Eviterò di chiamarli biscotti di Natale, perché la forma è solo una clausola temporale legata all'occasione. E' già alquanto strano che pubblichi qualcosa a tema, ma limitare il piacere di questi dolcetti ad un solo periodo dell'anno mi pare un po' impertinente :D
E' da quando ho scoperto la dieta Chetogenica, l'importanza dei grassi e il digiuno intermittente che ho selezionato, tra le fonti amiche, il cocco. L'ho sempre amato, ma non ne ho mai fatto largo uso. Oggi spacco noci di cocco come se non ci fosse un domani, per la felicità dei vicini di casa, e, udite udite, faccio uso di cocco rapè che, finalmente, ho trovato senza solfiti. Eggià, perché mi si è stretto il cuore quando, girando il sacchetto in dispensa, e da lì in poi tutti i sacchetti trovati al supermercato, ho letto quella parolina antipatica. I solfiti sono ovunque, o quasi. Diciamo che sono in molti più alimenti di quelli che immaginiamo. Così, come faccio a meno di tutto il cibo in scatola, mi sono detta: "farò a meno anche del cocco rapè". Ma potrà mai essere che non esista, al mondo, del cocco rapè naturale? La risposta è qui, ed è un grande sì!! Complice la mia fornitrice di farine (io la definisco spacciatrice, ma suona un po' adace), posso dire mai più senza e in questi biscotti troverete solo tanta bontà. Non solo per il vostro palato. Perfettamente in linea con i principi di cui vi riempio continuamente la testa. A dimostrazione del fatto che sano è buono e non prevede sacrifici!!
Ingredienti
125 g di farina di saragolla
75 g di cocco rapè (senza solfiti)
25 g di olio extravergine di oliva
40 g di yogurt greco intero
20 g di zucchero bruno
1 tuorlo d'uovo
1/2 limone biologico (con la buccia edibile)
1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
Riducete lo zucchero bruno in zucchero a velo. Aggiungete nel boccale il cocco rapè con l'olio extravergine di oliva. Io ne ho scelto uno dai sentori erbacei, delicato. Se fosse troppo forte, sostituitelo con l'olio che siete abituati ad utilizzare. Frullate tutto, a più riprese, fino ad ottenere una pasta densa. Inserite lo yogurt e il tuorlo, quindi amalgamate bene tutti gli ingredienti. Versate, infine, la farina, la scorza del limone grattugiata e la vaniglia. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo e fatelo riposare, in frigorifero, per un'ora circa.
Riprendete l'impasto e stendetelo, formando una sfoglia di circa mezzo cm di spessore. Riragliate i biscotti della forma desiderata e trasferiteli su una teglia.
Cuocete i biscotti a 170° per 20 minuti. Sfornateli e fateli raffreddare. Se voleste, decorateli, oppure cospargeteli di zucchero a velo. Per me sono perfetti così, nella loro essenzialità.
Gustateli con un caffè, regalateli, affondateli in una cioccolata calda.... insomma, abusatene :D (con moderazione :P )abc
Ci sono cose da cui non si prescinde, come il binomio perfetto "pere e cioccolato". E poi ci sono cose che sono ispirazione, ma che per soddisfare appieno un palato, richiedono una rivisitazione. Mi è capitato di assaggiare una forchettata di Bella Elena, preparata da una delle pasticcerie più conosciute e rinomate della mia zona. Pere e cioccolato, un'ottima partenza. Vero, ma..... troppo, tutto troppo. Le mie papille si sono disabituate a grossi quantitativi di zucchero e a quel sapore burroso che un tempo, lo confesso, mi incollava al vassoio fino all'ultima briciola. Quel tempo in cui avrei costruito barricate intorno a questo dolce, per evitare che chiunque potesse avvicinarsi :) Ma visto che tutto può essere stimolo e motivazione, eccomi all'opera per rivisitare un classico. E, visto che ci siamo, per svelarvi l'evoluzione della mia cioccocrema alle nocciole, che nel tempo è diventata sempre più goduriosa e irresistibile!! Beh, insomma, due ricette in una e, fossi in voi, non me le lascerei scappare!! Addio latticini e, con una piccola variazione sulla farina di farro, che potrebbe essere di avena -certificata-, anche il glutine. Ma il sapore, l'emozione, la travolgenza..... queste lasciatele. Perché ci sono tutte!! E stregano ;)
Ingredienti
Per la base
200 g di farina di farro (farina di avena certificata per la versione gluten free)
50 g di farina di mais fioretto
140 g di burro di arachidi (per me home made)
50 ml di bevanda vegetale di avena
2 tuorli
1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
5 g di stevia (oppure 40 g di zucchero di canna grezzo)
1 pizzico di sale
Per la crema al cioccolato
75 g di nocciole tostate
15 g di zucchero di cocco (oppure di zucchero di canna grezzo)
300 g di cioccolato fondente extra (per me 75%)
25 g di olio extravergine di oliva (se preferiste un sapore più delicato utilizzate un ottimo olio di semi)
175 ml di bevanda vegetale di avena
2 pere Williams
10 g di nocciole
Inserite le farine, la stevia e il burro di arachidi nella ciotola dell'impastatrice e iniziate a lavorare. Quando avrete ottenuto un composto granuloso aggiungete i due tuorli e la polvere di vaniglia, con un pizzico di sale. Lavorate velocemente, aggiungendo il liquido, poco alla volta. Potrebbe servirvene un po' di più o di meno, in base alla farina che utilizzerete. Dovrete ottenere un impasto a briciole, comunque compatto.
Rivestite una teglia tonda con carta forno. Io ne ho utilizzata una da 28 cm di diametro. Rovesciate l'impasto allinterno e distribuitelo in maniera omogenea. Compattatelo bene sul fondo e ai bordi, ricavando un cornicione di circa un paio di cm di altezza.
Coprite con un foglio di pellicola e lasciate riposare in frigorifero per circa mezz'ora.
Occupatevi, adesso, della crema al cioccolato.
Inserite in un boccale le nocciole con lo zucchero e tritate finemente, fino ad ottenere quasi una pasta di nocciole. Unite il cioccolato spezzettato e tritate nuovamente. Fate sciogliere il cioccolato, quindi aggiungete la bevanda vegetale tiepida. Quando sarà ben amalgamata, unite l'olio, continuando a mescolare in modo da incorporarlo perfettamente. Quando sarà pronta, lasciatela da parte.
Accendete il forno a 180°. Lavate le pere e, con una mandolina, affettatele molto sottili (in questo modo evito di togliere la buccia, ma se per gusti personali preferiste sbucciarle, sbucciatele).
Rivestite la base della torta, in modo da coprirla perfettamente e da creare uno strato piuttosto spesso. Infornate la teglia e cuocete per circa 40 minuti.
Quando sarà cotta estraetela e lasciatela intiepidire. Copritela, quindi, con la crema di cioccolato e cospargete le nocciole che avrete pestato grossolanamente in un mortaio.
Lasciatela raffreddare completamente, quindi procedete al taglio e all'assaggio.
Questa volta ho usato la stevia, seppur non la ami particolarmente. Ho dovuto ricorrere a questa soluzione perché la totale disabitudine all'utilizzo di zucchero in cucina mi ha sorpreso senza la mia scorta di zucchero di canna Demerara, che avevo terminato preparando la stessa torta per un buffet. Ovviamente il sapore nell'impasto si sente, per cui non fate come me e accertatevi di avere tutti gli ingredienti in dispensa, prima di iniziare :D
abc
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Tartare di gallinella alla vaniglia con cremoso di mandorla e crostino di ceci
Ci sono pensieri che si aggrappano alle pareti del mio cervello, e che non lasciano scampo. Idee che prendono forma, che si strutturano, che chiedono spazio, che cercano concretezza. E finché tutto questo non accade, non lasciano respiro. Pensieri così intensi che, chiudendo gli occhi, quasi assaggio. E se quell'assaggio genera emozioni, allora il successo è garantito. Niente di nuovo, nello specifico, ma qualcosa di travolgente, nell'insieme. Una gallinella intensa, ma delicata, con il tocco di vaniglia, supportata dalla scorzetta di limone e vivacizzata dai frutti rossi, che nell'avvolgenza del cremoso di mandorla trova un contesto perfetto per esprimersi. Il richiamo è stato forte. Forte al punto che genera dipendenze. Per tutte le volte in cui dico che devono essere buoni, qui i grassi ci sono tutti e sono tutti perfetti: nel bilanciamento, nella qualità, nella proporzione. E il sapore celebra a meraviglia tutto questo equilibrio. Se riusciste ad immaginarlo, allora sarete già alla ricerca degli ingredienti.
Ingredienti
Per il cremoso di mandorle
70 g di mandorle pelate
25 g di olio extravergine di oliva
1 cucchiaino di foglie di aneto
5 g di lievito alimentare in scaglie
2 cucchiaini di succo di limone
1 g di sale rosa
1 g di fieno greco
Per la tartare
170 g di filetti di gallinella
1 cucchiaio di frutti rossi essiccati
1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
1/2 limone biologico
sale rosa
pepe
Per il crostino di ceci
50 g di farina di ceci
25 g di farina di riso
300 g di acqua
spezie a piacere
sale rosa
olio extravergine di oliva q.b.
Iniziate dal formaggio di mandorle. Richiederà un paio di giorni, per la preparazione.
Mettete le mandorle in ammollo e lasciatele per almeno 24 ore. Io le lo lasciate per 48, cambiando l'acqua circa 4 o 5 volte. Scolatele, inseritele in un boccale, aggiungete olio, aneto, lievito alimentare, sale e fieno greco e frullate. Aggiungete, poco alla volta, il succo di limone, in modo da bilanciare bene l'acidità. Quando avrete ottenuto un composto omogeneo, ungete una fuscella e trasferite tutto al suo interno. Copritela e lasciatela riposare in frigorifero per 24 ore.
Setacciate la farina di ceci e unitevi la farina di riso e le spezie. Mescolate e tenete da parte. Portate ad ebollizone l'acqua con un cucchiaino scarso di sale rosa. Appena bollirà, abbassate la fiamma e versate a pioggia il mix di farine e spezie. Mescolate in modo da non creare grumi e cuocete, sempre mescolando, per 10 minuti, a fiamma bassa.
Versate il composto ottenuto in un recipiente cilindrico, del diametro di circa 10 cm, precedentemente unto. Livellate bene e fate raffreddare completamente.
Eliminate le spine dai filetti di gallinella, doverosamente abbattuti, e privateli della pelle. Tagliateli in cubetti di mezzo centimentro circa, quindi trasferiteli in una scodella. Unite sale, olio, vaniglia, pepe, zeste di limone tagliate a filetti e mescolate. Lasciate insaporire, mentre metterete ad ammorbidire i frutti rossi in una piccola ciotola con acqua.
Tagliate il panetto di farina di ceci in dischetti, aiutandovi con il filo interdentale (ebbene sì, la tecnica è perfetta!).
Ungete leggermente una piastra, scaldatela bene, quindi fate tostare ciascuna cialda da entrambi i lati. Tenete da parte.
Aggiungete qualche goccia di limone e i frutti rossi scolati e strizzati alla gallinella, mescolate ancora, quindi iniziate a comporre il piatto.
Sformate il cremodo di mandorla, spalmatene un po' su ciascuna cialda croccante, quindi sistematevi un cucchiaio di tartare. Procedete fino a ultimare gli ingredienti.
Poi servite e..... deliziatevi!!
Sì, avete ragione, è davvero da togliere il fiato!!abc
Di natura golosa. Per evoluzione ingolosita. Dal buono che fa bene. Ho imparato che se qualcosa lo ignori, non vuol dire che non farà mai parte della tua vita. E che l'eccezionale può diventare ordinario. Stupirti ogni volta, e regalare quello stato di felicità, e soddisfazione, e appagamento tipici di una vita serena e salutare. Leggera. Che non vuol dire superficiale. Perché nella ricerca di alleati nuovi, nella ricerca di nuove conoscenze, nell'applicazione dei nuovi insegnamenti, tutto si concentra, fuorché la superficialità. Neanche il cucchiaino, che si approccia timidamente a questo vasetto, si accontenta di qualcosa che non sia.... profondità!!
Così arriva nella mia dispensa anche questo concentrato di benessere. Perché concentrato? Perché dentro c'è il buono: dolcissime mandorle, ricche di vitamine (tra cui la vitamina E che contrasta i radicali liberi), di grassi polinsaturi che favoriscono l'abbassamento del colesterolo cattivo, di sali minerali (soprattutto magnesio, importante per la produzione di energia e alleato per un mantenimento del ph equilibrato nel sangue); semi di cardamomo, dalle proprietà digestive, antinfiammatorie delle vie aeree, di controllo della pressione arteriosa; e maca, questa parola sconosciuta, detta anche Ginseng peruviano, dalle importantissime proprietà ricostituenti, energizzanti e..... afrodisiache. Vi serve altro per convincervi che un cucchiaino di questa crema è un perfetto, corroborante e generoso toccasana per il nostro corpo?
Fossi in voi non perderei tempo :)
Ingredienti
200 g di mandorle pelate
1/2 cucchiaino di maca in polvere
1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
5 bacche di cardamomo
1/2 cucchiaino di farina di limoni (o scorza di limone)
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
10 g di sciroppo di agave
Tostate le mandorle, a fuoco dolce, su una padella, oppure in forno. Lasciatele raffreddare completamente.
Inseritele in un boccale insieme a tutti gli altri ingredienti. Per meglio amalgamarlo al composto, pestate, prima, i semi delle bacche di cardamomo in un mortaio. Frullate tutto, a più riprese, fino ad ottenere una crema morbida e omogenea.
Trasferite tutto in un vasetto e conservate in frigorifero.
Può durare, senza perdere sapore e proprietà, per settimane.
Divertitevi a contestualizzarla: nella preparazione di dolci, su una fetta biscottata o su una fetta di pane, come farcitura di un waffle, o di un dattero (prima di un'attività sportiva una vera fonte di energia). Insomma.... ce n'è per tutti i gusti!!
In poche parole, non risparmiatevi :)
abc
Crostatine all’avocado con doppio ripieno e pistacchi: c’è sempre un buon motivo per cedere al dolce
Inizio a pensare che sia un forte pretesto dietro cui nascondere un'irresistibile desiderio di dolci. Il fatto di prepararmi in casa qualsivoglia forma di biscotto, torta, lievitato o "elaborato", che possa permettermi di seguire i miei principi ed evitare di ricadere sui preparati industriali, mi sta sopraffacendo. E' assolutamente fuori controllo!!!! : D
Dal momento che sforni, mi dico, vuoi non provare cose nuove? E via di esperimenti, di alambicchi, di sfide alle leggi della fisica e di nuovi accostamenti di sapori. Che, poi, se ci mettiamo che ad ogni sfornata corrisponde una serie infinita di assaggi e assaggini, sarebbe più strategico studiare un modo per non farsi tentare dal dito in bocca o dal fondo della ciotola. Il fatto è che, di tanto in tanto, escono cosine così, come queste crostatine e...... chi resiste? Perché se avessi voluto immaginare il risultato della mia idea di mettere insieme avocado e zucchero, poi pistacchi e marmellata, poi crema aromatizzata e assenza di uova e latticini, mai sarei arrivata ad una tale forma di sapori. Tanto da dovervi confessare che, mentre ve ne parlo, non ne resta traccia alcuna, al di là un ricordo, per niente vago. Finite. Troppo in fretta. Mi sa che, la prossima volta, metterò tutto sotto vuoto. Che è il mio modus operandi salva ingordigia ^_^
Ingredienti
Per la base
175 g di farina di orzo integrale
150 g di avocado maturo
60 g di zucchero di canna grezzo
50 g di fiocchi di avena
75 g di pistacchi di Bronte + q.b.
25 g di semi di sesamo
15 g di olio evo
Per la crema
200 g di latte vegetale (per me di avena)
10 g di zucchero di canna grezzo
8 g di maizena
1/2 stecca di vaniglia
3 bacche di cardamomo
scorza di limone
cannella
Marmellata di mandarini (o a piacere)
Sbucciate e tagliate l'avocado a tocchetti. Unite lo zucchero di canna e frullate tutto. Trasferite il composto in una ciotola e, con l'aiuto di una frusta elettrica, montate il composto. Dovrete ottenere una crema morbida e perfettamente liscia. Tenetela al fresco per qualche istante.
Nel frattempo tritate grossolanalemte i fiocchi di avena e i pistacchi. Aggiungete la crema di avocado, i semi di sesamo, la scorza di limone grattugiata e la farina d'orzo. Impastate fino ad amalgamare tutti gli ingredienti, quindi unite l'olio, lavorando sempre l'impasto.
Formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e mettetelo a riposare, in frigorifero, per almeno un'oretta. Passate alla preparazione della crema.
Setacciate la maizena e mescolatela con i semi del cardamomo pestati in un mortaio, i semi della bacca di vaniglia, mezzo cucchiaino di scorza di limone grattugiata e cannella a piacere. Fate scaldare il latte, sciogliendo lo zucchero, quindi stemperate la maizena con poco latte alla volta, fino ad imcorporarlo tutto. Mettete tutto sul fuoco e portate a lieve bollore, mescolando con una frusta. Abbassate la fiamma e lasciate cuocere per un paio di minuti, fino a quando la vedrete addensarsi. Toglietela dal fuoco e lasciatela raffreddare.
Riprendete l'impasto. Lasciatelo a temperatura ambiente per mezz'ora circa, quindi stendetelo in una sfoglia spessa circa un centimetro. Tagliate dei cerchi, quindi rivestite degli stampi tondi.
Versateci due cucchiai circa di crema e, all'interno di questa, un cucchiaio circa di marmellata. Cospargete con qualche pistacchio pestato al mortaio, quindi infornate.
Cuocete a 180° per 25/30 minuti circa (dipenderà dal vostro forno). A cottura ultimata, sfornate e lasciate raffreddare, quindi estrate le crostatine e...... serve dirlo????
SOTTOVUOTO!!!!!!!!! :D
L'insieme di aromi e di sapori è travolgente, ma allo stesso tempo delicata. Ho apprezzato particolarmente il sapore del mandarino (e le scorte di marmellata che la mia mamma mi ha preparato sono un vero dono prezioso), ma potrete optare per una marmellata o confettura differente, magari con frutta di stagione.
Conservate le crostatine in frigorifero, in un contenitore chiuso. Ai 6 giorni ci arrivano, oltre.... non so :D
Rustiche nell'impasto, avvolgenti nel ripieno, non lasciano scampo. Io replico, e voi??abc
Dal momento che sforni, mi dico, vuoi non provare cose nuove? E via di esperimenti, di alambicchi, di sfide alle leggi della fisica e di nuovi accostamenti di sapori. Che, poi, se ci mettiamo che ad ogni sfornata corrisponde una serie infinita di assaggi e assaggini, sarebbe più strategico studiare un modo per non farsi tentare dal dito in bocca o dal fondo della ciotola. Il fatto è che, di tanto in tanto, escono cosine così, come queste crostatine e...... chi resiste? Perché se avessi voluto immaginare il risultato della mia idea di mettere insieme avocado e zucchero, poi pistacchi e marmellata, poi crema aromatizzata e assenza di uova e latticini, mai sarei arrivata ad una tale forma di sapori. Tanto da dovervi confessare che, mentre ve ne parlo, non ne resta traccia alcuna, al di là un ricordo, per niente vago. Finite. Troppo in fretta. Mi sa che, la prossima volta, metterò tutto sotto vuoto. Che è il mio modus operandi salva ingordigia ^_^
Ingredienti
Per la base
175 g di farina di orzo integrale
150 g di avocado maturo
60 g di zucchero di canna grezzo
50 g di fiocchi di avena
75 g di pistacchi di Bronte + q.b.
25 g di semi di sesamo
15 g di olio evo
Per la crema
200 g di latte vegetale (per me di avena)
10 g di zucchero di canna grezzo
8 g di maizena
1/2 stecca di vaniglia
3 bacche di cardamomo
scorza di limone
cannella
Marmellata di mandarini (o a piacere)
Sbucciate e tagliate l'avocado a tocchetti. Unite lo zucchero di canna e frullate tutto. Trasferite il composto in una ciotola e, con l'aiuto di una frusta elettrica, montate il composto. Dovrete ottenere una crema morbida e perfettamente liscia. Tenetela al fresco per qualche istante.
Nel frattempo tritate grossolanalemte i fiocchi di avena e i pistacchi. Aggiungete la crema di avocado, i semi di sesamo, la scorza di limone grattugiata e la farina d'orzo. Impastate fino ad amalgamare tutti gli ingredienti, quindi unite l'olio, lavorando sempre l'impasto.
Formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e mettetelo a riposare, in frigorifero, per almeno un'oretta. Passate alla preparazione della crema.
Setacciate la maizena e mescolatela con i semi del cardamomo pestati in un mortaio, i semi della bacca di vaniglia, mezzo cucchiaino di scorza di limone grattugiata e cannella a piacere. Fate scaldare il latte, sciogliendo lo zucchero, quindi stemperate la maizena con poco latte alla volta, fino ad imcorporarlo tutto. Mettete tutto sul fuoco e portate a lieve bollore, mescolando con una frusta. Abbassate la fiamma e lasciate cuocere per un paio di minuti, fino a quando la vedrete addensarsi. Toglietela dal fuoco e lasciatela raffreddare.
Riprendete l'impasto. Lasciatelo a temperatura ambiente per mezz'ora circa, quindi stendetelo in una sfoglia spessa circa un centimetro. Tagliate dei cerchi, quindi rivestite degli stampi tondi.
Versateci due cucchiai circa di crema e, all'interno di questa, un cucchiaio circa di marmellata. Cospargete con qualche pistacchio pestato al mortaio, quindi infornate.
Cuocete a 180° per 25/30 minuti circa (dipenderà dal vostro forno). A cottura ultimata, sfornate e lasciate raffreddare, quindi estrate le crostatine e...... serve dirlo????
SOTTOVUOTO!!!!!!!!! :D
L'insieme di aromi e di sapori è travolgente, ma allo stesso tempo delicata. Ho apprezzato particolarmente il sapore del mandarino (e le scorte di marmellata che la mia mamma mi ha preparato sono un vero dono prezioso), ma potrete optare per una marmellata o confettura differente, magari con frutta di stagione.
Conservate le crostatine in frigorifero, in un contenitore chiuso. Ai 6 giorni ci arrivano, oltre.... non so :D
Rustiche nell'impasto, avvolgenti nel ripieno, non lasciano scampo. Io replico, e voi??abc
Avete presente la sensazione che si prova all'inizio di una lunga camminata in montagna, nel guardare la vetta con quella incalzante sensazione di non farcela? Poi iniziate a camminare, passo dopo passo, e quando vi voltate a guardare il percorso effettuato, vedete quanta strada avete lasciato dietro di voi. E quella soddisfazione diventa forza per farvi muovere un passo, poi un altro e un altro ancora. Ecco, se avessi pensato, anni fa, che sarei arrivata a cucinare (e a farlo appagando il palato) con pochi e sani ingredienti, gli unici concessi, avrei detto "Non ce la farò mai". E invece eccomi qui, a sfornare biscotti, dolci e piatti di ogni genere. Passata la fase soia (ne ho fatte di ogni colore, con il tofu, prima di intossicarmi e di doverlo eliminare dall'alimentazione ^_^), passata la fase margarina fatta in casa (in cui la lecitina di..... soia ^_^ è l'aspetto determinante), eliminati gli ingredienti raffinati e il burro, ora sono costretta ad eliminare il frumento, la mia meravigliosa farina Petra e tutte le conquiste raggiunte con sacrificio negli anni (vedi panettoni impastati anche a mano, senza burro e con farine selezionate). Non si tratta di celiachia, tanto che le farine di orzo, avena, farro, segale e perfino di grani antichi posso ancora utilizzarle. Ma è inevitabile che il baricentro del pensiero culinario subisca uno spostamento. Spostamento che solletica la fantasia, dando nuovi stimoli per arrampicarmi sulla vetta della totale padronanza degli ingredienti. Qui l'alleato è il burro di arachidi, il mio nuovo fedele amico, che non manca mai nella mia dispensa e che mi permette di creare nuove forme di dolcezza che deliziano le mie amate colazioni. [Ma è ben nascosto..... perché tenta come poche cose al mondo ^_^]. E allora preparatevi, perché di dolci e biscotti in questo periodo ne ho proposti e ne proporrò a perdifiato ^_^
Ingredienti
180 g di burro di arachidi
100 g di zucchero di canna integrale
110 g di farina di mais fioretto
140 g di farina di segale Jurmano
3 tuorli
1/2 bustina di cremor tartaro
1/2 cucchiaino di polvere di vaniglia
1/2 cucchiaino di farina di mandarino
30 g di cocco rapè
Inserite in un boccale il burro di arachidi e lo zucchero, quindi montate fino ad ottenere una crema soffice. Unite i tuorli, quindi le farine mescolate tra loro con il cremor tartaro, la polvere di vaniglia e la farina di mandarino. Impastate fino ad amalgamare bene tutto, quindi terminate con l'aggiunta del cocco.
Quando l'impasto sarà omogeneo, passate alla creazione dei biscotti. Sistemate un cucchiaino di impasto (sarà molto farinoso, attenzione!!) in un tagliabiscotti, direttamente su una teglia coperta da carta forno, quindi compattatelo bene con uno stampo. Procedete fino a terminare l'impasto. Fate riposare i biscotti per un'oretta, in frigorifero.
Portate il forno alla temperatura di 175° e cuocete per 10 minuti.
Trascorso il tempo di cottura, sfornate e lasciate raffreddare i biscotti in teglia. Spostarli prima li frantumerebbe ^_^
Una volta freddi saranno compatti, friabili e deliziosamente appaganti e delicati. Conservateli in un barattolo di vetro o in una scatola di latta e teneteli a portata di mano, perché non ve ne libererete fino a quando avrete gustato l'ultima briciola.
Aromi avvolgenti per una coccola senza tempo. E se ve lo dice anche il biscotto..... MANGIATEMI!!
abc
Ingredienti
180 g di burro di arachidi
100 g di zucchero di canna integrale
110 g di farina di mais fioretto
140 g di farina di segale Jurmano
3 tuorli
1/2 bustina di cremor tartaro
1/2 cucchiaino di polvere di vaniglia
1/2 cucchiaino di farina di mandarino
30 g di cocco rapè
Inserite in un boccale il burro di arachidi e lo zucchero, quindi montate fino ad ottenere una crema soffice. Unite i tuorli, quindi le farine mescolate tra loro con il cremor tartaro, la polvere di vaniglia e la farina di mandarino. Impastate fino ad amalgamare bene tutto, quindi terminate con l'aggiunta del cocco.
Quando l'impasto sarà omogeneo, passate alla creazione dei biscotti. Sistemate un cucchiaino di impasto (sarà molto farinoso, attenzione!!) in un tagliabiscotti, direttamente su una teglia coperta da carta forno, quindi compattatelo bene con uno stampo. Procedete fino a terminare l'impasto. Fate riposare i biscotti per un'oretta, in frigorifero.
Portate il forno alla temperatura di 175° e cuocete per 10 minuti.
Trascorso il tempo di cottura, sfornate e lasciate raffreddare i biscotti in teglia. Spostarli prima li frantumerebbe ^_^
Una volta freddi saranno compatti, friabili e deliziosamente appaganti e delicati. Conservateli in un barattolo di vetro o in una scatola di latta e teneteli a portata di mano, perché non ve ne libererete fino a quando avrete gustato l'ultima briciola.
Aromi avvolgenti per una coccola senza tempo. E se ve lo dice anche il biscotto..... MANGIATEMI!!
abc
Mi balenava per la testa da un po' di tempo l'idea di preparare questa crema. Esattamente da quando ho iniziato ad acquistare con maggiore frequenza delle pannocchie di mais dolce da far bollire e da gustare, ora saltate in padella, ora in vellutata, ora negli impasti. Quell'amore dei ricordi d'infanzia ^_^ Fu nell'ultima rivisitazione che ci pensai: se spesso propongo una cucina vegana e se di frequente le mie proposte sono dolci, perché non valutare la rivisitazione di una crema pasticcera, da tempo archiviata per scelte salutiste? Non c'è ombra di uovo, non c'è traccia di latte vaccino, solo mais, vaniglia e pochi semplici passaggi. Con il passare del tempo mi accorgo sempre più di quanto il benessere abbia radici proprio nell'alimentazione. Diventa importante, per me, scegliere di escludere alcuni ingredienti e di valorizzarne altri. Così mi informo, imparo, cerco, sperimento, scopro che questa scelta non sacrifica affatto il piacere di cibarsi. Questa crema ne è la conferma: sapore delicato e pieno, perfetto per..... vedrete, quando sarà il momento ^_^
Ingredienti
230 g di mais dolce bollito (ricavato da 2 pannocchie)
1/2 cucchiaino raso di polvere di vaniglia
230 g di latte di avena (o altro latte vegetale - di riso per la versione gluten free)
1/2 cucchiaino di agar agar
30 g di malto di riso
Pulite le pannocchie dalle foglie e dai filamenti, quindi fatele bollire in acqua per circa 40 minuti. Fatele intiepidire, quindi separate i chicchi aiutandovi con un coltello.
Inserite i chicchi in un pentolino, versate il latte, l'agar agar (stemperato con parte del latte che utilizzarete), il malto di riso, nella quantità che desiderate poiché io non amo il dolce troppo dolce, e la polvere di vaniglia. Mescolate bene e mettete sul fuoco. Portate ad ebollizione, quindi abbassate la fiamma e procedete con altri due minuti di cottura. Mescolate in continuazione, poi spegnete la fiamma.
Passate tutto con il frullatore ad immersione, in modo da ottenere una crema il più possibile vellutata. A questo punto occorrerà eliminare le bucce dei chicchi. Setacciate tutto aiutandovi con un colino e lasciate raffreddare completamente la crema ottenuta.
A questo punto è pronta per essere utilizzata.
Farcitevi le voste torte, i vostri bignè, utilizzatela con i pancakes o riempiteci delle crespelle dolci.
Io un suggerimento ce l'ho già pronto da mostrarvi ^_^ Ma dovrete pazientare ancora un pochino!!
Il sapore del mais si avverte in maniera ben distinta, per cui valutate bene la contestualizzazione. Personalmente l'ho trovato tutt'altro che fastidioso, ma io amo particolarmente questi chicchi gialli e ricchi.
abc
Ingredienti
230 g di mais dolce bollito (ricavato da 2 pannocchie)
1/2 cucchiaino raso di polvere di vaniglia
230 g di latte di avena (o altro latte vegetale - di riso per la versione gluten free)
1/2 cucchiaino di agar agar
30 g di malto di riso
Pulite le pannocchie dalle foglie e dai filamenti, quindi fatele bollire in acqua per circa 40 minuti. Fatele intiepidire, quindi separate i chicchi aiutandovi con un coltello.
Inserite i chicchi in un pentolino, versate il latte, l'agar agar (stemperato con parte del latte che utilizzarete), il malto di riso, nella quantità che desiderate poiché io non amo il dolce troppo dolce, e la polvere di vaniglia. Mescolate bene e mettete sul fuoco. Portate ad ebollizione, quindi abbassate la fiamma e procedete con altri due minuti di cottura. Mescolate in continuazione, poi spegnete la fiamma.
Passate tutto con il frullatore ad immersione, in modo da ottenere una crema il più possibile vellutata. A questo punto occorrerà eliminare le bucce dei chicchi. Setacciate tutto aiutandovi con un colino e lasciate raffreddare completamente la crema ottenuta.
A questo punto è pronta per essere utilizzata.
Farcitevi le voste torte, i vostri bignè, utilizzatela con i pancakes o riempiteci delle crespelle dolci.
Il sapore del mais si avverte in maniera ben distinta, per cui valutate bene la contestualizzazione. Personalmente l'ho trovato tutt'altro che fastidioso, ma io amo particolarmente questi chicchi gialli e ricchi.
abc
Avevo in mente questi sapori da molto tempo. Avevo il desiderio di accostare uno dei pesci che mangio più volentieri, nella mia cottura preferita, ad un sapore così insolito, per un ingrediente del genere. Quando, in un tu per tu con il pescivendolo, espressi le mie intenzioni, lui strabuzzò gli occhi, cercando inutilmente di nascondere la sua perplessità. Mi disse "interessante!! Fammi sapere come sarà venuto, mi piace provare piatti nuovi". Non so se mai questo piatto presenzierà sulla sua tavola, ma di certo posso dire che tutte le mie proiezioni immaginarie hanno trovato perfetta concretezza e hanno espresso al meglio le mie migliori intenzioni. Polpo e vaniglia, sei pazza cara Cuocherellona! Eppure, vi dirò, questo piatto è un equilibrio di sapori difficile da spiegare. Dolcezza, carattere, morbidezza, intensità, avvolgenza. E' tutto merito di intrecci, di cotture e aromi insoliti, che ho scoperto avere un filo conduttore che.... alla fine, non avrebbe potuto fare altro che portarmi qui, a questo risultato.
Assaggiate con gli occhi, respirate a pieni polmoni e..... assaporate!!
Ingredienti
1/2 polpo (350 g)
250 g di batata dolce
2 albicocche
70 ml di latte di soia alla vaniglia
1/2 stecca di vaniglia
1 cucchiaino di miele di tiglio
6 foglie di salvia
1 cucchiaino di olio piccante
1 cucchiaino di farina di mandarino (o scorza di limone)
sale rosa dell'Himalaya
pepe mix creolo
Preparate la marinatura, lavando, asciugando e tritando finemente le foglie di salvia. Versatele in una ciotolina, unendo il miele, i semi della mezza stecca di vaniglia (incidetela nel senso della lunghetta e prelevate i semi con la lama di un coltello), sale e pepe. Mescolate bene, quindi unite i tentacoli del polipo, in pezzi da due o tre tentacoli, precedentemente lavato. Lavorate con le mani in modo che la marinatura copra tutto il pesce, quindi coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero per almeno un paio d'ore.
Nel frattempo sbucciate la batata dolce, tagliatela a fettine non troppo spesse e fatela cuocere a vapore, mettendo nell'acqua la stecca di vaniglia utilizzata in precedenza.
Private le due albicocche della loro buccia, quindi fatele bollire leggermente in acqua, per ammorbidirle bene. Quando le patate saranno pronte, trasferitele in un boccale, unite le albicocche scolate e frullate. Aggiungete il sale, la farina di mandarino (o la scorza grattugiata di un limone) e l'olio piccante. Continuate a lavorare, con il frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema perfettamente vellutata.
Tenetela da parte, possibilmente al caldo (ebentualmente la potrete scaldare leggermente prima di servirla.
A questo punto scaldate una piastra, o una padella antiaderente, senza aggiungere grassi.
Quando sarà molto calda adagiate i tentacoli del polpo, estratti dalla marinatura. Copriteli con un piatto, che sia più piccolo della circonferenza della padella utilizzata, e posatevi sopra un peso (io uso il mortaio in marmo). Fate cuocere a fiamma media per pochi minuti, quindi girate i tentacoli e procedete per un'altra manciata di minuti.
Procedete in questo modo per circa mezz'ora, fino a quando il polpo sarà ben cotto. L'esterno avrà una crosticina croccante e l'interno sarà morbido e succoso.
Quando mancheranno pochi minuti alla cottura, scaldate la crema di batata dolce e iniziate ad impiattare. Versate una base di crema, su cui adagerete il polpo.
Accompagnate con la verdura che preferite. Io ho grigliato delle zucchine, che poi ho aromatizzato son basilico e rosmarino freschi. Sapori ancora diversi, che creano contrasto, ma sposano bene la natura del piatto.
Cedete all'insolita forma di sapori, riempitevi gli occhi di colori vivi e respirate gli aromi.
Solo a questo punto, concedetevi l'assaggio. Sarà magia....
abc
Assaggiate con gli occhi, respirate a pieni polmoni e..... assaporate!!
Ingredienti
1/2 polpo (350 g)
250 g di batata dolce
2 albicocche
70 ml di latte di soia alla vaniglia
1/2 stecca di vaniglia
1 cucchiaino di miele di tiglio
6 foglie di salvia
1 cucchiaino di olio piccante
1 cucchiaino di farina di mandarino (o scorza di limone)
sale rosa dell'Himalaya
pepe mix creolo
Preparate la marinatura, lavando, asciugando e tritando finemente le foglie di salvia. Versatele in una ciotolina, unendo il miele, i semi della mezza stecca di vaniglia (incidetela nel senso della lunghetta e prelevate i semi con la lama di un coltello), sale e pepe. Mescolate bene, quindi unite i tentacoli del polipo, in pezzi da due o tre tentacoli, precedentemente lavato. Lavorate con le mani in modo che la marinatura copra tutto il pesce, quindi coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero per almeno un paio d'ore.
Nel frattempo sbucciate la batata dolce, tagliatela a fettine non troppo spesse e fatela cuocere a vapore, mettendo nell'acqua la stecca di vaniglia utilizzata in precedenza.
Private le due albicocche della loro buccia, quindi fatele bollire leggermente in acqua, per ammorbidirle bene. Quando le patate saranno pronte, trasferitele in un boccale, unite le albicocche scolate e frullate. Aggiungete il sale, la farina di mandarino (o la scorza grattugiata di un limone) e l'olio piccante. Continuate a lavorare, con il frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema perfettamente vellutata.
Tenetela da parte, possibilmente al caldo (ebentualmente la potrete scaldare leggermente prima di servirla.
A questo punto scaldate una piastra, o una padella antiaderente, senza aggiungere grassi.
Quando sarà molto calda adagiate i tentacoli del polpo, estratti dalla marinatura. Copriteli con un piatto, che sia più piccolo della circonferenza della padella utilizzata, e posatevi sopra un peso (io uso il mortaio in marmo). Fate cuocere a fiamma media per pochi minuti, quindi girate i tentacoli e procedete per un'altra manciata di minuti.
Procedete in questo modo per circa mezz'ora, fino a quando il polpo sarà ben cotto. L'esterno avrà una crosticina croccante e l'interno sarà morbido e succoso.
Quando mancheranno pochi minuti alla cottura, scaldate la crema di batata dolce e iniziate ad impiattare. Versate una base di crema, su cui adagerete il polpo.
Accompagnate con la verdura che preferite. Io ho grigliato delle zucchine, che poi ho aromatizzato son basilico e rosmarino freschi. Sapori ancora diversi, che creano contrasto, ma sposano bene la natura del piatto.
Cedete all'insolita forma di sapori, riempitevi gli occhi di colori vivi e respirate gli aromi.
Solo a questo punto, concedetevi l'assaggio. Sarà magia....
abc
L'eredità lasciata dall'ultima semina di papà nell'orto vantava, tra le tante cose, degli splendidi cipollotti rossi. Piccoli, sodi, dolci. Ne chiesi subito una buona rappresentanza a mamma, perché l'idea di farne qualcosa di prelibato mi solleticava non poco la fantasia. Lei, che alle promesse non viene mai a meno, si è tempestivamente presentata con una vaschetta pienissima di queste prelibatezze. Nemico il tempo, nemici gli impegni e anche un filo di intorpidimento fisico emotivo, ho rinviato il lavoro di pulizia per molti, molti giorni. Così tanti che lei, ancor prima di me, è riuscita a mettere sotto vetro queste piccole gemme. La sua parte, sia chiaro ^_^ Ma il giorno è arrivato: finalmente mi procuro l'ingrediente segreto, dettaglio magico desiderato, immaginato e voluto per incastonare queste meraviglie, e, via, inizio a pulire il mezzo chilo di pepite. Un lavoro piuttosto lungo e neanche tanto gioioso, ma.... il risultato, in quel vasetto, vale ogni lacrima versata ^_^ Ho promesso a mamma che sentiremo insieme il clik del coperchio e che, insieme, ce ne delizieremo. E farò in modo che sia così, per essere all'altezza della sua promessa e perché lei lo merita. Lei merita tutta la bontà di questo mondo. Prima, però, mi sono accertata che ne piantasse altre centinaia: queste cipolle saranno la mia personale conserva, la mia coccola speciale per palati speciali e non mi accontenterò certo di mezzo chilo!! Allora sì.... il loro seme giace, speranzoso, nella fertile terra di casa. Attenderò, come per questa preparazione che si intensifica di sapore con il passare del tempo, e ne gioirò ancora. E ancora. E ancora.
Ingredienti
450 g di cipollotti (peso da puliti)
50 ml di aceto balsamico
30 ml di olio evo
1/2 stecca di vaniglia
40 g di malto di riso
peperoncino in polvere (per me con i peperoncini dell'orto)
1/2 cucchiaino di sale
Prendete i cipollotti e, muniti di coltellino e tanta pazienza, puliteli perfettamente. Divideteli per dimensioni (io li ho divisi in 3 gruppetti). Questo vi permetterà di avere una consistenza uniforme delle cipolle, una volta imbarattolate. E' un lavoro da pazzi, ma la normalità non mi è mai piaciuta!
Versate in un pentolino capiente l'olio, l'aceto balsamico, il malto di riso, il sale, il peperoncino e la 1/2 stecca di vaniglia, tagliata nel verso della lunghezza e aperta.
Scaldate tutto e lasciate insaporire. Quindi versate le cipolle di dimensione più grande. Lasciate insaporire per 5 minuti, poi versate quelle medie, e dopo 3 minuti quelle piccole.
Coprite la pentola e procedete con la cottura per circa 30 minuti.
Cercate di mescolarle il meno possibile, in modo che non si sfaldino. Il tempo di cottura potrebbe dipendere dalla dimensione delle cipolle. E' importante che non rimangano crude, ma che comunque non siano troppo morbide, e l'unico modo per capirlo è..... l'assaggio ^_^
Nel frattempo sterilizzate un vasetto da mezzo litro (o due, se li utilizzaste più piccoli).
Quando le cipolle saranno cotte, versatele velocemente nel vasetto, chiudetelo e avvolgetelo in un panno. Lasciatelo raffreddare a temperatura ambiente. In questo modo si formerà il sottovuoto e potrete conservare le cipolle per lunghi mesi, sempre che ci riusciate.
Di certo dovrete essere consapevoli che, più tempo riposeranno in dispensa, più sapore acquisiranno. La vaniglia si sentirà a partire dalla prima settimana in poi ^_^
Variate con il peperoncino secondo il vostro gusto. Io lo trovo gradevole nella misura in cui non coprirà la vaniglia, ma ne sosterrà l'aroma. E il connubio vi garantisco che è vincente!!
abc
Ingredienti
450 g di cipollotti (peso da puliti)
50 ml di aceto balsamico
30 ml di olio evo
1/2 stecca di vaniglia
40 g di malto di riso
peperoncino in polvere (per me con i peperoncini dell'orto)
1/2 cucchiaino di sale
Prendete i cipollotti e, muniti di coltellino e tanta pazienza, puliteli perfettamente. Divideteli per dimensioni (io li ho divisi in 3 gruppetti). Questo vi permetterà di avere una consistenza uniforme delle cipolle, una volta imbarattolate. E' un lavoro da pazzi, ma la normalità non mi è mai piaciuta!
Versate in un pentolino capiente l'olio, l'aceto balsamico, il malto di riso, il sale, il peperoncino e la 1/2 stecca di vaniglia, tagliata nel verso della lunghezza e aperta.
Scaldate tutto e lasciate insaporire. Quindi versate le cipolle di dimensione più grande. Lasciate insaporire per 5 minuti, poi versate quelle medie, e dopo 3 minuti quelle piccole.
Coprite la pentola e procedete con la cottura per circa 30 minuti.
Cercate di mescolarle il meno possibile, in modo che non si sfaldino. Il tempo di cottura potrebbe dipendere dalla dimensione delle cipolle. E' importante che non rimangano crude, ma che comunque non siano troppo morbide, e l'unico modo per capirlo è..... l'assaggio ^_^
Nel frattempo sterilizzate un vasetto da mezzo litro (o due, se li utilizzaste più piccoli).
Quando le cipolle saranno cotte, versatele velocemente nel vasetto, chiudetelo e avvolgetelo in un panno. Lasciatelo raffreddare a temperatura ambiente. In questo modo si formerà il sottovuoto e potrete conservare le cipolle per lunghi mesi, sempre che ci riusciate.
Di certo dovrete essere consapevoli che, più tempo riposeranno in dispensa, più sapore acquisiranno. La vaniglia si sentirà a partire dalla prima settimana in poi ^_^
Variate con il peperoncino secondo il vostro gusto. Io lo trovo gradevole nella misura in cui non coprirà la vaniglia, ma ne sosterrà l'aroma. E il connubio vi garantisco che è vincente!!
abc
Lo dico subito, senza troppi giri di parole: questa crema è per caratteri forti. Non pensiate di avere davanti una cremina delicata dal sapore appena percettibile. Ci ho messo l'anima, in questa crema. Ho spremuto ogni dettaglio, scavato in ogni anfratto e estrapolato l'essenza di questi limoni. Non è per palati facilmente irritabili, non è per chi si aspetta una crema pasticcera con aroma di limone. No, questa crema è un concentrato di limoni. Ammortizzato dalla dolcezza dello zucchero di canna e reso soffice dall'aroma di vaniglia. Per niente stucchevole e, anzi, ampiamente versatile (ne vedrete presto i frutti). Tutto è nato da un "perché..." e mi sono trovata, così, con quattro limoni che bollivano in pentola. Ho aggiunto ingredienti, studiato consistenze, valutato le dosi fino a trovare la formula perfetta. Ingrediente fondamentale è il tempo: questa crema migliora di sapore con lo scorrere del tempo. I sapori si assestano, si armonizzano e donano un tocco di magia al palato. E per chi è tanto audace da sfidare la curiosità, che si accomodi, c'è posto per tutti!
Ingredienti
4 limoni biologici (non trattati!!)
1 stecca di vaniglia o 1 fiala di essenza
45 g di zucchero integrale di canna
10 g di farina tostata di soia biologica
1 g di agar agar
350 ml di latte di soia alla vaniglia
Lavate bene i limoni e tagliate le due estremità. Metteteli in un pentolino sufficientemente capiente e copriteli d'acqua. Mettete il pentolino sul fuoco e portate l'acqua ad ebollizione. Abbassate, quindi, la fiamma e procedete con la cottura, coprendo con un coperchio, per un'ora e mezzo.
Quando saranno pronti prelevateli dall'acqua di cottura e lasciateli intiepidire. Tagliateli a metà ed eliminate tutti i semi presenti all'interno. Quindi tagliateli a striscioline e inseriteli in un boccale.
Frullate tutto per qualche minuto, fino ad ottenere una purea cremosa e perfettamente liscia. Tenetala da parte e passate ad occuparvi della seconda fase.
Mescolate la farina di soia e l'agar agar. Stemperateli con un po' di latte di soia, mescolando bene affinché non si formino grumi. Versate poi tutto il latte e ponete tutto sul fuoco. Unitevi lo zucchero di canna e portate a bollore, mescolando continuamente affinché non si attacchi al fondo. Quando vedrete che inizierà a bollire, abbassate la fiamma e cuocete per un paio di minuti, sempre mescolando.
A questo punto spegnete il fuoco e versate il composto nella purea di limoni. Passate velocemente con il frullatore per amalgamare bene le parti e renderle perfettamente lisce. Versate nuovamente nel pentolino e portate nuovamente ad ebollizione. Basteranno un paio di minuti, poi potrete versare la crema in barattolini di vetro (sterilizzati, mi raccomando) e chiuderli ermeticamente.
Avvolgeteli in un canovaccio e fateli raffreddare a temperatura ambiente fino a quando si sarà creato il sottovuoto. Conservate la crema in dispensa, facendola riposare almeno 3 o 4 giorni prima di gustarla.
Il sapore amarognolo che al primo assaggio vi farà storcere il naso andrà a scomparire, lasciando solo il piacere e la delicatezza di una crema leggera e sfiziosa.
Scommessa vinta!!
E tra poco ne vedrete delle belle!abc
Ingredienti
4 limoni biologici (non trattati!!)
1 stecca di vaniglia o 1 fiala di essenza
45 g di zucchero integrale di canna
10 g di farina tostata di soia biologica
1 g di agar agar
350 ml di latte di soia alla vaniglia
Lavate bene i limoni e tagliate le due estremità. Metteteli in un pentolino sufficientemente capiente e copriteli d'acqua. Mettete il pentolino sul fuoco e portate l'acqua ad ebollizione. Abbassate, quindi, la fiamma e procedete con la cottura, coprendo con un coperchio, per un'ora e mezzo.
Quando saranno pronti prelevateli dall'acqua di cottura e lasciateli intiepidire. Tagliateli a metà ed eliminate tutti i semi presenti all'interno. Quindi tagliateli a striscioline e inseriteli in un boccale.
Frullate tutto per qualche minuto, fino ad ottenere una purea cremosa e perfettamente liscia. Tenetala da parte e passate ad occuparvi della seconda fase.
Mescolate la farina di soia e l'agar agar. Stemperateli con un po' di latte di soia, mescolando bene affinché non si formino grumi. Versate poi tutto il latte e ponete tutto sul fuoco. Unitevi lo zucchero di canna e portate a bollore, mescolando continuamente affinché non si attacchi al fondo. Quando vedrete che inizierà a bollire, abbassate la fiamma e cuocete per un paio di minuti, sempre mescolando.
A questo punto spegnete il fuoco e versate il composto nella purea di limoni. Passate velocemente con il frullatore per amalgamare bene le parti e renderle perfettamente lisce. Versate nuovamente nel pentolino e portate nuovamente ad ebollizione. Basteranno un paio di minuti, poi potrete versare la crema in barattolini di vetro (sterilizzati, mi raccomando) e chiuderli ermeticamente.
Avvolgeteli in un canovaccio e fateli raffreddare a temperatura ambiente fino a quando si sarà creato il sottovuoto. Conservate la crema in dispensa, facendola riposare almeno 3 o 4 giorni prima di gustarla.
Il sapore amarognolo che al primo assaggio vi farà storcere il naso andrà a scomparire, lasciando solo il piacere e la delicatezza di una crema leggera e sfiziosa.
Scommessa vinta!!
E tra poco ne vedrete delle belle!abc