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Fiammiferi croccanti di carota con nocciole e glassa di balsamico al rosmarino: il contorno che va oltre il dubbio

Ecco un altro caso di "fotografo, che è meglio". La carota è sempre quell'ortaggio che mi stuzzica, ma a fatica riesce a soddisfarmi, in un contorno. Bizzarro, vero? Sposa perfettamente i dolci, aromatizza le salse, colora la pasta fresca...... ma può essere così banale in un contorno!!!! Eppure sarebbero dovute essere carote. Sì, mi ero fissata sulle carote e carote sarebbero state. Niente di stravolgente, ma assolutamente carote. Chi mi conosce bene sa quanto sia testarda ^_^
Allora inizio dalla forma. Nessuna rondella. Nessun purè. E neanche i miei adorati cubetti che, con zucchine e patate (nel tempo sostituite da broccoli, fagiolini o melanzane), hanno sempre rappresentato un accompagnamento perfetto! Ma sì, facciamo due fiammiferini, va'!! Bene, e con cosa? Non friggo, non infarino, non pasticcio troppo.... ecco la mia instancabile e fedele amica frutta secca. Nocciole!! Carote e nocciole, ragazzi, sono la fine del mondo. Manca davvero un ultimo, ultimissimo step: la rifinitura. Gli aromi sono fondamentali e meritano certamente il loro spazio. E se fosse una bella glassa? Aceto balsamico. Beh, sapete quanto non ami utilizzare preparati, che celano sempre ingredienti misteriosi. In linea con la mia filosofia di cucina, non nascondo, dietro la definizione "glassa", un prodotto da grande distribuzione. Il segreto è tenere in dispensa quelle due cosette. I sempre utili. Allora la glassa, la mia glassa di balsamico ha preso forma, e lo ha fatto in modo genuino e saporito!! Sbollento, salto, addenso e formo questo piatto e...... non trovo parole: per fortuna ho fotografato!!

Ingredienti

2 carote
15 g di aceto balsamico
5 g di acqua
10 g di nocciole
sale
1 rametto di rosmarino fresco
zenzero in polvere a piacere
olio
la punta di  cucchiaino di farina di semi di carrube

Pelate e pulite le carote. Tagliatele in fiammiferi di circa 5 centimetri di lunghezza. Portate a bollore dell'acqua e sbollentate le carote per un minuto circa. Scolatele e passatele sotto un getto di acqua fredda, per fermare la cottura. Tenetele da parte.
Miscelate l'aceto balsamico con l'acqua e mettetelo sul fuoco, a fiamma bassa. Lavate il rosmarino e unitelo al liquido. Quando sarà caldo, ma prima che arrivi a bollore, togliete il rosmarino, stemperate la farina di semi di carrube con pochissimo liquido alla volta, mescolando accuratamente, affinché non faccia grumi. Portate a bollore e, sempre mescolando, fate cuocere per un paio di minuti. Spegnete la fiamma e lasciate intiepidire. Riprendete, quindi, le carote.
Fate scaldare un filo d'olio in una padella e saltate le carote. Salatele. Aggiungete lo zenzero in polvere e sbriociolatevi sopra le nocciole. Saltate a fiamma viva per qualche minuto.
Trasferite la verdura in un piatto, quando sarà ben dorata.
Prendete la vostra glassa e fatela colare, in goccioline, suulle carote.


Ora servite, assaporate e deliziatevi. Io ne sono rimasta stregata!!


abc

Crackers sfogliati all’olio extravergine di oliva: il piacere della condivisione e lo stravolgimento delle tradizioni

Avere amici a cena, per me, è un grandissimo piacere. Lo è nella rottura di quella tradizione, tramandata da mia madre, per cui tutto avrebbe dovuto rispettare determinati canoni di accoglienza e il reciproco rispetto dei propri spazi. La casa perfettamente pulita, nessun soprammobile scostato, le sedie perfette, la tavola apparecchiata in maniera tradizionale, i cappotti presi e adagiati delicatamente sul letto matrimoniale, ciascuno al proprio posto, le portate servite con il loro ordine. Beh, diciamo che sembro la figlia ribelle delle tradizioni, ma volete mettere un tappeto, un tavolino allestito a buffet, coperte, cuscinoni, candele, un buon vino e una cena gustata con le mani? Il calice non mancherà, promesso. Il cappotto mettetelo dove volete, la camera è di là, unica porta, non potete sbagliare. Le scarpe sono superflue, toglietele, se voleste. Anche con il calzino bucato, purché sia pulito. Alzatevi, camminate, rotolatevi sul tappeto. Lo spazio non è molto, ma è confortevole.
Ah, e ogni tanto sentitevi liberi di allungare una mano e prendere uno di questi crackers. Non importa che sappiate che sono un esperimento riscito, non importa che riconosciate il mio orgoglio, mi basta che ne mangiate a volontà, perché vorrà dire che avrete apprezzato!

Ingredienti

90 g di semola di grano duro rimacinata
75 g di farina di segale Jurmano
15 g di farina di canapa sativa
2 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
1 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
130 g di acqua
15 g di olio evo + q.b.
2 g di sale

Setacciate le farine, il lievito e il malto d'orzo. Mescolateli.
Unitene metà all'acqua e impastate fino ad ottenere una pastella omogenea. Aggiungete l'olio a filo e continuate ad impastare (io utilizzo il Bimby). Aggiungete, quindi, poco alla volta, la farina rimanente. Alla fine unite il sale. Lavorate bene fino ad ottenere una pasta piuttosto appiccicosa.
Rovesciate l'impasto su una spianatoia infarnata, formate un panetto e mettetelo in una ciotola, coperta con la pellicola trasparente. Lasciate riposare in un luogo tiepido fino al raddoppio. Io ho lasciato che lievitasse per 7 ore, nel forno spento (con la sola lucina accesa).
Quando sarà ben lievitato capovolgete l'impasto sulla spianatoia e, infarinatelo a sufficienza per evitare che si appiccichi alle mani e al mattarello. Iniziate ad allargarlo, sgonfiandolo con i polpastrelli. Aiutatevi, ora, con il matterello.
Ricavate una sfoglia sottile e rettangolare. Versate dell'olio sufficiente a coprire tutta la superficie e cospargetelo uniformemente aiutandovi con un pennellino. A questo punto arrotolate l'impasto formando un salame lungo qualto il lato più corto della sfoglia. Schiacciate il salame, appiattendolo, e stendetelo nuovamente, con il mattarello, mantenendo la lunghezza.



Piegate il lato più lungo in tre, avvolgete la sfoglia in un foglio di pellicola trasparente, e lasciatela lievitare ancora per un paio di ore.
Riprendete l'impasto e stendetelo in una sfoglia spessa circa 2 millimetri. Con una rotella dentata tagliate dei rettangolini (o comunque delle sfogliette a vostro piacere).
Trasferite le sfoglie su una, o più, placche rivestite da carta forno.
Io ho eseguito cotture in diversi modi: alcune le ho lasciate naturali, altre le ho bucherellate, altre le ho anche salate in superficie. Quelle liscie si sono gonfiate e si sono sfogliate maggiormente. Quelle bucherellate, invece, sono rimaste più croccanti e compatte.


Portate il forno in temperatura e cuocete, a 180°, per 25/30 minuti. Controllate la cottura, in modo da non farle bruciare!! Può essere che, su una stessa teglia, alcune cuociano prima di altre. Sfornate e proseguite la cottura in base al grado di cottura ^_^


Ecco le due versioni, scegliete voi la vostra. Personalmente avrei continuato a mangiarle tutte e due senza sosta!!! Per fortuna, ad un certo punto, sono finite!!
I miei graditi ospiti hanno apprezzato nei modi più disparati, lasciandomi grandi, grandi soddisfazioni.abc

Crema piccante di spinaci e carciofi allo zenzero con croccanti di tofu alla senape

Non sempre un piatto nasce ex novo, in un'illuminazione che verrà assecondata da un'adeguata spesa. A dire il vero sono rare le volte in cui questo succede. Generalmente è l'attrazione che sento per un particolare ingrediente, ortaggio, frutto, cereale o quant'altro, che mi porta a creare una pietanza. E' un po' come quando entro in libreria: posso passare infinite volte davanti ad un libro e non esserne colpita. Ma quella milleduecentotrentottesima volta...... mi rapisce, mi chiama e arriva da me. Così è successo per questi carciofi. Beh, io i carciofi li amo particolarmente e non vedevo l'ora arrivasse la stagione. Nella preparazione della carbonara rivisitata avevo utilizzato la parte più tenera del carciofo. L'avevo fatto tenendo da parte le foglie esterne, quelle più filamentose e meno tenere. L'avevo fatto con una precisa idea: non buttare nulla e sfruttare quello scarto per una sana vellutata. Poi mi sono trovata di fronte a quell'idea e.... è stato più forte di me: l'ho elaborata. Un lavoro che mi è costato due giorni di macchinazioni mentali, ma che ha trovato la forma perfetta. In questo piatto ci sono sapori delicati, tra quelli che preferisco in assoluto.

Ingredienti

Per la crema
70 g di spinaci freschi
80 g di foglie di carciofo
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
peperoncino a piacere
sale
1 cucchiaino di olio evo

Per le polpettine
170 g di tofu al naturale
35 g di senape delicata
3 zeste di limone
una piccola manciata di rosmarino
1 pizzico di sale
2 cucchiai di farina di mais fioretto
olio evo

Prelevate le foglie più esterne dei carciofi, elimenate le spine e sciacquatele. Fatele bollire in acqua salata, a cui avrete aggiunto un po' di zenzero in polvere. Cuocetele fino a farle diventare morbide. Ci vorrà circa mezz'ora. Nel frattempo lavate gli spinaci.
Quando saranno tenere, scolate le foglie di carciofo e fatele raffreddare. Nella stessa acqua di cottura fate sbollentare gli spinaci, per circa 5 minuti. Aiutandovi con un contellino prelevate la polpa dei carciofi, separandola dalla parte filamentosa. Scolate gli spinati e raccoglieteli, senza strizzarli, in un bicchiere di plastica. Unitevi la polpa dei carciofi, lo zenzero in polvere, il peperoncino, e frullate fino ad ottenere una crema liscia. Versate l'olio e frullate ancora per un paio di minuti. Assaggiate ed eventualmente correggete di sale. Tenete da parte.
Tagliate a dadini il tofu e trasferitelo in un bicchierone. Aggiungete la senape, le zeste di limone e il rosmarino. Frullate tutto per qualche minuto, fino a quando tutto sarà diventato una crema omogenea. Aggiungete il sale e proseguite, con il frullatore, per qualche istante. Fate riposare in frigorifero per mezz'ora almeno, in modo che si compatti bene.
Versate su un foglio di carta assorbente la farina di mais. Con l'aiuto di due cucchiaino formate delle quenelle. Posatele sulla farina e, con le mani, fatele ruotare in modo da impanarle completamente e arrotondarle. Fate attenzione che l'impasto sarà piuttosrto morbido.
Fate scaldare un po' d'olio in una padella. Quando sarà ben caldo adagiatevi le polpettine. Se necessario aggiungete ancora un filo di olio, in cottura. Giratele spesso, con delicatezza, in modo da farle dorare uniformemente. Quando saranno croccanti trasferitele su carta assorbente e fatele asciugare dall'olio in eccesso (lo so, non è una vera frittura, ma io sento l'olio anche nelle briciole ^_^).
Scaldate la crema di spinaci e carciodi e mettetela in una ciotolina. Servitela con le polpettine, da gustare rigorosamente con le mani.
Incontro di delicatezze, sapori, consistenze differenti, che legano perfettamente e che si esaltano tra loro.



abc

Carote viola, melograno e nocciole: il contorno dalla spiccata identità

Spesso si crede che il contorno, in un piatto, sia un effettivo..... contorno. A volte bilancia i sapori, altre è la tradizione che lo richiede, altre ancora nel frigo ho un po' di questo, e certe altre si fonde con la portata principale. Questa volta, invece, questa volta no. Questa volta voglio che al contorno sia data una vera identità. Partendo dalla cromaticità: dev'essere intensa, deve scaldare, conquistare. E i sapori: dolci, ma a contrasto, affini, ma differenti. Per finire con la consistenza, in un gioco di croccantezze che stuzzica e non stanca. E allora ci ho provato. I colori sono intensi, i sapori affini, le dolcezze differenti e la croccantezza, quella certo non manca. Il risultato? Una vera esperienza sensoriale.

Ingredienti

3 carote viola
1/3 di melograno
10 g di nocciole
peperoncino in polvere
olio evo
sale

Pulite le carote e tagliatele a dadini grandi più o meno quanto un chicco di melograno. Scaldate in una padella un filo di olio e fate saltare la dadolata per pochi minuti, aggiungendo un goccio d'acqua se fosse necessario. Abbassate, quindi la fiamma, salate, coprite con un coperchio e fate cuocere per 10 minuti. Girate, di tanto in tanto, con un cucchiaio di legno.
Nel frattempo piulite il melograno e prelevate 1/3 dei chicchi.
Aggiungeteli alle carote e fate cuocere, sempre a fiamma bassa, per altri 5/10 minuti.
Se fosse necessario, aggiungete altra acqua. Assaggiate la sapidità e correggete, eventualmente. Unite peperoncino a piacere e lasciate insaporire.
Pestate le nocciole tostate creando una granella piuttosto grossolana. Aggiungetela alle carote e al melograno e mescolate. Fate saltare a fiamma viva per un minuto, spegnete il fuoco e servite.


Non serve aggiungere altro: sapori genuini, insoliti, appaganti e sfiziosi.

Gli occhi si riempiranno di colori e il vostro palato di piacere!


abc

Crema di pistacchi: pura e semplice bontà senza artifici

Non ci sono grandi segreti. Amo il pistacchio e coprirei di pistacchio ogni anfratto della mia esistenza. Nel dolce, nel salato, in crema, in granella, intero, come protagonista, come comparsa. Basta che sia pistacchio. Già un tempo mi cimentai in una preparazione di crema che mi lasciò titubante. Non del tutto soddisfatta, ma assolutamente ingolosita. Il pensiero fu si può fare, ma è da migliorare. Eccomi!! ^_^ Credo che la scelta di pochi e genuini ingredienti sia vincente e credo che quel piccolo dettaglio insolito, nell'aroma, dia il tocco di magia. Insomma, quando dico pistacchio ciò che voglio assaporare è il pistacchio. Diffido dagli aromi artificiali, dagli intrugli di additivi impronunciabili. Qui dentro non c'è altro: c'è semplice e pura natura. E da qui parto, perché questa crema non è un traguardo, ma un grande punto di partenza: in mente ho già qualche sfiziosissima idea!!!! Sempre che quel barattolino non finisca prima!!!! ^_^


Ingredienti

100 g di pistacchi tostati non salati
30 g di zucchero grezzo di canna
350 ml di latte di avena
1 cucchiaino colmo di farina di semi di carrube
scorza grattugiata di mezzo limone

gusciate i pistacchi, cercando di pulirli il più possibile dalle loro pellicine. Eventualmente sfregateli delicatamente tra di loro.
Tritateli finemente, facendo lavorare le lame a scatti, con pause continue che non surriscaldino troppo i pistacchi.
Procedete fino a quando avrete ottenuto una pasta compatta.
A questo punto aggiungete lo zucchero e la scorza grattugiata del limone e mescolate bene. Stemperate la farina di semi di carrube con un po' di latte tiepido e unitelo alla pasta. Versate il restante latte, mescolando bene affinché non si dormino grumi e mettete sul fuoco, a fiamma moderata. Portate a lieve bollore e, una volta raggiunti i 90/95°, sempre mescolando, fate cuocere per circa 4 minuti.
Nel frattempo sterilizzate un vasetto. Con queste dosi vengono circa 450 ml di crema.
Quando la crema sarà cotta spegnete il fuoco e versate la il composto bollente vel vasetto. Chiudete subito e avvolgete in un canovaccio lo stesso barattolino. Lasciate raffreddare per qualche ora, fino a quando si sarà creato il sottovuoto.
A questo punto la crema è pronta per essere riposta in dispensa e conservata. Magari una buona e semplice idea regalo!!

Io ho utilizzato un vasetto da 33 ml e la restante crema l'ho tenuta in un contenitore, in frigorifero. In questo modo potrete conservarla comodamente per almeno una settimana (di più non è durata ^_^) e averla sempre a portata di..... palato!!abc

Vellutata di zucca e castagne con croccante di nocciole e castagne alla paprika

"Oggi ho mangiato una vellutata di zucca e castagne", così ha esordito Federica. Incuriosita da quell'insolito accostamento che parla d'autunno all'ennesima potenza, le ho chiesto chiarimenti. "Hai presente il banco della verdura? Ecco, lì accanto ci sono le zuppe e minestre....". Tempo zero ero accanto a quel banco per sbirciare le minestre in questione e cercare lei, proprio quella che aveva deliziato la mia collega e che mi aveva incuriosito all'istante. La trovo. Leggo. Naaaaaaaaaa, ma quanta roba c'è qui dentro???????? A me piacciono sapori più semplici!! Ovviamente MAI avrei comprato quella vellutata (non volermene Fede), neanche per la curiosità di sapere come fosse il sapore. A me è bastato l'input che è servito a scatenare la miriade di lucine che si sono accese in testa. Il piatto è nato all'istante. Semplice, ricco, saporito e avvincente. Folgorata. Morbido, avvolgente, con quella croccantezza irresistibile. Un capolavoro!!

Ingredienti

500 g di zucca pulita (peso a crudo)
15 castagne
1/2 cucchiaino di pistilli di zafferano
100 ml di acqua + q.b.
10 g di nocciole
10 ml di olio evo
sale
noce moscata
paprika dolce

Mettete in acqua dieci castagne e mettetele sul fuoco. Dal momento in cui l'acqua inizierà a bollire, fatele cuocere per 30 minuti. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
Prendete la zucca e tagliatela a dadini: più li farete grossi e più tempo ci metteranno a cuocere. Mettete la dadolata ottenuta in una casseruola, aggiungete i 100 ml di acqua, salate leggermente (non molto, mi taccomando, perché l'acqua evaporerà) e fate cuocere a fuoco moderato, fino al bollore, e a fiamma bassa, in seguito.
Quando inizierà a bollire aggiungete i pistilli di zafferano e continuate la cottura.
Sbucciate ora le castagne che avete fatto bollire. Liberatele dalle loro pellicine, in modo che siano perfettamente pulite.
Sbriciolatele leggermente ed unitele alla zucca, in cottura. Mescolate e lasciate che insaporiscano per qualche minuto, lasciando sempre la fiamma bassa.
Aggiungete noce moscata a piacere e spegnete il fuoco. Passate il tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia e vellutata. Mantenetela al caldo, coprendola con un coperchio.
Sbucciate le cinque castagne crude che sono rimaste, tagliatele a dadini e unitele alle nocciole frantumate grossolanamente. Scaldate un filo d'olio in padella e, quando sarà ben caldo, versate il mix di castagne e nocciole. Salate e cospargete con paprika dolce a piacere e fate saltare a fiamma viva il tutto, fino a quando saranno croccanti e tostate.
Versate, quindi, la vellutata nel piatto e scospargetela con il croccante di nocciole e castagne. Servite fumante e lasciatevi conquistare.
Croccante, mobido, delicato, saporito. Contrasti che lasciano il segno.



abc

Focaccine dolci alle castagne con mele e semi di girasole: l’attesa che diventa trionfo

Finalmente ce l'ho fatta: ho trovato la farina di castagne!!!!!!! Sembrerà una follia, ma ho ancora in testa il suono delle parole del commesso, Marco, del negozio bio di fiducia. Dicevano così: "In realtà manca da molti mesi, da quando sono finite le scorte della stagione passata. Adesso dovremo aspettare la macinatura delle nuove castagne. Del resto, essendo un prodotto biologico, rispetta e segue le stagionalità. Dovremo aspettare ancora un po'". Ecco, il mio mantra: se vuoi che sia bio, attendi la naturale evoluzione delle stagioni. Chiedo scusa a Marco, ai suoi colleghi e agli acari del mio negozio di fiducia, ma mi trovavo tra gli scaffali di un altro negozio quando..... illuminazione!!!!!! Il mio bel sacchetto di farina di castagne troneggiava nel carrello e saltellava nella borsa di juta, trepidante per l'attesa di entrare in dispensa. In realtà la dispensa non ha neanche fatto in tempo a vederla. Già, tanto era il desiderio che..... magia!!!! Preparatevi, non aspettavo altro! ^_^

Ingredienti

65 g di farina di segale Jurmano
90 g di farina di Manitoba
45 g di farina di castagne
5 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
130 g di latte di avena
40 g di malto di riso
10 g di burro vegetale salato (questa versione)
1/2 mela
15 g di semi di girasole
10 g di zucchero di canna Demerara

Setacciate le farine (mi raccomando, la farina di castagne tende a formare grumi, in conservazione nel sacchetto, e questo passaggio è fondamentale per facilitare la lavorazione e dare una resa migliore all'impasto). Aggiungete il lievito e il malto e mescolate.
Fate sciogliere il malto di riso nel latte leggermente intiepidito e iniziate ad unire la farina, poco alla volta, impastando. Aggiungete il burro vegetale e lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Trasferite il panetto appena ottenuto in una terrina di vetro e copritela con un foglio di pellicola trasparente. Lasciatelo lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio del volume (per me 4 ore e mezzo).
Riprendete l'impasto, dividetelo in otto parti su una spianatoia infarinata e lavorate ciscun pezzo, in modo da formare una pallina.
Date quindi, a ciascuna pallina, la forma di una pizzetta, di diametro di circa 15 cm, ponetele su una placca rivestita da carta forno e lasciatele lievitare ancora per un'ora e mezza, sempre in un luogo tiepido (io mi servo del forno spento).
Trascorso il tempo della lievitazione mescolate lo zucchero di canna con i semi di girasole. Riprendete le pizzette, ora gonfie di lievitazione, esistemate, su ciascuna di queste, un cucchiaino del mix ottenuto.
Sbucciate la mela, togliete il torsolo e tagliatela a fettine molto sottili. Posizionate quattro fettine su ogni pizzetta, in modo da ricoprirla interamente.
Portate il forno in temperatura e cuocete, a 180°, per 15 minuti.
Controllate che non brucino e che cuociano rimanendo belle soffici.
Sfornatele e lasciatele intiepidire.

Procedete, quindi, all'assaggio.
Io le ho congelate e le assaporo belle calde al mattino, per colazione. E' una preparazione che permette questo tipo di conservazione, per cui..... pizzette a gogò!!!

abc

Crackers ai cereali e semi: desiderio soddisfatto e sguardo al futuro

Non c'è nulla da fare: ogni tanto sento la necessità di buttarmi sulla preparazione di crackers. Integrali, aromatizzati, ai cereali, friabili, croccanti, l'estro è sempre il protagonista. La ormai consolidata assenza di 00 nella mia dispensa mi fa architettare intrecci di farine talvolta bizzarri, ma per me è divertimento puro. Come mi capita di chiudere gli occhi per mettere a fuoco una particolare spezia, così chiudo gli occhi anche per scegliere le migliori farine, al fine di rispettare e soddisfare l'immagine proiettata nella mente. Il supporto di semi di qualsivoglia specie e natura mi dà sempre un senso di conforto. Insomma, la forma è la stessa, la sostanza cambia. E io gongolo, assaporando, ora sole, ora accompagnate da una mousse, o da un po' di marmellata, queste meravigliose sfoglie croccanti. E ogni volta in cui sforno il pensiero è sempre a "la prossima volta...."

Ingredienti

100 g di farina d'orzo
20 g di farina di farro integrale
2 g di lievito madre secco (io Antico Molino Rosso)
2 g di malto d'orzo (io Antico Molino Rosso)
25 g di semi di zucca
20 g di semi di sesamo
7 g di semi di papavero
85 g di acqua
15 ml di olio evo
2 g di sale

Per prima cosa tritate finemente i semi di girasole. Setacciate, poi, e mescolate tra loro le farine, il lievito e il malto d'orzo. Unitelo ai semi di zucca tritati, aggiungete i semi di sesamo e di papavero e mischiate.
Aggiungete l'acqua e il sale e impastate. Sempre impastando unite, a filo, l'olio. Lavorate l'impasto fino ad ottenere un panetto compatto, che lascerete riposare per un'ora circa in un contenitore, coperto da pellicola trasparente. Lasciatelo in un luogo tiepido. Io l'ho riposto nel forno spento, appena intiepidito.
Trascorso il tempo riprendete l'impasto e stendetelo con il mattarello, aiutandovi con un foglio di carta forno unto, formando una sfoglia sottile appena 1 millimetro. Ritagliate, con una rotella, dei rettangolini (o dei crackers di qualsiasi forma vogliate).
Spostateli delicatamente su una placca rivestita da carta forno e lasciateli riposare per mezz'ora circa. Se voleste, salateli in superficie.
Infornateli a 190° e cuoceteli per 10 minuti. Controllate la cottura: quando saranno ben dorati spegnete il forno e spostateli su una griglia affinché raffreddino.
Una volta freddi saranno croccanti e friabili e vi rapiranno.
Uno, due, dieci, cento..... perderete facilmente il conto!!

  



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Bocconcini di quinoa al forno: l’irresistibile fragranza di una nuvola di sapori delicati in un involucro croccante

Elucubravo su questi bocconcini da tutto un pomeriggio. La quinoa, con le sue preziose proprietà, era entrata prepotentemente nel mio immaginario di cena. La sognavo croccante, scoppiettare sotto la pressione di piccoli morsi e racchiudere un concentrato di..... ecco, di...... Boh!! Sicuramente pensavo a qualcosa di delicato, ma saporito. Un aroma. Una nuvola che racchiudesse essenze. Potreste non crederci, ma quando mi trovo in fase creativa e ad un bivio, chiudo gli occhi e annuso spezie, erbe aromatiche e cerco di trovare l'accostamento perfetto. Ecco emergere, quindi, quel profumo intenso del rosmarino ed eccolo avvicinarsi al pistacchio. Ci siamo, manca solo..... sì, lei, la mia preferita: la noce moscata. Nient'altro, solo lei. La quasi totale assenza di grassi e la cottura in forno rendono questi bocconcini delle vere prelibatezze salutari e genuine. Cibatevene in spensieratezza, rigorosamente con le mani, e vedrete quanto il piacere possa essere sinonimo di leggerezza!

Ingredienti

60 g di quinoa
120 g di acqua
90 g di tofu naturale
1 rametto di rosmarino
15 g di pistacchi tostati non salati
5 ml di olio evo
25 ml di latte di avena
sale

Sciacquate accuratamente la quinoa sotto un getto di acqua fredda, in modo che vengano eliminati eventuali residui di saponina, che avvolge i semi e che rende amaro il loro sapore. Aiutatevi con un colino dalle maglie strette, in modo che non vengano dispersi i chicchi stessi.
Versate la quinoa in un pentolino con l'acqua, coprite e portate ad ebollizione. Cuocete fino al totale assorbimento dell'acqua. Ci vorranno circa 15 minuti. Spegnete, quindi, il fuoco e lasciate intiepidire. Nel frattempo lavate il rosmarino, separate gli aghi e tritateli finemente. Uniteli alla quinoa, con un po' di sale, e mescolate. Lasciate insaporire per una decina di minuti.
Tritate il tofu e i pistacchi e aggiungeteli alla quinoa. Mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Grattugiatevi sopra della noce moscata (io ho abbondato, perché amo il suo sapore), unite l'olio evo e il latte di avena e amalgamate tutto. La quantità di latte dipenderà dal grado di umidità della quinoa. Regolatevi in base alla corposità ottenuta.
Formate, ora, delle polpettine di circa 4 centimetri di diametro. Compattatele bene: non ci sono uova a tenerle unite e in cottura rischierebbero di sfaldarsi. Volendo potreste aggiungere un tuorlo, ma per me è superfluo. Il risultato è decisamente soddisfacente anche senza.
Sistemate i bocconcini ottenuti su una placca rivestita da carta forno e infornate, a 200°. Cuocetele per 20 minuti.
Quando saranno ben dorate spegnete il forno e sfornatele. Gustatele, calde o tiepide, nella loro irresistibile fragranza. Con queste dosi vengono circa 25 bocconcini.




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Tagliolini di zucca in crema di spinaci, pinoli e semi di zucca: la tradizione si fa innovazione

Avere i miei genitori a pranzo è cosa assai rara. Sono decisamente maggiori le volte in cui cavalco io i chilometri di asfalto per raggiungerli, piuttosto di quelle in cui ci si possa trovare in terra lombarda. E quando succede vi confesso che inciampo sempre, strano ma vero, nell'ostacolo del cosa cucinare: mio padre è un incallito tradizionalista da tagliatelle fresche al ragù, mio fratello è vegano da le tagliatelle sì, ma senza uova e il ragù sì, ma senza carne e mia mamma, lei, non so se per complicità femminile, lei si fa andare bene tutto. Preparare un pranzo intero in versione vegana è stata una possibilità da escludere all'istante. Non ce lo vedo proprio, mio padre, mangiare melanzane ripiene al tofu o seitan all'arancia. Beh, ma almeno sul primo un gradevole compromesso si può trovare!!! Allora ho adottato la tattica del cucino i prodotti del vostro orto. Tutto a km 0. E ci provo, sì, provo a smuovere le acque del tipico pranzo domenicale tinto di rosso pomodoro. Il risultato? Oltre ad essersi ripuliti anche la padella, mio padre il giorno dopo decantava ancora questo piatto di pasta. Come dire.... del doman non v'è certezza!! ^_^

Ingredienti

Per la pasta
210 g di zucca
210 g di semola di grano duro
1,5 g di sale

Per il condimento
1 spicchio d'aglio
25 g di semi di zucca
200 g di spinaci al vapore
25 g di pinoli
16 g di olio evo
80 g di latte di avena

Pulite la zucca e tagliatela a fette. Cuocetela a vapore, o al forno, fino a quando diventerà morbida. Lasciatela raffreddare.
Frullatela, insieme al sale, fino ad ottenere una purea omogenea.
Aggiungete poca farina alla volta e impastate. Dovrete ottenere un impasto compatto e liscio. Badate che, più acqua avrà la zucca, più farina dovrete incorporare. Regolatevi, quindi, sulla dose di semola da utilizzare in base alla consistenza dell'impasto.
Avvolgete l'impasto ottenuto in un canovaccio e lasciatelo riposare in frigo per circa un'ora.
Nel frattempo preparate il condimento. Pulite l'aglio, privatelo dell'anima e unitelo ai pinoli e ai semi di zucca. Tritateli in maniera piuttosto grossolana. Aggiungete l'olio di oliva e continuate a tritarli fino ad ottenere una crema, non troppo fine.
Unite alla crema appena ottenuta gli spinaci cotti al vapore. Mi raccomando a strizzarli abbastanza, in modo da non creare un composto troppo liquido. Tritate e amalgamate tutto insieme. Allungate il pesto ottenuto con il latte di avena. Anche qui regolatevi in base alla consistenza che gli spinaci avranno dato: dovrete ottenere una crema piuttosto densa, ma non liquida. Salate secondo il vostro gusto. Potrebbe stare molto bene anche della noce moscata e, personalmente, avrei anche abbondato. Ma ho optato per lasciare il più possibile naturale il sapore degli spinaci.

Riprendete l'impasto e tagliatelo a fettine. Stendete, su una spianatoia infarinata, una sfoglia alla volta, dello spessore di circa un paio di millimetri. Per il taglio io mi sono servita di una chitarra, ma potrete procedere con una rotella taglia pasta, la macchinetta oppure un semplice coltello.
Infarinate bene la sfoglia e procedete al taglio. Sistemate i tagliolini ottenuti su un piano infarinato, in modo che non si attacchino tra loro.
Continuate la lavorazione, sfoglia per sfoglia, fino a terminare l'impasto.
Portate a bollore abbondante acqua salata e cuocete i tagliolini per 4 minuti circa. Vi consiglio di aggiungere dell'olio per facilitare la cottura senza che rimangano attaccati tra di loro.
Nel frattempo scaldate in un wok la salsa di spinaci e, quando sarà cotta, versateci la pasta scolata. Fate saltare tutto a fiamma viva per un paio di minuti, in modo che insaporisca bene, poi impiattate.
La fragranza della pasta con l'avvolgente crema di spinaci renderà magico ogni boccone!!

abc

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