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Zuppetta di merluzzo e mazzancolle al cocco: ricordi, emozioni, progetti che disegnano il presente

Sì, lo so, sono stata in vacanza e non vi ho ancora raccontato nulla. Beh, l'avrete capito, non sono una di quelle persone che si dilunga molto in racconti di esperienze personali. Al massimo lancio un paio di frecciate. Vi ho riempito le bacheche con immagini di tramonti da urlo e vi ho lasciato con il dubbio di quanto possa avermi lasciato questa esperienza. Ebbene lo ammetto: ci voleva davvero! Ho preso contatto con una Erica spoglia del superfluo e mi sono confrontata con una dimensione di vita decisamente semplice e intensa. E mi sono arricchita. Di fiducia, di coraggio, di voglia di lottare, di felicità, di luce. E adesso so che ciò che voglio dipende solo da me. Sta tutta qui, la forza che sento dentro.
Per non smentirmi, comunque, ho ceduto all'assaggio di qualche piattino, con palato attento e papilla critica (laddove critico non ha accezione negativa). Non sempre tipico del posto, ma comunque differente dalla cucina mediterranea. Uno di questi è la zuppetta che vi presento oggi. Non me ne voglia Mauro, che al Maracuja coccola i clienti con passione e professionalità, e che mi ha fatto assaggiare uno dei piatti a base di merluzzo più buoni di sempre, ma essere riuscita a ricreare quel sapore è stato davvero magico. Latte di cocco e pomodoro. Quando l'ho sentito, nella sua accurata descrizione del piatto, ho strabuzzato gli occhi. Se non avessi prima assaggiato avrei passato il ditino sulla pietanza successiva nella lista del menù. E invece, ragazzi, questa è una vera bontà. Gli ho promesso che ci avrei riprovato ed eccomi qui, felice e appagata, a condividere con voi questo grande successo. Felice come quell'anima libera che si beava di sensazioni uniche!

Ingredienti

200 g di code di mazzancolle
300 g di filetti di merluzzo fresco
200 ml di latte di cocco
4 cucchiai di passata di pomodoro
1 spicchio di aglio
5 foglie di alloro
olio evo
sale integrale
pepe

Pulite le mazzancolle e saltatele in un wok con dell'olio caldo e uno spicchio di aglio schiacciato. Aggiungete le foglie di alloro stropicciate e fate insaporire per qualche minuto.
Eliminate dal merluzzo le spine, tagliatelo a filetti, poi in bocconcini. Uniteli alle mazzancolle e saltateli. Salate a piacere e aggiungete una macinata di pepe.
   Mescolate tra loro latte di cocco (io lo trovo in latta nel negozio bio, oppure in bricchetto da 250 ml) e salsa di pomodoro, quindi versateli nel wok insieme al pesce. Fate insaporire per una decina di minuti, correggete eventualmente di sale e spegnete il fuoco.
Servite la zuppetta calda e assaporatela. E' perfetta accompagnata con del riso bianco, semplicemente bollito. Cosa che ho omesso, questa volta, perché per i miei pranzi mezza porzione è sempre sufficiente ^_^
Per necessità di tempo ho preparato il piatto la sera prima. L'ho scaldata, poi, aggiungendo un po' di latte di cocco, per ammorbidirla. Il risultato è stato comunque perfetto.

Rimarrete conquistati in primis dai profumi delicati, poi dai sapori avvolgenti. Una scoperta che si trasformerà presto in un must della mia cucina.

Grazie Mauro, alla prossima ^_^abc

Crocchette di merluzzo allo zafferano: storie di desideri soddisfatti e deliberatamente interpretati

E' difficile che mi capiti di non sentirmi ispirata e attratta da un determinato alimento. Ogni periodo, ogni giorno, ogni pasto è segnato da una particolare sensibilità e i miei pasti si susseguono così, per ispirazione. Quando questo non accade, allora è sintomo di malessere. Questa volta è successo che volessi proprio delle crocchette e che le volessi a base di pesce. E, in un baleno, è venuto a galla il merluzzo. Quale migliore opportunità per imprimere sapori precisi e di carattere, se non quella di un filetto di merluzzo? Carne delicata e non particolarmente gustosa, l'ideale!! Un'accurata preparazione, perfetta per quei giorni in cui l'ispirazione non arriva nei tempi supplementari, e il gioco è fatto. La friggitrice ad aria calda trepida e io sono pronta per un nuovo esperimento.
Il bello della mia dispensa, fortemente voluta così, varia e variopinta, è che mi permette di arricchire semplici pietanze con chicche di valore, piccole gemme preziose nel panorama alimentare. Così ecco spuntare dettagli come zafferano, Umeboshi, semi di chia, capperi sotto sale (appena arrivati dalla Sicilia insieme a pomodori secchi, pistacchi, olio DOP e mandorle), che non solo sento legarsi alla perfezione, ma che regalano all'assaggio quella soddisfazione che decreta il successo. Il cartoccio, quindi, si riempie di genuina bontà e..... il pasto è salvo!!

Ingredienti

270 g di merluzzo
125 g di patate rosse pulite
100 ml di latte (per me vegetale)
1 cucchiaino di capperi sotto sale
1 cucchiaio di olive taggiasche
1 cucchiaio di semi di chia
1/2 cucchiaino di Umeboshi
1 bustina di zafferano
1 spicchio d'aglio
sale integrale di Cervia
pepe
pangrattato di riso

Sciacquate il merluzzo, privatelo di tutte le lische aiutandovi con una pinzetta e tagliatelo a bocconcini. In una terrina versate il latte, scioglietevi la bustina di zafferano, unite i semi di chia, il sale, il pepe e lo spicchio d'aglio schiacciato. Mescolate tutto, quindi aggiungete il merluzzo.
Fate in modo che venga coperto perfettamente, quindi coprite tutto con un foglio di pellicola trasparente e fatelo riposare per almeno 3 ore. Volendo potrete lasciarlo dal mattino alla sera, o tutta la notte, se voleste prepararlo per pranzo. Più tempo rimarrà in marinatura, migliore sarà il risultato.
Sbucciate le patate rosse, tagliatele a fette e fatele cuocere a vapore fino a renderle morbide.  Potrete procedere anche con una cottura classica in acqua. Tenetele da parte. Mettete in ammollo i capperi e lasciate che perdano un po' di sapidità.
Trascorso il tempo di riposo del merluzzo, prelevatelo dal liquido e trasferitelo in un boccale. Mi raccomando di eliminare lo spicchio d'aglio!! Aggiungete le olive, le patate, i capperi sciacquati e l'Umeboshi. Azionate le lame e lavorate tutto fino ad ottenere un impasto fine e omogeneo.
Versate il pangrattato di riso su un foglio di carta assorbente, quindi, prelevando poco impasto alla volta, procedete con la formazione e la panatura delle crocchette.
Sistematele tutte, una volta pronte, su un piatto e lasciatele riposare per almeno mezz'ora. In questo modo la panatura aderirà perfettamente alla crocchetta e si compatterà bene. Vedrete che non ci sarà bisogno dell'uovo per avere un risultato perfetto.
A questo punto procedete con la cottura. Io ho utilizzato la friggitrice ad aria calda, ma potrete avvalervi del forno classico. Vaporizzate dell'olio evo sulla superficie delle crocchette (ne servirà davvero poco), quindi cuocete, a 200° per 15 minuti. In forno ci vorrà qualche minuto in più, ma controllate la cottura e girate almeno un paio di volte le crocchette stesse per uniformare la doratura.
Nel frattempo preparate una salsa di accompagnamento a vostro piacere. Io ho optato per una salsa a base di senape delicata, Umeboshi e mosto cotto. Due gocce di tabasco e diventa perfetta per abbracciare la fragranza del pesce. Pensate anche ad un contorno. Nel mio caso ho gratinato dei broccoli, precedentemente cotti a vapore, con una semplice grattugiata di parmigiano e un pizzico di sale.

A questo punto non vi resta che procedere all'assaggio. Deliziatevi e sorprendetevi. Genuinità e gusto, ricchezza e sapore, non sono mai andati così d'accordo!abc

Crocchette autunnali di zucca in finta frittura: la stagione dalle mille, più una, inaspettate sorprese

E' difficile capire, esattamente, da dove partire. Ci provo da qui: l'autunno. Stagione difficile, per me. Amo il caldo, i piedi scalzi, la pelle scoperta sotto i raggi del sole, la ricerca dell'ombra per un attimo di respiro. Seppur i colori dell'autunno siano caldi e pieni, camminare verso stagioni fredde e buie mi soffoca. Ma, lo confesso, esiste un ma. Un'attenuante. Con l'autunno arriva il mio compleanno. Da sempre i compleanni, in famiglia, si sono vissuti con magia: l'attesa, la preparazione delle sorprese, la ricerca del regalo perfetto, il bigliettino accuratamente scritto e decorato e l'immancabile torta. Ho sempre amato le sorprese, mi è sempre piaciuto farmi stupire da un gesto, anche il più piccolo e semplice. Nonostante siano passati parecchi anni, questa piccola deviazione non mi ha mai abbandonato ^_^ Però ho acquisito una consapevolezza. Non sempre l'aspettativa è stata soddisfatta. Anzi, negli ultimi anni, a dirla tutta, è sempre stata delusa. Quindi, visto che non mi do mai per vinta, ho deciso di pensarci io. Ho iniziato a festeggiare il compleanno circa un mese prima della data (che, avete capito bene, deve ancora arrivare), chiedendo alla povera mamma "ma.... hai già un'idea per il tuo regalo del mio compleanno?" :D Santa donna. "Perché io lo avrei anche già scelto....". Mamma rassegnata alle mie follie. "Si tratta di una friggitrice, che frigge senza olio". Percepivo i suoi occhi sgranati al di là del telefono. "Funziona ad aria calda, dev'essere fichissima". I suoi pensieri sulla dimensione della mia cucina e sul numero degli ammennicoli presenti (e futuri) rumoreggiavano chiaramente a distanza di 160 chilometri. "Non so ancora dove metterla, ma un posto lo troverò sicuramente. Sul carrellino, accanto all'estrattore, dovrebbe starci". Credo che, a questo punto, si sia seduta.
La friggitrice ad aria calda, questa per l'esattezza, è arrivata ed è stata immediatamente messa alla prova. Favolosa. Basta vaporizzare una goccia di olio sugli alimenti che si vorrebbero non friggere e il gioco è fatto. Crosticina croccante, doratura perfetta e leggerezza garantita. Seppur questo sia solo uno dei tanti regali che mi sono concessa (tra cui un nuovo forno a mocroonde, un nuovo essiccatore, e il mio amato trx per gli allenamenti a casa), oggi mi concentro sulla sorprendente funzionalità della friggitrice. L'ho provata con preparazioni differenti: i bocconcini di feta proposti qualche giorno fa, melanzane e zucchine, pesce, crocchette varie, anche con semplici pomodorini. La prova ve la documento con queste crocchette: non vi sembrano irresistibili?

Ma le sorprese non finiscono qui. Mentre vi lascio gustare i sapori autunnali di questi bocconcini, vi presento un nuovo evento.
L'occasione parte sempre dal mio compleanno.
Lo stimolo è il desiderio di conoscere voi, sostenitori della buona e sana cucina, amanti della lettura, appassionati di viaggi, sportivi e, perché no, di ritrovare amici che difficilmente riesco a vedere nell'incessante accavallarsi di impegni.
La cornice è un locale che solletica la mia curiosità da tempo, capitanata da uno chef, Vincenzo, che stimo per il suo valore umano e per la professionalità e passione con cui crea ogni piatto.
Il fine è quello di mostrarmi a chi mi legge, a chi mi conosce solo virtualmente, a chi non mi vede mai, a chi vorrebbe scambiare due chiacchiere reali in un mondo che è sempre più social.
Il desiderio è quello di farmi conoscere come Erica, come foodblogger, come anima della Mai Soli nel Mondo, con le mie passioni, con la mia semplicità, con la mia sensibilità e con la mia follia.

Il quando è domenica 11 ottobre, a partire dalle 20.00
Il dove è il ristorante Il Moro di Monza
Il chi è.... TUTTI QUELLI CHE LO DESIDERANO

Il tema, perché un tema ci sarà, lo chiamo book sharing. Da incorruttibile sostenitrice della lettura, ho pensato che sarebbe magico poter intrecciare i nostri sguardi condividendo le nostre passioni. Vi chiederò, quindi, di portare con voi un libro: che sia di letteratura, di cucina, di viaggi, di sport o di quasiasi altro genere, è importante che parli di voi e che vi introduca, in uno scambio di pareri e.... non solo. I nostri libri, infatti, verranno scambiati, a fine serata, così che ciascuno di noi porti con sé qualcosa di qualcun altro.

In questa occasione comunicherò ufficialmente le due ricette vincenti del contest Un Mondo di benEssere

E mentre riorganizzate i vostri impegni per poterci essere ^_^ vi lascio la ricetta...

Ingredienti

125 g di lupini
140 g di zucca
1 cucchiaino di salsa rubra (per me fatta in casa)
100 g di ricotta vaccina
20 g di semi di sesamo
10 g di semi di chia
paprika dolce
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
pangrattato di riso
olio evo q.b.

Pulite i lupini, eliminando la buccia. Inseriteli in un boccale. Aggiungete la zucca, pulita e tagliata a cubetti non troppo grandi, la ricotta, la rubra e la paprika. Frullate tutto, riducendo gli ingredienti in composto fine ed omogeneo. Unite, quindi, i semi di sesamo e di chia e il parmigiano. Assaggiate per verificare la sapidità ed eventualmente correggete con del sale integrale.
Prelevate poco impasto alla volta e formate delle polpettine, grandi quanto una noce. Passatele nel pangrattato di riso e lasciatele riposare per almeno mezz'ora. In questo modo acquisiranno compattezza.
   Poco prima di procedere alla cottura, vaporizzate dell'olio evo su ciascuna polpettina, quindi sistemate tutto nel cestello della friggitrice, preriscaldato per un paio di minuti. Inserite il cestello nel vano e cuocete, a 200°, per 20 minuti circa, girando un paio di volte le palline durante la cottura. Nel caso vogliate provedere diversamente, sistemate le crocchette su una placca coperta da carta forno e infornate a 180° per 30 minuti circa.
Quando saranno ben dorate e croccanti, prelevatele e servitele. Io le ho accompagnate con la salsa rubra della mamma e le ho accostate a tre spicchi di scarola saltati in padella con olive taggiasche. I sapori si uniscono, in un contrasto irresistibile, e travolgono.

Insolito modo di concepire una crocchetta e di assaggiare il sapore dell'autunno, sotto una panatura sana, leggera e croccante da non poter resistere.
Proteine a gogò, rigorosamente di origine vegetale, nel rispetto dei principi di salute e genuinità.

Manine a me, perché queste pepite si gustano di più in versione fingers!! ^_^


abc

Bocconcini di feta in crosta di mandorle: storie di amori, di interpretazioni e di grandi soddisfazioni

L'amore per la feta non è nuovo, ma già ampiamente esplicitato su queste pagine. Da quando l'ho scoperta in versione light, poi, spesso cade nel carrello della spesa, pronta a deliziarmi e a soddisfare improvvisi capricci. Prima di oggi, però, l'unico modo naturale di utilizzarla è stato nelle insalate: divina! Diversamente l'ho sempre mischiata ad altri ingredienti (qui, qui, qui sono solo degli esempi, e anche qui in versione dolce, ma se cercate feta nel blog vi si aprirà un mondo ^_^). Questa volta no. Questa volta l'ho visualizzata in un cubotto avvolto da una croccante panatura. E ci ho provato. Nessuna frittura (capitolo che approfondirò presto, quando vi parlerò del mio ultimo acquisto), ma una cottura al forno che nulla ha tolto alla resa del piatto. La feta è un formaggio che non fonde e questo ha fatto sì che si potesse raggiungere una buona croccantezza di panatura, senza far sformare il cubotto. Il risultato è sorprendente, proprio affine alla mia immagine idealizzata. Accompagnato con verdure sfiziose e una bella salsina sfiziosa, la soddisfazione è ai massimi e la semplicità di rigore. Non vedo l'ora di riprovarci ^_^ e voi, non morite dal desiderio di assaggiare?

Ingredienti

Per i bocconcini di feta
100 g di feta light
10 mandorle pelate
1 cucchiaino di pangrattato di riso
pepe
sale nero di Cipro
cannella
noce moscata

Per la salsa
2 cucchiaini di salsa rubra (per me fatta in casa)
1/2 cucchiaino di Umeboshi
1 cucchiaino di mosto d'uva

Per l'accompagnamento
1/2 melanzana
1 cucchiaio di farina di riso
sale rosso delle Hawaii
olio

Sistemate le mandorle su un tagliere e tritatele con una mezzaluna, fino ad ottenere un composto sufficientemente fine, ma non troppo. Unitevi pepe, sale nero, cannella. noce moscata e il pangrattato di riso, quindi mescolate bene.
Tagliate la feta a tocchetti e passatele nel mix di mandorle, impanandola bene e in modo compatto su tutti i lati. Posate su un piatto e lasciate riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.
Tagliate la melanzana, lavata e asciugata, in dadini non troppo piccoli. Salatela e infarinatela, quindi fatela saltare in padella con un filo di olio caldo.
Nel frattempo sistemate la feta su una teglia, coperta da carta forno, e irroratela appena con dell'olio evo. Portate il forno alla temperatura di 200° e infornate. Cuocete per 30 minuti circa, girando di tanto in tanto i dadini, in modo da farli cuocere omogeneamente.
Passate alla preparazione della salsa, mescolando la rubra, l'Umeboshi e il mosto. Lasciatela riposare il tempo della cottura del formaggio.
Quando avrete ottenuto la doratura perfetta, sfornate la feta e sistematela in un piatto, insieme alle melanzane e alla salsina.
Ora godetevi i sapori, usate rigorosamente le mani e...... leccatevi le dita ^_^

Sapori decisi che ben si legano tra loro. Un crunch che non delude e un cuore morbido e travolgente.

Non si resiste e, soprattutto, non si vorrebbe finissero mai ^_^

   Pronti a lasciarvi andare a questa travolgenza?abc

Marinatura di seppie e zucchine al basilico con patate in panatura di pistacchio: monocromie di sapori poliedrici

Cedo sempre volentieri ad un buon piatto di pesce. Mi piace la sua delicatezza, mi piace la leggerezza e mi piace come si presta ad essere interpretato, vestito e insaporito. Per le seppie provo un'attrazione totale: è difficile trovare un modo in cui non mi piacciano, la sua consistenza rappresenta metà della riuscita del piatto. Farcite, al forno, in una croccante panatura, su spiedino, in casa mi diverto sempre, anche se, quando scelgo di gustarle in qualche ristorante, cedo sempre alla semplicità di un salto sulla piastra.
Questa volta la mia seppia volevo regalasse freschezza. Che non vuol dire solo piatto non caldo, ma vuol dire piatto ricco di sapori leggeri e rinfrescanti. Un inno all'estate, con questi compagni di scena. Le zucchine della mamma e il basilico del mio piccolo vaso, un incanto. E la patata rossa dell'orto di famiglia, in quella panatura di pistacchi di Bronte.... cheddire, non è la morte sua?
Ho messo insieme tutto, in un giorno in cui il tempo rappresentava un lusso. La marinatura concede tempi di gestione generosi e variabili. E, alla fine, incastrare tutto e assaporarne la meraviglia è soddisfazione allo stato puro.

Ingredienti

2 seppie di media grandezza
10 foglie di basilico fresco
1 cucchiaino di miele di tiglio
1 cucchiaio di semi di zucca
1 cucchiaio di olio evo
sale rosso di Cipro
pepe mix Creolo
2 zucchine chiare
1 patata rossa media
1 cucchiaio di pistacchi di Bronte

Cuocete a vapore le seppie, precedentemente pulite. Nel frattempo preparate la marinatura, tritando le foglie di basilico lavate e asciugate, con i semi di zucca. Versate tutto in una terrina e unite il miele, l'olio, il sale e il pepe. Mescolate bene.
Quando le seppie saranno cotte, tagliatele a striscioline e, ancora calde, mettetele nella marinatura.
Lasciatele raffreddare, in modo che assorbano bene tutti gli aromi.
Sbucciate la patata rossa e tagliatela a fettine spesse circa mezzo centimetro. Io generalmente le lascio a mollo in acqua, in modo che perdano un po' del loro amido. E' una mia fissa, quindi sentitevi liberi di saltare questo passaggio.
Cuocetele a vapore per pochi minuti, in modo che si ammorbidiscano appena. Nel frattempo tritate i pistacchi piuttosto finemente e rovesciateli su un foglio di carta assorbente. Passate ciascuna fettina di patata sul trito, premendo leggermente, prima da un lato, poi dall'altro. Tenetele da parte.
Mondate e lavate le zucchine, quindi tagliatele in bastoncini approssimativamente delle stesse dimensioni delle seppie. Cuocete anche queste a vapore, facendole appena ammorbidire, quindi unitele alle seppie. Mescolate bene e fate raffreddare tutto.
Quando avrete impanato tutte le fettine, scaldate un filo di olio in una padella antiaderente e fare rosolare le patate da entrambi i lati.
Sistemate le patate su un piatto, quindi accompagnate con l'insalata di seppie e zucchine.

Servite e gustate la semplicità e la freschezza di questo piatto. Mono nella cromaticità, poliedrico nei sapori.

Adatto da preparare con anticipo, acquisirà maggior sapore con il prolungamento del tempo di marinatura. Non abbiate timore ad avanzarne, anche se di forza, quella sì, ne servirà abbastanza!!

abc

Cotolette di peperoni in panatura di nocciole con crema di caprino alla curcuma: ricchezze e fantasie d’estate

Verdura, verdura, verdura e ancora verdura. Non smetterei mai di mangiare verdura. In tutti i modi, sotto qualsiasi veste. Dell'estate amo gli ortaggi, tra le tante cose. E tra questi i peperoni si battono per la conquista del gradino più alto del podio. Freschi, vivaci, carnosi, mi piacciono crudi, ma li adoro arrostiti. E, ve ne sarete certo accorti, ve li sto proponendo in tutti i modi. Questa volta li ho trasformati in piatto unico, privati della loro pelle, avvolti da una sfiziosissima panatura e accompagnati da una soffice e gustosa crema di caprino.
I sapori non sono stravolti, ma l'insieme di sfumature rende il piatto appagante. Le consistenze si alternano, solleticando il palato. Il piacere di dipingere nuove combinazioni non mi abbandona mai e mi rende fiera di celebrare le meraviglie che la natura ci offre. Tutto sempre bilanciato, con apporti equilibrati di nutrienti preziosi. Scegliete sempre di tenere in dispensa semi e frutta secca e arricchitene le vostre pietanze. Gli alleati possono davvero essere tanti, in cucina e il benEssere può essere quotidianità. Amarsi, ascoltarsi, prendersi cura di se stessi. Ecco un altro esempio per arrivare a tutto questo, in estrema semplicità ^_^

Ricordate che avete ancora 9 giorni
per raccontarmi la vostra idea di benEssere
http://www.lacuocherellona.it/2015/06/unidea-un-pensiero-un-progetto-il-primo.html


Ingredienti

1 falda di peperone rosso arrostito
1 falda di peperone giallo arrostito
1 falda di peperone verde arrostito
12 g di nocciole
10 foglie di menta
15 g di fiocchi di avena
8 g di bacche di Goji
olio evo

Per la crema
100 g di robiola di capra
10 foglie di basilico
1/2 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di miele d'acacia
2 cucchiaini di senape delicata
pepe
sale rosso di Cipro

Lavate e asciugate bene le foglie di menta. Tritatele, insieme alle nocciole, alle bacche di Goji e ai fiocchi di avena, con una mezzaluna. Dovrete ottenere un risultato omogeneo, ma non troppo fine. Tenete da parte, e iniziate ad occuparvi della crema.
Lavate le foglie di basilico e asciugatele.Tritatele finissimamente, fino a creare quasi una purea. Unitele alla robiola, quindi aggiungete la curcuma, il miele, il sale, il pepe e la senape.
Mescolate amalgamando tutto e quando sarà perfettamente amalgamato, fate riposare la crema in frigorifero.
   Prendete le falde di peperone, privatele della pelle e passatele nel trito preparato per la panatura. Io non ho voluto passarle, prima, nell'uovo, per mantenere più leggero il risultato. Così facendo sarà più difficile mantenere la panatura compatta, ma non impossibile: a voi la vostra scelta. In alternativa potrete passarle velocemente nella farina (magari di riso), poi in un po' di acqua, poi nella panatura.
Scaldate un filo d'olio in una padella antiaderente. Quando sarà molto caldo sistemate le falde di peperone. Cuocetele a fiamma media per qualche minuto, quindi giratele e procedete per altri due o tre minuti. Continuate la cottura su entrambe i lati fino a quando avrete ottenuto una doratura uniforme. A cottura ultimata, salate e impiattate.
Decorate il piatto con la crema di robiola fresca e servite.

Il contrasto di sapori e l'abbinamento di consistenze morbide e croccanti, renderà il vostro assaggio una vera esperienza sensoriale.
Aromi preziosi, ricchi e insoliti che lasciano spazio alla fantasia e danno vita ad un'esplosione di sorpresa.
Ma non solo i sapori, anche i colori, vivi e variopinti, raccontano l'estate e riempiono  tavola e occhi.

Un'alternativa vegetariana bilanciata tra nutrienti preziosi e completi. Una coccola sfiziosa. Un assaggio originale.

abc

Polpo glassato alla vaniglia su crema di batata dolce e albicocca: il filo sottile che lega sapori insoliti e perfetti

Avevo in mente questi sapori da molto tempo. Avevo il desiderio di accostare uno dei pesci che mangio più volentieri, nella mia cottura preferita, ad un sapore così insolito, per un ingrediente del genere. Quando, in un tu per tu con il pescivendolo, espressi le mie intenzioni, lui strabuzzò gli occhi, cercando inutilmente di nascondere la sua perplessità. Mi disse "interessante!! Fammi sapere come sarà venuto, mi piace provare piatti nuovi". Non so se mai questo piatto presenzierà sulla sua tavola, ma di certo posso dire che tutte le mie proiezioni immaginarie hanno trovato perfetta concretezza e hanno espresso al meglio le mie migliori intenzioni. Polpo e vaniglia, sei pazza cara Cuocherellona! Eppure, vi dirò, questo piatto è un equilibrio di sapori difficile da spiegare. Dolcezza, carattere, morbidezza, intensità, avvolgenza. E' tutto merito di intrecci, di cotture e aromi insoliti, che ho scoperto avere un filo conduttore che.... alla fine, non avrebbe potuto fare altro che portarmi qui, a questo risultato.
Assaggiate con gli occhi, respirate a pieni polmoni e..... assaporate!!

Ingredienti

1/2 polpo (350 g)
250 g di batata dolce
2 albicocche
70 ml di latte di soia alla vaniglia
1/2 stecca di vaniglia
1 cucchiaino di miele di tiglio
6 foglie di salvia
1 cucchiaino di olio piccante
1 cucchiaino di farina di mandarino (o scorza di limone)
sale rosa dell'Himalaya
pepe mix creolo

Preparate la marinatura, lavando, asciugando e tritando finemente le foglie di salvia. Versatele in una ciotolina, unendo il miele, i semi della mezza stecca di vaniglia (incidetela nel senso della lunghetta e prelevate i semi con la lama di un coltello), sale e pepe. Mescolate bene, quindi unite i tentacoli del polipo, in pezzi da due o tre tentacoli, precedentemente lavato. Lavorate con le mani in modo che la marinatura copra tutto il pesce, quindi coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero per almeno un paio d'ore.
Nel frattempo sbucciate la batata dolce, tagliatela a fettine non troppo spesse e fatela cuocere a vapore, mettendo nell'acqua la stecca di vaniglia utilizzata in precedenza.
Private le due albicocche della loro buccia, quindi fatele bollire leggermente in acqua, per ammorbidirle bene. Quando le patate saranno pronte, trasferitele in un boccale, unite le albicocche scolate e frullate. Aggiungete il sale, la farina di mandarino (o la scorza grattugiata di un limone) e l'olio piccante. Continuate a lavorare, con il frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema perfettamente vellutata.
Tenetela da parte, possibilmente al caldo (ebentualmente la potrete scaldare leggermente prima di servirla.
A questo punto scaldate una piastra, o una padella antiaderente, senza aggiungere grassi.
Quando sarà molto calda adagiate i tentacoli del polpo, estratti dalla marinatura. Copriteli con un piatto, che sia più piccolo della circonferenza della padella utilizzata, e posatevi sopra un peso (io uso il mortaio in marmo). Fate cuocere a fiamma media per pochi minuti, quindi girate i tentacoli e procedete per un'altra manciata di minuti.
Procedete in questo modo per circa mezz'ora, fino a quando il polpo sarà ben cotto. L'esterno avrà una crosticina croccante e l'interno sarà morbido e succoso.
Quando mancheranno pochi minuti alla cottura, scaldate la crema di batata dolce e iniziate ad impiattare. Versate una base di crema, su cui adagerete il polpo.
Accompagnate con la verdura che preferite. Io ho grigliato delle zucchine, che poi ho aromatizzato son basilico e rosmarino freschi. Sapori ancora diversi, che creano contrasto, ma sposano bene la natura del piatto.

Cedete all'insolita forma di sapori, riempitevi gli occhi di colori vivi e respirate gli aromi.
Solo a questo punto, concedetevi l'assaggio. Sarà magia....

abc

Crocchette di batata dolce in panatura di semi con salsa mediterranea di arachidi: il “benEssere” della condivisione

Ormai è più di tre settimane che il mio contest Un Mondo di benEssere ha preso vita, e sono felice di vedere come, giorno dopo giorno, si arricchisca delle vostre proposte. Vorrei gustarle tutte, lo confesso, e mi proporrei, ogni volta, per entrare nelle vostre cucine a dare un risvolto concreto all'idea di sapori che l'assaggio virtuale mi concede. Perché mi prendete per la gola mica da ridere ^_^
Ad oggi, però, il tempo tiranno mi ha permesso di approcciarmi direttamente solo ad una di queste ricette. Il colpo di fulmine, un po' curiosità un po' risveglio di un interesse latente, è stato per la batata dolce. Ebbene sì, Silvia mi ha lanciato un guanto di sfida dicendomi, con le sue crocchette, provaci.... è arrivato il momento!!
Non ho riproposto la sua versione, ho solo utilizzato la sua idea per creare la mia versione, dettata da esigenze di dispensa, da elucubrazioni mentali, da curiosità varie e dall'idea di accostare sapori come mai avessi fatto prima. Ma non è tutto. Se Silvia ha accompagnato la sua crocchetta con un dip allo yogurt, io sono stata portata a provare una salsa assaggiata virtualmente in altre vesti, ma che la mia dolce Nocciolina mi ha piazzato davanti agli occhi conquistandomi senza scampo. Non ho potuto utilizzare gli anacardi, perché ne sono tanto ghiotta da essere in grado si mangiarne due etti per volta, senza accorgermene (salvo poi svuotare l'anima e morire come una mongolfiera bucata che precipita verso l'inferno), motivo per cui sono portata a concedermeli con spiccata rarità. Ma le arachidi non mancano mai ^_^ E allora ecco la soluzione. Di spinaci non ne ho trovato neanche l'ombra, quindi mi sono ingegnata con qualche ghiotta e curiosa alternativa. Insomma, quello che è venuto fuori è qualcosa di decisamente nuovo, ispirato da due persone che stimo molto.

Ingredienti

Pre le crocchette
130 g di batata dolce
80 g di tofu al naturale
40 g di foglie di sedano verde
5 g di foglie di menta
1 cucchiaino di peperoncini sott'olio
sale rosso delle Hawaii
paprika dolce
10 g di semi di lino
10 g di semi di sesamo
1 cucchiaio di pangrattato di riso
1 cucchiaio di olio evo

Per la salsa
20 g di arachidi
8 pomodorini Pizzutello
1 cucchiaino di lievito alimentare
sale rosso delle Hawaii
5 foglie di basilicp

Sgusciate le arachidi, pulitele bene e mettetele in ammollo in acqua. Lasciatele più tempo possibile. Io le ho lasciate una mattinata.
Sbucciate la batata, tagliatela a tocchetti e fatela bollire in abbondante acqua. Io non ho aggiunto sale. Ho proceduto a questa cottura perché una batata intera per me sarebbe stata davvero troppa!! Ho preferito alleggerire l'apporto di carboidrati con l'aggiunta del tofu, ma voi fate la vostra scelta ^_^
Una volta che sarà morbida scolatela e inseritela in un boccale, insieme al tofu tagliato a dadini, alle foglie di sedano e di menta lavate e asciugate e al peperoncino. Frullate tutto, fino a rendere gli ingredienti una crema liscia ed omogenea. Unite paprika e sale a piacere, mescolate bene e assaggiate, affinché abbia raggiunto la sapidità a voi congeniale.
Lasciate riposare l'impasto e occupatevi della panatura. Inserite in un mortaio i semi di lino e di sesamo. Pestateli, spezzandoli bene (ricordate che i principi dei semi di lino si trovano tutti all'interno. Ma ricordatevi anche che ossidano facilmente, per cui è un passaggio che non va effettuato in anticipo!!). Versate il battuto su un foglio di carta assorbente, unite il pangrattato di riso e mescolate bene. Formate, con l'impasto, delle piccole polpette. Saranno molto morbide, per cui sarà piuttosto difficile lavorarle. Fatele scorrere velocemente sulla panatura, dando la forma di un bastoncino. Lasciate riposare in frigo per una decina di minuti.
Occupatevi, ora, della salsa. Scolate le arachidi, sciacquatele e inseritele in un boccale. Lavate i pomodorini, eliminate la pelle (con questo tipo di pomodorino ci si riesce anche enza farli sbollentare), tagliateli a metà ed eliminate succo e semi. Inserite la polpa nel boccale, unite le foglie di basilico lavate e asciugate, il lievito alimentare e il sale. Frullate a lungo, cercando di inglobare quanta più aria possibile, in modo da far vellutare bene la crema e renderla soffice. Mantenetela fresca, in frigorifero, per il tempo di cottura delle crocchette. Fate scaldare l'olio in una padella e, una volta ben caldo, adagiatevi le crocchette. Io generalmente sporco di olio tutta la superficie, in modo da non aggiungere ulteriore olio e lasciare che la cottura sia uniforme e ben dorata.
Continuate la cottura a fuoco medio, girando di tanto in tanto le crocchette. Ci vorranno circa 10 minuti per ottenere una doratura perfetta.
Versate la salsa di arachidi e pomodori in un bicchierino, guarnite con una cima di basilico e servitela accanto alle crocchette, che potrete presentare in un cartoccio, o semplicemente in un piatto da portata. E' una pietanza che si presta ad essere consumata con le mani (le posate non le ho neanche immaginate ^_^) e che, per questo, trasforma il pasto in un momento di piacevole convivialità.
Leggera, fragrante, ricca di nutrienti preziosi, ma anche fresca, grazie all'accompagnamento dal sapore estivo e mediterraneo di pomodori e basilico, questa crocchetta è un'insolita alternativa alle necessità e ai desideri di una cucina meno impegnativa, come i giorni di canicola estiva ci chiedono.

   La batata dolce mi ricorda molto la consistenza e la delicatezza della zucca. E, vi dirò, per la testa ho già idee particolari legate al suo utilizzo.

Non vedo l'ora di sperimentare, e poi di raccontarvi.
Per il momento vi lascio il piacere di questo assaggio.abc

Zucchina tonda ripiena con fondutina di Fontal: il passo che separa l’ordinario dallo straordinario

Mi correggerete se sbaglierò, ma trovo che certi ortaggi ispirino un preciso tipo di pietanza. Le zucchine tonde, perché sarebbero nate, se non per farcirle? Solo che, questo fatto stesso di vederle belle piene e tracimanti di ogni qualsivoglia genere alimentare, stride un po' con il mio desiderio di qualcosa di sempre nuovo. Ho vagato intorno a questo tuttotondo per un po', prima di arrivare alla forma perfetta. L'idea di scomporre un uovo e di renderlo in parte frittata, in parte forduta mi ha subito preso. Ho elaborato forma e sapori, ho cercato gli incontri perfetti, bilanciati, completi e, in ogni caso, leggeri. Il risultato è stato all'altezza delle aspettative. Niente di ciò che vedrete corrisponde ad una canonica preparazione da manuale. Ho solo seguito un istinto, basandomi sulle mie dosi e sulle mie valutazioni. Ho ottenuto un piatto unico dal sapore intenso e appagante. Il mio amato Fontal in una forma di fonduta semplice e leggera mi ha coccolato il palato come desideravo, sposando il sapore pungente delle olive di Riviera e la dolcezza delle tenere costine, dono dell'orto di mamma.
Per me uno strappo alla regola. La presenza di uova e formaggio insieme e di questo genere di formaggio nello specifico, rappresenta un'eccezione. Che apprezzo e che mi soddisfa in pieno. E che vi propongo con la convinzione che anche voi possiate apprezzare e fare vostra.

Ingredienti

1 zucchina tonda
1 uovo
50 g di porro
10 foglie di costine
10 g di olive di Riviera
30 g di Fontal Nazionale
1 cucchiaino di olio evo
sale rosa dell'Himalaya

Lavate la zucchina, eliminate la parte superiore e scavatela, togliendo la polpa e lasciando un bordo di circa 1 centimetro. Salate l'interno, capovolgete la zucchina e lasciate che perda parte della sua acqua. In questo modo rimarrà più asciutta in cottura.
Lavate le foglie delle costine, tagliate il porro in rondelle e tritate tutto, insieme alle olive di Riviera. Fate rosolare tutto in una padella, con un cucchiaino di olio evo. Salate a piacere (ma ricordate che le olive insaporiscono già a dovere!!!).
   Tagliate il Fontal a dadini e inseritelo in un piccolo pentolino.
Rompete l'uovo e separate tuorlo, che unitrete al Fontal, e albume, che verserete in una ciotolina. Aggiungete all'albume il trito di verdure, intiepidito. Mescolate, correggete di sale e tenete da parte.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°.
Versate l'albume sbattuto con le verdure all'interno della zucchina, riempiendola completamente.
Sistematela su una teglia coperta da carta forno e, una volta raggiunta la temperatura, infornatela e cuocetela per circa 30 minuti.
Se fosse necessario (lo dico con il senno di poi) incrementate il tempo di cottura di altri 15 minuti: in questo modo l'albume si rapprenderà perfettamente.
   Nel frattempo frullate il fontal con il tuorlo e mettete il pentolino sul fuoco, a fiamma bassissima. Sciogliete tutto, mescolando continuamente. Quando avrete ottenuto una crema liscia (non tenetela troppo sul fuoco, se no farà grumi), spegnete il fuoco e tenete da parte.
Sfornate la zucchina, tagliatela a fettine in senso orizzontale, sistematele su un piatto e versateci sopra la fondutina. Servite immediatamente e assaportate in pienezza.
Consistenze, sapori, aromi, sarà un insieme di sensazioni che coinvolgerà ogni senso. E vi stupirete di quanta delicatezza ci sia in questo piatto.

La magia dell'incontro di sapori unici e di carattere si trasforma in opera d'arte, che appaga vista, olfatto, gusto e..... gola ^_^


Non vorreste mai arrivare alla fine....abc

Polpette di tofu e lupini al sugo di verdure: un tuffo tra ricordi, ritorni e il piacere di sorprendersi

Le polpette al sugo, nella più classica versione con il macinato, sono uno dei ricordi più forti della mia infanzia. Non le amavo particolarmente, preferivo già da piccola la versione in bianco. La rosolatura che conferiva croccantezza in superficie e manteneva tutti i sapori succosi all'interno, mi conquistava decisamente di più. Ma, visto che in casa il sugo andava per la maggiore e visto che a papà avresti potuto togliere tutto, ma non il rosso pomodoro, allora spesso si cenava con questo piatto. La carne tritata non la mangio più. Ma sono tornata al rosso. Ogni tanto ho desideri che devo soddisfare. Le polpette (o burger) di lupini, o di tofu, non sono una novità nella mia cucina. Ma questa volta hanno un qualcosa in più. Gli ingredienti sono naturali, non sono stravolti, ma si incontrano in un insieme di sapori da lasciare a bocca aperta. La ricchezza della verdure, a dare supporto ad un sugo gustoso, rende tutto perfetto. Proteine a non finire e una bontà che solo chi prova, può comprendere ^_^
Per un periodo ho utilizzato la soia in granuli, per sostituire l'effetto macinato della carne. E' durata poco: valido sostituto, ma non necessario. La consistenza morbida, delicata e piena di questo impasto non ha la presunzione di sostituire nulla. E' a sé, è perfetta così. E merita di essere assaggiata!

Ingredienti

Per le polpette
75 g di tofu naturale
55 g di lupini (peso da puliti)
10 g di olive di riviera
1 rametto di timo limone
tabasco (a piacere)
1 cucchiaino di insaporitore vegetale (per me autoprodotto)
farina di riso
olio evo

Per il sugo
400 ml di passata di pomodoro (preparata da mamma con i suoi pomodori ^_^)
verdure a piacere (per me carote, melanzane, zucchine, porro, fagioli piattoni)
insaporitore vegetale
olio evo

Pulite i lupini e metteteli in un bicchierone insieme al tofu, tagliato a tocchetti, al timo limone lavato, alle olive sgocciolate e all'insaporitore vegetale. Unite qualche goccia di tabasco e passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare un impasto liscio ed omogeneo.
Inumiditevi le mani e prelevate poco impasto alla volta. Formate delle polpette, quindi passatele nella farina di riso. Lasciatele riposare il tempo di preparare il sugo: in questo modo la panatura si compatterà bene e vi agevolerà nella cottura.
   Pulite le verdure. Tagliatele a dadini e fatele saltare in padella, con un filo di olio. Versate la passata di pomodoro, aggiungete eventualmente un cucchiaino di insaporitore vegetale e fate cuocere per una ventina di minuti, fino a quando la salsa si sarà asciugata e le verdure ammorbidite. A questo punto mettete a scaldare un cucchiaio scarso di olio evo in una padella e, una volta che sarà ben caldo, fate rosolare le polpette. Lasciatele cuocere a fiamma media, girandole spesso, fino a quando saranno dorate e croccanti su tutta la superficie. Ci vorranno circa una decina di minuti.
A questo punto tuffate le polpette nel sugo, lasciatele insaporire per un paio di minuti, quindi spegnete il fuoco e servite.

Il contrasto di sapori, tra la delicatezza delle polpette e la forza del sugo, si sposeranno perfettamente donando un piacevole equilibrio.

Morbide e delicate, queste sono polpette che non si dimenticano facilmente e che, ne sono certa, possono conquistare anche i più piccini!!

   


abc

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