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Vellutata di zucca e castagne con croccante di nocciole e castagne alla paprika

"Oggi ho mangiato una vellutata di zucca e castagne", così ha esordito Federica. Incuriosita da quell'insolito accostamento che parla d'autunno all'ennesima potenza, le ho chiesto chiarimenti. "Hai presente il banco della verdura? Ecco, lì accanto ci sono le zuppe e minestre....". Tempo zero ero accanto a quel banco per sbirciare le minestre in questione e cercare lei, proprio quella che aveva deliziato la mia collega e che mi aveva incuriosito all'istante. La trovo. Leggo. Naaaaaaaaaa, ma quanta roba c'è qui dentro???????? A me piacciono sapori più semplici!! Ovviamente MAI avrei comprato quella vellutata (non volermene Fede), neanche per la curiosità di sapere come fosse il sapore. A me è bastato l'input che è servito a scatenare la miriade di lucine che si sono accese in testa. Il piatto è nato all'istante. Semplice, ricco, saporito e avvincente. Folgorata. Morbido, avvolgente, con quella croccantezza irresistibile. Un capolavoro!!

Ingredienti

500 g di zucca pulita (peso a crudo)
15 castagne
1/2 cucchiaino di pistilli di zafferano
100 ml di acqua + q.b.
10 g di nocciole
10 ml di olio evo
sale
noce moscata
paprika dolce

Mettete in acqua dieci castagne e mettetele sul fuoco. Dal momento in cui l'acqua inizierà a bollire, fatele cuocere per 30 minuti. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Prendete la zucca e tagliatela a dadini: più li farete grossi e più tempo ci metteranno a cuocere. Mettete la dadolata ottenuta in una casseruola, aggiungete i 100 ml di acqua, salate leggermente (non molto, mi taccomando, perché l'acqua evaporerà) e fate cuocere a fuoco moderato, fino al bollore, e a fiamma bassa, in seguito.
Quando inizierà a bollire aggiungete i pistilli di zafferano e continuate la cottura.
Sbucciate ora le castagne che avete fatto bollire. Liberatele dalle loro pellicine, in modo che siano perfettamente pulite.
Sbriciolatele leggermente ed unitele alla zucca, in cottura. Mescolate e lasciate che insaporiscano per qualche minuto, lasciando sempre la fiamma bassa.
Aggiungete noce moscata a piacere e spegnete il fuoco. Passate il tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia e vellutata. Mantenetela al caldo, coprendola con un coperchio.
Sbucciate le cinque castagne crude che sono rimaste, tagliatele a dadini e unitele alle nocciole frantumate grossolanamente. Scaldate un filo d'olio in padella e, quando sarà ben caldo, versate il mix di castagne e nocciole. Salate e cospargete con paprika dolce a piacere e fate saltare a fiamma viva il tutto, fino a quando saranno croccanti e tostate.
Versate, quindi, la vellutata nel piatto e scospargetela con il croccante di nocciole e castagne. Servite fumante e lasciatevi conquistare.
Croccante, mobido, delicato, saporito. Contrasti che lasciano il segno.



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Focaccine dolci alle castagne con mele e semi di girasole: l’attesa che diventa trionfo

Finalmente ce l'ho fatta: ho trovato la farina di castagne!!!!!!! Sembrerà una follia, ma ho ancora in testa il suono delle parole del commesso, Marco, del negozio bio di fiducia. Dicevano così: "In realtà manca da molti mesi, da quando sono finite le scorte della stagione passata. Adesso dovremo aspettare la macinatura delle nuove castagne. Del resto, essendo un prodotto biologico, rispetta e segue le stagionalità. Dovremo aspettare ancora un po'". Ecco, il mio mantra: se vuoi che sia bio, attendi la naturale evoluzione delle stagioni. Chiedo scusa a Marco, ai suoi colleghi e agli acari del mio negozio di fiducia, ma mi trovavo tra gli scaffali di un altro negozio quando..... illuminazione!!!!!! Il mio bel sacchetto di farina di castagne troneggiava nel carrello e saltellava nella borsa di juta, trepidante per l'attesa di entrare in dispensa. In realtà la dispensa non ha neanche fatto in tempo a vederla. Già, tanto era il desiderio che..... magia!!!! Preparatevi, non aspettavo altro! ^_^

Ingredienti

65 g di farina di segale Jurmano
90 g di farina di Manitoba
45 g di farina di castagne
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
130 g di latte di avena
40 g di malto di riso
10 g di burro vegetale salato (questa versione)
1/2 mela
15 g di semi di girasole
10 g di zucchero di canna Demerara

Setacciate le farine (mi raccomando, la farina di castagne tende a formare grumi, in conservazione nel sacchetto, e questo passaggio è fondamentale per facilitare la lavorazione e dare una resa migliore all'impasto). Aggiungete il lievito e il malto e mescolate.
Fate sciogliere il malto di riso nel latte leggermente intiepidito e iniziate ad unire la farina, poco alla volta, impastando. Aggiungete il burro vegetale e lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Trasferite il panetto appena ottenuto in una terrina di vetro e copritela con un foglio di pellicola trasparente. Lasciatelo lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio del volume (per me 4 ore e mezzo).
Riprendete l'impasto, dividetelo in otto parti su una spianatoia infarinata e lavorate ciscun pezzo, in modo da formare una pallina.
Date quindi, a ciascuna pallina, la forma di una pizzetta, di diametro di circa 15 cm, ponetele su una placca rivestita da carta forno e lasciatele lievitare ancora per un'ora e mezza, sempre in un luogo tiepido (io mi servo del forno spento).
Trascorso il tempo della lievitazione mescolate lo zucchero di canna con i semi di girasole. Riprendete le pizzette, ora gonfie di lievitazione, esistemate, su ciascuna di queste, un cucchiaino del mix ottenuto.
Sbucciate la mela, togliete il torsolo e tagliatela a fettine molto sottili. Posizionate quattro fettine su ogni pizzetta, in modo da ricoprirla interamente.
Portate il forno in temperatura e cuocete, a 180°, per 15 minuti.
Controllate che non brucino e che cuociano rimanendo belle soffici.
Sfornatele e lasciatele intiepidire.

Procedete, quindi, all'assaggio.
Io le ho congelate e le assaporo belle calde al mattino, per colazione. E' una preparazione che permette questo tipo di conservazione, per cui..... pizzette a gogò!!!

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Crackers ai cereali e semi: desiderio soddisfatto e sguardo al futuro

Non c'è nulla da fare: ogni tanto sento la necessità di buttarmi sulla preparazione di crackers. Integrali, aromatizzati, ai cereali, friabili, croccanti, l'estro è sempre il protagonista. La ormai consolidata assenza di 00 nella mia dispensa mi fa architettare intrecci di farine talvolta bizzarri, ma per me è divertimento puro. Come mi capita di chiudere gli occhi per mettere a fuoco una particolare spezia, così chiudo gli occhi anche per scegliere le migliori farine, al fine di rispettare e soddisfare l'immagine proiettata nella mente. Il supporto di semi di qualsivoglia specie e natura mi dà sempre un senso di conforto. Insomma, la forma è la stessa, la sostanza cambia. E io gongolo, assaporando, ora sole, ora accompagnate da una mousse, o da un po' di marmellata, queste meravigliose sfoglie croccanti. E ogni volta in cui sforno il pensiero è sempre a "la prossima volta...."

Ingredienti

100 g di farina d'orzo
20 g di farina di farro integrale
2 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
25 g di semi di zucca
20 g di semi di sesamo
7 g di semi di papavero
85 g di acqua
15 ml di olio evo
2 g di sale

Per prima cosa tritate finemente i semi di girasole. Setacciate, poi, e mescolate tra loro le farine, il lievito e il malto d'orzo. Unitelo ai semi di zucca tritati, aggiungete i semi di sesamo e di papavero e mischiate.
Aggiungete l'acqua e il sale e impastate. Sempre impastando unite, a filo, l'olio. Lavorate l'impasto fino ad ottenere un panetto compatto, che lascerete riposare per un'ora circa in un contenitore, coperto da pellicola trasparente. Lasciatelo in un luogo tiepido. Io l'ho riposto nel forno spento, appena intiepidito.
Trascorso il tempo riprendete l'impasto e stendetelo con il mattarello, aiutandovi con un foglio di carta forno unto, formando una sfoglia sottile appena 1 millimetro. Ritagliate, con una rotella, dei rettangolini (o dei crackers di qualsiasi forma vogliate).
Spostateli delicatamente su una placca rivestita da carta forno e lasciateli riposare per mezz'ora circa. Se voleste, salateli in superficie.
Infornateli a 190° e cuoceteli per 10 minuti. Controllate la cottura: quando saranno ben dorati spegnete il forno e spostateli su una griglia affinché raffreddino.
Una volta freddi saranno croccanti e friabili e vi rapiranno.
Uno, due, dieci, cento..... perderete facilmente il conto!!

  



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Bocconcini di quinoa al forno: l’irresistibile fragranza di una nuvola di sapori delicati in un involucro croccante

Elucubravo su questi bocconcini da tutto un pomeriggio. La quinoa, con le sue preziose proprietà, era entrata prepotentemente nel mio immaginario di cena. La sognavo croccante, scoppiettare sotto la pressione di piccoli morsi e racchiudere un concentrato di..... ecco, di...... Boh!! Sicuramente pensavo a qualcosa di delicato, ma saporito. Un aroma. Una nuvola che racchiudesse essenze. Potreste non crederci, ma quando mi trovo in fase creativa e ad un bivio, chiudo gli occhi e annuso spezie, erbe aromatiche e cerco di trovare l'accostamento perfetto. Ecco emergere, quindi, quel profumo intenso del rosmarino ed eccolo avvicinarsi al pistacchio. Ci siamo, manca solo..... sì, lei, la mia preferita: la noce moscata. Nient'altro, solo lei. La quasi totale assenza di grassi e la cottura in forno rendono questi bocconcini delle vere prelibatezze salutari e genuine. Cibatevene in spensieratezza, rigorosamente con le mani, e vedrete quanto il piacere possa essere sinonimo di leggerezza!

Ingredienti

60 g di quinoa
120 g di acqua
90 g di tofu naturale
1 rametto di rosmarino
15 g di pistacchi tostati non salati
5 ml di olio evo
25 ml di latte di avena
sale

Sciacquate accuratamente la quinoa sotto un getto di acqua fredda, in modo che vengano eliminati eventuali residui di saponina, che avvolge i semi e che rende amaro il loro sapore. Aiutatevi con un colino dalle maglie strette, in modo che non vengano dispersi i chicchi stessi.
Versate la quinoa in un pentolino con l'acqua, coprite e portate ad ebollizione. Cuocete fino al totale assorbimento dell'acqua. Ci vorranno circa 15 minuti. Spegnete, quindi, il fuoco e lasciate intiepidire. Nel frattempo lavate il rosmarino, separate gli aghi e tritateli finemente. Uniteli alla quinoa, con un po' di sale, e mescolate. Lasciate insaporire per una decina di minuti.
Tritate il tofu e i pistacchi e aggiungeteli alla quinoa. Mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Grattugiatevi sopra della noce moscata (io ho abbondato, perché amo il suo sapore), unite l'olio evo e il latte di avena e amalgamate tutto. La quantità di latte dipenderà dal grado di umidità della quinoa. Regolatevi in base alla corposità ottenuta.
Formate, ora, delle polpettine di circa 4 centimetri di diametro. Compattatele bene: non ci sono uova a tenerle unite e in cottura rischierebbero di sfaldarsi. Volendo potreste aggiungere un tuorlo, ma per me è superfluo. Il risultato è decisamente soddisfacente anche senza.
Sistemate i bocconcini ottenuti su una placca rivestita da carta forno e infornate, a 200°. Cuocetele per 20 minuti.
Quando saranno ben dorate spegnete il forno e sfornatele. Gustatele, calde o tiepide, nella loro irresistibile fragranza. Con queste dosi vengono circa 25 bocconcini.




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Tagliolini di zucca in crema di spinaci, pinoli e semi di zucca: la tradizione si fa innovazione

Avere i miei genitori a pranzo è cosa assai rara. Sono decisamente maggiori le volte in cui cavalco io i chilometri di asfalto per raggiungerli, piuttosto di quelle in cui ci si possa trovare in terra lombarda. E quando succede vi confesso che inciampo sempre, strano ma vero, nell'ostacolo del cosa cucinare: mio padre è un incallito tradizionalista da tagliatelle fresche al ragù, mio fratello è vegano da le tagliatelle sì, ma senza uova e il ragù sì, ma senza carne e mia mamma, lei, non so se per complicità femminile, lei si fa andare bene tutto. Preparare un pranzo intero in versione vegana è stata una possibilità da escludere all'istante. Non ce lo vedo proprio, mio padre, mangiare melanzane ripiene al tofu o seitan all'arancia. Beh, ma almeno sul primo un gradevole compromesso si può trovare!!! Allora ho adottato la tattica del cucino i prodotti del vostro orto. Tutto a km 0. E ci provo, sì, provo a smuovere le acque del tipico pranzo domenicale tinto di rosso pomodoro. Il risultato? Oltre ad essersi ripuliti anche la padella, mio padre il giorno dopo decantava ancora questo piatto di pasta. Come dire.... del doman non v'è certezza!! ^_^

Ingredienti

Per la pasta
210 g di zucca
210 g di semola di grano duro
1,5 g di sale

Per il condimento
1 spicchio d'aglio
25 g di semi di zucca
200 g di spinaci al vapore
25 g di pinoli
16 g di olio evo
80 g di latte di avena

Pulite la zucca e tagliatela a fette. Cuocetela a vapore, o al forno, fino a quando diventerà morbida. Lasciatela raffreddare.
Frullatela, insieme al sale, fino ad ottenere una purea omogenea.
Aggiungete poca farina alla volta e impastate. Dovrete ottenere un impasto compatto e liscio. Badate che, più acqua avrà la zucca, più farina dovrete incorporare. Regolatevi, quindi, sulla dose di semola da utilizzare in base alla consistenza dell'impasto.
Avvolgete l'impasto ottenuto in un canovaccio e lasciatelo riposare in frigo per circa un'ora.
Nel frattempo preparate il condimento. Pulite l'aglio, privatelo dell'anima e unitelo ai pinoli e ai semi di zucca. Tritateli in maniera piuttosto grossolana. Aggiungete l'olio di oliva e continuate a tritarli fino ad ottenere una crema, non troppo fine.
Unite alla crema appena ottenuta gli spinaci cotti al vapore. Mi raccomando a strizzarli abbastanza, in modo da non creare un composto troppo liquido. Tritate e amalgamate tutto insieme. Allungate il pesto ottenuto con il latte di avena. Anche qui regolatevi in base alla consistenza che gli spinaci avranno dato: dovrete ottenere una crema piuttosto densa, ma non liquida. Salate secondo il vostro gusto. Potrebbe stare molto bene anche della noce moscata e, personalmente, avrei anche abbondato. Ma ho optato per lasciare il più possibile naturale il sapore degli spinaci.

Riprendete l'impasto e tagliatelo a fettine. Stendete, su una spianatoia infarinata, una sfoglia alla volta, dello spessore di circa un paio di millimetri. Per il taglio io mi sono servita di una chitarra, ma potrete procedere con una rotella taglia pasta, la macchinetta oppure un semplice coltello.
Infarinate bene la sfoglia e procedete al taglio. Sistemate i tagliolini ottenuti su un piano infarinato, in modo che non si attacchino tra loro.
Continuate la lavorazione, sfoglia per sfoglia, fino a terminare l'impasto.
Portate a bollore abbondante acqua salata e cuocete i tagliolini per 4 minuti circa. Vi consiglio di aggiungere dell'olio per facilitare la cottura senza che rimangano attaccati tra di loro.
Nel frattempo scaldate in un wok la salsa di spinaci e, quando sarà cotta, versateci la pasta scolata. Fate saltare tutto a fiamma viva per un paio di minuti, in modo che insaporisca bene, poi impiattate.
La fragranza della pasta con l'avvolgente crema di spinaci renderà magico ogni boccone!!

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Cous cous integrale saltato: il croccante che stuzzica, il dolce che stupisce

Come spesso accade, e ultimamente con sempre maggiore frequenza, entro nel negozio per la spesa ed esco con le borse piene di tutto, tranne che di quel qualcosa. Non proprio qualcosa a caso. Diciamo la cosa principale per cui ero andata a fare spesa. E vi garantisco che, come sempre, a metà corsia ho visto arrivare in soccorso tutti i commessi, che hanno riconosciuto la mia presenza solo dalle scarpe, visto che tutto il resto era sovrastato da pacchi, pacchetti e pacchettini. La domanda è la solita: vuoi un cestello? La risposta, la stessa di sempre: sto andando in cassa, grazie. Anche se la cassa la sto fiutando a naso!!!! Così eccomi replicare, nel giro di breve tempo, la visita alla mia bio bottega di fiducia. Come sempre entro senza cestello. Non sarei io! Ma questa volta vado diretta al reparto, cedendo solo ad un paio di prodotti incrociati, casualmente, sul percorso. "Scusate, ma la farina di castagne???". "L'abbiamo finita, aspettiamo le nuove scorte, ma arriveranno con la lavorazione delle nuove castagne della stagione" (eccerto Erica, vuoi prodotti bio.... pazienta!!). Credo che la mia espressione abbia intenerito anche l'acaro di polvere nascosto sotto il piedino del bancale. "Beh, però non sei venuta per nulla, vedo che ti serviva altro!!", mi ha detto la nuova commessa, guardando le mie braccia piene. Glielo spiegate voi??????
Tra tutto ciò che le mie mani avevano raccattato in quel breve percorso verso la meta, c'era una modesta confezione di cous cous integrale. Questo...

Ingredienti

50 g di cous cous integrale
100 ml di brodo vegetale (ho utilizzato quello in cui ho cotto i cavolini)
4 cavolini di Bruxelles
1/2 pera Williams
10 g di pistacchi
zenzero in polvere
paprika dolce
sale
olio evo

Mondate i cavolini di Bruxelles e lavateli. Tagliateli a metà verticalmente e fateli bollire in acqua leggermente salata per circa 5 minuti. Scolateli e immergeteli in acqua ghiacciata, in modo da fermare la cottura e tenere vivo il loro colore. Attenzione a non salare troppo l'acqua, perché vi servirà per la cottura del cous cous.
Versate in un pentolino il cous cous, unite un cucchiaio di olio evo e mescolate in modo da rendere tutto uniforme. Accendete il fuoco e fate tostare per un minuto circa. Portate a bollore il liquido in cui avete fatto cuocere i cavolini e versatene 100 ml nel cous cous. Lasciate cuocere per un minuto, dopo di che spegnete la fiamma, coprite il pentolino con un coperchio e lasciate assorbire completamente il brodo.
Nel frattempo tagliate a cubetti la pera e i cavolini. Fateli saltare in padella con un filo d'olio, aggiungendo paprika, zenzero e sale. Lasciateli rosolare a fiamma viva per pochi minuti, girandoli di frequente affinché non brucino.
Sgranate il cous cous, che nel frattempo avrà assorbito il brodo. Unitelo alla pera e ai cavolini e mescolate bene tutto. Abbassate la fiamma e fate insaporire per un paio di minuti. Nel frattempo tritate grossolanamente i pistacchi e uniteli al cous cous.
A questo punto alzate nuovamente la fiamma e fate tostare, fino a far diventare croccante, il cous cous condito. Dovrà risultare croccante, dorato, ma allo stesso tempo dovrete fare attenzione a non bruciacchiarlo. Quando avrà raggiunto il grado di "tostatura" gradito, spegnete il fuoco ed impiattate.
Guarnite con granella di pistacchio (io non me ne stancherei mai) e servite!


Uno sfizioso tocco dolciastro in un piatto dai sapori autunnali.

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Biscotti ‘del diavolo’, alias biscotti ai cereali con burro vegetale: provate a resistervi!

A volte ti trovi ad un punto in cui le differenti strade percorse si ritrovano, tutte insieme, ad un incrocio. Il fattore comune è sempre lui: il negozio bio in cui le mie comparse sono più barzellette che altro. Nel tempo, tra gli scaffali, ho scoperto le più svariate forme di ingredienti. Versioni infinite di ciò che, comunemente, definiamo farina, oppure zucchero, o ancora cereali. Potrei passare le ore, tra le etichette di quei prodotti, più o meno come passo le ore in libreria, tra le copertine e le trame di infiniti libri. Ma torniamo a noi. Oltre ad esserci un fattore comune, in questo incrocio di strade c'è anche un movente: la curiosità. Laddove non conosco, mi documento, sperimento, assaggio, mi confronto. Capita così di scoprire e apprezzare il sapore aromatico dello zucchero Mascobado, nome che, nelle Filippine, qualifica lo zucchero estratto dalla canna. Zucchero integrale, prodotto artigianalmente dalla spremitura delle canne. Un concentrato di genuinità. E poi incroci bancali di cereali biologici, dai cornflakes agli orzoflakes, dal muesli di avena, a quello di amaranto. E, vi garantisco, le versioni e le tipologie sono così tante da poter variare la colazione per un anno intero! Sulle farine non mi dilungo: qui ho usato una "banalissima" multicereali, ma vi garantisco che, dal miglio all'avena, alle castagne, alla soia, alla canapa, ai ceci, e tante altre, la scelta è davvero difficile!! Allora ecco che mi trovo a mettere tutto insieme. E cosa potrebbe mai legare tanta bontà, se non un elemento genuino????? Il mio mitico burro vegetale.... Non posso raccontarvi la bontà, ma posso illustrarvela. Sia mai che anche voi vogliate provarci!
E perché chiamarli biscotti del diavolo? I miei followers facebookiani hanno assistito ad un piccolo incidente di percorso, in diretta. Mentre cercavo di immortalare la crema di burro montata con lo zucchero, la macchina fotografica non ha resistito ad un tuffo, fortunatamente di schiena e non di pancia, nella crema stessa. Non vi dico la mia espressione: se solo fosse partito uno scatto fortuito, ve l'avrei pubblicato. Ero immobile, bianca, con gli occhi spalancati a ripetermi "non è successo, ditemi che non è vero!" ^_^ E mentre documentavo tutto sulla bacheca, un caro amico, Marco, ha commentato proprio con.... biscotti del diavolo!!!!! Ecco, sono davvero dei golosissimi biscotti del diavolo e Marco, questi sono per te e per il grande Ranieri!!

Ingredienti

55 g di burro vegetale salato
30 g di zucchero Mascobado
45 g di farina ai cereali (io Mulino Chiavazza)
45 ml di latte di avena
15 g di cornflakes bio (io Baule Volante)
20 g di muesli di avena bio al cioccolato (io Barnhouse)

Versate in una terrina il burro vegetale. Unite lo zucchero e lavorate il tutto con una frusta elettrica. Sbattete energicamente fino ad ottenere una crema soffice. Lo zucchero Mascobado è scuro e grezzo, per cui non avrete mai una crema chiara, né mai perfettamente liscia.
Unite, poco alla volta, la farina di cereali e, a filo, il latte di avena. Impastate bene tutto e, quando sarà ben amalgamato, unite i cornflakes. Mescolate con un cucchiaio fino ad ottenere una pasta omogenea.
Unite, a questo punto, anche il muesli al cioccolato e ripetete il lavoro con il cucchiaio, fino ad ottenere un impasto piuttosto corposo, ma morbido.
Rivestite con carta forno una teglia. Con l'aiuto di due cucchiaino formate delle palline grandi quanto una noce. Adagiatele sulla teglia, ad una distanza di qualche centimetro l'una dall'altra.
Accendete il forno a 190°. Quando sarà in temperatura infornate e abbassate a 175°. Cuocete per circa 20/25 minuti. Controllate che diventino ben dorati. Sfornate e lasciate raffreddare.
Rimarranno morbidi al morso, ma croccanti nell'impasto. Dolci e saporiti. Una vera tentazione!


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Burro vegetale: dolce, salato o aromatizzato saprà conquistarvi dal primo assaggio

La cosa che amo delle sfide è che, appena affrontata una, faccio sì che il risultato sia uno spunto per la successiva. E' più forte di me: non riesco a sedermi sulle mie conquiste. Così, dopo aver scoperto la margarina, essermi accostata al burro di anacardi mi sono approcciata da un burro vegetale, ottenuto con un mix di frutta secca lavorato a freddo. Il risultato è stato così buono, che ho ritenuto fosse il caso di dedicare a questa lavorazione uno spazio tutto suo. Non serve dire che l'abbia già utilizzato e che ne sia rimasta soddisfatta. Con il tempo avrete modo di vederne i risultati. Per il momento vi lascio sognare davanti a questa crema, che, salata o aromatizzata come desiderate, non vi darà scampo!!! E', infatti, una preparazione che può essere utilizzata naturale o arricchita, per dolci o per salati. Il sapore che conferisce, in ogni caso, è formidabile. Attenzione alle calorie, ma..... quante proprietà preziose!!!

Ingredienti

20 g di gherigli di noci
20 g di mandorle spellate
30 g di anacardi
5 ml di olio evo

Per la versione salata
1/3 di cucchiaino di sale

Pulite la frutta secca e sistematela in un tritatutto. Azionate le lame poco alla volta, raccogliendo con un cucchiaio la parte che si depositerà sul bordi. Continuate pazientemente questo lavoro fino a quando la frutta sprigionerà l'olio e creerà una sorta di pasta.
Aggiungete l'olio evo e continuate a lavorare l'impasto. Se voleste creare la versione salata, aggiungete il terzo di cucchiaino indicato e continuate la lavorazione.
Quando avrete ottenuto una crema densa, trasferite tutto in un barattolino di vetro, sterilizzato, e conservate in frigorifero.


Sempre che riusciate a resistervi, si manterrà per 5 o 6 giorni, al fresco, ben chiusa.



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Vellutata autunnale di borlotti e porcini: la sostanza in un piatto dal sapore delicato

Vi ho avvisato: inizia la stagione delle vellutate! La cosa che mi piace particolarmente di questo piatto è che mi permette di dare concretezza a tutti i miei voli pindarici tra sapori e consistenze. Spazio da un legume all'altro, accanto ad un ortaggio, o ad una carne, o ad un formaggio, per non parlare di erbe aromatiche, spezie. Insomma, queste creme, oltre ad essere un appagante sostegno di calore in giornate dall'acuta freschezza (dipingiamo di poesia il gelo che accompagna l'autunno ^_^), sono per me un reale sfogo d'estro! Questa volta ho pensato ad accompagnare dei buoni porcini con dei borlotti a km 0, di cui ho il congelatore pieno!! (Grazie mamma!! Prima o poi riuscirò anche ad utilizzarli).

Ingredienti

300 g di fagioli borlotti freschi (io li avevo congelati)
1/2 finocchio
100 g di porcini freschi
3 rametti di rosmarino
5 g di olio evo
sale
paprika dolce
noce moscata

Sciacquate i fagioli e metteteli in una pentola. Copriteli di acqua. Mondate e lavate il finocchio, lavatelo e unitene metà, a pezzi, ai fagioli. Lavate bene il rametto di rosmarino e aggiungete anche questo, insieme alla paprika e alla noce moscata. Portate a bollore a fiamma viva e, una volta raggiunto, abbassate la fiamma, coprite e cuocete per circa 40 minuti. Pulite i funghi porcini e tagliateli a tocchetti. Quando sarà trascorso il tempo di cottura dei fagioli, uniteli, lasciandone da parte una manciata, e fate cuocere ancora 15 minuti circa. Salate a piacere.
Scaldate un filo d'olio in una padella e, quando sarà ben caldo, unitevi i funghi. Fateli saltare fino a farli diventare croccanti, aggiungendo un pizzico di sale.
Scoprite la pentola e lasciate consumare l'acqua, in modo che rimanga appena a livello dei legumi. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una vellutata. Assaggiatela e correggetela, eventualmente, di sale.
Versate la crema in un piatto o in una cocottina. Unite i funghi saltati, guarnite con un rametto di rosmarino e servite.
La crema risulterà delicata e avvolgente. Importante nella sostanza, piacevole al palato.


E' decisamente gradevole da gustare anche tiepida.


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Chiocciole integrali alle noci con cacao e burro di anacardi: partire da zero e crederci!

Si parte da zero. Spesso mi chiedete come mi vengano certe idee, da dove tragga ispirazione la mia creatività. Ecco, credo di avere la risposta. Trasporto in termini culinari quello che è il mio modus operandi nella vita. Parto da zero. Unica aspettativa è tagliare un traguardo. Non mi affido a raccomandazioni, non utilizzo pappe pronte, non accetto l'arresa, credo in me stessa, cerco di sfruttare al meglio le mie forze, mi concentro sul successo ma con un occhio puntato sull'insuccesso, in modo da prevenire eventuali cadute e se proprio dovrà arrivare un fallimento, che almeno sia stato toccato per mezzo di un tentativo e non per arrendevolezza e che almeno mi insegni qualcosa, per le volte successive. Avevo del semplice burro di anacardi, il desiderio di impiegarlo per la creazione di qualcosa di nuovo, una dispensa ricca di preziosi elementi e tanta speranza. Ho perfezionato l'idea strada facendo e questo è quanto mi è riuscito.

Ingredienti

30 g di gherigli di noci
90 g di farina di segale Jurmano
60 g di farina integrale
3 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
20 g di malto di riso (+ 10 g per ma farcitura)
105 g di acqua
15 g di olio di semi di soia
8 g di zucchero integrale di canna
30 g di burro di anacardi (+ 10 g per la farcitura)
2 g di cacao amaro
zenzero a piacere
un pizzico di sale

Setacciate e mescolate tra di loro le farine e il lievito madre secco. Aggiungete il malto di riso, il sale e, poco alla volta, l'acqua e l'olio, e impastate fino ad ottenere una pasta molto morbida e appiccicosa.
Trasferitela in un recipiente, possibilmente di plastica, infarinato. Coprite con la pellicola trasparente e lasciate lievitare per 6 ore circa in un luogo tiepido, al riparo dalla luce. Io l'ho lasciato nel forno spento.
Prendete, quindi, l'impasto lievitato e trasferitelo su una spianatoia infarinata. Stendetelo con un mattarello, non troppo sottile e copritelo con uno strato di burro di anacardi. Piegatelo in 3 e stendetelo nuovamente. Copritelo ancora con uno strato di burro di anacardi e piegatelo di nuovo in 3.
Avvolgetelo in una pellicola trasparente e lasciatelo riposare per mezz'ora circa.
Preparate, nel frattempo, la farcitura: mescolate il malto di riso con il cacao, il burro di anacardi e lo zenzero. Create una crema omogenea, che terrete da parte.
Riprendete l'impasto e stendetelo su un ripiano infarinato, dello spessore di circa un centimetro, cercando di dargli una forma quadrata o rettangolare. Tagliate con una rotella delle strisce alte circa 3 centimetri.
Spennellate, su ciascuna striscia, un po' della crema ottenuta.
Arrotolate, ora, ciascuna striscia su se stessa, cercando di formare delle chioccioline piuttosto strette. Imburrate ciascuno stampo per babà (io ne ho utilizzato uno in silicone) e inserite una chiocciolina per ogni spazio.
Lasciate riposare ancora mezz'ora e infornate, a 190°, per 25 minuti circa.


Sfornate e lasciate raffreddare i coni. Quindi assaggiate ^_^

Un incontro delicato di sapori, la fragranza di un pane dolce, la soffice consistenza in ciascun morso..... un viaggio sensoriale.

                                 

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