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Gallette di sorgo ai semi misti: nuove e vecchie amicizie che si incontrano e si valorizzano

Vi parlai del sorgo, per la prima volta, in occasione di questo insolito piatto. Amore al primo assaggio, peraltro reso irresistibile da accostamenti audaci di sapori. Un piatto che ho sentito rappresentarmi all'istante. Ma che non ha fermato la mia fantasia. Forte del mio pregresso con le gallette di semi e i crackers di cous cous integrale, ho pensato sarebbe stato magico unire tutto in un unico crunch. E di dargli il sapore di questo meraviglioso cereale, mio nuovo amico e alleato, (pianta erbacea appartenente alla famiglia delle graminacee) dalle spiccate proprietà nutrizionali. Ho usato un farina speciale, quella di canapa sativa, che mi aiutasse come "collante", ma posso affermare che una scelta differente renderebbe più dolce il sapore finale post cottura. Perché si sa, la canapa ha un sapore piuttosto amarognolo, che non a tutti è gradito. Sta di fatto che queste cialde sono state assaggiate da differenti palati, tutti piuttosto lontanti dalla tipologia di sapore rappresentata dagli ingredienti utilizzati e il successo che hanno avuto le rende vincenti al 100%. Saporite, ricche, salutari e gluten&cruelty free.... non mi ferma nessuno!!!! :D

Ingredienti

130 g di sorgo
260 g di acqua + q.b.
1 pizzico di sale integrale di Cervia (o altro sale integrale)
15 g di farina di canapa sativa
25 g di semi di canapa sativa
25 g di semi di sesamo
20 g di semi di chia
25 g di semi di zucca
sale nero di Cipro

   Sciacquate il sorgo, quindi mettetelo in un pentolino e versateci l'acqua. Mettetelo sul fuoco e portate tutto ad ebollizione, quindi aggiungete il sale, coprite e lasciate cuocere, a fiamma bassa, fino a completo assorbimento dell'acqua. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
In una ciotola a parte versate tutti i semi, mescolateli bene tra loro e versate acqua sufficiente a coprirli a filo. Lasciate che assorbano tutto il liquido, quindi aggiungeteli al sorgo e mescolate tutto.
Aggiungete la farina di canapa sativa (o di ceci, se voleste creare un'alternativa gluten free più dolce) ed eventualmente sapori a vostro piacere (cannella, paprika, noce moscata, curcuma, rosmarino, cardamomo, peperoncino..... continuo?). Mescolate tutto con un cucchiaio, in modo da amalgamare perfettamente tutti i sapori.
Stendete un foglio di carta forno su una teglia, quindi prendete un coppapasta e posatelo sopra. Versate all'interno un cucchiaino di impasto e schiacciate bene cercando di compattare l'impasto sul fondo. Proseguite con questo lavoro certosino fino a terminare il sorgo, quindi spolverate in superficie con del sale nero e infornate a 190° per circa 20 minuti.
Trascorso il tempo, capovolgete le cialde e procedete alla cottura, a forno socchiuso, per altri 10 minuti, fino a quando saranno perfettamente asciutte. Da un forno all'altro potrebbe variare il tempo di cottura, per cui regolatevi e non perdete mai di vista le teglie ^_^
Sfornate e trasferite le gallette su una gratella, fino al completo raffreddamento. Questa fase farà acquisire croccantezza ai crackers.
A questo punto divertitevi ad assaporarli, accostati a pietanze, arricchiti da salse, da verdure, da formaggi. O, semplicemente, in purezza.

Genuinità degli ingredienti, rispetto dei principi nutrizionali, sfiziosità, rendono tutto assolutamente equilibrato e perfetto.

Vale sempre la pena stringere nuove amicizie ^_^

abc

Gnocchi di patate al gratin con zucca e formaggio di riso: la relatività del tempo e lo stupore delle occasioni

Amo la puntualità, amo essere precisa, sono testarda e sono per le cose ben fatte. Immaginate quando, riemersa da una lunga apnea di impegni, lavoro, appuntamenti, pensieri, ho guardato il calendario e ho preso atto di aver mancato il termine entro cui presentare la mia ricetta a Claudia!!!!! Un trauma! La sua rubrica mi è sempre piaciuta molto e tutte le volte in cui sono stata colpita da una ricetta eletta a rivisitazione ho sempre sperato che il sorteggio favorisse la mia candidatura. Così, quando lei mise sul piatto della bilancia i suoi gnocchetti gratinati con zucca e formaggio, diedi il mio assenso: il sesto, in ordine temporale. La zucca di mammà troneggiava in dispensa e desideravo di cuore darle degna visibilità. L'estrazione avvenne e sei fu!! "Hai tempo un mese e mezzo" è un modo per dirmi "tranquilla, andrà nel dimenticatoio". E così successe, con mia somma delusione. Ma, cara lei, Claudia è stata molto gentile nel concedermi una proroga (che ho ancora mancato, sia chiaro). Del resto uno scorrere di giorni in cui il pasto in casa diventa miraggio non mi avrebbe potuto permettere di marginare il danno ^_^
Così sì, lo confesso, mi sono fatta desiderare, ma..... credo ne sia valsa la pena. Qualche tempo fa vidi, nel reparto vegano, un formaggio cremoso a base di riso. Nonostante sia lontano dai miei parametri nutrizionali (per assenza di proteine ed elevate qualtità di carboidrati e di grassi) non ho potuto resistere alla tentazione. Devo provare, provare e provare. Così ho provato. E' un nonformaggio particolare. E' cremoso come una certosa (quasi), ha un sapore delicato e, seppur ritengo richieda una buona dose di arrangiamenti di spezie e sapori per essere apprezzato in pieno, l'ho trovato perfetto per questa alternativa vegana al piatto proposto da Claudia.
http://www.myricettarium.com/2015/10/tu-come-cucineresti-ricetta-di.html?utm_source=bp_recent&utm-medium=gadget&utm_campaign=bp_recent
Vi rimando al suo post per scoprire le mie impressioni del piatto ^_^

Ingredienti

Per gli gnocchi
2 patate rosse medie (circa 300 g)
100 g di farina di grano tenero tipo 2 macinata a pietra

Per la crema di zucca
600 g di zucca pulita
sale rosa
pepe
noce moscata
10 g di olio evo

Per la crema di formaggio
150 g di stracchino di riso
50 g di latte di riso
pepe
lievito alimentare per la gratinatura
 
   Fate bollire le patate con la buccia in abbondante acqua fino a quando riuscirete ad infilzarle facilmente con una forchetta. A questo punto scolatele, pelatele e schiacciatele su una spianatoia, su cui avrete sistemato a fontana la farina. Impastate
con le mani fino a creare un panetto compatto e omogeneo. Avvolgete l'impasto in un panno pulito e lasciatelo riposare per un'oretta.
Passate alla zucca. Pulitela e tagliatela a dadini non troppo grandi. Trasferitela in una padella e lasciatela stufare, con un po' di acqua e aggiungete sale rosa, pepe e noce moscata a piacere. Lasciate che ammorbidisca per circa 15/20 minuti.
Nel frattempo riprendete l'impasto, prelevate un pezzo alla volta e tiratelo, facendolo ruotare sotto le mani, creando dei salsicciotti piuttosto fini. Tagliate gli gnocchi della lunghezza desiderata e teneteli da parte, ben infarinati.
Mettete una pentola piena d'acqua leggermente salata sul fuoco e portatela a bollore.
Nell'attesa trasferite la zucca, ormai ammorbidita, in un bicchierone di plastica. Aggiungete l'olio evo e passate tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere una crema liscia e vellutata.
Versatela in un wok e tenetela al caldo, sulla fiamma bassa.
Buttate gli gnocchi nell'acqua in ebollizione e, man mano che verranno in superficie, schiumateli e trasferiteli nel wok.
Mentre lasciate insaporire gli gnocchi, mescolate con una frusta lo stracchino di riso, il latte di riso e il pepe, fino a quando si sarà amalgamato tutto perfettamente.
A questo punto trasferite gli gnocchi in una pirofila, versate sopra la crema di nonformaggio e coprite tutto con una spolverata di lievito alimentare. Chi non avesse esigenze vegane potrà utilizzare uno stracchino classico e spolverizzare con del parmigiano grattugiato.
Passate tutto in forno, sotto il grill, per 10 minuti circa, fino a quando in superficie inizierete a vedere una gradevole crosticina dorata.
Non vi rimane che servire e affondarci una forchetta. Il sapore non si spiega: delicato, ma consistente, conquista e tiene incollati al piatto fino all'ultima scarpetta ^_^

Personalmente non cedo spesso a primi piatti, ma certe volte vale davvero la pena. E questa volta Claudia, nella sua ultima volta della rubrica (prima delle "nuove novità"), mi ha dato lo spunto perfetto per farmi tentare. E travolgere.

abc

Biscotti di noci e pistacchi alla pera: il viaggio infinito verso la scoperta, la conquista e la realizzazione

Biscotti, biscotti e ancora biscotti. Li scompongo, li studio nei dettagli, li assemblo in forme e sostanze differenti. Cerco di migliorarne il sapore, di perfezionare la consistenza. Amalgamo ingredienti, ne studio gli abbinamenti. Li assaggio, me ne innamoro e poi cerco qualcosa di diverso, di nuovo, di più intrigante. Sono insaziabile. Per me biscottare vuol dire non fermarsi mai. Qualche giorno fa, di fronte ad un modesto quantitativo di pere Williams belle morbide e succose (faccio notare che a me, la frutta consumata naturalmente, piace in quella fase che precede appena la piena maturazione. Basta un giorno e diventa superata), mi sono chiesta che cosa ne avrei potuto fare. Ho subito immaginato questo: un biscotto sano, leggero e corroborante. Così mi sono messa a pulire quei frutti succosi, a farli cuocere con della farina di limone e qualche fettina di radice di zenzero, ad arricchirli con un po' di agar agar e a frullarli, creando una purea liscia e vellutata.... da divorare con gli occhi (e con il naso, la bocca, perfino spalmata sulla pelle ^_^). E, seppur un certo quantitativo di cucchai sia finito direttamente nella voragine del mio stomaco, buona parte della purea è stata utilizzata per la realizzazione di questo insolito biscotto.
Il resto è storia.

Ingredienti

50 g di pistacchi di Bronte
40 g di gherigli di noci
50 g di fiocchi d'avena
100 g di purea di pera al limone e zenzero
135 g di farina di segale Jurmano
35 g di farina di saragolla (khorasan)
35 g di olio di riso
25 g di zucchero di canna Mascobado

Inserite in un boccale pistacchi, noci e fiocchi d'avena. Tritateli grossolanamente, quindi teneteli da parte.
Miscelate le farine, unite la purea di pera e iniziate ad impastare. Aggiungete lo zucchero e, poco alla volta, l'olio di riso. Continuate ad impastare, fino a quando otterrete un impasto omogeneo e compatto. A questo punto unitevi il trito di frutta secca e fiocchi d'avena. Lavorate l'impasto fino a quando sarà tutto ben amalgamato, quindi fate riposare l'impasto per circa mezz'ora.
Trascorso il tempo, riprendete l'impasto, rivestite una teglia con la carta forno e iniziate a formare dei biscotti, prelevando un po' di impasto alla volta e schiacciandolo con uno stampio a vostra scelta.
Procedete fino a terminare l'impasto, quindi accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Infornate la teglia e cuocete per 15 minuti circa, facendo attenzione che cuociano in maniera uniforme.
Quando li sfornerete saranno ancora morbidi. Lasciateli raffreddare su una gratella e acquisiranno croccantezza e friabilità.

Una volta che saranno freddi assaporateli in tutta la loro pienezza.
Ricchi di soli grassi salutari, privi di eccessi, sanno soddisfare i palati rispettando i principi di genuinità.

A voi l'assaggio....
Ah, nel caso vi dovesse capitare, si conserveranno benissimo in una scatola di latta o in un barattolo di vetro. Potremi fare a gara a chi riesce a farli durare più tempo ^_^


Io li ho sornati più volte e, ogni volta, è una lotta resistere!


abc

Sorgo alla cannella con melanzane, fichi e nocciole: per ogni nuovo incontro, nuove ispirazioni

La scusa era buona: cercare la farina di sorgo per la mia amica Laura, nell'Emporio di fiducia. E, come tutte le volte, il giro tra gli scaffali è d'obbligo. Bandite le farine, almeno fino a quando non terminerò le scorte, ho avvertito l'occhio cadere su un sacchetto. E' stato troppo breve il tempo che è trascorso dalla visione al possesso: il sacchetto era tra le mie mani senza che potessi più gestire quell'infatuazione. Sorgo, nel suo stato di cereale naturale.Un ingrediente nuovo, uno stimolo nuovo, una curiosità..... solita e collaudata ^_^ Il potere del sorgo sta nelle sue proprietà nutritive (è ricco di importanti sali minerali come ferro, calcio, potassio e vitamine come la niacina -Vitamina B3- e la vitamina E. Contiene inoltre antiossidanti naturali e fitocomposti quali acidi fenolici, fitosteroli e flavonoidi) che, accostate alla totale assenza di glutine, rendono questo alimento davvero prezioso.
"Non appena mi viene l'ispirazione lo provo", sono state le mie parole nel raccontare questo nuovo innamoramento. E l'ispirazione, senza troppo pensare, è arrivata in un giorno in cui il raccolto della mamma mi ha messo davanti quell'ultimo fico. Troppo tardi per utilizzarlo nella preparazione del piatto, ma ormai l'idea era partita e avrei dovuto trovare la soluzione. Immediata. Quel vasetto di marmellata, rigorosamente senza zucchero aggiunto perché io sono rognina al punto da condizionare l'operato di famiglia nella conservazione in vasetto, era pronto a soddisfare i miei capricci e a dare vita al mio pensiero.
Non si spiega. L'insieme di sapori ha conquistato non solo il mio palato: sono insolitamente accostati, ma creano un'armonia unica e mai sentita prima. Forse audace, per il palato di un bambino, ma io ci provo, e presento questo piatto per la raccolta di settembre de




che questo mese è ospitato da Letizia

Ingredienti

110 g di sorgo
15 g di nocciole (per me dell'orto di famiglia)
1 melanzana piccola (per me dell'orto di famiglia)
60 g + 20 g di marmellata di fichi senza zucchero (per me di produzione casalinga)
1 cucchiaino di senape delicata
5 g di aceto di mele
5 g di olio evo
pepe
cannella
1 rametto di rosmarino

Sciacquate il sorgo sotto un getto di acqua corrente, quindi cuocetelo in acqua leggermente salata per il tempo necessario (ci vorranno dai 20 ai 30 minuti circa). Nel frattempo sbucciate e tagliate la melanzana a cubetti. Miscelate la senape con l'aceto, l'olio e il pepe e versate tutto sulle melanzane. Mescolate bene e lasciate marinare per almeno 15 minuti.    Scaldate una padella e fate cuocere la stessa melanzana, in modo da ammorbidirla bene. Unitevi 60 g di marmellata di fichi (oppure 60 g di fichi freschi tagliati a cubetti) e lasciate insaporire.
Quando il sorgo sarà cotto, scolatelo e versatelo in padella.
Aggiungete i restanti 20 g di marmellata di fichi, il rosmarino tagliato sottilmente, cannella a piacere (ma vi suggerisco di non essere parsimoniosi) e, in ultimo, le nocciole tagliate a coltello. Fate cuocere a fuoco basso per circa un paio di minuti, in modo che i spori si armonizzino. Quindi spegnete la fiamma e servite.
   E' un piatto che esterna tutta la sua pienezza se assaporato caldo, ma saprà deliziarvi e incantarvi anche in una versione più tiepida.

Promuovo a pieni voti il sorgo, che, forte delle sue proprietà, potrà far comparire con maggiore frequenza i cereali sulla mia tavola. E lascio a Laura la libertà di sperimentare la sua farina, certa che quello che proporrà sarà, come sempre, incanto e magia.
Divertitevi a sperimentare sapori nuovi, non intimoritevi per accostamenti audaci. Provate ingredienti mai assaggiati. Scoprite, create, emozionatevi.

Sarà bellissimo.

abc

Biscotti al mais con semi misti e avena: il piacere di incontrare la magia nel gusto nell’insolito

C'è un sapore particolare che mi porta, con la testa, indietro di anni. E puntualmente, ogni anno, alla visione dei ricchi campi di granturco, si ripresenta. La semplicità del mais, sgranocchiato direttamente dalle pannocchie che papà portava a casa e che mamma faceva bollire per ore e ore, fino a renderle tenere, mi conquista ogni volta. Cibo povero, ma ricco di emozioni. Pieno, tanto che una volta gustato il mais alla fonte diretta, riuscire ad apprezzarlo conservato in scatoletta è davvero difficile. Per me, impossibile. Anche quest'anno ho ceduto al piacere dello "sgrana" e sgrano"cchiamento. Ma questa volta, per manenere fervido il mio piacere di sperimentare e cercare e scoprire e sorprendermi, sono andata oltre. Un biscotto. Ricco, tondo, sano, saporito, fragrante, appagante e indimenticabile. Sapori insoliti, che colpiscono e travolgono. Non posso definirlo un biscotto crudista, perché parte da un chicco bollito, ma il mio essiccatore non si risparmia mai e questa volta mi ha concesso magia vera. Non so se la mia idea di colazione mi stimoli nel creare sapori nuovi o se il desiderio di sapori nuovi stimoli la mia creatività, ma di certo posso dire che qui è racchiusa tutta la magia che ci si possa aspettare dalla semplicità.

Ingredienti

350 g di chicchi di mais bolliti
75 g di zucchero di canna grezzo Dulcita
50 g di fiocchi di avena
40 g di semi di chia
40 g di semi di girasole
30 g di semi di lino

Sgranate una pannocchia, dopo averla fatta bollire per un paio di ore e poi laciata raffreddare.
   Prelevate i chicci e metteteli in un boccale. Aggiungete lo zucchero di canna e frullate tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo e non troppo fine.
A questo punto aggiungete i semi e frullate ancora brevemente. Impastate tutto fino ad ottenere un composto piuttosto compatto.
Lasciate riposare tutto per circa mezz'ora, quindi stendete l'impasto su un ripiano, in una sfoglia spessa mezzo centimetro circa. Tagliate i biscotti della forma desiderata, quindi sistemateli si ripiani dell'essiccatore (oppure su una teglia, che infornerete a 150° per circa un'ora).
Accendete l'essiccatore a 42° e fateli asciugare per tutta la notte, circa 9/10 ore.
Quando saranno ben asciutti, estraeteli e lasciateli riposare per una mezz'oretta. Ora sono pronti per essere consumati. Semplicemente.

Accompagnati da una buona marmellata, da una crema di cioccolato (la mia era homemade) o da semplice frutta, sono particolari nel sapore e assolutamente nuovi nella consistenza, almeno per me ^_^

Nel caso ne vogliate preparare in abbondanza, oppure non li consumiate tutti subito, conservateli in una scatola di latta o in un barattolo di vetro. Si manterranno saporiti e fragranti per diversi giorni.abc

Baci di dama di coccocarota e noci con crema di pistacchio: insolite note di sapore nel benessere quotidiano

Ci sono concetti ricorrenti, nella mia cucina. Come il benEssere sia diventato un modo di dimostrare rispetto e amore nei confronti di noi stessi, con la scelta di uno stile di vita e di alimentazione salutare e controllato, così ha esteso la sua grandezza nella forma in cui si esprime. Il mio non si butta via niente, quel che resta da un estratto, la cucina degli scarti è proprio questo. Gli estratti di frutta e verdura rappresentano, ormai, quasi una scelta quotidiana. Ovviamente, se da una parte mi arricchisco del succo prezioso, dall'altra penso a come ottimizzare lo "scarto". Così un giorno, immaginando la mia bella carota, mi sono detta che avrei potuto sfruttarne la polpa. In un attimo ho immaginato i sapori che avrei accostato e, immediatamente, l'estratto si è arricchito di noci (che tocco di gusto!!!) e la polpa è stata mischiata alla dolcezza piena delle scaglie di cocco. E visto che di seriale non ho solo l'estrazione, l'essicazione ha permesso di creare dei dolcetti non solo in perfetto stile vegano, ma anche crudista. Il fatto che abbia poi deciso di presentarli con una leggerissima crema di pistacchio, avrà tolto la caratteristica raw, ma ha lasciato, al risultato, un tocco inconfondibile di originalità, novità e piacere agli occhi, sul palato e al nostro corpo riconoscente.

Ingredienti

Per i biscotti
150 g di polpa di noci e carote
40 g di malto di riso
20 g di cocco rapè

Per la crema di pistacchi
50 g di pistacchi di Bronte
35 g di cocco rapè
30 g di zucchero di canna grezzo
15 g di farro soffiato
20 ml di latte vegetale (per me di mandorla)
1/2 cucchiaino di agar agar

Versate in un contenitore la polpa delle carote e delle noci, unite il cocco rapè e il malto di riso, quindi mescolate fino ad amalgamare perfettamente tutto.
Riempite, con una parte di impasto, degli stampi in silicone per i baci di dama, pressando bene il composto e appiattendo bene la superficie. Lasciate riposare, in frigorifero, per almeno un'ora, in modo che si compattino.
Estraete i biscotti ottenuti e sistemateli sui ripiani dell'essiccatore. Lasciateli, alla temperatura di 45°, per tutta una notte.
Passate alla preparazione della crema di pistacchi. Fateli tostare in una padella, a fiamma bassa, fino a quando vedrete che inizierà a spaccarsi la pellicina. Cercate di pulirli al meglio, quindi lasciateli raffreddare. Versateli in un boccale, insieme allo zucchero di canna, e tritate fino a creare una pasta. Aggiungete il cocco e il farro soffiato, e tritate ancora tutto finemente.
Stemperate l'agar agar con poco latte alla volta, quindi mettete tutto il liquido sul fuoco, versateci la pasta di pistacchio, mescolate e portate tutto a bollore. Lasciate sobbollire, a fiamma bassa, per tre minuti circa, quindi spegnete la fiamma e lasciate raffreddare.
Quando i biscotti saranno pronti, farcitene metà con la crema di pistacchio e uniteli alla restante metà. Lasciate riposare in frigorifero per almeno un paio di ore, quindi procedete all'assaggio.

Accostamento inusuale di sapori, consistenze nuove, leggerezza indescrivibile e genuinità a tuttotondo. E' un dolce che non stanca, che stupisce e che appaga senza lasciare tracce di sensi di colpe ^_^

La cucina è anche questo: è ricerca, è divertimento, è scoperta, è stupore. E quando tutto questo è racchiuso in un dolce, fermarsi diventa impossibile!!

abc

Melanzana estiva ripiena con alga kombu e semi di girasole: l’amore di un cuore forte e due mani coraggiose

Quando mamma mi dice “ti porto un po’ di verdura?”, iniziando ad elencare i prodotti del suo orto che, per il primo anno, cura e nutre con le sue sole mani, beh, è molto bello. Quando mi chiese, qualche giorno fa, se volessi delle melanzane, mi illuminai. Confesso di essere stata fortunata per essere stata la bocca eletta ad assaggiare la prima melanzana della stagione. La sua dolcezza non ve la so spiegare. Zucchero. Polpa compatta, colore viola intenso. La natura in tutta la sua massima espressione di bellezza e bontà. Quando ho sentito pronunciare dalla sua voce la parola melanzana, il riflesso condizionato è partito e una luce mi ha letteralmente travolto. Tre, ne ho portate a casa esattamente tre. Così belle tonde, non mi hanno dato scampo. Seppur si vedano melanzane (e non solo) ripiene in tutte le forme e in tutte le salse, il richiamo è stato troppo forte, per potervi resistere. Ma, come spesso accade, avrei potuto farmi ispirare da qualcosa di diverso, se non dal mio istinto? Con un bottino ricco di così tanti frutti, mettere insieme i sapori è stato un gioco da ragazzi. Ve la propongo in due versioni, quella vegetariana e quella vegana. A voi la vostra scelta, in ogni caso il risultato è meritevole ^_^

Ingredienti

1 melanzana tonda viola
1/2 peperone giallo
1/2 peperone rosso
1/2 peperone viola
1 pomodoro ramato
1 zucchina chiara
1/2 cipolla
1 foglio di alga kombu
10 g di semi di girasole
10 g di olive taggiasche
1 cucchiaino di miele (malto o agave per la versione vegana)
1 cucchiaino di parmigiano (lievito alimentare –quello che ho utilizzato io- per la versione vegana)
sale rosso di Cipro
olio evo
pepe mix creolo

Lavate la melanzana. Asciugatela, eliminate la calotta e svuotatela, facendo attenzione a mantenere un bordo di circa un centimetro. Salate con del sale rosso l’interno della melanzana, capovolgetela e lasciate che perda il liquido di vegetazione (la mia melanzana era talmente dolce che non avrebbe necessitato di questo trattamento).
Lavate tutte le verdure, asciugatele e tagliatele a tocchetti. Tagliate anche la polpa della melanzana prelevata. Scaldate un filo di olio in una padella, quindi affettate sottilmente la cipolla e fatela imbiondire. Unite, in ordine, i peperoni, poi la zucchina, poi la polpa di melanzana e i pomodori.
   Salate e pepate a piacere. Quando le verdure si saranno ammorbidite, aggiungete il miele, le olive taggiasche tagliate a fettine, il lievito alimentare (o parmigiano grattugiato) e i semi di girasole. Mescolate e lasciate insaporire, quindi spegnete il fuoco.
Sciacquate la melanzana e tamponatela, in modo da asciugarla. Farcitela con il mix di verdure e infornatela, a 190°, per circa 15 minuti.
Una volta che sarà rugosa e dorata, sfornatela e servitela.
Accompagnatela con la parte di farcitura che non sarete riusciti a sistemare all’interno e gustatela in tutta la sua pienezza.
Morbida, sfiziosa, saporita e delicata. Il crunch dei semi sono la chicca che dà carattere alla rotondità della verdura. L’alga dà sapore e arricchisce il tutto con importanti nutrienti e il panorama di sapori esaltato dalle olive e sostenuto dal miele….. vi conquisterà.
 
Un assaggio che è un’esperienza.














Con questa ricetta partecipo al Gluten Free(Fri)day
http://www.glutenfreetravelandliving.it/100-gluten-free-friday/

abc

Sale di sedano: l’incessabile e sorprendente strada verso nuove scoperte e gradite conquiste

Lo sapete: amo sperimentare, sono affascinata dalle nuove scoperte e sono sempre propensa a portare in casa sane abitudini. Così, quando sono arrivata da lei, la meravigliosa Simona, ho capito che in quell'attimo sarebbe successo tutto questo. Leggo, semplicemente, sale di sedano.Mi piace all'istante. Poi scorro le sue parole. Scopro che il sedano ha una consistente quantità di sodio e, dal momento che il sale bianco, come tutti gli alimenti raffinati, l'ho eliminato dalla mia cucina a favore di qualità più naturali e genuine, vorreste credere che non abbia colto al volo l'occasione per prepararmi questa salutare alternativa? Non ho mai amato il sapore del sedano, da piccola. E questo status me lo sono portato avanti per anni, fino a quando ho iniziato ad amare sapori nuovi, rivalutando i gusti radicati. Adesso lo uso costantemente, perfino in aggiunta agli estratti di frutta. Nelle insalate rappresenta il tocco di classe e anche gratinato al forno ha il suo bel fascino. Le foglie le destino sempre in pesti o salse (preparatevi, che ne ho una nuova da raccontarvi!!). Ma un sale.... chi se ne libera più!!!!! L'essiccatore è uno dei migliori acquisti di sempre e lavora a pieni regimi. Non ho scuse: sedano caro, vieni a me!!
Definirlo sale è riduttivo, per due motivi. Primo, non è puramente un sale, in quanto non ha una così alta concentrazione di sodio da essere paragonato al sale vero e proprio. Secondo, non si limita solo a dare sapidità, ma insaporisce. Dà sapore, riempie, completa, veste. Insomma, amanti del benEssere non avete scuse: l'estate è calda e soleggiata e, anche se non aveste l'essiccatore, non avrete ostacoli. Provate e coccolatevi con consapevolezza e rispetto. Perché amarsi è una scelta quotidiana.

Ingredienti

1 sedano verde

Prelevate le coste del sedano, eliminate (e tenete da parte) le foglie. Lavatelo bene, asciugatelo e tagliatelo in sottilissime fettine.
Sistematelo sui ripiani dell'essiccatore (se fosse necessario rivestite i ripiani con carta forno, per me non è stato necessario). Fate essiccare a 45° fino a quando avrà completamente perso acqua. Non avendo utilizzato la carta forno, mi sono state sufficienti 10 ore circa. Se non aveste l'essiccatore, sistemate le fettine su un piano ed esponetelo al sole, riparato con una retina.
Quando sarà perfettamente secco, trasferite tutto in un macina caffè (è il modo migliore, a patto che non abbiate un Bimby o un ottimo tritatutto). Fate lavorare le lame a brevi riprese, in modo da non surriscaldare troppo il sedano. Continuate fino ad ottenere un granulato molto molto fine.
Fate raffreddare bene (comunque un po' si surriscalderà) e, solo in quel momento, trasferitelo in un barattolino di vetro. In questo modo potrete conservarlo a lungo, senza che venga perso l'aroma e sempre pronto all'uso.

Profumi e sapori a portata di mano e di..... benEssere ^_^
Non è sorprendente?

Sedano per tutti! Facciamo grandi scorte. Con un sedano di media grandezza ho ottenuto questo vasetto. Credo mi durerà per un buon numero di mesi, per cui alla genuinità, aggiungiamo anche l'economicità ^_^




abc

Biscotti di riso rosso al pistacchio: quel che spinge una mente a trovare sempre un’immagine nuova

E' il secondo tentativo, quello che mi porta a parlarvene. Al primo non pensavo che il risultato potesse essere tanto notevole. Avevo semplicemente pensato di dare fondo alla mia scorta di riso rosso, in dispensa, in un modo leggermente diverso da quello che ci si aspetterebbe. Ho buttato tutto nel Bimby trasformando il chicco in farina. Fine, finissima. Ed ho messo insieme pochi altri ingredienti, un olio delicato, arricchendo il sapore con piccole pepite dei miei amati pistacchi. Non ho voluto uova, non uso latticini, neanche una traccia di lievito. Completamente gluten free. Il risultato è un impasto leggerissimo, friabile, croccante, delicato, ma allo stesso tempo pieno. Appaga. Ed è perfetto per qualsiasi momento della giornata. Perché non replicare, allora, e parlarvene? Ah, cosa non si inventa per giustificare un peccato di gola!!!! ^_^
Accompagnato, o solo, non ha bisogno di grandi presenazioni. Il colore è tipico del riso, il profumo inebriante. Il vantaggio di essere una biscottatrice seriale è quello di poter elaborare sempre una finezza oltre il confine appena superato. Di non fermarsi mai, sempre alla ricerca del sapore nuovo, del bilanciamento perfetto. Mi diverto, mi proietto in un pensiero e mi plasmo nella finalizzazione.
E' sentire la vita scorrere sotto pelle, è benEssere.

Siamo arrivati all'ultimo giorno, siete stati generosi e preziosi. GRAZIE.

http://www.lacuocherellona.it/2015/06/unidea-un-pensiero-un-progetto-il-primo.html

Ingredienti

150 g di riso rosso Jasmine
70 g di farina di ceci
60 g di farina di pistacchi*
20 g di granella di pistacchi*
50 g di zucchero grezzo di canna
50 ml di latte vegetale (per me di nocciola)
50 ml di olio di riso
1 pizzico di sale rosa
 
*ottenuti da 80 g di pistacchi di Bronte

Iniziate dalla preparazione della farina di riso. Se non aveste il Binby, utilizzate un macina caffè e polverizzate i chicchi di riso rosso. Tenete da parte.
Inserite in un boccale i pistacchi e iniziate a tritarli. Separate 20 g di granella di pistacchi, quindi continuate a tritare, ottenendo dai 60 g rimanenti una farina fine. Lavorate a più riprese, in modo da non surriscaldare i pistacchi e non fare uscire l'olio, che trasformerebbe la farina in pasta.
   Unite alla farina di pistacchio quella di riso ottenuta prima e la farina di ceci. Mescolate bene, quindi aggiungete lo zucchero, il sale e, in ordine, il latte e poi l'olio.
Lavorate fino ad ottenere un impasto compatto. Regolatevi, in base alla qualità della farina utilizzata, aggiungendo o limitando la quantità di latte.
Fate riposare il panetto avvolto in un foglio di pellicola trasparente per un'ora almeno, in frigorifero. Procedete, quindi, alla formazione dei biscotti.
Per la versione ricoperta dalla granella ho utilizzato uno stampo in slicone per babà. Mettete la punta di un cucchiaino di pistacchi sul fondo, quindi prelevate una noce di impasto e pressatela sopra.
Riempite tutto lo stampo, quindi ribaltatelo ed estraete i biscotti.
Sistemate tutto su una teglia coperta da carta forno. Infornate a 180° e cuocete per circa 10/15 minuti. Il tempo varierà in base allo spessore del biscotto. La versione più sottile ha cotto 10 minuti appena
Quando li sfornetere saranno piuttosto morbidi, ma vedrete che, nel raffreddare, acquisiranno la croccantezza perfetta.
Una volta sfornati trasferiteli su una gratella e attendete che siano completamente..... scrocchiosi ^_^

Potrete farne una grande scorta, aumentando le dosi degli ingredienti. Si conservano perfettamente in un barattolo di vetro o in una scatola di latta, chiuse ermeticamente. E la colazione, lo spuntino, lo sfizio, la merenda, il dopo pasto.... saranno sempre a portata di palato e sempre pronti a deliziarvi.











Con questa ricetta partecipo al Gluten Free (Fri)day

abc

Cannelloni di melanzana alle erbette su crema di lenticchie rosse e anacardi: nuovi stimoli, nuove scoperte

Una favola. Avete presente trovarsi a pensare di creare un piatto, senza una traccia precisa, e di immergersi in una perfezione di sapori incantevole, del tutto oltre le aspettative? Come potreste descrivere una favola? Io ve la racconto con questo piatto.
Mamma mi aveva portato, tra i molteplici doni del suo orto, una splendida melanzana. Bella, tonda, viola brillante. Dolce, sì, perché poi ho scoperto essere anche dolcissima.
L'ho ribaltata e rivisitata, mentalmente, più e più volte. Accostata a sapori diversi, cotta in molteplici modi, immaginata in forme diverse. Poi una sera, senza avere idee precise, ho iniziato a mettere insieme qualche ingrediente, qua e là, in cerca della vera ispirazione. Bollite le lenticchie, ammollati gli anacardi, la strada ha iniziato a definirsi. Ma, visto che non sono io se non ci metto qualcosa di insolito e mai sentito (ma quei pochi che lo conoscono, lo amano alla follia), il caso ha voluto che, proprio quel giorno, la mia dispensa si arricchisse di una salsina nuova. Servita dal mio amico Marco nel suo piatto proposto per il contest, sono stata subito incuriosita. Non è passato molto tempo prima che l'Umeboshi entrasse in casa ^_^ Ma attenzione..... "ha un fortissimo potere curativo, Erica, non usarla come salsa". Ecco, io mi sarei finita il vasetto. Per fortuna qui ce n'è solo un cucchiaino ^_^

Ingredienti

Per la crema
20 g di anacardi non salati
50 g di lenticchie rosse
1 cucchiaino di aceto di mele
1 cucchiaino di farina di mandarino
1 cucchiaino di lievito alimentare
2 rametti di menta
1 cucchiaino di Umeboshi

Per le melanzane
1/2 melanzana tonda
sale rosa dell'Himalaya
200 g di costine al vapore
10 g di olive di Riviera
10 g di semi di canapa sativa
1 cucchiaino di salsa di noci
1 foglio di alga kombu
1 cucchiaio di lievito alimentare
1 cucchiaino di farina di riso
noce moscata
olio evo

Mettete in ammollo gli anacardi e lasciateli almeno 4 ore. Nel frattempo lavate la melanzana e affettatene metà, in fettine spesse pochi millimetri. Mettetele in uno scolapasta, alternandole con del sale rosa, e fatele riposare per qualche ora, fino a che abbiano perso il liquido di vegetazione e il sapore amarognolo (nel mio caso non ce ne sarebbe stato davvero bisogno).
Fate bollire le lenticchie, precedentemente sciacquate sotto un getto di acqua. Salatele leggermente e fatele intiepidire.
Versatele in un boccale, aggiungete gli anacardi, la farina di mandarino, il lievito alimentare e l'aceto di mele. Correggete di sale e frullate tutto, fino ad ottenere una crema omogenea. Unite le foglie di menta ben lavate, la salsa di Umeboshi (in alternativa potrete usare un cucchiaino di salsa di soia) e continuate a frullare.
Lasciate riposare la crema in frigorifero, e tornate ad occuparvi delle melanzane.
Prendete le costine, tagliatele in piccoli tocchetti e saltatele in padella con le olive di Riviera.
Unite la salsa di noci. Io ce l'avevo già pronta, prodotta da un'azienza vicino a casa di mamma, ma potrete crearla voi frullando delle noci con dell'olio di oliva, del formaggio a pasta dura o, se voleste la versione vegana, con del tofu.
Mescolate tutto, lasciate insaporire e spegnete il fuoco. Nel frattempo mettete in ammollo l'alga kombu e lasciatelo rinvenire.
Sciacquate le melanzane e asciugatele tamponandole con un panno pulito.
Preparate un mix di farina di riso e noce moscata e impanateci le fettine di melanzana. Fatele rosolare in una padella antiaderente con un filo di olio evo. Quado saranno pronte trasferitele su un foglio di carta assorbente e fatele intiepidire.
Unite alle costine il cucchiaio di semi di canapa sativa (potrete usare anche semi di sesamo o qualsiasi altro seme a voi gradito) e l'alga kombu tagliata a striscioline. Mescolate bene, quindi posate su ciascuna fettina di melanzana un po' della farcia. Compattatela bene, quindi chiudete le melanzane a cannolo. Una volta che saranno tutte pronte, sistematele in una pirofila, una accanto all'altra, e cospargetele con il cucchiaio di lievito alimentare (in alternativa andrà bene del pangrattato o, per i non vegani, una grattugiata di parmigiano o di pecorino).
Portate il forno alla temperatura di 190° e infornate. Fate rosolare bene la superficie: non dovranno cuocere, ma solo gratinare, per cui saranno sufficienti 10/15 minuti.
Scaldate leggermente la crema di lenticchie e create una base su un piatto da portata. Sfornati i cannoli, sistemateli sulla crema.
Servite, caldi, e assaporate.

Non solo una differenza di consistenze, ma anche un contrasto di sapori: la dolcezza del cannolo con il suo ripieno pungente e avvolgente allo stesso tempo, e la crema morbida, dal sapore fresco e leggero. Un insieme che si sposa a meraviglia e che renderà piacevole ogni boccone.

Arrivare alla fine e dire "peccato....." è sempre la miglior prova d successo.
Ma il peccato, qui, è che difficilmente replico un piatto ^_^
Chi mi invita per l'assaggio? ^_*

abc

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