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Frollini coccocarota e gli scatti a prova di scetticismo dei più incalliti salutisti

Tornata da quella breve settimanina di stacco totale (totale perché mi sono trovata, rabbia e disagio a parte, senza pc e senza copertura internet e non ho potuto che abbandonarmi al piacere della lettura e all'abbraccio della natura..... oltre che al supporto di mio fratello per la gestione lavorativa degli ultimi clienti in partenza e per il controllo mail), ho trovato una casa sempre accogliente, ma...... vuota!!!! Poche scorte di alimenti non direttamente ingeribili (farine, legumi secchi, lieviti, cereali, latte di ogni genere....), frigo a prova di eco e....... nessun biscottino per la colazione. Beh, la prima colazione del rientro è stata con l'ultimo croissant ai cereali che avevo tenuto da parte di proposito. Ebbene sì, per certe cose sono davvero attenta e meticolosa: vorreste mai che una colazione sia lasciata al caso? Non ci sarebbe modo peggiore per farmi iniziare male una giornata!! In ogni caso il tempo per provvedere alle successive scorte non sarebbe stato molto, così ho subito dovuto mettermi all'opera. L'idea di partenza sarebbe stata una riproposizione di un classico frollino. Poi.... da da da dan..... lucina!! Perché non provare a sostituire le uova con le carote?? Ammetto che, quando mi affido a esperimenti di questo tipo, afferro la mia piccola digitale per documentare le fasi di preparazione continuando a ripetermi "non si sa mai..... vuoi che riescano anche bene, almeno le foto le ho". Beh, questa volta quelli che vedrete sono proprio gli scatti rubati allo scetticismo di un tentativo che.... è decisamente riuscito. Inizio a pensare che le mie papille gustative si siano adattate a sapori distorti..... perché l'idea di un biscotto alle carote e ai semi di girasole farebbe storcere il naso anche al più incallito salutista, ma vi lascio liberi di provare..... apro le porte ai San Tommaso che volessero cimentarsi con i miei alambicchi e attendo i vostri commenti. Io intanto..... me li sono divorati!!

Ingredienti

200 g di carote (peso da pulite)
25 g di semi di girasole
25 g di nocciole sgusciate e tostate
50 g di cocco disidratato (farina di cocco)
30 g di zucchero integrale di canna
40 g di burro di cocco (io Rapunzel)
150 g di farina di mais fioretto

Polverizzate lo zucchero di canna. Sbucciate e pulite le carote e tritatele, insieme ai semi di girasole e alle nocciole. Unitele allo zucchero e mescolate tutto fino a rendere il composto omogeneo.
Aggiungete la farina di cocco e il burro di cocco e amalgamate. Unite la farina di mais (io utilizzo il Bimby, ma se doveste impastare a mano aggiungete poco alla volta la farina nella ciotola in cui avrete lavorato il composto di carote e impastate fino ad incorporarla completamente).
Formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare l'impasto in frigo per circa 1 ora.
Stendete quindi la pasta su una spianatoia infarinata, con un matterello, fino a formare una sfoglia di circa mezzo centimetro di spessore. Tagliate i biscotti nella forma desiderata. Poneteli su una placca rivestita da carta forno e fate cuocere a 190° per circa 20/25 minuti. Come sempre il tempo di cottura dipenderà dal vostro forno: abbiate cura di controllare durante il tempo in cui cuoceranno, che non diventino troppo scuri.
Sfornate, lasciate raffreddare e...... bon appetit!!



In un barattolo in vetro si conserveranno per..... già finiti!!

abc

Crema tiepida di lupini aromatizzata alla salvia: il trofeo di un premio che riempie di orgoglio

Di un pacco di lupini, tre pietanze. Lo sapete, ve l'ho già palesato. Dopo aver proposto i cannoli phyllanzana e le omelette di lupini al timo, arrivo con la terza proposta. Ormai non farò più spesa per un po', per cui siete salvi per un qualche giorno. E' anche vero che mi concederò una fresca parentesi tra le montagne del parco Nazionale d'Abruzzo, luogo di origine paterna, da dove arriva il mio amore per questo legume, per cui..... chi lo sa se proverò ancora quell'emozione di sgranocchiare due lupini tra le bancarelle del mercato di Castel di Sangro?
Questo piatto nasce in una calda giornata.... una di quelle afose giornate di fine luglio di cui mai mi sono lamentata, ma che hanno richiesto preparazioni veloci e fresche. E' un piatto molto semplice che può essere improvvisata in qualsiasi momento.

Non a caso presento questa crema in occasione di un importante riconoscimento, datomi dalla cara e dolce Consuelo, la zia Consu in questo post, dove la Cuocherellona è stata scelta tra le tante. Un premio prezioso perché ha un significato, prezioso perché non è campato in aria ma è mirato.... e proprio quella mira mi ha colpito e inorgoglito. Dedico a questo blog tutto il mio amore e alla cucina tutta la volontà di creare e proporre la genuinità di una passione e valori forti da trasmettere, per cui un regime salutare non vuol dire sacrificare il gusto. E che tutto questo venga colto e apprezzato non può che rendermi fiera e darmi gli stimoli per continuare.

Cosa vuol dire blog 100% affidabile? Come si distingue un Blog Affidabile? Per alcuni semplici ma importanti regole:

1) E' aggiornato regolarmente
2) Mostra la passione autentica del blogger per l'argomento di cui scrive
3) Favorisce la condivisione e la partecipazione attiva dei lettori
4) Offre contenuti ed informazioni utili e originali
5) Non é infarcito di troppa pubblicità

Ringrazio di cuore Consuelo (per me zietta) per aver visto tutto questo nel mio blog. Fondamentalmente per me queste pagine sono un diario di bordo del mio modo di vivere, della volontà di scoprire, di conoscere, di poter scegliere consapevolmente e di condividere il mio sapere. Se tutto questo arriva...... allora la Cuocherellona sta facendo un buon lavoro.

E come zietta ha fatto con me, ora anche io consegno il premio a chi, secondo me, è affine a queste caratteristiche.

Dichiaro che i blog seguenti da me scelti rispettano le 5 regole del Premio "Il Blog Affidabile" disponibili a questa pagina http://www.gliaffidabili.it/a/altro/il-premio-il-blog-affidabile . Sono pertanto una risorsa utile per gli utenti della Rete e meritevoli di essere conosciuti da un pubblico più ampio come gli artigiani, le aziende e i professionisti iscritti su http://www.gliaffidabili.it/

1. Miele e Ricotta, mia cara Monique
2. GiroVegando in cucina, con Katiuscia
3. Mi piace mi fa bene, grande Federica
4. In cucina con il Naturopata, la mitica Silvia
5. Mia sorella è VEG... (ma io no...), della grande Spike

Che fatica dover scegliere.....

Ma ora passiamo alla velocissima crema di lupini!

Ingredienti

70 g di lupini puliti
4 foglie di salvia
1 zucchina (100 g circa)
50 g di peperone giallo arrostito (senza buccia)
5 g di olio evo
acqua q.b.

Fate bollire la zucchina, mondata e lavata, fino a quando sarà morbida, in acqua leggermente salata. Pulite il peperone arrostito eliminando la pelle e prelevatene una falda del peso indicato. 
Inserite in un boccale i lupini puliti, le foglie di salvia, lavate e spezzettate, le zucchine scolate e il peperone. Unite un cucchiaio dell'acqua di cottura delle zucchine e l'olio. 
Con un frullatore ad immersione lavorate tutto fino a creare una crema vellutata ed omogenea. Se occorresse aggiungete acqua fino ad ottenere la consistenza gradita.
Senza bisogno di essere scaldata, servitela accompagnandola con crostini, o gallette, o verdura. Io l'ho servita con sfoglie di pane Carasau.

Sì, è già pronta.... e come è veloce da preparare, è gradevole e veloce da gustare!!!! Delicata, completa, salutare e leggera. Non potrà che conquistarvi!!

abc

Omelette di lupini aromatizzata al timo: l’audacia compagna di vita e una nuova scommessa

Sappiate che, con una confezione di lupini, ci faccio circa 3 pasti. Per cui, quando vedete la prima proposta, a distanza di tempo, sappiate che sarà facile che ne arrivino altre due!! Questa è la seconda, dopo i cannoli di "phyllanzana" alla crema di lupini e basilico, per cui sopportatemi o ignoratemi ; )
La scommessa, tanto per cambiare, è audace. Ovviamente i lupini sono ottime fonti proteiche che, per gusto personale, non richiedono aggiunta ulteriore di sale e che sono così versatili da poter essere trasformati in qualsivoglia modo. Ovviamente, in quanto fonte proteica importante, ho omesso l'uovo (che vi lascio come variante per facilitare la cottura). E il sapore vellutato richiede un abbinamento a contrasto. Avevo preparato la composta di cipolle di Tropea due anni fa, grazie ad un gentile omaggio di un cliente calabrese di una bella borsata di cipolle del proprio orticello. Ho sentito fosse arrivato il momento di aprire il primo vasetto.... e che soddisfazione nel constatare la perfetta sua riuscita!! Ripeterò senz'altro la preparazione e ve la illustrerò con molto piacere. Per il momento fidatevi sulla parola....


Ingredienti

100 g di lupini
150 g di acqua
25 g di farina di farro bianca
5 g di olio evo
3 rametti di timo fresco
2 zucchine chiare piccole
1 cucchiaio di olive Riviera denocciolate
composta di cipolle di Tropea bio

Sbucciate i lupini e metteteli in un bicchierone insieme all'acqua, all'olio e alle foglioline di timo, precedentemente lavate. Passare con un frullatore ad immersione fino a creare una crema vellutata. Stemperate la farina con questa crema, aggiungendone poca alla volta. Quando avrete unito tutta la vellutata di lupini passate ancora con il frullatore e mettete in frigo a riposare, coperta, per circa mezz'ora.
Lavate e tagliate a julienne le zucchine. Fatele saltare in padella con un filo di olio evo. Salatele e quando saranno ben dorate aggiungete le olive ben scolate dal loro olio di conserva.
Fate scaldare molto bene in una padella (con queste osi vi verranno 2 omelette del diametro di 20 cm oppure 1 dal diametro di 28 cm) un filo di olio evo. Versate quindi il composto di lupini e fate cuocere, a fiamma viva, per circa 4 minuti. Nel frattempo sistemate le zucchine e le olive poco oltre il centro dell'omelette. Aiutandovi con una paletta ripiegate in tre la frittatina e fatela girare dando un colpo deciso alla padella. Essendo una preparazione senza uova risulterà difficile maneggiarla senza romperla, per cui ho trovato più semplice farla saltare ^_*
Cuocete a fiamma viva per altri 5/10 minuti avendo cura di non farla bruciare. Dovrà risultare ben dorata!
Trasferitela quindi in un piatto. Io l'ho accompagnata con delle semplici foglie di radicchio, ma ciò che non dovrà assolutamente mancare sarà la composta di cipolle di Tropea: provate ad assaporare in un solo boccone il sapore dell'omelette con la dolcezza della cipolla e poi ditemi..... non vi lecchereste i baffi?

Ovviamente per chi non avesse le mie grandi fisime e per chi non fosse vegano un ovetto non guasterebbe. Io mi ritengo soddisfatta del risultato ottenuto e, se mai replicassi (perché sapete che difficilmente ripeto, se non su espressa richiesta) replicherò esattamente così!!abc

Polpette di tofu e piselli con sorpresa: fierezza e una dedica da gustare con le mani

Cercavo uno spunto giusto, una di quelle trovate da colpo di fulmine. Ci tenevo non fosse una ricetta così, tanto per fare e alla fine mi sono imbattuta su questa polpetta, di Sonia. E' stato amore a prima vista. Sonia ha utilizzato ingredienti che io ho abitualmente in dispensa, ma soprattutto ha dato una forma diversa a quello che avrei voluto fosse l'ingrediente protagonista del mio piatto. Ma perché, vi starete chiedendo? Mettetevi comodi....
Questo post nasce per festeggiare un evento, che oltre ad essere un evento è uno stato d'animo, una scelta, un successo, un amore. Chi avrà avuto modo di seguire i miei racconti saprà che ho un fratello. E' più grande di me di due anni. Siamo opposti per scelte di vita e idee, ma siamo simili per sensibilità e animo (ecco.... credo che lui adesso stia storcendo il naso, ma questo è il mio blog e io dico quello che penso, tiè ^_*). Anche le sue scelte di vita, per motivi diversi dai miei, sono state coraggiose e difficili da portare avanti. Ma per una persona coerente e determinata come lui (ci somiglieremo anche in questo? Chi mi conosce.... sa) gli ostacoli non sono che un mezzo per raggiungere una meta. Senza che io sapessi molto, perché in casa nostra funziona così e non solo adesso che vivo a 160 km do distanza, mi arriva la notizia che Fabio è diventato educatore cinofilo!!!

Non vi racconto l'orgoglio di mamma nel momento in cui me l'ha annunciato. Mi soffermo piuttosto su questo aneddoto che, lo so per certo, farà sorridere proprio lui, il mio caro fratellozzo. Quando eravamo piccini eravamo due bambolotti decisamente timidi, timorosi di ogni parola sentenziata in casa e assolutamente terrorizzati da qualsiasi animale, soprattutto dai cani. Ogni volta in cui si andava da amici di famiglia i nostri genitori si accertavano se non ci fossero queste strane bestiole e, nel caso in cui ci fossero state, chiedevano gentilmente se fosse possibile tenerle rinchiuse da qualche parte per agevolare il nostro passaggio. Ovviamente noi arrivavamo con le antennine belle tese e camminavamo senza toccare il suolo. Sorrido oggi a questo pensiero. Sorrido perché non solo con il tempo questa paura si è trasformata in conoscenza e amore, ma è diventata per lui una passione e un'attività. Oggi Fabio ha con sé un gioiellino amorevole, Rebeldìa (non mi chiedete che nome sia, vi dico solo che sarebbe stata fondamentale l'assonanza con Sofia, precedente nome della donnina di casa), che è di una dolcezza infinita. Mi piacerebbe mostrarvela, ma mio fratello è così.... gli chiedi una foto e ti manda il pensiero. Spero che almeno questo vi sia arrivato e che possiate mettere bene a fuoco la sua bellezza ^_^ Beh, Dìa (per rendere facile la menzione) è educatissima e.... femmina. Curiosa, furba e capace. Ama da morire i piselli freschi. L'abbiamo scoperto quando, nella lunghissima lavorazione di sgranamento baccelli, andava a pescare e a gustare tutti i dispersi che, inevitabilmente, finivano a terra (papà non l'ha mai fatto di proposito, sia chiaro!). Ecco allora perché oggi questa polpetta. E' un omaggio all'orgoglio della zia (che fa rima con Rebeldìa) e alla conquista di Fabio, con l'augurio che possa diventare un dog sitter ed un educatore di indiscusso successo! Intanto a tutti gli amici che mi leggono dalla provincia di Torino..... ricordatevi di lui se mai aveste bisogno di una figura simile. La Cuocherellona ci mette la sua parola!

Passiamo ora alla ricetta. Ringrazio ancora Sonia, anche qui, oltre che sul suo blog. Mi sono permessa di trasformare lo spunto preso da lei in qualcosa che sentissi più mio..... ma io sono così, non mi stimola a sufficienza la mera copia e spero che anche lei possa apprezzare la mia versione!

Ingredienti

60 g di piselli freschi
125 g di tofu alle erbe
3 g di semi di lino
5 g di semi di zucca
1 cucchiaino di gomasio
8 striscioline di peperone arrostito
8 capperi sotto sale
pangrattato (io di riso)
olio evo

Iniziate facendo bollire per qualche minuto i piselli, in acqua salata. Non dovranno essere troppo morbidi (per questo suggerisco piselli freschi o eventualmente surgelati, ma non quelli in scatola). Scolateli, metteteli in un piatto e fateli raffreddare, o comunque intiepidire.

Mettete i capperi a mollo in acqua e lasciate che addolciscano per mezz'ora circa.
Tritate piuttosto grossolanamente i semi di zucca e i semi di lino.
Tagliate a pezzi il tofu, unitelo ai semi tritati, aggiungete il gomasio e frullate tutto, fino a creare un composto omogeneo. Assaggiate per verificare che sia sufficientemente saporito, ed eventualmente correggete con del sale fino. Il gomasio non insaporisce quanto il sale, per cui regolatevi secondo il vostro gusto.
Unite, a questo punto, i piselli. Azionate ancora le lame, per pochi istanti. I piselli, infatti, non dovranno diventare cremosi, ma dovranno solo spezzettarsi all'interno dell'impasto.
Versate il composto in un piatto.
Sciacquate i capperi, tagliate a listarelle il peperone arrostito e avvolgete ciascuna di queste attorno ad un cappero. Ripetete l'operazione per ciascuno degli 8 capperi preparati. Lasciate da parte e riprendete l'impasto di tofu e piselli per comporre i fagottini.
Inumiditevi le mani e prendete poco impasto alla volta. Affondate nel mezzo i rotolini di peperone e richiudete la polpetta su se stessa. Procedete fino al termine dell'impasto. A me ne sono venute 8, voi regolatevi in base alla dimensione che vorrete dare ai vostri bocconcini.
Quando saranno tutte pronte mettete a scaldare un buon cucchiaio di olio evo in padella. Versate il pangrattato in un piatto e impanate ciascuna polpetta facendo aderire bene la panatura.
Quando l'olio sarà caldo trasferite le polpette e fatele cuocere a fiamma media, avendo cura di girarle in modo da farle cuocere uniformemente.
Se servisse fate una piccola giunta di olio in cottura. Quando saranno ben dorate trasferitele in un piatto da portata. Servite. Calde, tiepide o fredde, non importa come...... l'importante è gustarle.
E visto che Dìa non mangia con le posate..... mi sono permessa di assaporarle con le mani, anche io!

Garantito che il gusto ne guadagna in maniera esponenziale!!

abc

Gnocchi di lupini con dadolata di verdure e alga Wakame: l’esperimento azzardato e ampiamente riuscito

No, tranquilli, non ho deciso di trasformare la mia cucina in una filiera di gnocchi.... è solo che non avrei visto altro formato di pasta, con i lupini!! Ebbene sì, vi ho già svelato il segreto: questa volta l'ho fatta grossa. Divoratrice di lupini, importantissima fonte proteica dalle molteplici proprietà e dal basso contenuto di grassi, cerco di trasformarli in qualsivoglia modo, in modo che non possiate dire ancora lupini e che io possa davvero non stancarmi mai di mangiarli. Confesso che una fase del procedimento per arrivare al risultato ultimo, è decisamente a rischio: rischio di non avanzarne a sufficienza per il prosieguo della preparazione!!!! La crema di lupini, frullata con un filo d'olio e un po' di acqua..... è da leccarsi dita, braccia e gomiti! Credo che, quando il clima tornerà ad essere autunnale, una bella vellutata non me la toglierà nessuno. Ma quella è un'altra storia.... Ora pensiamo a questo bel piattino.

Ingredienti

Per gli gnocchi
130 g di lupini puliti
5 g di olio evo
30 ml di acqua
45 g di farina di orzo

Per il condimento
1 carota
1 zucchina piccola
1 pezzo di porro
5 pomodorini Pizzutello
olio evo
sale
2 g di alga Wakame

Inserite i lupini in un bicchiere da mixer e frullateli insieme a 5 g di olio e 30 ml di acqua, fino a formare una crema omogenea. Disponete a fontana, su una spianatoia, la farina di orzo e metteteci nel centro la crema appena ottenuta. Impastate integrando, mano a mano, la farina e formate un panetto che farete riposare per circa mezz'ora, avvolto in un panno pulito. La pasta risulterà compatta, ma comunque morbida.
Portate ad ebollizione circa 200 ml di acqua salata e sbollentate per un paio di minuti i pomodorini, precedentemente lavati. Fate bollire 1/2 carota fino a quando sarà morbidissima. Nel frattempo sbucciate i pomodorini e puliteli dai suoi semini. Mettete la polpa in un bicchiere da mixer e, quando avranno raggiunto la cottura, aggiungete le carote. Frullate tutto fino ad ottenere una crema vellutata ed omogenea. Assaggiate e correggete, eventualmente, di sale (io, ovviamente, non ne ho sentito la necessità). Tenete da parte.
Mettete a bagno l'alga in acqua fredda, per dieci minuti. Tagliate a rondelle sottili il porro e fatelo rosolare in un cucchiaio di olio evo. Tagliate la metà della carota rimasta a dadini piccoli e unitela al porro. Fate saltare per un minuto, poi aggiungete, poco alla volta, l'acqua di cottura della mezza carota che avete utilizzato per la salsa. Quando inizierà ad ammorbidire, aggiungete anche la zucchina, che avrete tagliato a dadini nell'attesa. Continuate la cottura con lo stesso procedimento, aggiungendo poca acqua alla volta.
Tagliate l'alga, ormai idratata, in piccoli pezzi e unitela alle verdure.
Fate insaporire per qualche istante e poi versate la crema di carote e pomodori preparata in precedenza. Mescolate bene tutto e, a fiamma bassissima, fate cuocere ancora per 5 minuti, aggiungendo acqua se risultasse troppo asciutto.
Passate ora alla preparazione degli gnocchi. Tagliate la pasta in parti uguali e formate dei filoncini che allungherete con le mani fino a farli diventare di diametro di circa 1 centimetro. Divideteli durante il procedimento per agevolare la lavorazione e per evitare che si spezzino.
Tagliate ciascun filoncino ottenuto in tocchetti di un paio di centimetri, infarinateli e teneteli da parte.
Portate ad ebollizione abbondante acqua saltata e buttate gli gnocchi. Mescolate delicatamente e, non appena inizieranno a venire in superficie, scolateli con una schiumarola e trasferiteli nella padella insieme alle verdure. Aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura e fate saltare a fiamma viva per pochi istanti.
Trasferite tutto in un piatto e gustate!! A piacere potrete versarci sopra un filo di olio evo, che proprio male non ci sta!!
Confesso, ora che ho spiegato tutto e che ho tratto le somme di questo nuovo esperimento, che ho temuto che, per qualche legge della fisica a me sconosciuta ma ipotizzata, questi gnocchi non mantenessero la forma in cottura. Senza uovo e con la sola farina d'orzo..... ero pronta a buttare nell'acqua, d'emergenza, una porzione di gnocchi pronta nel congelatore. E invece..... esperimento riuscitissimo!!


abc

Sandwich di farinata di ceci con zucchine e olive: storia di un amore che non cambia al cambiare dei sapori

Vi ho mai parlato del mio grande amore per la farinata di ceci, o torta di ceci? Ai tempi in cui in famiglia il sabato sera si accendeva il forno per cuocere la pizza (rigorosamente impastata a mano, una volta da me, una volta da mio fratello, una volta da mia madre e anche da papà, talvolta - poco per motivi di lavoro.... a lui era quasi esclusivamente dedicato l'impasto all'uovo per le tagliatelle della domenica), ci si concedeva, di tanto in tanto, un boccone di sapore differente. E io morivo, ogni volta, perché la leccarda del forno faceva ammassare l'impasto tutto da un verso ed una parte di farinata, a fine cottura, risultava sempre bruciacchiato. Ma la curiosità di assaggiare una farinata ad hoc mi è sempre rimasta. E l'ho soddisfatta, direi ampiamente, lavorando in una pizzeria d'asporto, sabato, domenica e festivi, per la gioia del mio fidanzato di allora. Forno a legna, teglie in ferro da monoporzione, spessore giusto e cottura perfetta. Avrei mangiato ogni farinata sfornata senza soluzione di continuità!! Sento ancora la crosticina croccante e il cuore morbido e avvolgente. Ne ho fatto largo uso, lo confesso, ma nel tempo la farinata è rimasta un piatto di cui mai mi stancherei! Incuriosita dalla versione casalinga, come metodo di cottura, adottata da mio fratello, per cui accendere il forno per una monoporzione è un inutile spreco, ho provato anche io a cuocerla in padella. Sì, avete capito bene, proprio in padella!! Il risultato??? Ne mangio molta di più e ritrovo quei sapori di un tempo per cui avrei fatto carte false...... Mi diverto a renderla piatto unico creando delle farce sempre diverse. Questa volta zucchine e olive ho trovato legassero decisamente bene. Non sarà un piatto da chef pluristellato, soprattutto da guardare, ma vi garantisco che ne avessi ancora non esiterei a mangiarne, e mangiarne e mangiarne ancora....

Ingredienti

Per la farinata
45 g di farina di ceci
130 g di acqua
7 g di olio
sale
1 rametto di rosmarino
pepe a piacere
olio per la cottura

Per la farcia
1 piccola zucchina chiara
1 cucchiaio di olive (io di Riviera denocciolate)
1 rametto di rosmarino (quello utilizzato per la farinata)
olio evo
sale

Stemperate la farina di ceci con l'acqua. Unitevi l'olio e mescolate bene con una frusta. Non dovranno esserci grumi. Lavate e asciugate un rametto di rosmarino e immergetelo nel composto. Fate riposare in frigo per almeno 2 ore. Trascorso il tempo di riposo, togliete il rametto di rosmarino e aggiungete un buon pizzico di sale, mescolando bene. Mettete sul fuoco una padella dal fondo spesso, con un cucchiaino di olio. Quando sarà caldo, ben caldo, spargete bene l'olio su tutta la superficie e versateci la pastella. Coprite con un coperchio e lasciate cuocere a fiamma media per 15/20 minuti circa. In questo tempo il coperchio non andrebbe mai sollevato, ma controllate (soprattutto dal profumo che emana) che non bruci!!
Nel frattempo sciacquate il rametto di rosmarino, asciugatelo bene e mettetelo in un padellino con dell'olio. Accendete il fuoco e fate insaporire. Tagliate a fiammiferi la zucchina, precedentemente lavata, e aggiungetela al rosmarino. Fate saltare a fiamma viva per un minuto circa, aggiungendo sale  piacere. Abbassate la fiamma e aggiungete le olive tagliate a rondelle. Fate cuocere per pochi minuti.
A questo punto girate la farinata. Togliete il coperchio cercando di non far cadere l'acqua di condensa nella padella. Aiutandovi con una paletta ribaltate il tortino di ceci e fatelo cuocere, sempre coperto, per altri 5 minuti. Trasferite quindi la farinata cotta in un piatto, tagliatela a spicchi e farcitela per metà con le zucchine. Coprite gli spicchi con la restante metà e..... va mangiata caldissima!!!!
Io la sento ancora sciogliersi in bocca.....abc

Biscotti “cuor di fragola” alle nocciole: la tentazione a portata di mano

Se c'è una cosa che in casa non manca mai, da qualche mese a questa parte, sono i biscotti. La mia scelta di "cucina consapevole" mi ha portato ad eliminare qualsivoglia prodotto confezionato a favore di validi sostituti di genuinità. La dolcezza che concedo al mio palato è questa: biscotti studiati con ingredienti precisi, seppur sempre vari, con ridotte quantità di zucchero, con una selezione di prodotti integrali a discapito di raffinazioni nocive all'organismo e con un controllato bilanciamento di valori tra grassi, zuccheri e calorie. Quando sbircio in giro tra le differenti proposte di ricette mi faccio sempre prendere dalla gola, ma incappo sempre nella lista degli ingredienti. A volte mi basta ridurre qualche quantità, altre volte chiudo tutto e passo oltre. Questa volta, leggendo il ricettario mensile Bimby, mi sono imbattuta in questi biscotti integrali alle fragole. Mi hanno incuriosito per molteplici motivi. Primo tra tutti è il nome biscotto: ovunque legga questa parola la mia attenzione si concentra tutta in quel punto. Poi ho letto integrale, che per me è quasi uno stile di vita. Ultimo, ma non poco importante, fragole. Non è usuale per me valutare l'inserimento di frutta fresca nella preparazione di un biscotto (non fino ad ora, almeno) e poi avevo quel mezzo cestino di fragole, ultime di una stagione bizzarra, da finire. Quale miglior motivo per leggere di cosa si trattasse? Ed ecco che sono stata affascinata da quanto avrei solo dovuto ridurre un paio di dosi. Ovviamente non parliamo di biscotti dolcissimi (a cui le mie papille non sono più neanche abituate) e per questo vi indicherò i valori della ricetta originale accanto alle mie modifiche, ma il risultato è stato strepitoso!!

Ingredienti

160 g di fragole 48 kcal
60 g di nocciole 416 kcal
200 g di farina integrale 646 kcal
100 g di farina 1 di grano tenero (io Molino Chiavazza - nella ricetta originale 200 g di farina ) 345 kcal
40 g di zucchero integrale di canna (nella ricetta originale 140 g)  160 kcal
130 g di fiocchi di avena 485 kcal
80 g di olio di semi di soia (nella ricetta originale 100 g di olio di oliva o di semi) 720 kcal
1/2 bustina di lievito per dolci (nella ricetta originale 3/4 di bustina) 13 kcal
1 pizzico di sale


Tritate finemente le nocciole e mettetele da parte.
Se utilizzaste uno zucchero integrale, generalmente dalla semola grossa, polverizzatelo quanto più potete. Aggiungete quindi le fragole lavate e tagliate a tocchi e tritate tutto insieme, velocemente, in modo che rimangano pezzetti e non venga un composto uniforme.
Setacciate e mischiate le farine con lo lievito e unitele alle fragole. Aggiungete le nocciole, i fiocchi di avena, il sale, l'olio e impastate, fino ad ottenere una pasta compatta e morbida. Formate un panetto, avvolgetelo in una pellicola trasparente e lasciate riposare in frigo per circa un'ora.
Stendete la pasta in una sfoglia spessa non più di mezzo centimetro e ritagliate i biscotti della forma a voi gradita. Per me questa volta sono stati cuoricini. Spostate ciascun biscotto su una teglia coperta da carta forno e fate riposare mezz'ora circa (io ho semplicemente atteso che il forno raggiungesse la temperatura).
Cuocete a 180° per circa 20 minuti, ma controllate la cottura perché ogni forno ha le sue caratteristiche.
Una volta che saranno ben dorati sfornateli e sistemateli su una griglia a far raffreddare, e poi.... deliziatevi!

Con questa dose mi sono venuti 130 biscotti. Lo so, non sono pochi, ma non sono così grandi!! E, soprattutto, non hanno scadenza breve, seppur non possa dirvi la durata di permanenza della scorta ; )
In questo caso ciascun biscotto avrà 21,80 kcal.




Missione riuscita: 
palato e cuore appagati!!





abc

Spezzatino di soia con carciofini in agrodolce e gelatina di soia: dove osano i palati arditi

Per molti giorni ho vagato intorno al desiderio di preparare dei bocconcini di soia. Ovviamente non mi sono fermata fino a quando sono stata catturata da un pensiero: e se li preparassi in agrodolce? E cosa, meglio di un carciofino, sarebbe stato bene nel contesto di gusto di un piatto simile?
La soia richiede condimenti importanti, perché di suo non ha sapore. Quello che è nato da questa idea è un piatto deciso, pungente, da proporre a palati arditi.





Ingredienti

30 g di bocconcini di soia disidratati
2 carciofi
120 ml di aceto bianco
240 ml di acqua
2 cucchiaini di zucchero
300 ml di brodo vegetale
sale
farina di riso
salsa di soia
vino bianco
olio

Per prima cosa preparate i carciofi. Puliteli togliendo le foglie più esterne e le punte e lasciando una parte del gambo. Tagliateli in 4 ed eliminate le barbette interne ed eventuali spine. Portate ad ebollizione l'aceto insieme all'acqua, a mezzo cucchiaino di sale e ai 2 cucchiaini di zucchero. Buttateci i carciofi e fate cuocere per 20 minuti circa a fiamma bassa. Spegnete il fuoco quando saranno morbidi e lasciate raffreddare.
Preparate ora il brodo vegetale (mi raccomando che sia intenso perché la soia ha bisogno di sale per acquisire gusto) e portatelo ad ebollizione. Versateci i bocconcini disidratati di soia e fateli rinvenire per 10 minuti. Spegnete il fuoco e fare riposare per altri 10 minuti. Scolateli e strizzateli, togliendo l'acqua in eccesso. Passateli in un piattino con della farina di riso e fateli rosolare in padella con un filo di olio caldo, a fiamma viva, per un paio di minuti. Sfumate con del vino bianco e abbassate la fiamma. Mentre si insaporiscono preparate la gelatina. Stemperate un cucchiaino raso di farina di riso con 3 cucchiai di liquido agrodolce, in cui avete fatto cuocere i carciofi, e 6 cucchiai di brodo vegetale. Mettete sul fuoco e fate addensare la salsa mescolando bene. Aggiungete 2 cucchiaini di salsa di soia, continuando a mescolare. Quando il composto avrà raggiunto la densità desiderata, spegnete la fiamma e lasciate riposare.
Unite i carciofi alla soia, aggiungendo ancora del vino bianco se risultasse troppo asciutto. Impiattate lo spezzatino, versando sopra la gelatina alla soia. E inizi l'avventura......


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