frullatene 210 g fino ad ottenere una purea. Salatela, iniziate ad incorporare la semola e impastate, fino ad ottenere una pasta liscia e compatta. Lasciatela riposare, avvolta in un panno, per circa un'ora.
Nel frattempo preparate il ripieno. Tagliate a rondelle il porro e a tocchetti la restante zucca.Fateli saltare in una padella con un folo di olio evo, per qualche minuto. Nel frattempo sfilettate il branzino (io ho cotto al vapore 2 branzini interi non molto grandi) e unite la polpa alla zucca.
Lavate i rametti bi rosmarino, asciugateli e aggiungete gli aghi nella padella. Salate quanto basta e lasciate insaporire tutto, a fiamma bassa, per circa 10 minuti. Quando sarà ben asciutto, spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Passate con un frullatore ad immersione, fino a creare una crema omogenea. Unite le mandorle, tritandole finemente, e mescolate bene tutto. Tenete da parte la farcia appena ottenuta, in modo che i sapori si assestino e si amalgamino bene, e tornate ad occuparvi della pasta.
Stendete l'impasto, su una spianatoia infarinata, ottenendo una sfoglia sottile un paio di millimetri. Cercate di darle una forma regolare.
Aiutandovi con un cucchiaino, sistemate, a distanza regolare, un po' di ripieno su metà sfoglia. Piegate l'altra metà sopra, cercando di fare fuoriuscire tutta l'aria.
Schiacciate bene, intorno al ripieno, in modo da unire bene tra loro le due sfoglie. Con un coppapasta tagliate i ravioli.
Sistemateli su un ripiano infarinato e lasciateli riposare per circa mezz'ora. In questo modo la sfoglia si asciugherà bene.
Portate ad ebollizione abbondante acqua salata.Immergete i ravioli e fateli cuocere per circa 4 minuti. Dovranno essere piuttosto al dente, quando li scolerete.
Fateli saltare in padella con un po' di margarina e trasferiteli in una terrina.
Cospargete con abbondante parmigiano e passate in forno, a 200°, per circa 20 minuti.
Quando saranno ben dorati in superficie sfornateli. Trasferiteli, caldi e filanti, in un piatto e servite.
Se voleste prepararne in quantità, potranno essere conservati nel congelatore, dopo essere stati bolliti e saltati in padella con la margarina. In quel casp, prima di infornarli, aggiungerete un filo di olio e il parmigiano. La cottura richiederà 40 minuti buoni, ma il risultato sarà assolutamente il medesimo!! Sfoglia croccante, ripieno morbido. Sapori delicati e avvolgenti!

Una vera coccola per il palato.








abc

Fiammiferi croccanti di carota con nocciole e glassa di balsamico al rosmarino: il contorno che va oltre il dubbio

Ecco un altro caso di "fotografo, che è meglio". La carota è sempre quell'ortaggio che mi stuzzica, ma a fatica riesce a soddisfarmi, in un contorno. Bizzarro, vero? Sposa perfettamente i dolci, aromatizza le salse, colora la pasta fresca...... ma può essere così banale in un contorno!!!! Eppure sarebbero dovute essere carote. Sì, mi ero fissata sulle carote e carote sarebbero state. Niente di stravolgente, ma assolutamente carote. Chi mi conosce bene sa quanto sia testarda ^_^
Allora inizio dalla forma. Nessuna rondella. Nessun purè. E neanche i miei adorati cubetti che, con zucchine e patate (nel tempo sostituite da broccoli, fagiolini o melanzane), hanno sempre rappresentato un accompagnamento perfetto! Ma sì, facciamo due fiammiferini, va'!! Bene, e con cosa? Non friggo, non infarino, non pasticcio troppo.... ecco la mia instancabile e fedele amica frutta secca. Nocciole!! Carote e nocciole, ragazzi, sono la fine del mondo. Manca davvero un ultimo, ultimissimo step: la rifinitura. Gli aromi sono fondamentali e meritano certamente il loro spazio. E se fosse una bella glassa? Aceto balsamico. Beh, sapete quanto non ami utilizzare preparati, che celano sempre ingredienti misteriosi. In linea con la mia filosofia di cucina, non nascondo, dietro la definizione "glassa", un prodotto da grande distribuzione. Il segreto è tenere in dispensa quelle due cosette. I sempre utili. Allora la glassa, la mia glassa di balsamico ha preso forma, e lo ha fatto in modo genuino e saporito!! Sbollento, salto, addenso e formo questo piatto e...... non trovo parole: per fortuna ho fotografato!!

Ingredienti

2 carote
15 g di aceto balsamico
5 g di acqua
10 g di nocciole
sale
1 rametto di rosmarino fresco
zenzero in polvere a piacere
olio
la punta di  cucchiaino di farina di semi di carrube

Pelate e pulite le carote. Tagliatele in fiammiferi di circa 5 centimetri di lunghezza. Portate a bollore dell'acqua e sbollentate le carote per un minuto circa. Scolatele e passatele sotto un getto di acqua fredda, per fermare la cottura. Tenetele da parte.
Miscelate l'aceto balsamico con l'acqua e mettetelo sul fuoco, a fiamma bassa. Lavate il rosmarino e unitelo al liquido. Quando sarà caldo, ma prima che arrivi a bollore, togliete il rosmarino, stemperate la farina di semi di carrube con pochissimo liquido alla volta, mescolando accuratamente, affinché non faccia grumi. Portate a bollore e, sempre mescolando, fate cuocere per un paio di minuti. Spegnete la fiamma e lasciate intiepidire. Riprendete, quindi, le carote.
Fate scaldare un filo d'olio in una padella e saltate le carote. Salatele. Aggiungete lo zenzero in polvere e sbriociolatevi sopra le nocciole. Saltate a fiamma viva per qualche minuto.
Trasferite la verdura in un piatto, quando sarà ben dorata.
Prendete la vostra glassa e fatela colare, in goccioline, suulle carote.


Ora servite, assaporate e deliziatevi. Io ne sono rimasta stregata!!


abc

Bicchierini di polenta aromatizzata ripieni di fondente al radicchio: il piatto che dà forza e scalda il cuore

Questo è un piatto che scalda. Punto. Ci sono giornate in cui senti caderti il mondo addosso e la scelta è tra farti travolgere o reagire. In quei giorni trovare la concentrazione è difficile. Ma è anche salvezza. Se mi fossi alzata sapendo che avrei dovuto affrontare certe emozioni, probabilmente mi sarei sentita sconfitta in partenza. E invece avevo iniziato il mio volo quotidiano, e l'avevo fatto con tutti i buoni propositi, pur sapendo sarebbe stata una giornata decisamente complicata. E complicata lo è stata, oltre le aspettative. Ma quando tutto ha iniziato a crollare rovinosamente i colori erano già stati scelti, i sapori valutati e la scocca costruita. Sicuramente un segno: non avrei potuto lasciare il lavoro a metà, perché non è da me abbandonare le imprese, piccole o grandi che siano. E guardando queste foto, assaporando la mia tavolozza e identificando il mio estro, capisco che la mia determinazione è importante, e che la forza non mi manca. Non so quanto lontano mi porterà, ma so che mi farà camminare sorridente, e a testa alta.

Ingredienti

Per la polenta
100 g di polenta taragna precotta
380 g di acqua
1 cucchiaino raso di sale grosso
100 g di ricotta vaccina
1 cucchiaino di rosmarino tritato
noce moscata

Per il ripieno
100 g di certosa (io light)
20 g di olive di Riviera
1 piccolo cespo di radicchio rosso
porro
sale
olio evo

Portate a bollore l'acqua con il sale e versate, a pioggia, la polenta. Mescolate e abbassate il fuoco. Cuocete per il tempo indicato sulla confezione, sempre mescolando.
Nel frattempo mescolate la ricotta con il rosmarino (io l'ho tritato fresco) e la noce moscata. Quando mancheranno 5 minuti alla cottura della polenta, aggiungetela e continuate a mescolare con cura. Spegnete il fuoco, non appena sarà pronta.
Ungete 4 stampini da muffin (io ho usato quelli in alluminio) e versate dentro un paio di cucchiaiate di polenta. Con una tazzina unta all'esterno, o con un bicchierino leggermente oiù piccolo dello stampo, pressate il centro, in modo da formare un vuoto e ricavare un bicchierino di polenta. Lasciate raffreddare gli stampi e, solo quando la polenta sarà ben fredda, togliete le tazzine.
Tenete da parte un paio di cucchiaiate di polenta, che stenderete con una spatola, su un tagliere, in un rettangolo di pochi millimetri di spessore. Fatela raffreddare completamente. Tagliatela, quindi, in triangoli e fatela rosolare in padella a fiamma viva, circa 4 minuti per parte, in modo che diventi croccante.
Tagliate a striscioline il radicchio e lavatelo. Io l'ho lasciato a bagno, cambiando acqua un paio di volte, per far perdere l'eccesso di amarognolo. Voi valutate in base ai vostri gusti.Fate rosolare qualche rondella di porro il olio evo caldo e unite il radicchio. Fatelo appassire a fuoco dolce, salando a piacere. Quando sarà scurito, spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Tagliate le olive a rondelle e versatele in una terrina. Unite la certosa e il radicchio e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Assaggiate per valutare la sapidità.
Riprendete i vostri bicchierini di polenta e farciteli con il composto appena ottenuto. Riempiteli fino al bordo, comprimendo bene il formaggio all'interno dello stampo.
Passateli in forno, a 180°, per 20 minuti circa, facendoli dorare bene in superficie.

Sfornateli e guarniteli con le chips di polenta preparate in precedenza.






Gustatene l'avvolgente sapore. Scaldatevi l'anima. Sorridete.
abc

Bocconcini di quinoa al forno: l’irresistibile fragranza di una nuvola di sapori delicati in un involucro croccante

Elucubravo su questi bocconcini da tutto un pomeriggio. La quinoa, con le sue preziose proprietà, era entrata prepotentemente nel mio immaginario di cena. La sognavo croccante, scoppiettare sotto la pressione di piccoli morsi e racchiudere un concentrato di..... ecco, di...... Boh!! Sicuramente pensavo a qualcosa di delicato, ma saporito. Un aroma. Una nuvola che racchiudesse essenze. Potreste non crederci, ma quando mi trovo in fase creativa e ad un bivio, chiudo gli occhi e annuso spezie, erbe aromatiche e cerco di trovare l'accostamento perfetto. Ecco emergere, quindi, quel profumo intenso del rosmarino ed eccolo avvicinarsi al pistacchio. Ci siamo, manca solo..... sì, lei, la mia preferita: la noce moscata. Nient'altro, solo lei. La quasi totale assenza di grassi e la cottura in forno rendono questi bocconcini delle vere prelibatezze salutari e genuine. Cibatevene in spensieratezza, rigorosamente con le mani, e vedrete quanto il piacere possa essere sinonimo di leggerezza!

Ingredienti

60 g di quinoa
120 g di acqua
90 g di tofu naturale
1 rametto di rosmarino
15 g di pistacchi tostati non salati
5 ml di olio evo
25 ml di latte di avena
sale

Sciacquate accuratamente la quinoa sotto un getto di acqua fredda, in modo che vengano eliminati eventuali residui di saponina, che avvolge i semi e che rende amaro il loro sapore. Aiutatevi con un colino dalle maglie strette, in modo che non vengano dispersi i chicchi stessi.
Versate la quinoa in un pentolino con l'acqua, coprite e portate ad ebollizione. Cuocete fino al totale assorbimento dell'acqua. Ci vorranno circa 15 minuti. Spegnete, quindi, il fuoco e lasciate intiepidire. Nel frattempo lavate il rosmarino, separate gli aghi e tritateli finemente. Uniteli alla quinoa, con un po' di sale, e mescolate. Lasciate insaporire per una decina di minuti.
Tritate il tofu e i pistacchi e aggiungeteli alla quinoa. Mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Grattugiatevi sopra della noce moscata (io ho abbondato, perché amo il suo sapore), unite l'olio evo e il latte di avena e amalgamate tutto. La quantità di latte dipenderà dal grado di umidità della quinoa. Regolatevi in base alla corposità ottenuta.
Formate, ora, delle polpettine di circa 4 centimetri di diametro. Compattatele bene: non ci sono uova a tenerle unite e in cottura rischierebbero di sfaldarsi. Volendo potreste aggiungere un tuorlo, ma per me è superfluo. Il risultato è decisamente soddisfacente anche senza.
Sistemate i bocconcini ottenuti su una placca rivestita da carta forno e infornate, a 200°. Cuocetele per 20 minuti.
Quando saranno ben dorate spegnete il forno e sfornatele. Gustatele, calde o tiepide, nella loro irresistibile fragranza. Con queste dosi vengono circa 25 bocconcini.




abc

Vellutata autunnale di borlotti e porcini: la sostanza in un piatto dal sapore delicato

Vi ho avvisato: inizia la stagione delle vellutate! La cosa che mi piace particolarmente di questo piatto è che mi permette di dare concretezza a tutti i miei voli pindarici tra sapori e consistenze. Spazio da un legume all'altro, accanto ad un ortaggio, o ad una carne, o ad un formaggio, per non parlare di erbe aromatiche, spezie. Insomma, queste creme, oltre ad essere un appagante sostegno di calore in giornate dall'acuta freschezza (dipingiamo di poesia il gelo che accompagna l'autunno ^_^), sono per me un reale sfogo d'estro! Questa volta ho pensato ad accompagnare dei buoni porcini con dei borlotti a km 0, di cui ho il congelatore pieno!! (Grazie mamma!! Prima o poi riuscirò anche ad utilizzarli).

Ingredienti

300 g di fagioli borlotti freschi (io li avevo congelati)
1/2 finocchio
100 g di porcini freschi
3 rametti di rosmarino
5 g di olio evo
sale
paprika dolce
noce moscata

Sciacquate i fagioli e metteteli in una pentola. Copriteli di acqua. Mondate e lavate il finocchio, lavatelo e unitene metà, a pezzi, ai fagioli. Lavate bene il rametto di rosmarino e aggiungete anche questo, insieme alla paprika e alla noce moscata. Portate a bollore a fiamma viva e, una volta raggiunto, abbassate la fiamma, coprite e cuocete per circa 40 minuti. Pulite i funghi porcini e tagliateli a tocchetti. Quando sarà trascorso il tempo di cottura dei fagioli, uniteli, lasciandone da parte una manciata, e fate cuocere ancora 15 minuti circa. Salate a piacere.
Scaldate un filo d'olio in una padella e, quando sarà ben caldo, unitevi i funghi. Fateli saltare fino a farli diventare croccanti, aggiungendo un pizzico di sale.
Scoprite la pentola e lasciate consumare l'acqua, in modo che rimanga appena a livello dei legumi. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una vellutata. Assaggiatela e correggetela, eventualmente, di sale.
Versate la crema in un piatto o in una cocottina. Unite i funghi saltati, guarnite con un rametto di rosmarino e servite.
La crema risulterà delicata e avvolgente. Importante nella sostanza, piacevole al palato.


E' decisamente gradevole da gustare anche tiepida.


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Ossobuco di tacchino e besciamella di zucca aromatizzati al rosmarino: poche idee e confuse, ma un solo punto fermo

Giornate caotiche. Giornate in cui si cerca di mettere insieme qualcosa, di dare ordine, di seguire una logica. E più si cerca di sistemare tutto, meno si riesce a concretizzare. I pensieri rimbalzano tra situazioni diverse, inizio cinque lavori e non ne porto a termine uno. E, in tutto questo tempo, mi dico "ma perché?". Già, perché? Anche la cucina, ultimamente, segue questa illogica. Inizio da un'idea, poi cambio, poi inserisco, poi riprendo, e difficilmente qualcosa mi rapisce irrimediabilmente. Imputo tutto questo al cambiamento di clima, di alimenti, di ritmi. Insomma, il mio solito periodo di adattamento. Di certezza ne avevo solo una: ossobuco di tacchino. Contorni, sapori, consistenze sono nate dopo, sono arrivate di conseguenza, in corso d'opera. Ma l'importante è sempre il risultato. E anche questa volta mi sento soddisfatta!

Ingredienti

1 ossobuco di tacchino
190 g di zucca (cotta precedentemente nel forno o a vapore)
3 rametti di rosmarino
50 + 10 ml di vino rosso
40 + 50 ml di acqua
olio evo
sale
1 spicchio d'aglio
1/2 cucchiaio raso di farina di riso

Lavate i rametti di rosmarino, asciugateli accuratamente e liberate gli aghi dai rami. Tritateli con l'aiuto di una mezzaluna. Tenetene da parte mezzo cucchiaino e utilizzate il rimanente per impanare l'ossobuco.
Fate scaldare in una padella l'olio evo e, quando sarà caldo, aggiungete lo spicchio d'aglio. Fate insaporire qualche istante, poi unite la carne. Fatela rosolare a fiamma viva per un paio di minuti, da entrambi i lati.
A questo punto sfumate con 50 ml di vino rosso, salate e abbassate la fiamma. Fate cuocere, coperto, per circa 40 minuti, girando di tanto in tanto e aggiungendo acqua se necessario.
Mentre la carne cuoce occupatevi della zucca. Tagliatene 90 g a dadini non troppo piccoli. Il rimanente frullatelo con 40 g di acqua e 10 ml di vino rosso. Salatelo a piacere e scaldatelo.
Fate scaldare un cucchiaio di olio evo e unitevi la farina di riso. Mescolate velocemente e poi aggiungete, poco alla volta, la crema di zucca. Unite ancora 50 ml di acqua circa e mettete sul fuoco. Aggiungete il rosmarino tenuto da parte e portate a bollore, mescolando. Fate addensare la crema a piacimento, poi spegnete il fuoco.
Fate saltare in una padella molto calda, con un filo d'olio, la zucca tagliata a dadini, in modo che diventi piuttosto croccante.
A questo punto impiattate.

L'aroma del rosmarino farà da cornice all'unione dei sapori dolce della zucca e la delicato del tacchino.

E la carne sarà tenerissima!



E
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Gallette di mais e lupini aromatizzate al rosmarino: l’accompagnamento che rapisce, conquista e appaga

Avete presente quel crock che sentite quando addentate una sfoglia? E la fragranza che conferisce l'impiego di farine rustiche? Quell'aroma di rosmarino che si sprigiona in cottura e che veste a festa il palato? Ecco, io avevo veramente bisogno di questo. Non un cracker normale, non una sfogliatura classica. No, un viaggio sensoriale che appagasse anche la mia inesauribile voglia di sperimentare. Sono un'amante dei lupini, che ho già impiegato in differenti preparazioni: gnocchi, omelette, creme.... l'imbarazzo della scelta. Li uso anche semplicemente saltati in padella con la verdura, oppure in insalata. Ma così mi tentavano proprio. Una pazza armata di frullatore ad immersione, che uso come fosse uno spadaccino, ho affrontato questa nuova sfida. E tra il crock, il sapore, il profumo, la riuscita..... smettere di mangiarli è stata una vera impresa! Ingredienti 175 g di lupini (puliti) 3 rametti di rosmarino 50 g di farina di mais fioretto 10 g di olio evo 115 g di acqua olio per spennellare sale Pulite i lupini e frullateli, con un frullatore ad immersione, aggiungendo poca acqua alla volta e l'olio. Dovrete ottenere una crema vellutata ed omogenea. Io non aggiungo sale, in quanto per i miei gusti i lupini hanno già la giusta sapidità. Regolatevi in base ai vostri gusti. Tritate piuttosto grossolanamente, con una mezzaluna, il rosmarino precedentemente lavato ed asciugato. Anche in questo caso procedete secondo i vostri personali gusti: a me piace che il rosmarino di avverta distintamente nel composto. Diversamente sminuzzate finemente. Unite il rosmarino alla crema di lupini e mescolate bene, fino ad ottenere un composto omogeneo. Trasferite il composto su un piano e incorporate la farina di mais fioretto. La quantità è indicativa: dovrete ottenere un panetto piuttosto sodo e per niente appiccicoso. Lavoratelo bene con le mani, dategli la forma ovale e fatelo riposare per una decina di minuti. A questo punto stendete l'impasto sulla spianatoia, creando una sfoglia sottile. Io l'ho stesa di circa un paio di millimetri. Aiutandovi con una rotella da pizza tagliate le gallette della misura e forma preferita. Disponete ciascuna galletta su una teglia, coperta da carta forno. Con i rebbi di una forchetta bucherellate la superficie. Spennellateli con olio evo (poco, mi raccomando!) e cospargeteli con un pizzico di sale. Cuocete in forno a 180° per 50 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare sulla teglia.
Ed ora a voi il vostro crock, poi scrunch, poi ancora scrock abc

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