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Fiore di carciofo ai pistacchi con occhio di bue al forno: appagare occhi e palato con una semplice scintilla

Una delle rare sere in cui sono in casa, in questo periodo. Tra il Natale da mia madre e le serate di lavoro, diventa un'impresa riuscire ad organizzare anche un'uscita di piacere. Figuriamoci una cena tranquilla e spensierata. Ma poi arriva quel giorno. E vorresti fare miliardi di cose, ma vorresti anche riposare un po', dedicarti alla lettura. Magari cucinare qualcosa. Ebbene, il nulla regna sovrano. Il frigorifero è pieno di verdura (unica cosa che riesco a mangiare con piacere in questo periodo) e nessuna idea in testa. Lo sapete, io cucino solo se scatta la scintilla. Diversamente non mi cimento neanche: mi nutro e via, nel minor tempo possibile, con il minor impiego possibile di energie. Focalizzavo l'attenzione su quel cespo di catalogna. Ho cercato di girarlo e rigirarlo, ma niente, nessuna ispirazione. Poi ecco che arriva, pungente, quel pensiero accantonato tempo fa. Si verifica la presenza degli ingredienti e..... si cambia rotta. Esperimento in corso, scintilla scattata e.... successo raggiunto!!!! Questo carciofo è delicato e sfizioso. Ultimamente è di moda "scomporre" i piatti, separando ogni singolo ingrediente. Questa volta, per la mia smania di andare controcorrente, ho compattato un secondo piatto e il suo contorno. E il risultato non lascia indifferenti.

Ingredienti

1 carciofo
12 g di pistacchi tostati
1 rametto di rosmarino
1 uovo
sale
olio evo
sale nero di Cipro

Mondate il carciofo, eliminando il gambo, le foglie esterne e le punte. Allargatelo leggermente, quindi bollitelo, in acqua salata, per circa 3 minuti. Scolatelo e lasciatelo a testa in giù, cercando di allargare bene le foglie.
Lavate un rametto di rosmarino e asciugatelo bene. Prelevate le foglioline e sminuzzatele con ul coltello. Unite i pistacchi e tagliateli, sempre a coltello, creando una granella quanto più uniforme possibile.
Mescolate bene pistacchi e rosmarino e versatelo all'interno del carciofo, facendo in modo che vengano farcite tutte le foglie, tra i differenti strati. Salate leggermente e irrorate con un filo di olio evo.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Rompete l'uovo e versatelo al centro del carciofo, che avrete sistemato in un piccolo stampo o in una teglia. Spolverizzatelo in superficie con del sale nero di Cipro e infornatelo. A piacere potreste aggiungere spezie, o pepe, o peperoncino o qualsiasi gusto di vostro grandimento.
Cuocete per circa 25 minuti, controllando che il tuorlo non diventi sodo.
Quando sarà pronto estraete la teglia e trasferite il carciofo nel piatto.
Personalmente l'ho cotto in una terrina piccola e l'ho gustato direttamente lì.
Divertitevi, ora, a sfogliare il carciofo, assaporando le foglie esterne pistacchiose, fino ad arrivare al cuore morbido e avvolgente. Rompete il vostro tuorlo e..... deliziatevi.
Sapori che non si intralciano, lasciando la magia dell'assaggio nella grandezza della semplicità.

Ancora una coccola riuscita!!

abc

Ricotta di lupini al forno: quando i gusti si incontrano e i piatti si confrontano

Ho un debole per i lupini. Questo credo non sia più un mistero. Li trasformo in ogni pietanza e puntualmente, nel percorso di filiera, qualcuno finisce dritto sotto le affamate fauci. Creme, crocchette, burger e insalate. Ma chi mai avrebbe pensato ad una ricotta? Quando lessi il post di Ravanellocurioso rimasi estasiata e mi dissi che avrei replicato. Lei si ispirò ad una ricetta di Cristina, La zucca capricciosa, che a sua volta si ispirò a a Mimì, Una V nel piatto. DOVE "V" STA PER VEGAN. La sorpresa è stata scoprire che io ero sempre stata ad un passo da questo piatto. Il passaggio in forno rende sfiziosa questa crema che incanta, per delicatezza e avvolgenza. Ho apportato un paio di piccole modifiche, secondo il mio gusto, ma ve ne parlo con la fierezza di chi sa dare valore al cibo e alle sue proprietà. In questo piatto c'è piena genuinità: proteine pure che, supportate da vitamina A, ferro, calcio e potassio, a fronte della completa assenza di colesterolo, fanno di questo piatto una vera fonte di salute. Ingredienti 500 g di lupini (da sbucciare) 8 g di gomasio 1 rametto di rosmarino 80 g di acqua 2 cucchiaini di olio evo + q.b. noce moscata paprika dolce semi di sesamo per guarnire sale pepe
Pulite i lupini e lasciateli a mollo, anche una notte, in modo che perdano parte della soro sapidità.    Sciacquateli e metteteli in un biccherone di plastica. Unitevi paprika e noce moscata a piacere, il rosmarino lavato e asciugato e una parte dell'acqua. Iniziate a lavorare tutto con un frullatore ad immersione, aggiungendo l'acqua rimasta e i due cucchiaini di olio evo. Frullate bene fino ad ottenere una crema omogenea e liscia, senza rimasugli di lupini. Unite il gomasio e lavorate bene, fino ad amalgamarlo completamente. Riempite, con la crema ottenuto, uno stampino, o una fuscella, se vi piacesse l'aspetto estetico che lascia al composto. Compattatelo bene senza lasciare vuoti, copritelo con un foglio di pellicola trasparente e mettetelo a riposare in frigo per almeno un paio d'ore. Preparate un'emulsione con olio evo, sale e pepe. Rovesciate la ricotta dallo stampo, su una teglia coperta di carta forno e copritela, spennellando, con l'emulsione. Cospargete la superficie con i semi di sesamo e infornate, a 180° per 30 minuti. Alzate quindi la temperatura a 200° e proseguite per altri 10 minuti. Non ha bisogno di cuocere, come piatto, per cui non dovrete arrivare ad un punto di cottura ottimale. Guardate solo che dori bene in superficie. Sarà pronta quando raggiungerà il grado preferito di doratura.
Sfornate la vostra ricotta e impiattatela. Con queste dosi mi sono venute due porzioni abbondanti: una che ho cotto al forno e l'altra che..... attende ^_^    Ho accompagnato questa pietanza con un buon piatto di carote, fagiolini e asparagi saltati in padella con un po' di semi di sesamo. Il piatto appaga i sensi e si fa mangiare con grande gusto! Non vi ricorda qualcosa questa immagine presa dall'alto?abc

Polpette di melanzane dal cuore filante: non chiamatelo contagio ma capriccio assecondato

Ok, lo ammetto, è da un po' di giorni che vedo polpette di melanzane ronzarmi davanti agli occhi, in mille versioni e con molteplici commenti annessi e..... non è che mi sia fatta prendere dalla polpettite acuta, ma..... il mio stomaco ha iniziato a reclamare questo piatto e..... vorreste provarci voi a metterlo a tacere???? Perché per me è veramente impensabile riuscirci! Ricordate quando, raccontandovi dei sandwiches di melanzana al prosciutto cotto e pistacchi, vi narrai degli alimenti ritenuti "veleno" per il mio gruppo sanguigno, secondo la dieta del Dott. Mozzi? Ecco, grazie a quella lettura eliminai dalla mia alimentazione questo buonissimo ortaggio. Questo per parecchio tempo, fino a quando il desiderio di assaporarne nuovamente una non è diventato incontrollabile. Beh, vi dirò (a voi e al Dott. Mozzi) che queste polpette, dieta o non dieta, regime o non regime, sono la fine del mondo!!!!! Certo è che ho riadattato un classico secondo i miei punti fermi, sempre loro: mai mischiare le proteine. Consiglio a chi non avesse la necessità di seguire questa regola, di aggiungere un uovo. La cottura sarebbe sicuramente più facile e la consistenza sarebbe indubbiamente maggiore!

Ingredienti

1 melanzana
2 gallette integrali di sesamo e amaranto (io Allos)
10 g di pistacchi tostati non salati
10 g di parmigiano
4 foglie di salvia
1 spicchio d'aglio
100 g di mozzarella (io light)
pangrattato (io di riso)
sale
olio evo

Sbucciate la melanzana, tagliatela a dadi non troppo piccoli, mettetela in un colapasta, cospargetela con del sale e lasciatela per un paio d'ore sotto un peso, in modo che perda la sua acqua. Trascorso questo tempo sciacquatela bene e strizzatela.
Fate insaporire uno spicchio d'aglio insieme ad un cucchiaio di olio evo, in padella e aggiungete le melanzane. Coprite e fate cuocere, a fiamma media, per circa 20 minuti, fino a quando risulteranno morbidissime. Aggiungete, di tanto in tanto, un po' di acqua, in modo che non attacchino alla padella, e mescolate spesso. Quando saranno pronte spegnete il fuoco, togliete l'aglio e schiacciate le melanzane con una forchetta, in modo da ricavarne una poltiglia non troppo cremosa.
Mentre il composto intiepidisce lavate e asciugate bene le foglie di salvia. Tritate le gallette, i pistacchi, il parmigiano e la salvia e aggiungete il tutto alle melanzane.
Mescolate bene fino a quando otterrete un composto omogeneo. Assaggiate e correggete eventualmente di sale (io non ne ho aggiunto). In questa fase, per chi volesse, aggiungete l'uovo e amalgamatelo bene.
Tagliate, ora, la vostra mozzarella a cubetti non troppo grandi.
Bagnatevi le mani, affinché l'impasto non si attacchi e in modo da poterlo lavorare facilmente, prelevate un po' di preparato di melanzane, schiacciate nel centro un cubetto di mozzarella e ricopritelo bene con l'impasto, formando una polpetta.
Procedete fino a terminare melanzane e mozzarella.
Impanate le polpettine appena ottenute nel pangrattato e cuocetele in padella con un paio di cucchiai di olio evo. Dal momento che la melanzana tende ad assorbire l'olio, io ne metto inizialmente poco e faccio una giunta nel momento di girare le polpette per la cottura sull'altro lato.
Fatele dorare bene fino a che si formi una golosa crosticina, dopo di che servite. Sono ottime da assaporare calde.




Involucro croccante, interno morbido e cuore filante.... una ghiotta dipendenza!!abc

Mostracchini, ovvero mostriciattoli fritti allo stracchino: bontà e gusto dal primo morso

E' stato qualche giorno fa: la grande Federica, nel suo blog Ricette Facili e Veloci, pubblica la ricetta di deliziosissime palline allo stracchino. Amore a prima vista. Un formaggio che amo particolarmente (e che consumo sempre in versione light), i pistacchi che adoro....e ...... fritto???? Fede non possiamo trovare una cottura differente? Impossibile, certe cose vanno per forza fritte. Sono stata in dubbio un po' sul lasciarmi convincere o meno. Alla fine ha prevalso la gola, a discapito di uno stomaco sempre più abituato ad un'alimentazione salutare e sempre più capriccioso. Non friggo MAI, mi sento poco portata e ho anche poca dimestichezza con questa tecnica di cottura. Perché tutte queste premesse? Primo: queste frittelle, denominate mostriciattoli per un aspetto non proprio in linea con la versione originale, non hanno niente a che vedere con quelle di Federica (al di là delle modifiche che ho apportato per necessità o per scelta); secondo: non farò più un fritto per i prossimi 20 anni..... Il mio stomaco ha gradito, ringrazia e pone un veto assoluto!! Ma se sono riuscita io a gustare questa sfiziosa prelibatezza.... sono certa che voi ne farete un grande e incontrollato consumo! La ricetta di Federica è strepitosissima. Appetizer, seconda portata, piatto unico, come vorrete questi mostracchini (mostriciattoli di stracchino) sapranno deliziarvi!!
Ringrazio Max, il blog di Max, per la preziosissima consulenza circa la scelta dell'olio che meglio si presta alla frittura.

Ingredienti
Per 8 frittelle

50 g di stracchino (io Certosa light)
12 g di pistacchi sgusciato, tostati e non salati
25 g di farina 00
25 g di farina integrale
noce moscata
acqua (meglio se frizzante, io ne ero sprovvista)
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale
olio di arachidi (ideale per le fritture, anche se io ho usato olio di semi di soia)

Tritate grossolanamente i pistacchi. Mescolate lo stracchino con una frusta, aggiungendo qualche cucchiaio di acqua per agevolarvi, fino ad ottenere una crema liscia. Aggiungete la noce moscata a piacere, il sale, i pistacchi e la farina, poco alla volta, mescolando bene. Otterrete un impasto piuttosto colloso. Aggiungete circa 4 cucchiaio di acqua (meglio se frizzante) e mezzo cucchiaino di bicarbonato (io non ho voluto utilizzare il lievito istantaneo).  Mescolate bene fino ad amalgamare tutti gli ingredienti.
Mettete a scaldare in una casseruola dai bordi alti abbondante olio di arachidi. Portate a temperatura (Federica consiglia 180°, io non ho avuto possibilità di misurare.... e credo fosse un tantino più caldo) e versate un cucchiaino di pastella alla volta, avendo cura di girare sovente la frittella in modo da farla dorare uniformemente e da non farla attaccare al fondo della casseruola.
Fate colare bene l'olio su uno (o due o tre o cinque) fogli di carta assorbente e gustate.....calde fragranze sfiziose!!abc

Melanzana ripiena con ragù bianco di soia: l’abito che non fa il monaco

Metti una melanzana e immaginala ripiena. Ti verrà in mente di tutto, ma questo proprio no!! Niente uova, niente formaggio, niente carne. Eppure....
Il viaggio nel mondo del veganesimo continua con l'assemblaggio di due "veg-classici": verdura e ragù di soia. Questa volta bianco, leggero e gustosissimo. Il risultato è una pietanza che si scioglie in bocca, dal sapore armonioso, dove tutti gli ingredienti si intrecciano perfettamente.
E ci credereste mai che non c'è l'ombra di un tuorlo d'uovo?



Ingredienti

1/2 melanzana violetta striata, tagliata per il lungo
1 carota
80 g di fiocchi di soia disidratata (per burger)
5 g di semi di lino
100 ml di acqua
dado vegetale
pangrattato (io di riso)
3 gallette all'amaranto e sesamo (ma va bene del pane raffermo)
sale
olio

Pelate e tagliate la carota a dadini piccoli. Fatela bollire nel brodo vegetale (è importante che sia gustoso, perché la soia non ha sapore) per 15 minuti a fiamma bassa.
Aggiungete la soia alle carote e fatela bollire per 10 minuti. Spegnete e lasciate riposare tutto fino a raffreddamento.
Mettete a bollire 100 ml di acqua con i semi di lino macinati. Fate cuocere per 10 minuti. Spegnete e lasciate raffreddare.
Svuotate l'interno della melanzana lasciando un bordo di circa un paio di centimetri di spessore. Cospargetela con il sale e capovolgetela. Lasciate che perda il liquido per un'oretta circa, poi sciacquatela e cercate di asciugarla bene.
Versate il liquido dei semi di lino alla soia, aggiungete le 3 gallette sbriciolate finemente e mescolate bene. Assaggiate e correggete eventualmente di sale.
Tagliuzzate la polpa della melanzana e mescolatela al ragù di soia, poi riempite la pancia dell'ortaggio.
Versateci un filo di olio evo e coprite con una manciatina di pangrattato.
Cuocete in forno per mezz'ora a 180°. Sfornate quando in superficie sarà ben dorata. Servite e gustate calda!!


Io la trovo irresistibile.


abc

Ossobuco di tacchino e finocchi gratinati alla liquirizia: la soluzione in un taschino

"Ma perché quando l'ho vista, là, esposta magnificamente sul ripiano dello scaffale, non l'ho presa? Perché ho stuzzicato la fantasia senza creare i presupposti per renderla tangibile?". Inizia così: ho un ossobuco di tacchino a cui ho creato un immaginario vestito e non ho la stoffa per confezionarlo. Non è che si possa adattare un qualsiasi altro tessuto quando l'effetto che vuoi ottenere è PROPRIO QUELLO!! Ma è in un confronto, in una battuta colta al volo, che si riaccende la speranza. Perché lo so....ricordo bene....in quel taschino....nella borsa usata un paio di giorni fa....qualcosa mi ricordava il suono delle maracas. Eccole!!!!! Pepite di liquirizia pura. E' proprio vero che la borsa di una donna può contenere risorse infinite. Ora tutto prende forma....

Ingredienti

1 ossobuco di tacchino
1 finocchio
1 cucchiaino di farina di riso (io Baule Volante, impalpabile)
1 cucchiaino di polvere di liquirizia pura
50 ml di vino bianco secco
parmigiano grattugiato
sale
olio evo

Mischiate 1 cucchiaino di farina di riso con mezzo cucchiaino di liquirizia in polvere. Impanate l'ossobuco di tacchino in modo da coprirlo interamente.. Fate scaldare un filo di olio evo in padella e adagiate la carne, facendola rosolare a fiamma viva un minuto per parte. Bagnate con il vino bianco, salate e abbassate la fiamma. Coprite e cuocete a fiamma molto bassa per 1 ora e mezzo, aggiungendo un po' di acqua di tanto in tanto, se risultasse troppo asciutto. Giratelo almeno un paio di volte in modo da farlo cuocere uniformemente.
Nel frattempo mondate i finocchi, tagliateli a fettine verticali di 1 centimetro di spessore, lavateli e passateli brevemente in padella con un po' d'olio, un goccio d'acqua e sale. Quando si saranno ammorbiditi trasferiteli in un piatto. Grattugiate il parmigiano, unite il restante mezzo cucchiaino di liquirizia in polvere e mischiate bene. Cospargete il composto sui finocchi e fate gratinare per 15 minuti (io li ho gratinati nel microonde). Quando il fondo di cottura della carne si sarà addensato spegnete il fuoco e trasferite l'ossobuco nel piatto, accanto ai finocchi. Cospargetelo con la salsina ottenuta in cottura e servite.



La carne risulterà morbidissima, tanto da sciogliersi in bocca, 
e si legherà curiosamente alla glassa di liquirizia.
abc

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