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Nuvola di occhio di bue con le melanzane: evoluzioni e rivoluzioni di una cucina che non si accontenta mai

Quando vidi questa meraviglia, da lei, strabuzzai gli occhi dicendo "fantastico!!". Il pensiero di mettere in pratica la tecnica e portare nel mio piatto la sua proposta mi ha accompagnato giorno per giorno. Arrivato il momento di dedicarmi all'esperimento, ho cercato di soddisfare tutte le mie curiosità. Avevo già proposto la lavorazione del tuorlo con panatura (qui) e il pensiero di mettere insieme l'idea di Rachele, con l'evoluzione della mia proposta Cracchiana, mi ha illuminato. Le idee si sono perfettamente sposate e, anche se da fotografare non è un soggetto così entusiasmante (a dire il vero questa nuvola non ha neanche fatto in tempo ad arrivare nel piatto: va bene la foga da foodblogger, ma il tuorlo è buono da mangiare cremoso, non avrei potuto farlo rassodare ^_^), vi posso garantire che questo piatto è leggero, soffice, appagante e sorprendente. Al di là di quella particolare attenzione richiesta nel maneggiare il tuorlo, è una ricetta che si prepara in pochi passaggi. Se voleste sfidare la vostra pazienza e misurare la meticolosità delle vostre manine.... avanti, questa nuvola fa proprio per voi!!

Ingredienti

1 uovo
1/2 melanzana
5 foglie di menta
sale rosa dell'Himalaya
1/2 cucchiaino di semi di chia
1/2 cucchiaino di semi di sesamo

Iniziate praticando delle incisioni nella polpa della metà di melanzana. Cospargetela con il sale e inserite nei tagli le foglioline di menta, lavate e asciugate, poi spezzettate (così manterranno l'aroma). Fatela cuocere a vapore, o in forno, fino a quando sarà morbida, quindi lasciatela raffreddare.
Quando sarà tiepida estraete la polpa, aiutandovi con un cucchiaio, e tritatela, con una mezzaluna, ottenendo una crema piuttosto fine.
Rompete l'uovo e separate il tuorlo dall'albume: il primo tenetelo da parte (sel suo guscio si materrà umido ed eviterete di romperlo) e il secondo trasferitelo in una ciotola, dove lo monterete a neve con un pizzico di sale. Fate in modo che sia una neve ben ferma, per cui abbiate pazienza e lavorate con la frusta per diversi minuti. A questo punto iniziate ad accendere il forno, portandolo alla temperatura di 200°.
   Aggiungete la polpa di melanzana all'albume a neve e, con molta delicatezza, mescolate fino ad amalgamare perfettamente tutto. Trasferite il composto su una teglia coperta da carta forno (vi consiglio di ungerla leggermente), formando un incavo nel mezzo.
Infornate, a forno caldo, e cuocete per 15 minuti. Nel frattempo occupatevi del tuorlo. Su un foglio di carta assorbente versate i semi di chia e di sesamo. Mescolateli bene, quindi adagiatevi il tuorlo. Fatelo roteare delicatamente in modo da impanarlo su tutta la superficie.
Trascorsi i 15 minuti estraete l'albume e posizionate al centro il tuorlo impanato. Infornate nuovamente e lasciate cuocere ancora per 5 minuti.
A questo punto estraete il vostro occhio di bue e..... assaporatelo!
Prima con gli occhi, poi sul palato. Colori, consistenze, forme, sapori, non potranno fare altro che stupirvi!!

Accompagnate il piatto con qualche verdura di stagione. Io ho approfittato del forno acceso per fare delle chips di patata novella in senza frittura. Sfiziose e delicate, sono state un contorno perfetto!

Partite dall'assaporare la nuvola di albume: soffice e delicato, ma allo stesso tempo aromatizzato dalle melanzane e dalla menta, è un invito all'assaggio e al taglio di quel tuorlo fondente e croccante al tempo stesso.
Non saprete resistere alla meraviglia di questa originale pietanza. Pochi minuti per regalarvi un piatto indimenticabile!!

abc

Filetti di sgombro in marinatura agrodolce: inevitabili cambiamenti nel percorso verso la consapevolezza

Fino a qualche anno fa associavo alla parola sgombro l'immagine di un filetto pulito, lavorato e pigiato dentro una scatoletta di latta, sotto una notevole quantità di più o meno pregiato (chi può dirlo?) olio di oliva (chi può dirlo?). Solo a raccontarlo mi sento parte di quella cerchia di bambini americani a cui Jamie Oliver, nella sua campagna di sensibilizzazione sull'educazione alimentare nelle scuole, insegnò che la patata ha una forma ben diversa da quella che loro conoscono come bastoncino di media lunghezza dalla consistenza tipica della frittura. Se me ne vergogno? Me ne vergognerei se non avessi acquisito consapevolezza nel tempo. In fondo quelle scatolette in casa non entrano più, qualsiasi sia il genere di contenuto che includano. Certo anche il pesce fresco, ormai, ci trae in inganno. Ma si cerca di leggere le etichette, verificare la provenienza e il tipo di conservazione. Anche quello che dovrebbe essere un salutare salmone, nasconde grandi insidie: la maggior parte del salmone che si trova sui banchi è d'allevamento. In altre parole: è veleno! Così ecco che, in un mondo dove il biologico dovrebbe essere normalità e viene invece proposto come prodotto elitario, in una realtà in cui per soddisfare la richiesta di mercato si predilige la quantità alla qualità, nel mio piccolo cerco di fare delle scelte. Lo sgombro è un pesce azzurro dalle spiccate proprietà utrizionali. E' ricco di Omega 3 e di proteine facilmente digeribili, ha un modesto apporto calorico, ed ha un sapore particolare, che rende piacevole ogni pietanza. Per quelle volte in cui mi concedo una fronte proteica differente dalle alternative vegetali, credo che questo piatto sia all'altezza delle aspettative, leggero, saporito e delicato.

Ingredienti

1 sgombro (sfilettato)
1 cucchiaio di miele di tiglio e castagno
1 cucchiaio di olio di riso
2 cucchiai di aceto di mele
8 foglie di salvia
sale rosso di Cipro

Preparate la marinatura mescolando in una terrina il miele, l'olio di riso, l'aceto di mele, il sale e le foglie di salvia, lavate e spezzettate.
Eliminate, con l'aiuto di una pinzetta, le lische dallo sgombro, quindi sciacquatelo e immergetelo nella marinatura. Lasciatelo insaporire per almeno 4 ore. Potreste anche lasciarlo tutta una notte o prepararlo la mattina per la sera. Più rimarrà in marinatura, più renderà in cottura.
Trascorso il tempo scaldate una padella. Adagiate i filetti di sgombro dalla parte della pelle e lasciate cuocere, a fiamma viva, per 4 minuti circa. A questo punto abbassate la fiamma, girate i filetti e continuate la cottura, aggiungendo, poco alla volta, il liquido di marinatura. Lasciate glassare bene i filetti e correggete, eventualmente, con del sale.
Non ci vorrà molto tempo affinché risultino cotti.
Serviteli accompagnati da semplici verdure, appena saltate in padella o cotte al vapore.

   Semplicità e leggerezza, sono l'imperativo per questo delizioso incontro di sapori.


E cosa dire del sapore di quelle terribili scatolette? Non vogliatemene, non obbligo alcuno a cambiare strategia, ma di fronte a tanta semplicità non resta che chiedersi perché no?


Basterebbe così poco..... ^_^









Ricordate che sapersi ascoltare e sapersi concedere del tempo
è la scelta che fa la differenza
PerCorso di BenEssere

Affidatevi a Mai Soli nel Mondo
Scegliete il vostro benEssere
abc

Straccetti di pollo con paglia di soia e asparagi: mettere insieme necessità, priorità e soddisfazione

Non sempre la cucina è pianificazione, meditazione, ricerca, attesa. A volte è necessità, che si traduce in improvvisazione. Per questo ritengo fondamentale che la dispensa sia sempre ben fornita. Per questo insisto sul fatto che quel "ben" non voglia dire "tanto", ma "di qualità". In uno dei miei rari approdi sui piatti di carne, questa volta ho reso estemporanea una combinazione di pollo e ingredienti preziosi, cotti in modo salutare e, soprattutto, senza che tutto questo richieda più di 30 minuti di tempo per la preparazione.
Il pollo mi piace morbido e, visto che è necessario che sia ben cotto, preferisco che i tagli siano spessi e irregolari. Il passaggio farina e rosolatura è il segreto per renderlo sfizioso e l'abbinamento con della buona verdura di stagione, appena ritoccata al vapore (procedimento che non implica alterazioni delle proprietà nutrizionali) garantisce Successo, Sapore, Soddisfazione. I miei amati germogli, che spesso non riesco a fare andare oltre la semplice versione croccante (in padella o in forno), questa volta mi hanno aiutato a rendere speciale la portata e il tocco sfizioso dei semi di sesamo, beh, è il dettaglio che bilancia perfettamente sapori e consistenze.
Veloce da portare in tavola, un salvacena a tutti gli effetti dal risultato sorprendente!

Ingredienti

2 sovraccosce di pollo (senza pelle)
5 asparagi
50 g di germogli di soia
2 cucchiai di farina di riso
1 cucchiaio raso di semi di sesamo
sale rosa dell'Himalaya
olio evo

Disossate le sovraccosce di pollo e tagliatele in piccoli pezzi, della forma e dimensione desiderata. Infarinateli con buona parte della farina (in parte tenetela per i germogli), quindi gettateli in una padella con un flo di olio evo molto caldo.
Fateli saltare a fiamma viva fino a quando saranno poco oltre il colore rosato. Nel frattempo lavate germogli e asparagi e cuoceteli a vapore per tre o quattro minuti. Infarinate i germogli nella farina di riso tenuta da parte, mentre gli asparagi andranno tagliati in bastoncini di qualche centimetro di lunghezza, e poi sezionati in quarti, in modo da ottenere una delicata julienne.
Unite germogli e asparagi al pollo, aggiungete i semi di sesamo e perfezionate con un altro po' di sale. Fate saltare velocemente per un paio di minuti (e comunque fino a quando il pollo sarà cotto e i germogli ben rosolati).
Non vi rimane che impiattare e servire.
Pochi istanti per un piatto saporito e appagante, che saprà conquistare grandi e piccini e che potrete personalizzare con sapori e verdure di vostro gradimento.

La semplicità di cottura mantiene inalterati i sapori e la delicatezza degli ingredienti rende leggero e sfizioso ogni boccone. A voi la libertà di replica e di personalizzazione ^_^ Perché anche un momento di necessità merita di essere affrontato senza rinunce.

abc

Nidi di daikon con cuore di nasello: il valore di un’amicizia e le nuove inesauribili, preziose scoperte

In genere va in questo modo: mi arriva un suo messaggio e, in quel messaggio, mi sento travolgere da un'ondata di entusiasmo. Lei è così. Non importa se non ci si senta tutti i giorni, non importa se non si riesca a vederci con costanza. Ciascuna ha la propria vita, i propri tempi, i propri impegni, ma in quell'attimo in cui una corre verso l'altra, è sempre l'emozione a farsi strada! Una foto, a metà strada tra la orgoglio e timore, ritraeva una bella radice di Daikon affettata. "Io l'ho mangiata in insalata ma deve essere favolosa cotta. Ci sono molte ricette in internet...tu sei brava e sapresti benissimo elaborare qualche cosa di buono, poi questo tubero ha delle favolose proprietà". Basta davvero poco per convincermi. Dopo essere passata davanti a quelle grosse carote bianche per mesi e mesi, nel giro di un giorno il mio frigo si arricchiva di forme nuove ^_^
Inutile dire che sia stato amore al primo assaggio. Il sapore mi ricorda molto la rapa rossa, ma con una consistenza simile alla carota. E' deliziosissima e ha davvero molte proprietà. Tra le tante (e decisamente più importanti) c'è quella per cui questo tubero favorisce la digestione di fritture e alimenti pesanti ed è, quindi, particolarmente indicata dopo pasti luculliani particolarmente "forti". Diciamo che è un vero brucia grassi (qui la fonte), è alleato del nostro amico fegato e.... ha pochissime calorie ^_^
Non vi dico, in questo breve periodo, quanto ne abbia già consumato :D E' che non solo mi piace molto, ma lo trovo anche perfetto in ogni pietanza: da una semplice insalata a qualcosa di più elaborato. Ne vedrete delle belle ^_^

Ingredienti

150 g di filetto di nasello
200 g di daikon
1 cucchiaino di insaporitore vegetale (per me autoprodotto)
paprika dolce
sale rosa dell'Himalaya
olio evo

Pulite il daikon eliminando la buccia e tagliate una sezione in 'spaghetti' lunghi non meno di 20 centimetri. Io ho ricavato prima delle fettine con la mandolina, poi ho tagliato i filamenti a coltello.
Fateli cuocere a vapore per pochi minuti, fino ad ammorbidirli (ma non troppo!!!!). Non appena saranno pronti, conditeli con paprika e sale rosa, mescolate bene e lasciateli raffreddare.
Nel frattempo prendete il filetto di nasello. Sciacquatelo ed elimenate le lische con una pinzetta. Tagliatelo in piccoli tranci e condite ciascuno di questi, sulle due superfici maggiori, con l'insaporitore vegetale. Scaldate una padella antiaderento con un filo di olio evo.
Quando sarà ben calda alzate la fiamma e posate i trancetti. Lasciateli rosolare per un paio di minuti, quindi girateli sul lato opposto. Procedete per altri due minuti circa, sempre a fiamma viva. Dovranno essere ben dorati in superficie e rosati all'interno.
Dividete i fili di daikon secondo il numero di trancetti di nasello. Sistemateli a fascio e adagiate su ciascuna estremità un trancetto.
Arrotolate il daikon intorno al pesce e sistemate ciascun nido ottenuto in una pirofila leggermente unta. Irrorate con qualche goccia di olio e infornate a 200° (in forno già in temperatura). Cuocete per 15 minuti, il tempo che la superficie si gratini sufficientemente da risultare dorata.

A questo punto non vi rimane che sfornare la pirofila e servire.
Gustate la delicatezza di questi sapori in una forma insolita e intrigante.

Laura, seppur non abbia assaggiato, ha decisamente gradito l'esuberanza ^_^
Io vi garantisco che, seppur sembri una preparazione complessa, si tratta di un piatto assolutamente semplice e non troppo lungo da preparare.


Perché la sana alimentazione è una questione di scelte, e di dispensa ^_^

abc

Pollo al pompelmo: l’ occasione di trasformare in magia la più semplice delle possibilità

L'unica carne che entra in casa (salvo pochissime eccezioni): il pollo. Il mio stomaco non tollera più altra qualità. Seppur il profumo di grigliate succulenti desti il mio olfatto, il più pacato tentativo di approccio ad un piccolo assaggio scatena guerre mondiali tra acidi gastrici e onde peristaltiche. Confesso che la cosa non mi pesa affatto. Senza carne vivo benissimo!
Ogni tanto, però, mi concedo lui. E ogni volta, laddove i miei classici non soddisfino il desiderio di qualcosa di insolito, mi sbizzarrisco nell'interpretazione.
Mi piace molto accostare le carni alla frutta. Ecco che, allora, nasce l'idea di dare un tocco agrumato (ma particolare, per via del sapore amarognolo del pompelmo) al mio pollo. Eliminata la pelle, che comunque non sarebbe stata arrostita e non avrebbe avuto quell'aspetto irresistibile, la cottura al forno regala comunque una consistenza morbida. E sana. Perché comunque lì casco sempre.
Il mio insaporitore vegetale è diventato alleato fedele e mantiene in movimento l'essiccatore, che non si sa mai ^_^ Il fatto in casa diventa sempre più totalizzante e soddisfacente. Insomma, sano è buono, non c'è più alcun dubbio, e l'educazione alla buona alimentazione rimane una scelta fondamentale. Un gesto d'amore.

Ingredienti

1/4 di pollo
1 pompelmo (per me rosa)
1 cucchiaino di dado vegetale autoprodotto
timo limone
salvia

   Eliminate la pelle dal pollo (eventualmente anche l'eccesso di grasso). Lavate e asciugate qualche ametto di timo limone e qualche foglia di salvia. Tritatele finemente, quindi aggiungete il dado vegetale. Cospargete la carne con mix appena ottenuto e massaggiate bene la carne. Copritela con un foglio di pellicola trasparente e lasciatela riposare per almeno un'ora, in modo che insaporisca.
Spremete il pompelmo e versatelo sul quartodi pollo, che nel frattempo avrete sistemato in una pirofila non troppo grande. Il succo dovrà arrivare a coprire almeno metà dello spessore del pollo. Eventualmente allungate con un po' di acqua. Aggiungete al succo ancora un po' di insaporitore vegetale, quindi coprite tutto con un foglio di carta stagnola.
Portate il forno a 200° e, una volta in temperatura, infornate la pirofila. In tutto la cottura sarà di almeno un'ora, per cui ogni 15 minuti circa sfornate la teglia e girate il pollo. In questo modo l'intero quarto rimarrà costantemente irrorato dal succo, ne acquisirà sapore e rimarrà morbido.
Per gli ultimi 10 minuti di cottura scoprite la pirofila e lasciate dorare la superficie del pollo. Una volta cotto, tenete la carne al caldo e fate ridurre il succo di pompelmo sul fuoco, fino ad ottenere una crema abbastanza densa. Io non ho aggiunto farine o altri addensanti, a voi la scelta.
Sistemate il pollo su un piatto, quindi versate sopra il fondo di cottura al pompelmo. Accompagnate la pietanza con verdure a scelta e servite. Io ho optato per un tris di verdure al forno, semplice, sfizioso e appagante.

La doratura sfiziosa del quarto di pollo nasconde una carne morbida e perfettamente umida. Il boccone è piacevole e i sapori si sprigionano sul palato donando sensazioni inebrianti.

Se non foste amanti del pompelmo, potrete optare per uno degli ultimi aranci di stagione. Ma il suggerimento è quello di non farvi scappare l'occasione di concedervi un piatto sano, leggero e allo stesso tempo irresistibilmente saporito.
abc

Millefoglie di spinaci con farcitura di patate, feta e pistacchi: di sfide, dimostrazioni e piccole soddisfazioni

Per molti, nel mondo foodblog, io sono l'anti-social. Non partecipo agli eventi, non riesco mai a seguire contest. Incontro altre blogger solo quando mossa dall'istinto, non riesco a pianificare di esserci a quell'incontro. Ho i miei tempi, ho i miei stimoli. Mi piace condividere la folgorazione di un momento. Mi piace farmi conquistare da nuove scoperte e testare sempre sapori e tecniche un po' nuove, un po' inconvenzionali.
Questa volta, però, il lavoro tenace di coinvolgmento di due care amiche, Leti e Manu, mi ha convinto: leggo spinaci proprio quando nel carrello della spesa ci sono spinaci. E allora mi dico che sarebbe il caso di farmi venire qualche deliziosa idea, perché questa volta non voglio perdere l'occasione. E va bene che mi esorto a trovare una soluzione all'altezza, ma non è detto che l'ispirazione arrivi sotto esortazione. Non è detto, ma questa volta la fortuna mi guarda in faccia.
Ho mantenuto semplici gli ingredienti, dando loro consistenze che potessero essere affascinanti per i bambini, protagonisti di questo contest, dove le intolleranze sono argomento base. Per il mese di maggio si parla dell'intolleranza all'uovo. Io spesso cucino senza, e non sempre ne sento la necessità. E poi ci sono loro, i prodotti di stagione. Questa volta è toccato agli spinaci, ma..... che ci sia spazio anche per una prossima partecipazione? ^_^ Iniziate a gustarvi questa insolita millefoglie, al resto pensiamo strada facendo!

Con questa ricetta partecipo al contest

Ingredienti

250 g di spinaci freschi
1 patata media
10 g di pistacchi tostati non salati
1 cucchiaino di origano secco
60 g di feta light
sale rosa dell'Himalaya
1 cucchiaio di pangrattato di riso
olio evo

Lavate accuratamente le foglie degli spinaci. Cuocetele al vapore fino ad ammorbidirle appena, quindi strizzatele. Salatele a piacere e compattatele dormando delle cialde dello spessore di pochi millimetri. A questo punto io ho utilizzato l'essiccatore, ma se non lo aveste potrete utilizzare il forno. Servirà che facciate asciugare il più possibile i medaglioni appena formati.
Nel frattempo fate bollire la patata fino a renderla morbida. Schiacciatela con una forchetta, unite i pistacchi tagliati a coltello e l'origano. Coreggete di sale e mescolate tutto. Lasciate raffreddare: in questo modo i sapori si armonizzeranno perfettamente.
Una volta che saranno asciutti e ben uniti, schiacciateli su del pangrattato, in modo da avere una leggera panatura.
Scaldate un filo di olio in una padella e, quando sarà ben caldo, adagiatevi i medaglioni di spinaci. Fateli rosolare bene a fiamma viva, girandoli un paio di volte in modo da avere una doratura omogenea. Mentre gli spinaci sono sul fuoco, sbriciolate la feta sulle patate e mescolate, fino a rendere il composto ben amalgamato.
Togliete i medaglioni dalla padella e iniziate a sistemarne uno su un piatto. Cospargete la superficie con una parte di farcitura. Ponete, quindi, un altro disco di spinaci e continuate con la farcitura.
Arrivate a comporre la millefoglie con tutti e quattro i medaglioni.
Coprite la cima con la farcitura e passate in forno a fare gratinare (io ho gratinato nel microonde) per pochi minuti.
A questo punto estraete il vostro tortino e servite.
   La feta si sarà sciolta solo leggermente, mantenendo la compattezza della millefoglie e donandole un sapore pungente e deciso, addolcito dalla presenza delle patate, reso sfizioso dalla croccantezza dei pistacchi e saporito dal tocco dell'origano. Il taglio sarà perfetto, gli strati ben definiti e i sapori si imprimeranno sui vostri palati senza lasciare dubbi: questo piatto conquista al primo assaggio!
Che mi piacciano le sfide, ormai lo sapete. Ma sfidare le convenzioni è uno stimolo senza prezzo! E questa volta, nello spazio della folgorazione di un minuto, ho dimostrato a me stessa che non c'è limite che non possa essere superato.



abc

Waffles salati al grano arso con crema di patate al rosmarino e asparagi saltati allo zenzero: due anni di noi

La notizia è terrificante. Lo è di suo, senza il bisogno di ricorrere ad aggravanti. Ma il mio cuore è laggiù, negli occhi di un bambino, di una comunità. Di Mahesh sono stati i primi disegni. Le sue pagelle mi hanno emozionato. Ma lui, con la sua famiglia, ha lasciato la zona seguita dal progetto in cerca di fortuna, forse, o di lavoro. Al suo posto sono arrivati gli occhi di Baiju. Le sue lettere mi riempiono il cuore. Ogni volta. Mahesh e Baiju sono nomi che rappresentano un popolo intero, a cui mi sento legata ormai da anni. E questa notizia mi gela il sangue nelle vene. Perché è terrificante senza bisogno di ricorrere ad aggravanti, ma le aggravanti mi colpiscono come una mitragliata in pieno petto. Per quanto io possa fare, nel mio piccolo, non sono niente di fronte alla grandezza di madre natura e delle sue espressioni, sotto qualsiasi forma. Il cuore è là, oggi un po' di più. Il pensiero è costante, voglio informazioni. E improvvisamente, due giorni fa, squilla il telefono. Quelle parole mi colpiscono. "Vogliamo darle notizie". Sono sorpresa, ma non so cosa aspettarmi. Ho paura. Parlo a quella donna come se fosse un'amica, le confido le mie emozioni. "I nostri uffici a Khatmandu sono irraggiungibili, non abbiamo pieno accesso alle informazioni, ma le zone da noi seguite sono piuttosto lontane dall'epicentro". Respiro, ma è difficile contenere questo fiume di sensazioni che mi travolge. "Abbiamo bisogno di aiuto".
Oggi è il secondo compleanno di questo blog. Avevo immaginato di scrivere tutt'altre parole. Di ringraziare ciascuno di voi, per la presenza costante, per l'affetto che mi riservate, per la forza che, anche inconsapevolmente, mi trasmettete, per le motivazioni che mi date.
"Io non posso permettermi di fare grandi cose, ma ho una pagina, seguita da un discreto numero di persone. Posso utilizzare quel canale per fare qualcosa, per fare passare un messaggio, per concentrare le risposte alla vostra richiesta di sostegno". L'entusiasmo che si è acceso nella voce dell'interlocutrice, nel sentire queste parole, mi ha fatto piangere. "Se le venissero in mente altre iniziative non esiti a contattarci".
Non sono che una goccia d'acqua in un oceano infinito. Ma è la goccia che scava la roccia. La goccia, seguita da un'altra goccia, poi un'altra e un'altra ancora.
Più di tremila morti non possono lasciarci indifferenti
Ho promesso che avrei condiviso il loro link. E' nulla, ma lo faccio con quel cuore che abita le terre distrutte e che abbraccia Mahesh, Baiju e tutte le comunità.

Fondo emergenze Nepal

Grazie a chi ci sarà, a darmi forza, motivazioni e coraggio anche questa volta.

Ingredienti

Per i waffles
1 uovo
30 g di farina di segale Jurmano
20 g di farina di grano arso
1 g di sale nero di Cipro
1 pizzico di bicarbonato

Per la farcitura
10 asparagi
200 g di patate
10 g di nocciole
1 rametto di rosmarino
zenzero in polvere
1 cucchiaino di semi di sesamo
sale rosa dell'Himalaya
olio evo

Pulite gli asparagi e cuoceteli al vapore lasciandoli croccanti. Quindi pelate le patate e fatele bollire fino a quando saranno completamente morbide. Schiacciatele, trasferitele in un bicchierone e lasciatele intiepidire.
Sbattete l'uovo con il sale nero, giusto il tempo necessario a rendere omogeneo il composto, ma non spumoso. Aggiungete le farine e il bicarbonato.
Impastate fino ad amalgamare tutto e rendere l'impasto compatto. Quindi mettetelo in frigo a riposare per un'ora, coperto da un foglio di pellicola trasparente affinché non faccia la crosticina.
Pestate le nocciole in un mortaio, non troppo fini. Lavate il rosmarino e tritatelo finemente. Io procedo sempre con la mia fedelissima mezzaluna. Passate le patate tenute da parte con un frullatore ad immersione, creando una crema liscia e vellutata. Unitevi nocciole e rosmarino, mescolate amalgamando tutto perfettamente e lasciate riposare, in modo che i sapori si armonizzino perfettamente.
Scaldate in una padella un cucchiaino di olio evo, quindi fatevi saltare gli asparagi. Salate a piacere e unite lo zenzero in polvere. Fate insaporire e dorare bene con uniformità. Nel frattempo dedicatevi ai waffles.
Scaldate la piastra sul fuoco (io uso quella in alluminio, ma avendo una piastra, accendetela e portatela a temperatura).
Adagiate sopra metà composto e chiudete lo stampo. Cuocete fino ad ottenere una doratura perfetta e l'interno perfettamente asciutto. Prelevate il waffle e procedete con la restante parte di impasto. Mentre cuoce, versate sulla prima cialda buona parte della crema di patate. Sistemate sopra gli asparagi, cospargete con i semi di sesamo e versate la crema restate.
   Quando sarà cotta, utilizzate la seconda cialda per chiudere il sandwich, quindi gustate.
Per i più audaci e sbrodoloni la sfida potrebbe essere quella di assaporare con le mani. Personalmente ho optato per forchetta e coltello. Ho trovato facilitassero l'operazione ^_^

Mi sono piaciuti molto i sapori contrastanti: l'intensità del grano arso incontra la delicatezza della crema di patate e la dolcezza di asparagi novelli e sposa perfettamente l'aroma del rosmarino e dello zenzero. Come mia abitudine, il tocco croccante è quello che rende tutto più sfizioso.

E' un piatto semplice nei sapori, genuino nella scelta degli ingredienti. E non è convenzionale, come ormai, in queste pagine, vi siete abituati a scoprire.
Bilanciato nelle proprietà nutrizionali e contenuto nelle calorie. Rispettoso della stagionalità e decisamente intrigante ^_^
Tutte caratteristiche che ho scelto di mettere in evidenza per questo giorno speciale. Perché sono le caratteristiche che fanno parte di me e del mio modo di vivere e interpretare la cucina.

Dare spunti e percepire quanto questi vengano colti mi riempie di enorme gioia. E questa gioia sarebbe ancora più grande se, uniti a me, decideste di assaggiare non solo questa nuova proposta, ma anche il piacere di destinare qualcosa di personale per una causa importante.
Sono certa che saprete rendermi felice e che darete il vostro piccolo contributo, come una goccia che scava la roccia, alla causa Nepal.

GRAZIE per la vostra preziosa presenza.
abc

Polpette di seppie ripiene di asparagi e pistacchi: le caparbie volontà di una folle testarda

Nella mia dimensione creativa, che proprio non trova piacere nel banalizzare il cibo o nel concepirlo sempre nella stessa forma e dello stesso sapore, mi capita di confrontarmi con sfide talvolta ai limiti del realizzabile. Le idee prendono forma nella testa con una facilità inversamente proporzionale alla fattibilità di realizzazione. O, quantomeno, alla semplicità di esecuzione. Ma, del resto, se non fossi così brava a complicarmi la vita non sarei io. Vi dico solo che ago e filo è stata l'idea di partenza di queste seppie. Le volevo chiuse a polpetta e chiuse a polpetta sarebbero dovute essere. La cucitura sartoriale sarebbe stato l'unico modo per permettermi di ottenere il risultato sperato senza intervenire rovinosamente sull'aspetto della polpetta cotta. L'estetica, laddove non si possa assaggiare con un bel morso (mi spiace davvero tanto per voi, perché talvolta è proprio un'occasione persa!!!), ha la sua fondamentale importanza. Eppure, non me ne voglia la mia brava mamma sarta, ago e filo non erano sufficientemente a portata di mano. E allora come fare? Sfidiamo la sorte: mi affido alla naturale forma di questo mollusco giocando sulla cottura. Il risultato? Guardate e giudicate. Io lo trovo perfettamente corrispondente alla mia idea di polpetta ^_^

Ingredienti

4 seppioline
50 g di asparagi bolliti
7 g di pistacchi
1/2 cucchiaino di farina di limoni
4 rametti di timo limone
sale rosa dell'Himalaya
olio evo
1 cucchiaio di farina di riso
1 cucchiaio di farina di mais fioretto
2 cucchiai di latte vegetale

Lavate le seppie, quindi prelevate tuttti i tentacolini e tritateli, insieme ai pistacchi e al timo limone. Aggiungete gli asparagi tagliati a tocchetti, la farina di limoni e il sale rosa, quindi mescolate tutto e lasciate riposare per una mezz'oretta, in modo che i sapori di armonizzino.
A questo punto prendete le vostre seppie e farcitele con il composto preparato. Fate attenzione a non rompere l'anello della parte del tentacolo prelevato: in questo modo sarete facilitati nel mantenere la forma chiusa del mollusco. Riempitele bene, quindi chiudete bene la carte della seppia intorno alla farcitura.
Passatele nella farina di riso, facendo in modo che ne siano completamente coperte. A questo punto immergetele velocemente nel latte e impanatele nella farina di mais fioretto. Lasciate che prendano bene la panatura e, facendole riporare per una decina di minuti, che la mantengano a sé in modo compatto.
Scaldate in una padella un cucchiaio scarso di olio evo. Quando sarà molto caldo adagiate le seppie dal lato dell'apertura. Lasciatele cuocere per qualche minuto, quindi giratele. Procedete, girandole continuamente e a distanza di qualche minuto, fino a quando saranno perfettamente dorate. Ci vorranno circa 30 minuti a fiamma moderata. Prestate attenzione a non rovinare la panatura negli spostamenti. Non essendoci l'uovo rimane un po' più delicata. Il tempo di riposo pre cottura servirà proprio a far aderire meglio la farina.
A questo punto trasferite nei piatti e gustate. Io ho accompagnato la pietanza con delle semplicissime melanzane grigliate: accostamento perfetto per bilanciare i sapori.

La crosticina croccante che nasconde una carne tenera e un cuore morbido e saporito: un insieme di consistenze perfetto che dà valore ad un piatto sfizioso e insolito.
Il taglio è ad effetto. La coroncina bianca della seppia racchiude perfettamente sapori delicati e particolari. Oltre che genuini.

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Scarola farcita con feta e noci al forno: storie di certezze perdute e conquiste raggiunte

Quando ho dichiarato a mia mamma di sentire il desiderio di un bel piatto di scarola saltata in padella, la sua risposta ha fatto crollare il castello di certezze. "Non ho mai pensato alla scarola, se non per la minestra". E la mia idea che quest'insalata fosse patrimonio genetico della mia adolescenza in famiglia si è silenziosamente frantumata. Ma come????? E io da quale cilindro l'avrei tirata fuori, in tempi decisamente lontani dalla concezione di cucina compulsiva e salutista, questa insalata? Quale barbaro folletto mi ha portato a prendere un cespo di scarola, quando ancora mi nutrivo di alimenti che oggi non riesco neanche a pronunciare? Buco, vuoto, nebbia fitta. C'è questo passaggio della mia esistenza che è un salto nel buio, una tessera mancante di un puzzle più o meno definito. Ad oggi non sono ancora convinta che sia realmente così, ma di certo non ne farò questione di stato. Meglio elaborare da me e, in ogni caso, godere della conquista, qualsiasi sia stato il percorso che mi abbia permesso di raggiungerla. Perché, ve lo confesso, la scarola passata in padella è uno dei miei contorni preferiti. Se arricchita con un paio di olive taggiasche e, magari, delle acciughe.... beh, resistere mi risulta davvero impossibile. Ma nel tempo, oltre che proporvela nella succitata minestra del pastore e alla piastra, l'ho assaporata e contestualizzata in molteplici versioni. Questa vale la pena di essere condivisa. Un cespo farcito e ricco, che si tinge di sapori armoniosi e diventa piatto unico (punti di vista ^_^). Insomma, semplicità e gusto entrano nuovamente in scena. Vuoti di memoria o no, questa insalata non mi delude davvero mai!!

Ingredienti

1 ceppo piccolo di insalata scarola
50 g di foglie di tarassaco
80 g di feta light
4 noci
1 uovo
olio evo

Pulite il ceppo di insalata eliminando le foglie più esterne (in padella con un filo d'olio sono favolose!!) e lavatelo mantenendolo unito al torsolo. Scolatelo bene e tenetelo da parte.
Fate bollire l'uovo fino a farlo diventare sodo, quindi scusciatelo. Lavate le foglie di tarassaco e unitele su un tagliere. Aggiungete i gherigli di noci e tritate tutto con una mezzaluna. Quando sarà piuttosto fine, aggiungete le uova e la feta. Tritate ancora, fino a rendere tutto omogeneo.
Riprendete la scarola. Coprite una pirofila con della carta forno, quindi iniziate ad adagiare le foglie più esterne del ceppo di insalata (staccatele e create una base). Coprite tutto con una parte di farcitura, quindi posate il ceppo stesso e farcite tra le foglie in modo uniforme. Spostate bene foglia per foglia e fate arrivare il trito fin nel cuore.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°. Irrorate leggermente con qualche goccia di olio evo, quindi infornate.
Tenete la pirofila su un ripiano piuttosto basso del forno. In questo modo eviterete di bruciare le estremità delle foglie.
Quando sarà ben dorata, estraete la vostra scarola e servite. Non ci penso un attimo a dire che è perfetto come centro tavola, da sfogliare con le mani e assaporare, foglia per foglia, strato per strato.
E non mi vergogno a dire che, seppur all'inizio abbia dato priorità alle nozioni base del galateo, anche io ho ceduto alla tentazione e l'ho assaporata così, foglia per foglia, rigorosamente con le mani ^_^

Sapori travolgenti che mi conquistano sempre, per un piatto che non mi delude affatto. Un'altra piccola conquista nel mondo del sano e buono.


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Sigari di porro e prosciutto crudo dal cuore filante: nuove proiezioni di una tentazione ricorrente

Ci sono cascata di nuovo. Spesa veloce, una lista stampata in testa (il che lascia molto a desiderare) e un passaggio fortuito davanti al banco dei formaggi in promozione. Non è che mi ci metta di impegno, a guardare, perché nel tempo sono diventata intollerante 'per capriccio dello stomaco' a certi tipi di formaggio, ma è pazzesco come riconosca lui solo con un leggero sorvolo della coda dell'occhio. In quel momento la testa ha iniziato a immaginare, comporre, creare e a quel punto non c'è stato niente da fare: Fontal caro, sei mio!! E ne sono passati di giorni da quando quel pezzo di morbidissimo formaggio è entrato nel mio carrello, fino a quando sono riuscita a dare la forma perfetta alla mia idea. In questo tempo ho scoperto che un pezzetto non troppo grande, passato nel microonde per 4 o 5 secondi, assume una consistenza da mandare in visibilio le papille!! Ma non permetterò che tanta bontà mi streghi al punto da far passare un'occasione in abitudine. Il Fontal rimane un formaggio per pochi momenti: in questo modo il desiderio lo rende speciale!! Cremosità, sapidità, dolcezza e croccantezza fanno di questo piatto un piacevolissimo dipinto di gusto.

Ingredienti

2 foglie di porro
50 g di Fontal Nazionale
20 g di nocciole
4 fettine di prosciutto crudo
1 cucchiaino di semi di canapa
1 cucchiaino di semi di chia
olio evo

Prelevate due foglie di porro, facendo attenzione a non romperle. Lavatele, quindi sbollentatele per un minuto in acqua bollente. Trasferitele su un canovaccio pulito e lasciatele raffreddare. Tagliatele in due dimezzando la lunghezza e tenete da parte.
Pestate in un mortaio le nocciole, in modo da lasciare i pezzi piuttosto grossi. Tagliate il Fontal in 4 bastoncini. Adagiate una fettina di crudo su un tagliere. Versateci sopra un quarto di nocciole, quindi un bastoncino di formaggio ad un'estremità e iniziate ad arrotolare stretto, cercando di chiudere bene le estremità laterali.
Sistemate ciascun involtino in obliquo su un quadrato di porro.
   Arrotolate anche la foglia di porro, chiudendo bene i lati.
Bagnate velocemente ciascun sigaro e passatelo nel mix di semi, mescolati tra loro. Scaldate un filo di olio evo in una padella antiaderente, quindi passate i sigari, a fiamma viva, girandoli in modo che dorino uniformemente.
Una volta che avranno acquisito il colore desiderato, trasferite i sigari su un piatto. Trasferiteli per i famosi 4 secondi in microonde e lasciate che il cuore si ammorbidisca diventando cremoso. A questo punto non vi rimane che servire e gustare.
L'unica accortezza che adotterei sarebbe quella di utilizzare un'intera foglia di porro per ciascun sigaro. Gusto personale, che desidera sentire maggiormente la dolcezza accostata alla sapidità del prosciutto.
In ogni caso quel croccante delle nocciole che contrasta la scioglievolezza del formaggio è qualcosa di formidabile. I semi in superficie rendono sfizioso ogni morso e resistere a ciascun sigaro è impresa praticamente impossibile. Ho accompagnato laportata con dell'insalata scarola appena soffocata in padella con un po' di tarassaco. Un contorno fresco e semplice nei sapori che ben si sposa con i sapori degli involtini.




Non rimane che cedere!!

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