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Crocchette di ceci e spinaci con le nocciole: il buono, il bello e l’esigenza di gestire il tempo

Nel mio panorama quotidiano ci sono due tipologie di approccio culinario: per elaborazione e per istinto. Che, tradotto in altri termini, significa: piatto strutturato o piatto estemporaneo. In genere, mentre le cene che riesco a consumare in casa nelle serate non lavorative mi permettono di dedicare maggior tempo alla preparazione, confino al momento del pranzo i piatti estemporanei. Torno dai miei quotidiani allenamenti e mi trovo a mettere insieme due idee e una manciata di ingredienti in un tempo limite che mi consenta di non pranzare all'ora di merenda. Le esigenze sono quelle di avere una pietanza veloce da preparare, completa per apporto nutrizionale, rispettosa dei miei immancabili principi salutisti e, non transigo, che sappia conquistarmi e mettere in moto le ghiandole salivari. Se, dopo tutta la valutazione razionale, parte anche la risposta fisico - gustativa, allora il piatto è perfetto. Così nascono queste crocchette. La preparazione mi è costata 20 minuti di lavoro, tra cottura delle patate, preparazione della base ai ceci e la messa in forma delle crocchette. Così, quando sono tornata a casa dopo i miei 8 chilometri di salite, il tutto era pronto per essere cotto e per saltare nel piatto nel giro di 10 minuti. Non ci sono scuse: la cucina sana è possibile anche con una manciata di minuti a disposizione. Basta volerlo!! ^_^

Ingredienti

45 g di farina di ceci
35 g di acqua calda
90 g di patate bollite
70 g di spinaci al vapore
1 cucchiaino di olio piccante (il mio è quello home made della mia mamma ^_^)
sale rosso delle Hawaii
10 g di nocciole
pangrattato di riso

Pelate e tagliate a cubetti le patate. Fatele bollire in acqua salata, finché risulteranno morbide.
In una terrina versate la farina di ceci setacciata e unite l'acqua calda, poco alla volta. Mescolate tutto in modo da ottenere una pastella densa e liscia. Unite l'olio piccante e il sale rosso, quindi mescolate ancora e lasciate riposare tutto per qualche minuto. Nel frattempo tagliate grossolanamente, con il coltello, gli spinaci cotti al vapore e ben strizzati.
   Quando le patate saranno pronte scolatele e fatele intiepidire.
Schiacciatele con una forchetta e unitele alla pastella di ceci, insieme agli spinaci. Pestate le nocciole in un mortaio, o tagliatele in pezzi grossi con un coltello e unite anche queste all'impasto. Mescolate bene il tutto, fino ad ottenere un composto omogeneo.
Prendete poco impasto alla volta e lavoratelo con le mani, formando un rotolino. Procedete fino a terminare l'impasto, quindi passate tutto nel pangrattato di riso e ponete le crocchette su un piatto.
Lasciate riposare in frigorifero fino al momento della cottura.
Scaldate un cucchiaio di olio evo in una padella e, quando sarà caldo, sistemate le crocchette. Fatele rotolare subito, in modo che si irrorino completamente di olio: in questo modo doreranno perfettamente senza dover ricorrere ad una vera e propria fruittura.
Basteranno pochi minuti a fiamma viva. Abbiate cura di girarle spesso per ottenere una cottura uniforme e quella crosticina sfiziosa e irresistibile. Quando vedrete che avranno acquisito un bel colore ambrato, eccole pronte da servire.

Accompagnatele con una fresca insalatina di stagione e vedrete che il vostro pranzo estemporaneo sarà una coccola golosissima!!
E, ovviamente, un concentrato di proprietà preziose ^_^abc

Insalatina di totani con carciofi, arancia e nocciole: il carattere che fa da cornice e arriva al cuore

Vado pazza per i sapori agrumati. Al naturale, in versione dolce e anche in contestualizzazioni salate. Mi piacciono per come sanno abbracciare i differenti gusti, dai più delicati ai più importanti, per come riescono a legarli tra loro come fossero un'unica armonia e portarli sul palato enfatizzando dettagli e sfumature. Mi piace la freschezza che regalano all'assaggio. E' come se rendessero tutto più frizzante, donando carattere e personalità ai piatti. Quando ho guardato questi totanetti e li ho immaginati accanto ad un tenerissimo carciofo, non ho avuto dubbi su quanto sarebbe stato magico l'intreccio di sapori in questa cornice. Quattro semplici ingredienti, nient'altro. Legati tra loro con estrema semplicità, rispettando naturalezza e sostanza.
Vivacità di sapori e colori che cattura l'attenzione e appaga i sensi. Senza stravolgimenti.
Ho condiviso questa insalatina con un'amica che ben si presta alle sperimentazioni. Questo per me vuol dire un palato meno abituato a sapori audaci, cosa potrebbe pensare? La risposta? Quando lei mi chiede 1. lista ingredienti e 2. metodo di preparazione...... il successo è garantto!!

Ingredienti

1 totano
1 carciofo
1/2 arancia
25 nocciole
olio piccante
1/2 limone
1 cucchiaino di farina di mandarino (oppure la scorza grattugiata del limone)
sale rosso delle Hawaii

Lavate il totano e pulitelo, eliminando tutte le parti interne. Separate il ciuffo e tagliate il corpo in listarelle. Fatelo bollire in acqua salata per circa 10/15 minuti. Quando sarà morbido scolatelo e sistematelo in una terrina.
Conditelo con olio piccante (il mio è quello preparato da mia madre, con i suoi peperoncini), il succo di mezzo limone e la farina di mandarino o la buccia grattugiata del mezzo limoneMescolate bene tutto, quindi lasciate marinare per un'oretta.
   Pulite il carciofo, eliminando i gambi (che terrete da parte per altri succulenti piatti), le foglie più esterne, le punte, le barbette e le spine interne. Tagliatelo a spicchi molto sottili, quindi aggiungeteli al totano e lasciate che insaporiscano.
Tagliate, dalla metà dell'arancio accuratamente lavato, 5 fettine sottili. Divivede ciascuna fettina in piccoli spicchi e unite tutto al mix di pesce e carciofo. Spremete l'arancio rimanente e irrorate il tutto. Non abbiate paura di fare insaporire troppo gli ingredienti: più tempo rimarranno in marinatura, più il risultato sarà buono.
Prendete, a questo punto, le nocciole. Io ho utilizzato le nocciole nostrane dell'orto di famiglia. Sgusciatele e tagliatele a coltello in una granella piuttosto spessa.
Unitela all'insalatina, spolverizzate con una macinata di sale rosa e mescolate tutto delicatamente, in modo da ottenere una perfetta distribuzione dei condimenti su tutto l'insieme.
Lasciate riposare ancora per un po'. Volendo potrete preparare con largo anticipo questa pietanza. Non si corre il rischio che gli ingredienti cuociano, ma anzi, acquisiranno un sapore sempre più inebriante.

Quando sarà ora, servite l'insalata.
Assaporatela in tutta la sua pienezza, in totale semplicità. Potrebbe bastare una fettina di pane, una fetta di focaccia, una galletta di semi misti o qualsiasi altro crackers e affine.

La protagonista sarà lei, nella sua frizzante freschezza e magica bontà.

abc

Sigari di germogli cremosi in pasta fillo: la conquista di nuovi orizzonti parte sempre da nuove domande

Sto diventando quasi monotematica, lo so. Il fatto è che, da quando ho scoperto dove trovare la pasta fillo, è facile che ceda alla tentazione. Sarebbe una comunissima una tantum, se non fosse che l'enorme quantità di fogli presenti nella confezione non consente di fermarmi ad una sola preparazione. Ma vorrete mai che questo mi scoraggi? Dal momento che non è mia consuetudine ripetere per due volte lo stesso piatto, l'occasione è sempre preziosa per mettere a punto nuove idee.
Questa volta ho unito ad uno dei miei ingredienti preferiti, un altro a cui non riesco a restare lontana per più di un paio di settimane: i germogli di soia. A dire il vero tutto è partito dalla curiosità di assaporare i germoglietti con una crema di parmigiano fuso. Essendo, io, quella che deve sempre bilanciare tutto, alla consistenza morbida di questa proiezione avrei dovuto accostare una consistenza, diciamo, scrocchiosa. Quale migliore occasione per impiegare qualche altro foglio di pasta fillo?
Presentati su un letto di fiammiferini di verdura cotti al forno, questi sigari rappresentano una portata completa, sana e leggera. E sfiziosissima!

Ingredienti

100 g di germogli di soia
10 g di semi di sesamo
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
noce moscata
4 fogli di pasta fillo
olio evo
sale

Sciacquate i germogli di soia. Sbollentateli in acqua salata per un minuti, quindi stendeteli su un canovaccio pulito, per farli raffreddare e asciugare.
Trasferiteli in un piatto, aggiungete i semi di sesamo, la noce moscata e il sale. Mescolate tutto, affinché gli aromi si distribuiscano uniformemente. Unite, poi, il parmigiano e mescolate ulteriormente, amalgamando bene tutto.
Prendete i fogli di pasta fillo e sovrapponeteli tra loro, spennellando ogni strato con un po' di olio evo.
   Tagliateli in quattro, ricavando dei quadrati, e sistemate su un lato di ciascun quadrato una bella cucchiaiata di germogli di soia.
Distribuiteli lungo tutto il lato, lasciando un paio di centimetri da entrambe le estremità.
Ripiegate i due lati di queste estremità su loro stesse, quindi arrotolate la fillo ingabbiando il ripieno di germogli e ricavando dei grossi sigari.
Sistemate gli involtini ottenuti in una teglia rivestita con carta da forno. Spennellateli con un filo di olio su tutta la superficie.
Quando sarà in temperatura, mettete i sigari a cuocere: 200°, per una ventina di minuti circa.
Controllate la cottura, in modo che non scuriscano troppo. La pasta fillo è sottilissima e tende a bruciacchiare facilmente. Ma, soprattutto, cuoce velocissimamente.
Terminata la cottura, sfornateli e lasciateli intiepidire. Quindi serviteli e lasciatevi conquistare dalla consistenza scrocchiarella e dal ripieno avvolgente e delicato.

Approfittate del forno per cuocere le vostre verdure. Tagliate a julienne rimarranno croccanti e sfiziose e accompagneranno perfettamente questi insoliti sigari.

Il cuore vi conquisterà grazie alla consistenza insolita e ad un insieme di sapori delicati e avvolgenti. Un modo diverso di assaporare dei preziosissimi germogli, quei vermicelli per cui molti di voi penseranno, ammettetelo, "e adesso come li cucino?" ^_^


Porsi delle domande è il primo modo di approcciarsi a nuove conquiste!!

abc

Spiedini di totani e cavolini al mandarino: dalla terra al mare una storia di sapori e armonizzazioni

Durante l'ultima tappa taurinense, in cui mi sono concessa ben quattro giorni di compagnia materna, uno dei miei pensieri costanti era.... il bottino. Mamma mi aveva anticipato che nel congelatore troneggiava un bel sacchetto di cavolini di Bruxelles colti poco tempo prima all'orto, tutto per me. La vista, poi, di una quantità infinita di pallette verdi come contorno di uno dei pasti condivisi, ha aumentato desiderio e salivazione. Prossima alla partenza, facciamo come sempre il riepilogo della spesa. Ma.... all'attivo mancano i cavolini. "Mamma.... non dimentichi una cosa importante?". "Li abbiamo mangiati ieri. Non li avessimo utilizzati li avrei dati a te". NON CI CREDO!!!!!! E i miei sogni? I miei desideri? Le mie palpitazioni? Dovrò ripiegare su quelli, banalissimi, acquistati in un qualunque negozio, confezionati in un qualunque stabilimento, da mani che lavorano sui numeri, più che sull'amore per la conservazione. Sforzandomi di non far vedere troppa delusione sul volto a mia madre, mi avvio con il primo carico di borse e valigie verso l'auto. A mamma spetta la sosta cantina per prendere cavolfiori e broccoli e poi ci si vede per i saluti.
Arrivo a casa appena in tempo per svuotare le borse, sistemare due cose, prendere la divisa e andare al lavoro, quando..... I CAVOLINIIIIIIII!!!!! Quell'ultimo pacco mamma l'ha destinato a me ^_^
La gioia è infinita, non potete immaginare la dolcezza di queste pallette verdi. In fondo a lei li ho preparati con lo stesso aroma e li ha anche apprezzati ampiamente.... allora perché non ripetere la prova e presentarvi uno spiedino insolito?
Peccato che, per tempi di organizzazione della cena (la mia cenetta sul tappeto, in cui una volta che mi siedo non mi alzo più, per cui tutto deve essere pronto e caldo) siano stati nel forno, seppur spento, un po' troppo. E' andata persa un po' di morbidezza, ma vi garantisco che questa alternanza di sapori è davvero meritevole.

Ingredienti

2 totani
10 cavolini di Bruxelles
15 g di mandorle pelate
5 g di farina di mandarino
10 g di bacche di Goji
sale
pepe
olio evo

Mondate i cavolini e svbollentateli in acqua salata per circa 4 minuti. Scolateli e passateli sotto un getto di acqua fredda, per fermarne la cottura.
Tritate le mandorle insieme alle bacche di Goji, quindi unite la farina di mandarino e un pizzico di sale. Scaldate un cucchiaio scarso di olio evo in una padella e fatevi saltare i cavolini. Salateli e versateci sopra circa un cucchiaino di panatura.
   Pulite i totani, eliminando le parti non commestibili, e sciacquateli. Eliminate i ciuffi, che terrete da parte, e tagliate in 3 anelli il corpo.
Impanateli bene, su entrambi i lati, nel trito di mandorle e mandarino. Chiudeteli a chiocciola.
Prendete uno spiedo e iniziate ad infilzare, alternandoli tra loro, cavolini e chiocciole di totani. Ogni spiedino dovrà avere 5 cavolini e un totano intero. Ultimate con il ciuffo. Ungete una pirofila con poco olio evo e sistemate gli spiedini.
Accendete il forno e portatelo a 200°. Quando sarà pronto irrorate gli spiedini con un filo di olio e infornate. Cuocete per circa mezz'ora, quindi sfornate e servite.

Fragranti, teneri e delicati. Un piatto che unisce secondo e contorno e che si fa sfiziosamente finger!!

La prova tappeto è stata superata e la leggerezza del piatto ben si addice alla tipologia di cena: calice di vino e totale relax!!


abc

Strudel salato di ricotta e castagne con briciole di frutta secca alla salvia: momenti, sorrisi ed energia pura

Non è da me lasciare che le cose accadano. Io pianifico, valuto, programmo, studio e non lascio nulla al caso. Sono sempre stata così. Fino a quando la vita mi ha insegnato che niente si può programmare. Il destino spiega il suo progetto sul nostro mondo a prescindere dai nostri calcoli e dalle nostre statistiche. E' destabilizzante, per chi deve sempre avere tutto sotto controllo, come me. Ma ho imparato ad accettare che non posso domare il destino. Lui arriva, e travolge. Nel bene e nel male. E ho imparato a lasciarmi trasportare, senza puntare troppo i piedi. E vivere di cuore, più che di testa. La possibilità di avere quattro sere consecutive libere da impegni di lavoro è davvero insolita, direi impossibile. Ma a volte anche l'impossibile accade. Così ho seguito il cuore e ho abbandonato, per un po', i miei modesti set fotografici di preparazioni bizzarre, le ore interminabili passate a sistemare foto, scrivere post, condividere articoli e ho destinato questo tempo al mio più grande amore: la mia scricciolina. Nulla è scontato con lei. Non più. Abbiamo trascorso giornate meravigliose, nella loro semplicità. Ci siamo inventate tempi e spazi, facendo cose che andassero oltre i soliti schemi. E siamo state bene. Abbiamo riso, sorriso e condiviso. Ho cucinato, sì. Non posso farne a meno ^_^ Ma con uno spirito diverso. Ho riabbracciato vecchi amici, ritrovando un sorriso lontano. Ed ora torno qui, con la serenità di cui mi sono arricchita e tanto desiderio di dedicarmi, nuovamente, a questo spazio.
Torno con una ricetta che avevo in archivio. Perdonate la presenza di un ortaggio non più di stagione, ma questo strudel è tanto buono da meritare la condivisione, a prescindere dai dettagli. Attualizzatelo a piacimento, ma non lasciatevelo sfuggire: merita un assaggio e, dopo l'assaggio, merita la replica ^_^

Ingredienti

1 melanzana
100 g di castagne bollite
15 g di anacardi
10 g di pistacchi
4 foglie di salvia
100 g di ricotta vaccina
50 g di Fontal Nazionale
4 fogli di pasta fillo
1 spicchio d'aglio
sale
noce moscata
olio evo

Lavate la melanzana. Tagliatela nel senso della lunghetta e cuocetela in forno (o al vapore) fino a quando sarà morbida. Lasciatela raffreddare e prelevate la polpa, tagliandola a tocchetti.
Riducete in briciole gli anacardi e i pistacchi e teneteli da parte.
Fate scaldare un cucchiaio scarso di olio in una padella e, quando sarà caldo, unitevi l'aglio schiacciato. Lasciate insaporire, quindi togliete l'aglio e versate le melanzane. Salate a piacere e unite la noce moscata. Cuocete a fiamma media per qualche miuto, quindi unite le foglie di salvia, precedentemente lavatem sepezzettandole con le mani. Unite anche le castagne bollite, ridotte a tocchetti, e lasciate che i sapori si armonizzino, per circa 5 minuti, sul fuoco dolce.
   Nel frattempo preparate la pasta fillo, sovrapponendo i fogli tra loro, ciascuno unto con un po' di olio evo.
Spegnete il fuoco sotto la farcia, unite il Fontal a dadini, mescolate velicemente e versate tutto sulla fillo, lasciando un buon margine su un lato della sfoglia.
Ripiegate i due bordi laterali verso l'interno e arrotolate lo strudel lasciando la parte libera alla fine. Trasferitelo su una teglia coperta da carta forno e spennellatelo con pochissimo olio.
   Accendete il forno, portatelo a 190° e, quando sarà in teperatura, infornate per circa 20 minuti. Controllate che la pasta diventi bella dorata, senza che scurisca troppo.
Quindi sfornate e lasciate intiepidire.
Ragliate lo strudel a fette di circa un paio di centimetri e servitelo. Accompagnatelo con una fresca insalata o con verdura saltata in padella e avrete grande successo.

Vi confesso che le due estremità, per gli amanti della croccantezza come me, sono una vera e irresistibile tentazione, per cui, se avrete più di due ospiti a tavola, evitate liti e teneteli per voi :D Non è mai un bene mettere in difficoltà i commensali, ahahahahahah.

In ogni caso vedrete quanto le singole fettine sapranno conquistare i vostri palati, e quelli dei fortunati assaggiatori.abc

Bombette di biete e patate con cuore filante: la verdura a prova del più scettico dei palati

Quella delle verdure, per me è una sfida senza fine. Ne mangio tante e ogni volta cerco di renderle diverse e irresistibili. Beh, certo non per un capriccio del mio palato, che, confesso, le apprezzerebbe anche crude, ma per dimostrare quanto possano essere versatili e assumere aspetto e forma tanto avvincente da soddisfare anche i palati più ostici. Provate a mettere nel piatto dei vostri bambini una polpetta colorata o create degli spiedini con una versione più piccola di bombetta, vicino ad un calice di prosecco, e offritela al vostro compagno, o magari fatene un antipasto per i vostri ospiti.... e divertitevi a vedere le espressioni sorprese e deliziate. Il segreto sta nel calibrare i sapori e nel renderli sfiziosi, cercando l'ingrediente segreto con cui arricchirli, ma mantenendo il sano principio della genuinità. E lasciatevi andare alla meraviglia.
Avevo a disposizione delle buonissime biete dell'orto di mamma. Le adoro, soprattutto saltate in padella con dei bocconcini di patata, sempre lei, la mitica patata rossa di papà ^_^ Questa volta ho deciso di utilizzare gli stessi ingredienti, ma di dar loro una forma diversa. Sono nate, così, queste bombette. Sono semplici, ma sono pronte ad esplodere di sapore sui vostri palati!!

Ingredienti

100 g di patate rosse pulite
200 g di biete bollite
15 g di burro di arachidi salato
15 g di senape
10 g di crusca d'avena
40 g di Fontal Nazionale
sale rosa dell'Himalaya
noce moscata
farina di riso
latte di avena
pangrattato di riso

Tagliate le patate a tocchetti e fatele bollire in acqua salata, fino a quando saranno morbide. Inserite le biete in un boccale e, quando saranno pronte, trasferitevi anche le patate scolate.
Aggiungete il burro di arachidi e frullate. In questo modo l'amido delle patate creerà un impasto compatto e cremoso. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con un po' di sale rosa.
   Aggiungete una bella grattugiata di noce moscata e la crusca d'avena. Amalgamate bene tutto, quindi unite la senape e mescolate ancora, fino ad ottenere un composto omogeneo.
Fate riposare l'impasto per circa mezz'ora, in modo che si assesti e si armonizzi nei sapori.
Nel frattempo tagliate il Fontal (o qualsiasi altro formaggio filante vi piaccia) in cubetti. Ne serviranno circa 8, ma dipenderà dalla dimensione che vorrete dare alle vostre bombette.
Sistemate su un foglio di carta assorbente della farina di riso e il pangrattato. In una ciotolina versate un po' di latte d'avena (o qualsiasi altro latte vegetale o vaccino).
Inumiditevi le mani. Prendete un po' di impasto di biete e fateci un solco nel centro. Sistemate un dadino di formaggio, quindi richiudete la bombetta. Passatela nella farina di riso, poi nel latte d'avena, quindi nel pangrattato di riso.
Ripetete l'operazione fino a terminare l'impasto, quindi fate riposare le bombette, in frigorifero, per circa mezz'ora.
Scaldate in una padella un cucchiaio di olio evo. Quando sarà caldo sistemate le bombette e fate in modo che vengano irrorate completamente dall'olio.
Lasciatele cuocere a fiamma viva per circa dieci minuti, in modo che si formi una bella crosticina all'esterno e che il ripieno fonda.

A questo punto togliete dal fuoco la padella e servite le bombette.
Gustate calde o tiepide (ma anche fredde, ve lo garantisco!!), questi piccoli concentrati di salute e bontà sapranno stupirvi!

Adatte ad una dieta vegetariana e celiaca, non tolgono la scena al piacere del gusto!


abc

Cestini di fillo con cuore filante di spinaci: ogni cosa a suo tempo, ma…. ora siete avvisati

Non era quella rassegnazione che scoraggia, tanto che la pasta fillo ho imparato a farmela in casa. Non c'era verso che riuscissi a trovare quei sottilissimi fogli pronti all'uso. Poco male, certo, la soddisfazione, nonostante l'impegno richiesto per la stesura della sfoglia, è sempre stata importante. Nonostante questo, però, ogni volta che bazzicavo nel reparto freschi di qualsiasi supermercato, l'occhio analizzava con meticolosità ogni prodotto, senza che il passo accennasse ad altro se non ad un impercettibile rallentamento. Per non destare sospetti, e per non dimostrare quella non rassegnazione che caratterizza il mio essere testardo e caparbio, l'espressione è sempre stata contenuta, come chi si muove per la necessità di spostarsi da un luogo all'altro, non come chi cerca l'oro. Questa scena si ripete da anni. Immaginate, talvolta mi soffermavo anche a chiedere lumi agli addetti di reparto. Niente, ogni volta la stessa risposta. NON L'ABBIAMO. A volte qualcuno mi rispondeva "sfoglia, vorrà dire?". Delusa, ma non ho mai mollato. Anni, vi rendete conto? Anni di lotte tra orgoglio e rifiuto di una situazione che confermava l'inutile persistenza. Ah, queste disperazioni da casalinga frustrata :D Ma nulla accade per caso, la ruota gira sempre, non esistono più le mezze stagioni e una rodine non fa primavera. L'HO TROVATA!!!!!!!!!!!!!!! Solo lo sfinimento per la fatica impiegata, mi ha fatto desistere dal saltellare per i bancali allungare una mano e afferrare quel pacchetto, nonostante la soddisfazione per la resa del mio personale impasto. Voglio dire, è costato chilometri e chilometri tra banchi frigo, attese infinite del giorno giusto per coronare un sogno..... fosse solo per principio, ora la compro!!!! Ovviamente prima ho letto bene tutti gli ingredienti. Sia mai che ci siano robette ostiche ^_^
Presa, portata a casa. E ora? 11 fogli della dimensione di circa 50 cm x 50 cm. Ecco, ma in quanti mesi potrò mai mangiare tutto 'sto popò di pasta? Ci siete già arrivati, vero? Beh, sì, lo confesso.... vi proporrò fillo a non finire.

Ingredienti

2 fogli di pasta fillo
500 g di salsa di pomodoro (io fatta in casa)
100 g di spinaci cotti al vapore
10 g di semi di zucca
20 g di Fontal nazionale o altro formaggio filante
peperoncino
noce moscata
sale
olio evo

Versate la salsa di pomodoro in un tegame e unite il peperoncino e i semi di zucca tritati. Lasciatela consumare, fino ad ottenere un concentrato. Assaggiatela e salatela a piacere.
Tritate gli spinaci e insaporiteli con la noce moscata. Quando il pomodoro sarà pronto, unitelo agli spinaci e mescolate bene tutto. Lasciateli insaporire per almeno una decina di minuti. Il tempo di preparare le sfoglie.
Prendete due fogli di pasta fillo e tagliateli a metà, ottenendo 4 sfoglie. Ungete gli strati con l'olio evo e sovrapponeteli.
   Tagliate dei quadrati di circa 15 cm di lato.
Sistemate su ciascun quadrato un cucchiaino di spinaci. Affondate nel centro un cubetto di Fontal. Chiudete il fagottino partendo dagli angoli e sistemateli su una placca, coperta da carta forno.
Portate il forno a 190° e infornateli. Cuocete per circa 15 minuti, controllando che la sfoglia non scurisca troppo. Potrebbero bastare anche 10 minuti. Ricordate che la pasta fillo è molto delicata, anche in cottura, per cui prestate attenzione.
Quando saranno pronti sfornateli. Lasciateli intiepidire: in questo modo eviterete di ustionarvi e il ripieno si compatterà perfettamente, arminizzandosi nei sapori.
Serviteli e divertitevi a gustarli.

Che siano proposti come antipasto, come accompagnamento ad un aperitivo, come portata principale, questi cestini vi conquisteranno senza rimedio!!

E questa pasta fillo è una vera delizia. Almeno per questo tipo di preparazione.

[to be continued...]
abc

Arrosto di sedano rapa al forno: la casualità che apre un mondo e che accende l’immaginazione

Il mio lavoro mi ha spesso portato, e mi porta ancora, in giro per il mondo, alla scoperta di luoghi meravigliosi, nel vivere in prima persona quelle che sono le realtà delle differenti strutture ricettive e le tradizioni di una location. Dai tropici, alla montagna, senza colpo ferire. Sono esperienze che aiutano a toccare con mano e ad offrire un servizio sempre più ad hoc, in risposta alle richieste di voi viaggiatori (a proposito!! Preparatevi ad una piccola grande novità che coinvolgerà la Mai Soli nel Mondo. Il tutto, ovviamente, verrà condiviso anche sulla pagina di Facebook). Queste esperienze generalmente sono molto intense e permettono di arricchire le conoscenze sotto ogni profilo. Talvolta anche quello culinario ^_^ Fu proprio in uno di questi eventi, un educational organizzato dalla TH Resorts a Pontresina (visitate il sito perché ne vale la pena e non esitate a chiedermi chiarimenti e informazioni per organizzare un soggiorno sulla neve da ricordare!!!), che mi imbattei in una portata, nel ricco buffet, che attirò la mia attenzione. Forse sentii parlare di sedano rapa un paio di volte, prima di allora, ma non avevo mai stretto alcun tipo di rapporto con quella radice deforme, dall'aspetto decisamente bruttarello. Ma come ogni amante del cibo che si rispetti, non esitai ad assaggiare quelle fettine biancastre, presentate sotto una leggera gratinatura filante. Fu amore. Tanto che, alla visione del sedano rapa sui banchi ortofrutticoli, il sorriso radioso che istantaneo si appropriò dei miei occhi e giù, fino alla punta dei piedi, divertì (e insospettì) i malcapitati compagni di spesa. Lo adoro in qualsiasi modo: in crema, gratinato, saltato in padella, anche crudo. Poi un giorno, risucchiata dal fascino della cucina di Jamie Oliver, di cui condivido parecchie idee ma non tutte, mi imbattei in questo arrosto. Ovviamente ne presi l'idea e preparai la mia versione. Bene, credo che questo possa essere uno spunto pazzesco. Le aromatizzazioni possono essere infinite. Il risultato è sempre lo stesso: una favola!!!! Peraltro immaginate me, da sola, con lo stomachino da colibrì, davanti ad un arrosto di cotanta dimensione? Non spaventatevi, non ho finito questo popò di arrosto in una volta sola e non mi sono messa a spacciare fettine ai condomini. Vi dico solo che, il giorno dopo, e quello dopo ancora, questo arrosto è ancora più buono!!!! Si arricchisce degli aromi di cottura e, anche freddo, colpisce in pieno petto.
Queste sono grandi soddisfazioni ^_^


Ingredienti

1 sedano rapa
20 g di olio evo
1/2 limone biologico (succo e scorza)
1 spicchio d'aglio
3 bacche di cardamomo
qualche foglia di basilico, rosmarino e menta
peperoncino
sale

Iniziate dalla parte più ostica: pulite il sedano rapa. Lavatelo bene ed eliminate le radici più sporgenti. Preparate la marinata versando in una boule l'olio, il succo e la scorza del limone, il cardamomo, le foglie di aromi l'aglio, il sale e il peperoncino.
Tagliate due fogli di carta forno e sistemateli a croce. Sistemate nel mezzo il sedano rapa e versatevi il condimento. Strofinate bene, con le mani, tutta la superficie, in modo che gli aromi prendano bene contatto con la radice. Richiudete l'involucro e lasciatelo insaporire, al fresco del frigorifero, per almeno 6 ore.
Trascorso il tempo della marinatura (potrete lasciarlo anche tutta la notte, o prepararlo il mattino, prima di andare al lavoro, per averlo pronto a cena) non dovrete fare altro che cuocerlo.
Portate il forno a 175° e cuocetelo per 1 ora. A questo punto aprite il cartoccio, alzate la temperatura a 190° e proseguite la cottura per un'altra ora e mezzo.
Ci vorrà tempo affinché cuocia perfettamente e diventi morbido, ma la pazienza verrà sicuramente ripagata.
Quando sarà ben rosolato, sfornatelo, lasciatelo intiepidire un po' e tagliatelo a fettine, proprio come un arrosto.
Sistematelo in una pirofila o su un piatto da portata, versateci sopra il fondo di cottura e servitelo. Potrete anche conservarlo al caldo del forno spento, fino al momento di servirlo. Questo potrebbe permettervi di prepararlo con anticipo, nel caso in cui abbiate la necessità di gestire altre portate.
Poche e semplici mosse per un piatto che non vi deluderà.
Il taglio è tenero ^_^ e il sapore inebriante.
Ovviamente rimane una tela bianca da dipingere con aromi e spezie a voi più gradite.

Non vi resta che servirlo e..... gustarne la delicata pienezza di sapore.


abc

Millefoglie di lenticchie con crema ai lupini: il fascino della rossa che accende l’immaginazione

Dire che ho un debole per le lenticchie non è propriamente esatto. Mangio senza problemi qualsiasi tipo dei lenticchia, qualcuna più volentieri, quanlcun'altra con maggiore indifferenza. Volentieri, certo, le trovo preziose da un punto di vista nutrizionale, ma ritengo non siano niente che mi sconquinferi le papille gustative! Però c'è un ma. Nella mia continua ricerca di sapori nuovi, nell'affinare le tipologie di prodotti presenti in dispensa, ho conosciuto, ormai molto tempo fa, la lenticchia rossa. Ecco, è proprio davanti a lei che non riesco a fermare l'immaginazione. Delicata, sia come consistenza che come sapore. Divertente, con le sue note di colore brillanti. Versatile, per la sua struttura che la può rendere ora croccante, ora morbida, ora vellutata. Ormai per me, dopo le diverse preparazioni in cui l'ho utilizzata (un esempio qui, qui e qui), la lenticchia accende un'immagine arancio acceso nel mio immaginario. Per me esiste quasi esclusivamente lei, la rossa. Ma mai, e dico MAI, finisce nel piatto senza essere stravolta, accostata ad altri sapori, aromatizzata. Questa millefoglie ne è la prova. Insolita, come fosse un'impronta digitale identificativa. Curiosa, nella sua alternanza di consistenze. Armoniosa, in una calda avvolgenza tipicamente autunnale. Irresistibile.

Con questa ricetta partecipo al contest di Kiara
http://kucinadikiara.blogspot.it/2014/10/4-contest-kucina-di-kiara-una.html

Ingredienti

Per la sfoglia
50 g di lenticchie rosse
20 g di farina di ceci
45 g di brodo di cottura delle lenticchie
sale
peperoncino
noce moscata

Per la crema
2 patate medie (80 g pulite)
80 g di lupini
10 g di burro di arachidi salato
1 rametto di mentuccia
sale

Per la composizione
parmigiano
noce moscata

Versate le lenticchie in un colino e sciacquatele sotto l'acqua corrente per un buon minuto. Versatele, quindi, in un pentolino e portate a bollore, aggiungendo poco sale e sapori a piacere. Fatele cuocere fino a quando saranno ben morbide, quindi scolatele e lasciatele intiepidire.
Versate la farina di ceci in una ciotola capiente. Aggiungete poca acqua di cottura delle lenticchie alla volta, mescolando energicamente in modo da non far formare grumi. Salate e unite noce moscata e peperoncino a piacere, quindi versate le lenticchie, mescolate e lasciate riposare la pastella per almeno un'ora. Rivestite una teglia con carta forno e, dopo il tempo di riposo, versateci sopra l'impasto. Livellatelo in modo da ottenere uno strato uniforme, spesso non più di 3 o 4 millimetri. Infornate e cuocete a 200° per 30 minuti.
Pelate e tagliate le patate a dadini. Fatele bollire in acqua leggermente salata fino a renderle morbide. Nel frattempo pulite i lupini e metteteli in un bicchierone. Unitevi le patate, il burro di arachidi e le foglioline di menta.
Frullate tutto per diversi minuti, in modo da ottenere una crema corposa e liscia. L'amido delle patate (io ho usato le mitiche patate rosse dell'orto di famiglia) legherà tutto perfettamente.
Assaggiate e correggete, eventualmente, con un pizzico si sale.
A questo punto la sfoglia sarà pronta. Dovrà essere molto croccante in superficie, ma morbida all'interno. Sfornatela e tagliatela secondo la forma a voi più gradita.
Iniziate a comporre la millefoglie versando su un primo triangolo di sfoglia un cucchiaio di crema.
Grattugiatevi un po' di parmigiano e della noce moscata (io ne sono una folle amante, per cui non mi sono risparmiata). Posizionate sopra un'altra sfoglia e continuate con la crema, il parmigiano e la noce moscata, fino a terminare gli ingredienti.
Ultimate la composizione con una generosa grattugiata di parmigiano.
Passate il piatto in forno e fatelo gratinare per pochi minuti, fino a quando il formaggio si sarà fuso e avrà conferito un colore ambrato.
A questo punto non vi resta che servire la vostra millefoglie e assaporarla in tutta la sua pienezza. Che sia al taglio o sfogliata, la presenza di una consistenza sfiziosamente croccante accanto alla pienezza di una crema delicata, renderanno unico questo piatto dai toni insoliti.
Una nuova magia, ricca di proteine e ben bilanciata in grassi e carboidrati.
Ovviamente senza sacrificare il sapore!!!! Siete convinti? ^_^


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Panatura di totani al forno: il piacere della finzione, quando di finto c’è soltanto la frittura

Lo confesso, per quanto la mia cucina tenda sempre più verso un'impronta vegetariana, con qualche slancio vegano, ci sono piatti a cui non so davvero resistere. Non me li concedo spesso, ma quando sento l'ispirazione, è bene che la colga: per qualcuno potrebbe essere una benedizione vedermi mangiare così!! La carne l'ho quasi definitivamente eliminata. Se una volta mi concedevo dei bei filetti, o delle costate, o polpette di ogni genere, o ancora tanti begli ossicini da ripulire al meglio, oggi mi riduco ad un pezzo di pollo al mese e a qualche fettina, qua e là, di prosciutto e di bresaola. Difficile che senta il bisogno di saziarmi di carne. Differente è il discorso per il pesce. Forse perché è più delicato, forse perché il mio stomaco ne gadisce la leggerezza, forse perché mi fa semplicemente più gola, insomma, davanti ad un buon piatto di pesce non riesco a fermarmi. E questa volta mi è bastato vedere dei freschissimi totanelli in pescheria, per capire che li avrei apprezzati. E che li avrei preparati così. E' una vita che non li mangio e ho sentito che fosse arrivato il momento di rimediare. Di finto, in questa portata, c'è solo la frittura. Perché tutto quello che si può cercare in un piatto del genere, si avverte in modo deciso. La croccantezza della panatura, la fragranza data dalla cottura, la tenerezza della carne e l'avvolgenza del profumo. A chi piace, uno spicchio di limone sarà l'unico accessorio richiesto, poi.... così'altro desiderare?

Ingredienti

200 g di totani freschi
1/2 limone bio
noce moscata
zenzero in polvere
2 bacche di cardamomo
5 g di olio evo
sale
1 cucchiaino di farina di riso
1 cucchiaio di pangrattato di riso

Lavate i totani, puliteli dagli occhi e dalle interiora e tagliateli ad anelli. Lavate il limone. Prelevate la buccia e tenetela da parte. Spremete metà limone. Versate il succo in una boule, insieme all'olio, al sale, alla noce moscata, allo zenzero e ai semi di cardamomo contenuti nelle bacche. Amalgamate bene, quindi unite i totani tagliati. Aggiungete la scorza del limone, mescolate bene con le mani in modo che la marinatura avvolga perfettamente il pesce, coprite con un foglio di pellicola e lasciate marinare per un paio d'ore in frigorifero.
Trascorso il tempo, accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Sistemate su un foglio la farina di riso, il pangrattato e una bella grattugiata di noce moscata. Mescolate tutto in modo da ottenere una polvere omogenea.
Prelevate i totani dalla marinatura e scolateli. Passateli nel pangrattato, facendo in modo che vengano completamente coperti dalla panatura.
   Ungete leggermente una teglia (io l'ho coperta con un foglio di carta forno, poi unto leggermente) e sistemate i totani, cercando di distribuirli senza che rimangano accavallati tra loro.
Infornate e cuocete a 180° per 30 minuti, controllando la cottura e smuovendoli un po' dopo circa 20 minuti. Controllate che siano ben dorati e che lo siano uniformemente. Eventualmente salateli ancora, quando mancheranno pochi minuti.
Sfornateli e serviteli.
Io li ho accompagnati con delle sfoglie di melanzana, ovviamente non fritte ^_^
Ora, come mi piace consigliare, sporcatevi le mani!!!!! E non lasciate neanche una briciola.
La croccantezza della panatura e la morbidezza del totano vi sapranno conquistare in una lotta all'ultimo anello ^_^



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