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Croissant di khorasan con burro di arachidi e datteri: chiamamola follia ma tingiamola di sorrisi

La mia è una lotta contro i mulini a vento, lo so. Non lavoro con la pasta madre, non utilizzo farine forti (riesco a resistere senza frumento, ma non mi arrendo ai lievitati!!), non mi accosto neanche all'idea di ricorrere al burro per le sfogliature e non metto neanche le uova nell'impasto. Eppure pretendo che i croissant siano soffici, alveolati e sfogliati. Impossibile? Forse. Ma io non ne sono sicura e continuo a provarci.
Questo è un tentativo e non è neanche riuscito. Ma perché nascondermi dietro un croissant che non sarà affine alle aspettative, ma è comunque favolosamente buono? Anche perché, diciamocelo, se già senza farine forti è difficile creare un impasto adeguato, immaginiamoci senza gli ingredienti fondamentali alla riuscita di un croissant!! Della serie: masochista fino al midollo. Non solo mi piacciono le sfide, talvolta salto direttamente sui vetri :D
In ogni caso questo sono: frutto della mia follia, con un burro assolutamente insolito e una farcitura semplice e golosa. Io me le sto gustando con profondo godimento. E, comunque, ve le racconto.

Ingredienti

Per il poolish
100 g di farina di khorasan
15 g di lievito madre secco
115 g di acqua

Per l'impasto
poolish
180 g di farina di khorasan
20 g di maizena
20 g di lievito madre secco
20 g di olio evo
110 g di latte di avena
40 g di zucchero di canna grezzo
5 g di malto d'orzo in polvere

Per la sfogliatura
100 g di burro di arachidi
10 g di olio evo
5 datteri
2 cucchiai di maizena

Per la farcitura
50 g di cioccolato fondente
20 g di noci
zucchero di canna grezzo

latte di avena
olio evo

Preparate il poolish versando l'acqua nella farina mescolata al lievito madre secco. Mescolate grossolanamente, fino a quando tutta la farina sarà irrorata, coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare per 15 ore. Dovrete ottenere un composto pieno di bollicine e leggermente collassato al centro.
Occupatevi del burro: frullate i datteri, creando una purea, e unitevi il burro di arachidi. In ultimo aggiungete olio e maizena a sufficienza per creare un composto compatto. Lasciate riposare in frigorifero.
   Riprendete il poolish. Unitevi il resto della farina, mescolata al lievito madre, alla maizena e al malto, lo zucchero, il latte e impastate fino a quando sarà diventato elastico. Ponete l'impasto in una terrina, copritelo con pellicola trasparente e lasciatelo lievitare fino al raddoppio. A me ci sono volute 5 ore.
Stendete il burro in una sfoglia quadrata di circa 20 cm di lato e tenetela da parte. Riprendete l'impasto e stendetelo in un rettangolo di circa 20 cm x 40 cm. Posizionate al centro la sfoglia di burro e chiudete l'impasto a libro. Ripiegate, ora, ciascuna punta verso l'interno. Avvolgete l'impasto in un foglio di pellicola e lasciate riposare in frigo per un'ora. Trascorso il tempo stendete nuovamente l'impasto e piegatelo in 3. Fatelo riposare nuovamente, ben chiuso nella pellicola, per un'ora, quindi stendetelo nuovamente ed effettuate una piega a quattro.
Trascorsa l'ultima ora di riposo stendete l'impasto in una lunga striscia. Tagliate i croissant (io ho usato il mattarello apposta). Spolverizzate ciascun pezzo con un po' di zucchero di canna, quindi posizionate un cucchiaino di noci e cioccolato tritati.
Avvolgete ciascun croissant e poneteli, tutti, su una teglia coperta da carta forno. Copriteli con un foglio di pellicola e lasciateli riposare per tutta la notte (o almeno per altre 6 ore). La pellicola servirà a non far creare la crosticina.
Prima di infornare, spennellate con un'emulsione di latte e olio. Cuocete, quindi, a 180°, per 20 minuti circa. Dovranno essere ben dorati.
Quando saranno pronti sfornateli e lasciateli raffreddare. Quindi..... assaggiate e fate le vostre considerazioni: la sfogliatura non sarà perfetta (anzi...), ma la fragranza e la consistenza rapiscono senza ritegno ^_^

Il cuore è sfizioso e goloso e anche il profumo trasuda benessere e genuinità. Le scorte sono garantite e il piacere della colazione sempre più radicato!

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Panissimo, che per il mese di febbraio
è ospitato nel Condominio delle mie pazze amiche

abc

Chips di cavolo nero alla crema di anacardi: scoperte, regressioni e tecniche di benessere

Più che crudeltà credo che, ciò che mi spinge a pubblicare delle anteprime fotografiche lasciando quel velo di inquantificabile suspance, sia istinto. Dovuto alla totale assenza di autocontrollo, che almeno in questa forma di espressione lascio scivolare con naturalezza bonaria. Perché, vi svelo una casistica diventata certezza, se ogni volta che pubblico una foto di una preparazione in corso d'opera questa, puntualmente, fallisce, ogni scatto che ritrae un lavoro finito, testato e approvato scatena sempre una curiosità che mi diverte. Se vi sentiste, quindi, vittime della mia crudeltà, sappiate che per me è una mera questione scaramantica :D
Detto questo, eccomi catapultata in un barattolo di genuine scoperte. Esaurita più che mai non ricordo la fonte di ispirazione di queste meravigliose chips, ma dichiaro di non essere l'artefice di questa preparazione (e prometto che qualora venisse a galla la creatura che mi ha fatto conoscere tanta bontà passerò alla menzione). Con questa preparazione ho fatto due scoperte. La prima: se fino a qualche giorno fa ero convinta di amare gli anacardi e di riuscire a finire un sacchetto da 250 grammi nel tempo di un respiro, ora so che esiste qualcosa che, quel gusto, me lo fa declassare a livello di mediocrità. Il formaggio di anacardi alla paprika affumicata E' LA CREMA PIU' SUBLIME abbia mai assaggiato.
La seconda: se i lievitati sono un buon metodo terapeutico per far fluire le energie e disperdere le negatività, il massaggio delle foglie di cavolo nero, con due bei cucchiai di crema di anacardi -non ridete- è un gesto che rimette in pace con il mondo e che ovatta i sensi, impermeabilizzandoli da qualsiasi stimolo esterno. E poi tutto quel formaggio che rimane sulle mani..... ^_^
Ok, messe da parte le regressioni infantili, dichiaro di essere finalmente tornata un'essiccatrice compulsiva. Il mio nuovo essiccatore è un portento e io sono proprio felice. Appagata. Stimolata. Cosa potrei chiedere di più?

Ingredienti

1 cavolo nero
100 g di anacardi tostati non salati
1 cucchiaio di paprika affumicata
sale integrale
3 cucchiai d'acqua

Iniziate mettendo gli anacardi in ammollo. Lasciateli 12 ore circa, cambiando l'acqua due o tre volte. Trascorso il tempo, scolateli, inseriteli in un boccale e frullateli con la paprika, il sale e l'acqua necessaria a creare una crema densa e perfettamente omogenea. Abbiate pazienza, il lavoro richiederà un buon frullatore e qualche minuto di lavoro. Conservate il nonformaggio in frigorifero.
Mettete in ammollo il cavolo nero e lavatelo accuratamente. Tamponate bene le foglie, quindi procedete eliminando la costa, la parte più dura e coriacea. Non buttatela, mi raccomando. Cosa potreste farci? Ecco un'idea! Ma anche questa non è niente male ^_^
Spezzettate le foglie in parti non troppo piccole e raccoglietele in una terrina.
   Versateci sopra un paio di cucchiai di formaggio di anacardi e iniziate a sporcarvi le mani. Impastate delicatamente per distribuire in modo omogeneo la crema su tutte le foglie. Massaggiate bene il cavolo nero e godetevi questo momento di benessere ^_^
Sistemate le foglie di cavolo sui ripiani dell'essiccatore e impostate la temperatura a 45°. Avviate e lasciate seccare le foglie. Ci vorranno circa 4 ore. A questo punto saranno croccanti e perfettamente asciutte. Trasferite tutto in un barattolo capiente, senza schiacciare troppo.
Si conserveranno per molti giorni e sapranno soddisfare sia i vostri desideri di qualcosa di sfizioso, sia accompagnare piatti e portate.

Semplici, salutari, ricche di preziose proprietà. Perfette per prendersi cura di sé.

Nel caso in cui non disponiate di un essiccatore (non vi ho ancora convinto????), utilizzate il forno a 50 gradi, con lo sportello socchiuso.

abc

Budini di pera al rosmarino: l’incontro irresistibile tra sorpresa e piacere in una cornice di semplicità

C'è una cosa che mi tiene lontana dall'immagine di una perfetta foodblogger: alla cura dei dettagli, delle rifiniture, delle inquadrature, preferisco la convivialità, quando il piatto che presento dev'essere fotografato nel momento stesso in cui lo condivido. E per questo budino è davvero andata così. Non sarei riuscita a dedicare tempo alle decorazioni quando, allargando i margini dell'immagine, mi trovavo immersa in un contesto così ampio e vario. Anche voi avreste faticato a concentrarvi su un solo dettaglio ^_^ Pensando poi al desiderio di affondare un cucchiaino in tanta morbida meraviglia.... beh, devo dire che ho già fatto molto :D
Se per me l'incontro audace di sapori insoliti è ormai pane quotidiano, sono consapevole che per qualcuno potrebbe stridere un po' immaginare un dolce al sapore di rosmarino. La mia mamma rientra in questa categoria. Ma fa parte anche di una sottocategoria: quella rassegnata alla curiosità! Della serie "io non lo farò mai, ma se ci pensi tu non mi sottraggo all'assaggio". Che poi finisce con "sorprendente!!". Ecco, questo dolce è sorprendente. Delicato, leggero, avvolgente, sa stupire e appagare. Toglie quel desiderio di qualcosa di sfizioso senza appesantire troppo il nostro sistema ^_^
Cosa chiedere di più?

Ingredienti

4 biscotti tondi (per me fatti con questo impasto)
2 pere Angelys
4 rametti di rosmarino
1 cucchiaino di farina di limoni
1 cucchiaino raso di pepe macinato
15 g di maizena
1/2 cucchiaino di agar agar

Sbucciate le pere e tagliatele in piccoli pezzi. Mettetele in un pentolino e fatele cuocere, a fiamma bassa. Nel frattempo tritate finemente gli aghetti del rosmarino, precedentemente lavato, e unite tutto alla frutta, insieme al pepe e alla farina di limone.
Lasciate cuocere fino a quando la frutta diventerà morbida. Ci vorranno almeno 30/40 minuti. Setacciate la maizena e aggiungeteci l'agar agar. Stemperate con un po' di purea di frutta, quindi versate tutto nel pentolino delle pere.
Con un frullatore ad immersione create una crema liscia e vellutata, quindi lasciate cuocere ancora per un paio di minuti.
   Versate la crema in quattro stampi da budino, senza riempirli conpletamente. Coprite ciascuno stampo con un biscotto, quindi fate raffreddare. Quando saranno a temperatura ambiente spostate gli stampi in frigorifero e lasciateli almeno un paio d'ore. Io li ho preparati il giorno prima, per cui sono stati in frigorifero tutta la notte.
Al momento di servire rovesciate gli stampi su dei piattini e..... decorate a piacere o assaporate senza attesa :D
Il biscotto che ho utilizzato io era molto friabile, ma non mi sono preoccupata che il risultato non fosse perfetto. Il sapore era decisamente all'altezza delle aspettative e, per quanto l'occhio voglia la sua parte, qui la gola ha avuto la meglio ^_^

Il cucchiaino ha fatto il suo tuffo in men che non si dica e i sapori si sono armonizzati splendidamente in questa cassa armonica che è il nostro palato.

Scegliendo il biscotto giusto questa proposta si presta ad essere una perfetta scelta vegana e gluten free ; )


abc

Conoscere per scegliere: l’importanza di una sana alimentazione – Crackers di riso nero alla salvia

Dal principio...Siamo ciò che mangiamo”: così diceva il filosofo Feuerbach. Che avesse già compreso lui stesso le strette relazioni esistenti tra salute e nutrizione? Non fu di certo il primo: decenni prima ci avevano già pensato Ippocrate, Galeno e molti altri. Negli ultimi anni, grazie all’evoluzione scientifica e ai nuovi studi e alle più recenti scoperte in ambito medico, l’attenzione si è incentrata sempre maggiormente sul legame cibo-salute e sull’importanza dell’educazione alimentare. Oggi si è scoperto che non sono i broccoli a svolgere un effetto antitumorale, ma sono i glucosinolati in esso contenuti; che non sono i mirtilli ad avere un effetto positivo sulla salute del sistema cardiovascolare, ma sono i flavonoidi presenti. Si è scoperto nei più minimi dettagli perché la fibra alimentare è importante e ultimamente si è arrivati a confermare l’esistenza di uno stretto rapporto tra la microflora intestinale e la salute fisica e mentale. Insomma, quanti passi avanti che abbiamo fatto! Quando parliamo di sana alimentazione diciamo tutto e nulla: è un concetto relativo, diverso per ognuno di noi. L’alimentazione deve essere altamente personalizzata ed essere “su misura” per la singola persona: non possiamo pretendere di aver le stesse esigenze del fratello, o di poter mangiare allo stesso modo della migliore amica o ancora di stare dietro alle necessità del fidanzato. L’alimentazione deve essere adeguata, equilibrata, realistica e di qualità senza tralasciare il gusto!
Partiamo da qui: adeguata Ognuno di noi ha esigenze nutrizionali diverse, sia intese come esigenze caloriche che di singoli nutrienti. E così, come siamo diversi l’un dall’altro, anche lo stile alimentare che seguiamo deve essere personalizzato ed adeguato al proprio metabolismo. Il modo di approcciarsi al cibo è frutto di diversi tradizioni, culture, preferenze di gusto, impegni lavorativi, scelte religiose ed etiche. La corretta alimentazione deve tenere in considerazione tutto questo: bisogna partire dalle abitudini e modularle senza stravolgerle. Al di là di ciò che piace o non piace, ci sono circostanze particolari in cui l’alimentazione deve plasmarsi sulle nostre esigenze. Non parlo solamente di chi, ad esempio, fa attività fisica intensa e ha un fabbisogno energetico e di nutrienti nettamente superiore a chi è sedentario, ma parlo anche delle situazioni patologiche. Una corretta e sana alimentazione può essere una cura e un aiuto a risolvere numerosi sintomi. Inoltre: equilibrata E’ importante che l’alimentazione sia equilibrata, ma il nostro equilibrio può essere diverso rispetto a quello dei nostri familiari. Per equilibrio intendo dire che deve prevedere, nelle dosi corrette, l’assunzione di tutti i nutrienti: carboidrati, proteine, lipidi, vitamine e sali minerali. Tutti presenti, nessuno escluso. Solo in questo modo possiamo prevenire stati carenziali e mantenere un corretto stato di salute. Non tralasciamo: realistica Non è sempre possibile, almeno per tutti, riuscire a ritagliarsi il giusto tempo per prepararsi un buon pasto. Molti di noi si trovano costretti, per motivi lavorativi, a consumare i pasti fuori casa oppure a portarsi dietro "la schiscetta" e magari ad arrivare a casa la sera di corsa, tra i figli da andare a prendere e la spesa che non si fa da sola. Oppure si fanno i turni e gli orari cambiano. O ancora c’è chi si trova obbligato a saltare a piè pari il pranzo. Questo significa che ognuno di noi deve trovare uno schema alimentare fatto su misura per la propria vita e trovare le alternative più salutari e valide per equilibrare al meglio la giornata. Significa anche imparare ad organizzare la spesa e la preparazione dei pasti in maniera più ordinata e attenta. I legumi fanno bene ma non si hanno sempre ore e ore di tempo per prepararli? Beh, se vi dicessi che basterebbe prepararne una buona quantità tutta in una volta e conservarla nel freezer per le cene a venire?! Più semplice no?! Esistono tante alternative salutari, basta conoscerle, guardarsi intorno e imparare!
Fondamentale: di qualità (di stagione&genuina) Perché prendere le fragole a Natale? Madre Natura non vuole vedere nascere tutto l’anno i suoi frutti. Quando troviamo, soprattutto al supermercato, frutta e verdura fuori stagione, sono sicuramente prodotti di serra nutriti con fertilizzanti e pesticidi. Inoltre i prodotti fuori stagione sono di gran lunga meno carichi di tutte le sostanze nutritive che avrebbero nella giusta stagione.
E infine: il gusto! Il gusto non deve mai mancare, anzi, è forse l’aspetto più importante. Perché in fondo quello che abbiamo nel piatto incide fortemente sul nostro umore e sul nostro benessere. Questo non significa riempire il piatto con la cotoletta alla milanese e le patatine tutte le sere perché è il vostro piatto preferito. Significa prima di tutto avere la consapevolezza che ok, di tanto in tanto la cotoletta ci potrà anche stare e non farà del male, purché l’alimentazione delle restanti giornate sia varia ed equilibrata. Inoltre significa anche che dovete azzardare, provare e sbizzarrirvi il più possibile per rendere i vostri piatti unici, colorati e divertenti. Via libera alle erbe aromatiche, via libera alle verdure che colorano il piatto, via libera alle spezie che danno al piatto un gusto più appetitoso! Così il classico petto di pollo alla griglia con l’insalatina può trasformarsi in un bel pollo al curry con ratatuille di verdure di stagione! Più colore, più gusto, più salute!! Andate a conoscere Francesca sulla sua pagina ricca e preziosa!! Ma passiam alla pratica. Eccovi il primo suggerimento. CRACKERS DI RISO NERO ALLA SALVIA
Quante volte ci capita di cercare qualcosa da sgranocchiare, durante la giornata. Seduti davanti al pc, oppure in ufficio, magari anche in metropolitana o mentre si è alla guida. Spesso si ricorre a pacchettini preconfezionati e pronti al consumo. Inutile dire che non è ciò che incentiveremo ^_^ L'amore per se stessi parte da qui: poche semplici mosse e si possono creare alternative che vi faranno dimenticare i cibi pronti!! Questi crackers si preparano con poche mosse e durante il tempo di cottura sarete liberi di fare quanto la giornata vi richiede. E, dettaglio non di poco valore, ne potrete preparare in quantità: si conservano per molti giorni!! Ingredienti 75 g di riso nero (per me riso Zaccaria) 75 g di farina di segale Jurmano (o qualsiasi farina integrale) 5 foglie di salvia fresca paprika dolce 20 g di semi di girasole sale grosso integrale Cuocete il riso in 150 g di acqua, leggermente salata. Non salatela come fate comunemente, perché il riso rimarrebbe troppo sapido. Fate cuocere a fiamma bassa fino a quando l'acqua sarà completamente stata assorbita. Spegnete la fiamma e lasciate intiepidire. Trasferite il riso in un boccale e frullate, fino a creare una crema omogenea. Assaggiate e correggete, eventualmente, di sale. Aggiungete la paprika e la farina scelta. Aggiungete poca farina alla volta, perché ciascuna tipologia ha una resa differente, in quanto assorbe in maniera diversa i liquidi. Dovrete ottenere un impasto piuttosto appiccicoso, ma compatto.    Aggiungete i semi di girasole e impastate fino ad amalgamarli perfettamente. Sistemate l'impasto su un foglio di carta forno grande a sufficienza a ricoprire la teglia che utilizzerete per la cottura e stendete l'impasto con il mattarello, aiutandovi con un altro foglio di carta forno, a copertura della pasta. Stendete fino a ricavare una sfoglia sottilissima, circa un millimetro. Cospargete con poco sale grosso integrale. Portate il forno alla temperatura di 175° e cuocete per circa 20 minuti. Controllate che non secchi troppo (il colore scuro non vi permetterà di capire il grado di "bruciatura", quindi prestate attenzione). Chi avesse la funzione "ventilato" la utilizzi. Diversamente aprite, di tanto in tanto, lo sportello del forno, in modo da far uscire il vapore e aiutare la cialda a seccare.
Sfornate e lasciate raffreddare completamente, quindi spezzateli con le mani, creando dei crackers dalle forme e dimensioni desiderate. Potranno essere conservati in un contenitore a chiusura ermetica. Si manterranno croccanti e fragranti per almeno due settimane. Quindi..... fatevi le vostre scorte, ma dosate la tentazione di assaporarli!! ^_^
GLOSSARIO
  • Educazione alimentare Applicazione delle strategie e dei modelli dell’educazione alla salute nel settore dell’alimentazione e della nutrizione umana. L’educazione alimentare è un processo che mira ad influenzare i comportamenti, in modo rilevante per la salute, attraverso modifiche delle conoscenze, delle abilità biopsichiche e degli atteggiamenti degli individui e nella collettività.
  • Fabbisogno nutrizionale Quantità di energia e di nutrienti necessaria a garantire lo stato di salute e benessere dell’individuo per una composizione corporea ed un livello di attività fisica ottimali. Si tiene anche conto delle necessità legate a crescita e sviluppo dell’organismo, alla gravidanza e all’allattamento.
  • Flavonoidi (o bioflavonoidi) Costituiscono una delle classi di composti più caratteristiche nelle piante superiori a con una considerevole attività protettiva contro il danno provocato dai radicali liberi, che si correla in maniera importante con molte patologie croniche degenerative.
  • Glucosinolati Composti contenenti zolfo tipici delle Brassicaceae. La loro degradazione enzimatica dà origine ad una complessa miscela di composti tra i quali gli isotiocianati e loro derivati, che svolgono azioni antiossidanti.
  • Microflora intestinale Insieme di microrganismi presenti nel lume intestinale, è considerata la prima linea di difesa dell’intestino. Concorre all’assorbimento dei nutrienti e alle funzioni metaboliche, funge da protezione nei confronti di allergie e intolleranze e delle malattie infiammatorie intestinali.
  • Metabolismo Insieme dei processi biochimici di interconversione fra molecole all’interno dell’organismo. Comprende processi di sintesi (anabolismo) e demolitivi (catabolismo).
  • Nutriente Sostanza che, assorbita nel tratto gastrointestinale, ha un ruolo definito nei processi fisiologici e nel metabolismo dell’organismo umano. Sono nutrienti: acqua, proteine - peptidi - aminoacidi, carboidrati, grassi, minerali e vitamine. Per quanto concerne fibra alimentare ed alcool vedi la voce sostanza non nutriente di interesse nutrizionale.
  • Stato carenziale (o malnutrizione per difetto) Stato nutrizionale causato da apporti di energia e/o di uno o più nutrienti non ottimali e al di sotto delle necessità dell’organismo, che non è causata da malattie concomitanti.
abc

Dip di avocado alla salvia: il momento giusto per le nuove conoscenze e lo stupore per le improvvise conquiste

Redenta. Convertita. Ricreduta. Insomma, come credo che per ogni libro esista un periodo perfetto di lettura, anche per l'avocado, probabilmente, avrei dovuto aspettare il momento giusto. Ricordate che ve ne parlai presentandovi i miei deliziosissimi crackers? Bene, vi dissi anche che mi sarei sbizzarrita e, credetemi, ne sto pensando delle belle ^_^
Sono partita dal semplice. Non lo amo ancora in naturalezza, ma questa salsa mi ha conquistato senza riserve. Non è una ricetta vera, ma è un grande concentrato di bontà e di ricchezza da un punto di vista nutrizionale. Metteteci i gusti che desiderate, divertirevi, contestualizzatelo, accompagnatelo con verdure crude, con crackers ^_^ su fette di pane, nelle insalate.... godetene!! Coccolarsi con consapevolezza è una gioia che non ha precedenti e un'esperienza così totalizzante da non lasciarvi possibilità di scampo.
Ovviamente questa salsina ha trovato il suo spazio sul buffet di fine anno, quindi ha passato anche il giudizio della mamma. Ed è stata promossa. Per me è un valore importante e da non sottovalutare ^_^

Ingredienti

160 g di polpa di avocado
1 lime (scorza e succo)
10 foglie di salvia fresca
1 cucchiaino di senape
sale integrale
pepe di Sichuan

Estraete la polpa dell'avocado e inseritela in un boccale. Unite le foglie di salvia lavate e spezzettate, la senape, il sale e il pepe (quantità a piacere). Lavate il lime, grattugiate la scorza e spremetelo. Unite la scorza al resto degli ingredienti.
Frullate tutto fino ad ottenere una crema omogenea. Aggiungete, poco alla volta, il succo del lime e continuate fino a quando la salsa avrà raggiunto il vostro grado di perfezione.
Servite e gustatela.

Ricordate che l'avocado ossida velocemente, per cui se doveste conservare la salsa ricordate di coprirla con un foglio di pellicola trasparente, in modo che la stessa pellicola sia a contatto con la salsa. Diversamente vedrete la superficie scurirsi.
Non è segno di "guasto", ma potrebbe essere poco simpatico nella presentazione ^_^

Arricchitevi di tanta semplice bontà, non ne farete più a meno ^_^abc

Crackers alla pizzaiola con avocado: le nuove scoperte che conquistano e coccolano

Quando rassicurai mia madre dicendole che, se fosse venuta a salutare il nuovo anno da me, non avrei passato in cucina più tempo di quello che avrei destinato alla preparazione della mia cena, sapevo che un piccolo extra me lo sarei concesso. Quale migliore occasione per mettere a punto un'idea, se non la presenza di un palato curioso e propenso all'assaggio? La mia conversione all'avocado la svelai qui, e poi la avvalorai qui, e come succede per ogni nuova conoscenza, una sfilza di nuove idee ha preso piede. Non sono arrivata ancora a gustare la polpa di questo frutto al cucchiaio. Non ho mai amato la consistenza così burrosa degli alimenti, e continuo a non gradire quella sensazione sul palato. Ma riconosco che quella stessa polpa è davvero una grande alleata, e così ho iniziato a contestualizzarla, dandole lo spazio che merita. Oggi tocca ad una di queste, esattamente a quella che ha avuto il suo piccolo successo su Instagram. Ad un utilizzo di questo genere, probabilmente, ci sarei arrivata più avanti, nonostante la curiosità. Per me è difficile che prepari pane, crackers e affini, ma mamma apprezza e, anzi, cerca sempre qualcosa per accompagnare le pietanze. E allora mani in pasta, perché a lei non so resistere e lei merita tutte le coccole di questo mondo.

Ingredienti

170 g di polpa di avocado
250 g di farina di grano khorasan
45 g di passata di pomodoro (per me fatta in casa)
5 g di sale integrale
5 g di paprika affumicata
3 g di origano secco

   Inserite in un boccale la polpa di avocado. Unite la paprika, il sale e frullate. Aggiungete la farina e iniziate ad impastare. In ultimo unite la passata di pomodoro e l'origano. Lavorate l'impasto fino a creare un panetto compatto.
Avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare per almeno mezz'ora.
Riprendete l'impasto e stendetelo in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro.
Ritagliate i crackers della forma a voi preferita e strasferiteli su una teglia coperta da carta forno. Con i rebbi di una forchetta praticate delle piccole incisioni, quindi infornate, a 175°.
Cuocete per circa 20 minuti, fino a quando saranno ben dorati. Sfornate e lasciate raffreddare.

Serviteli con una salsa di accompagnamento o gustateli in semplicità. Sono saporiti, sfiziosi e leggeri. Senza sensi di colpa ^_^ e del tutto appaganti!!

Si conservano in una scatola di latta, o in un barattolo di vetro, per molti giorni. Fragranti fino all'ultimo morso!!

E gli esperimenti continuano...


abc

Briciole di biscotto, fiocchi di avena e frutta secca: tracce che definiscono strade e stabiliscono legami

Non avrei potuto scegliere qualcosa di più calzante, se non delle briciole di biscotto. Tanto o poco natalizie, poco fa. L'idea del mio amato panettone, in tutte le declinazioni proposte, da cui sono lontana quasi da due anni, è stata accantonata sul nascere quando la dispensa piena di farine inutilizzabili sotto consiglio medico e il poco tempo a disposizione per dedicare amore a questo importante lievitato, hanno spento gli entusiasmi. Ma anche questo rientrerà in un disegno ben preciso e sono certa che il ritorno ai miei lievitati avverrà nel momento giusto. Magari con l'ausilio di una planetaria. Magari con un'attenzione che oggi non posso riservare loro. Quindi... briciole siano! :D Biscottatrice seriale per vocazione e per deviazione (ai limiti della patologia, una dolcissima patologia), ho sentito la necessità di dare una nuova forma al tocco dolce delle mie colazioni. Una manciatina di queste briciole tuffata nello yogurt è il finale perfetto per pasto più importante della mia giornata.
Ma questa scelta, oggi, coinvolge anche altri sensi. Come fossi Pollicino, lascio briciole sulla strada, perché dietro ogni partenza, per me, c'è sempre una trasformazione. Banalmente considerata una vacanza, una vacanza che non riesco a concedermi da una vita, ormai, questa settimana rappresenta molto di più. Non a caso scelta in un periodo che non riesce a coinvolgermi, non a caso studiata per separarmi da una quotidianità e dai suoi logoranti pensieri, non a caso vissuta come lucida e oggettiva valutazione di ciò che sono e di ciò che voglio (essere) e maturata con la consapevolezza di poter tornare quella di prima, o cambiata completamente. Ma.... di tornare (?). E se le sensazioni e gli stimoli potrebbero tenermi lontana come una calamita, le briciole mi indicheranno una strada, quella che, indubbiamente, mi terrà unita a voi.
A questo giorno, a cui mi approccio con un viaggio, ci sono arrivata con enorme sacrificio. Un po' ho timore, quello genuino che ti fa tremare le gambe prima di salire su un palcoscenico, ma che ti dà l'adrenalina giusta per affrontarlo, un po' ho fiducia, perché la trasformazione maturata dentro di me mi dà anche la sicurezza di essere pronta, qualsiasi sia la svolta. In ogni caso sono serena e in pace con me stessa.
Auguro a ciascuno di voi di vivere un percorso di consapevolezza e di acquisizione di fiducia in voi stessi. A ciascuno di voi dono un sorriso e da ciascuno di voi lo prendo, un sorriso. Natale dovrebbe essere tutti i giorni, ma comprenderlo è la sfida più grande.

Ingredienti

100 g di mandorle pelate
65 g di pistacchi
35 g di noci macadamia
130 g di datteri naturali
100 g di latte di avena
1 cucchiaino di farina di mandarino
1 cucchiaino di cannella
50 g di polpa di pera e zenzero fresco

Mettete la frutta secca in un boccale e tritate tutto non troppo finemente. Tenete da parte.
Riducete in purea i datteri, quindi unitevi la cannella, la farina di mandarino e i fiocchi d'avena. Frullate brevemente. Aggiungete la polpa di pera e zenzero fresco e amalgamate.
   A questo punto unite la frutta secca e impastate tutto insieme, in modo da rendere l'impasto omogeneo.
Sbriciolate l'impasto su una teglia rivestita da carta forno, quindi infornate, a 180°.
Fate cuocere per circa 10 minuti, quindi estraete la teglia e sbriciolate nuovamente l'impasto. Infornate nuovamente e procedente la cottura per un'altra mezz'ora, smuovendo le briciole ogni 10 minuti. Dovrete ottenere un aspetto dorato, per cui regolatevi sui tempi di cottura, che potrebbero cambiare da forno a forno.
Una volta pronti, spegnete il forno e lasciateli raffreddare. Quando saranno completamente freddi trasferiteli in un barattolo e conservateli per il tempo necessario (alla sopravvivenza ^_^).
Da spiluccare come snack, da gustare in uno yogurt, da raccogliere sotto una colata di cioccolata fondente o da accompagnare ad un frutto, queste briciole sono sfiziose e travolgenti. E non dureranno a lungo chiuse e sacrificate in un barattolo ^_^

Pollicino vi lascia delle tracce piene di dolcezza e di essenza.
E vi augura un sereno Natale, fatto di cose vere e sincere.abc

Spaghetti di riso integrale in salsa di pomodori secchi e mandorle: il qui ed ora che rende tutto perfetto

Benchè ultimamente il mio desiderio di pasta sia confinato alla sola ipotesi di shirataki, benedetta o maledetta smania di controllare sempre tutto, portavo dentro un curioso pizzicorio per uno spaghetto di riso basmati integrale mai assaggiato, nonostante un bizzarro gioco del destino me li abbia fatti vedere, cadere nella borsa della spesa e.... sfumare, tra le tante cose che, in questo periodo, incontrano la mia strada e poi cambiano rotta. O semplicemente seguono una rotta che non è la mia. Così, specializzata nell'applicazione di semplici meccansmi di difesa per gestire i vuoti della tavola (e dell'esistenza) ho convissuto pacificamente con questa mancanza. "Sono buonissimi", mi è stato detto. Ho sorriso, di quei sorrisi che parlano, ma è meglio che lo facciano in silenzio. "Sono buonissimi", vi dico. Sorridete, sarebbe un perfetto gioco di ruoli e un degno finale di storia. Che poi l'idea illuminante non è stato lo spaghetto. No, quello è solo una meditazione sul mio oggi, è la volontà del destino che OGGI li porta sulla mia tavola. L'idea attorno a cui si è strutturato il piatto è la crema. I pomodori secchi sono arrivati dalla Sicilia, quest'anno. Ricordate? Sono arrivati insieme a tanti altri splendidi prodotti (pistacchi, mandorle, capperi, olio....). Era da un po' che immaginavo di renderli crema. E nella mia laboriosa testolina ho provato ad accostarli a sapori diversi, fino ad arrivare a questa soluzione. Mi vanto di avere una dispensa piena di ingredienti sani e salutari, il più delle volte fatti in casa, provenienti dal lavoro delle mani di una madre amorevole, o nel rispetto di una territorialità e di una stagionalità. Una scelta che oggi mi ripaga, perché qualsiasi siano gli intrecci che destino loro, il risultato è sempre sorprendente e appagante.
E allora ecco cosa penso. Penso che forse era destino che io non assaggiassi, prima di ora, quegli spaghetti. Perché oggi non solo li assaggio, non solo me ne beo, ma li sento scivolare sul palato come se fossero frutto del mio volere e del mio saper aspettare. E li sento riempirmi di una ricchezza che parla di terra, di sapore mediterraneo, di semplicità e di intensità. Come SOLO OGGI sarebbe potuto essere.

Ingredienti

60 g di spaghetti di riso basmati integrali
35 g di pomodori secchi
10 g di mandorle pelate + q.b.
10 foglie di salvia fresca
100 g di latte vegetale
2 cucchiai di passata di pomodoro (per me fatta in casa)
1 cucchiaino di farina di limoni (o zeste)
qualche goccia di tabasco
sale integrale di Cervia

Mettete in ammollo i pomodori secchi e le mandorle, in due ciotoline differenti, e lasciatele per almeno un'ora.
Fate intiepidire il latte, quindi unitevi i pomodori strizzati e le mandorle scolate, le figlie di salvia precedentemente lavate e la farina di limoni. Passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare una crema omogenea. Unite la passata di pomodoro fino a renderla sufficientemente liquida e il tabasco a vostro piacere. Trasferite tutto in un wok e fate cuocere a fuoco basso.
Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti di riso in abbontante acqua leggermente salata. Quando mancheranno un paio di minuti alla cottura scolateli e trasferiteli nel wok insieme al sugo. Tenete l'acqua da parte.
Fate saltare a fiamma viva per qualche istante, in modo che la pasta assorba il condimento. Allungate, se dovesse risultare necessario, con qualche cucchiaio di liquido di cottura.

Passate all'impiattamento.
Create una base di sugo, sistemate la pasta e decorate con foglioline di salvia e mandorle leggermente pestate nel mortaio.

Servite calda e assaporatela.
Travolgente e delicata. Intensa e magica.
Sapori che non lasciano spazio alle parole.

abc

Trecce integrali con crema di mais e pistacchi: di scelte, sentenze e occasioni di condivisione

Esattamente una settimana prima che mi arrivasse il verdetto, ho dato vita a queste trecce. Voglia di dedicarmi ad un lievitato, desiderio di arricchire le mie colazioni domenicali, ispirazione su come utilizzare la crema di mais di cui vi ho parlato qualche giorno fa ed eccomi a sfornare queste meraviglie. Adesso so che, seppur non per problemi di celiachia, mi è stato vietato il frumento. Ohibò, ho solo trecce di farina integrale per i prossimi tre mesi :D Mia madre, all'ufficializzarsi della notizia, si è subito proposta per occuparsi delle scorte, ma io, mentre aspetto che le distanze si accorcino e mentre decido se valga la pena organizzare un brunch tra amici e vicini di casa, continuo a coccolarmi con queste soffici, delicate, fragranti brioche. Per una volta alla settimana, quei pochi grammi di farina di frumento non comprometterà mica il mio metabolismo? ^_^ Qui c'è tutta l'essenza di quello che sono: farine speciali, assolutamente senza raffinazione e di mulini che scelgono ancora la macinatura a pietra, burro di arachidi che ormai mi faccio in casa come se non esistesse un domani, crema di mais che avvolge di dolcezza garantendo un risultato leggero, la totale assenza di uova, burro e latticini e la croccantezza dei miei amati pistacchi e di pepite dolci e sane come meravigliosi frutti rossi. Insomma, capite quanto sia difficile privarmi di tutto questo? ^_^

Ingredienti

200 g di farina integrale Frumenta
100 g di grano duro tumminia di Castelvetrano
100 g di farina di segale Jurmano
32 g di lievito madre in polvere (100% naturale)
35 g di semi di lino
300 g di latte di avena
60 g di zucchero di canna integrale
35 g di olio di riso
100 g di crema di mais dolce
1 cucchiaio di burro di arachidi
35 g di pistacchi di Bronte
35 g di frutti rossi essiccati

Mescolate tra loro le farine e i semi di lino macinati. Unite il lievito madre, lo zucchero di canna e il latte d'avena appena tiepido (mai sopra i 28/30°). Iniziate ad impastare, quindi versate l'olio di riso a filo. Dovrete ottenere un impasto compatto e piuttosto morbido.
Mettetelo a riposare in una terrina leggermente unta, coperto da un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare fino al raddoppio.
Nel frattempo prendete i pistacchi e i frutti tossi e tagliateli a coltello, grossolanamente. Teneteli da parte.
Trascorso il tempo della lievitazione riprendete l'impasto, stendetelo su un piano infarinato in un rettangolo spesso circa mezzo centimetro. Copritelo con un sottile strato di burro di arachidi, quindi con la crema di mais dolce e ultimate con il mix di pistacchi e frutti rossi.
Tagliate, con una rotella, in quattro parti il rettangolo (con un taglio a croce) e arrotolate ciascun rettangolo dal lato più lungo.
Schiacciate leggermente ciascun rotolo in modo da appiattirlo, quindi dividetelo in più parti, ricavando dei piccoli rotoli di circa 10 centimetri. Sempre con la rotella tagliate a metà, nel verso della lunghezza, fino ad un paio di centimetri dall'estremità. Arrotolate ciascuna estremità su se stessa, quindi intrecciatele tra loro.
Sistemate le treccine ottenute su una teglia rivestita da carta forno, quindi copritele con un foglio di pellicola trasparente e lasciatele riposare per tutta la notte (o comunque almeno 6 ore).
Eliminate la pellicola, spennellate con un mix di burro di arachidi e latte e infornate, a 190°, per 30 minuti.
Una volta cotte, sfornatele e fatele raffreddare. E poi deliziatevene, in piena leggerezza.

E ricredetevi, nel caso in cui ancora ce ne fosse bisogno, sulla forza di ingredienti salutari e genuini. Il "fatto in casa" diventa sempre più buono e sempre più sfizioso.


E' da un po' di tempo che leggete nelle mie preparazioni ingredienti come pistacchi di Bronte, mandorle, e per le preparazioni salate pomodori secchi, capperi sotto sale e ancora il mio immancabile olio evo. Ci tengo a sottolineare quanto la scelta di queste materie prime, come per le farine, sia curata e precisa. E' ormai consolidata la fiducia con il mio fornitore siciliano (se voleste questa è la sua pagina). Nel caso in cui voleste provare anche voi qualche sua meraviglia, non esitate a chiedere, non ne rimarreste delusi!!abc

Crema pasticcera di mais dolce alla vaniglia: per tutte quelle volte in cui un’idea diventa soluzione e opportunità

Mi balenava per la testa da un po' di tempo l'idea di preparare questa crema. Esattamente da quando ho iniziato ad acquistare con maggiore frequenza delle pannocchie di mais dolce da far bollire e da gustare, ora saltate in padella, ora in vellutata, ora negli impasti. Quell'amore dei ricordi d'infanzia ^_^ Fu nell'ultima rivisitazione che ci pensai: se spesso propongo una cucina vegana e se di frequente le mie proposte sono dolci, perché non valutare la rivisitazione di una crema pasticcera, da tempo archiviata per scelte salutiste? Non c'è ombra di uovo, non c'è traccia di latte vaccino, solo mais, vaniglia e pochi semplici passaggi. Con il passare del tempo mi accorgo sempre più di quanto il benessere abbia radici proprio nell'alimentazione. Diventa importante, per me, scegliere di escludere alcuni ingredienti e di valorizzarne altri. Così mi informo, imparo, cerco, sperimento, scopro che questa scelta non sacrifica affatto il piacere di cibarsi. Questa crema ne è la conferma: sapore delicato e pieno, perfetto per..... vedrete, quando sarà il momento ^_^

Ingredienti

230 g di mais dolce bollito (ricavato da 2 pannocchie)
1/2 cucchiaino raso di polvere di vaniglia
230 g di latte di avena (o altro latte vegetale - di riso per la versione gluten free)
1/2 cucchiaino di agar agar
30 g di malto di riso

Pulite le pannocchie dalle foglie e dai filamenti, quindi fatele bollire in acqua per circa 40 minuti. Fatele intiepidire, quindi separate i chicchi aiutandovi con un coltello.
   Inserite i chicchi in un pentolino, versate il latte, l'agar agar (stemperato con parte del latte che utilizzarete), il malto di riso, nella quantità che desiderate poiché io non amo il dolce troppo dolce, e la polvere di vaniglia. Mescolate bene e mettete sul fuoco. Portate ad ebollizione, quindi abbassate la fiamma e procedete con altri due minuti di cottura. Mescolate in continuazione, poi spegnete la fiamma.
Passate tutto con il frullatore ad immersione, in modo da ottenere una crema il più possibile vellutata. A questo punto occorrerà eliminare le bucce dei chicchi. Setacciate tutto aiutandovi con un colino e lasciate raffreddare completamente la crema ottenuta.
A questo punto è pronta per essere utilizzata.
Farcitevi le voste torte, i vostri bignè, utilizzatela con i pancakes o riempiteci delle crespelle dolci.
Io un suggerimento ce l'ho già pronto da mostrarvi ^_^ Ma dovrete pazientare ancora un pochino!!

Il sapore del mais si avverte in maniera ben distinta, per cui valutate bene la contestualizzazione. Personalmente l'ho trovato tutt'altro che fastidioso, ma io amo particolarmente questi chicchi gialli e ricchi.


abc

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