close

Danesi al mango con burro di semi di lino: la forza di trasformare un addio in un nuovo inizio… sempre diverso

Non c'è Lucifero che tenga, nessuna scusa che mi porti sulle rive di altre soluzioni: quando finisco le scorte di brioche per le mie colazioni domenicali, io impasto. E inforno.
Che tutto questo, poi, possa coincidere con la settimana più calda dell'estate è solo un dettaglio. Soffro così tanto il freddo invernale che non riesco a lamentarmi neanche con 31 gradi in casa e il forno a 200.
La colazione vince su tutto. Avevo salutato con una lacrimuccia l'ultimo nodino al cocco con la ricotta, forse l'impasto più riuscito di sempre, nel suo genere. E la testolina elucubrava già un impasto alternativo. Avevo in mente una danese, seppur, strano ma vero, reinterpretata dal mio solito bizzarro estro. Chiamiamolo pure fagottino, di certo è che l'impasto leggero e fragrante, assolutamente privo di uova e latticini, arricchito da un burro ottenuto dai semi di lino e di sesamo (unico vero esperimento della preparazione), racchiude un'anima di frutta intensa e deliziosa che rende questa nuova presenza una perfetta compagna per il risveglio domenicale. Io ci provo sempre e finché i risultati sono questi, non mi fermo mai!!

Ingredienti

Per il poolish
150 g di farina Petra 1
100 g di farina di Saragolla
100 g di farina di farro Monococco
20 g di lievito madre secco naturale
370 g di acqua

Per l'impasto
Poolish
150 g di farina Petra 1
150 g di farina di farro Monococco
20 g di lievito madre secco naturale
150 g di latte vegetale (per me di mandorle)
40 g di malto d'orzo in polvere
70 g di zucchero di canna grezzo Demerara
30 ml di olio di riso

Per il burro di semi
20 g di semi di lino
30 g di semi di sesamo
25 g di olio di riso
25 g di malto di riso

Per la farcitura
1 mango maturo
1 cucchiaio di uvetta sultanina
1 cucchiaio di bacche di Goji

Setacciate e mescolate le farine e il lievito per il poolish. Versate l'acqua, mescolate velocemente fino a bagnare tutta la farina, quindi coprite il contenitore con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo fermentare per 15 ore. Io ho preparato il poolish il pomeriggio del giorno prima (ho cotto le brioche domenica mattina, ho preparato il preimpasto il venerdì). Conservate in frigorifero se dovesse fare troppo caldo.
Inserite in un boccale i semi di lino, i semi di sesamo, il malto di riso e l'olio di riso. Azionate le lame ad intervalli, in modo da non surriscaldare troppo i semi. Procedete con molta pazienza fino a quando avrete ottenuto una pasta liscia e omogenea. Ben compatta. A questo punto formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e riponete in frigorifero. Potrete lasciarlo anche fino al giorno dopo, ma l'importante è che riposi almeno un'ora.
Quando il poolish sarà pronto e avrà le sue belle bollicine in superficie, inseritelo nell'impastatrice (io uso il Bimby) e aggiungete le farine mescolate al lievito madre, il malto d'orzo e lo zucchero. Iniziate ad impastare, aggiungendo il latte. Per ultimo, a filo, versate l'olio, facendo attenzione che venga assorbito perfettamente. Lavorate fivo ad ottenere una pasta elastica e incordata.
Rovesciate l'impasto in una terrina leggermente unta, coprite con un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo lievitare per 7 ore. Io l'ho lasciato nel forno spento, ben protetto da correnti e da fonti di luce.
   Pulite il mango e tagliatelo a dadini. Unite le bacche di Goji, l'uvetta e mescolate bene. Lasciate riposare e insaporire fino al suo utilizzo.
Quando l'impasto sarà lievitato, stendetelo su un piano infarinato, formando un rettangolo il cui lato più lingo dovrà essere il doppio di quello più corto.
Con il burro di semi formate n panetto della dimensione di metà rettangolo dell'impasto, quindi posizionatelo al centro dello stesso impasto e piegate i due lembi liberi laterali, verso il centro. In altre parole, dovrete praticare una chiusura a libro. Piegate ancora a metà, sempre nello stesso senso e avvolgete l'impasto nella pellicola. Lasciatelo riposare per un'ora, quindi riprendetelo e stendetelo nuovamente in un rettangolo. Prendete il lato più piccolo e avvolgetelo su se stesso, formando un salame. Avvolgete ancora nella pellicola e lasciate riposare per un'altra ora. Ripetete ancora una volta la piega arrotolata e fate riposare ancora per unìora.
Stendete la pasta in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro e dai bordi piuttosto regolari. Ritagliate dei quadrati di circa 12 centimetri di lato. Posizionate Nel centro di ciascun quadrato un cucchiaio scarso di mango e bacche. Chiudete gli angoli verso il centro, praticando una leggera pressione affinché l'impasto si unisca e non si apra nuovamente. Trasferite tutto su una placca coperta da carta forno, leggermente infarinata. Coprite i fagottini con un foglio di pellicola trasparente e lasciate riposare in frigo per tutta la notte (oppure fuori frigo per un paio d'ore almeno).
Tirate fuori la teglia almeno mezz'ora prima di infornarla, in modo da risvegliare l'impasto e acclimatarlo. Accendete il forno e, quando avrà raggiunto i 190°, spennellate la superficie delle brioche con una miscela di malto di riso e latte vegetale e infornate.
Cuocete per circa 35 minuti, facendo attenzione che la cottura sia uniforme. Se fosse necessaio, dopo 20 minuti girate la teglia.
Quando saranno ben dorate, sfornatele, trasferitele su una gratella e lasciatele raffreddare. O intiepidire, come ho fatto io, visto che le prime le ho mangiate il mattino stesso ^_^ Ma ricordate che, per quanto irresistibilmente buono, il lievitato caldo non è mai così consigliato ^_^

Ed ora date il via alla vostra colazione. Tè, tisana, caffè, cappuccino, un frutto, un pezzo di cioccolato, qualsiasi cosa vogliate accompagnare a queste piccole gemme di meraviglia, sarà perfetta. La croccantezza in superficie, che racchiude la fragrante e soffice morbidezza dell'impasto, vi porteranno ad un cuore fresco, sfizioso e intenso, che vi stregherà!!!

Smettere di mangiarne è una prova di coraggio per persone forti di spirito (e non di gola!!).

Con queste quantità di farina e con le dimensioni di taglio indicate, ho ottenuto circa 25 pezzi. Drei che per un po' sono a posto..... sempre che la gola non abbia il sopravvento!!


A me piace in benEssere..... si era forse notato?
Mancano 7 giorni per presentarmi le vostre ricette, quelle che raccontano un mondo di benEssere, il vostro. abc

Pasticcini di polenta ai ceci con noci e uvetta: prove e fallimenti dell’autocontrollo da shopping compulsivo

Quando vado in giro, lo so, devo sempre studiare le migliori strategie per non cadere in tentazione, soprattutto quando in giro vuol dire a qualche evento gastronomico o a qualche esposizione di prodotti biologici. Nell'ultima visita alla mia amica cecinella, però, dev'essersi inceppato qualcosa nei meccanismi. In occasione del Foodies Festival di Castiglioncello, ho avuto modo di passeggiare tra bancarelle piene di prodotti locali (e no, ma comunque regionali e tipici). Confesso che avrei comprato di tutto, anche le cose più impensabili. Ho resistito e desistito, da brava allieva di me stessa, su quasi tutto, ma se c'è una cosa davanti a cui proprio non rispondo di me stessa, quella è la farina. Nell'esatto momento in cui ho capito che avrei ceduto, di fronte a quel tavolo ricco di ogni possibile meraviglia, mi sono imposta che, almeno, fossi cauta nella quantità. Così, dopo aver messo a dura prova passioni, conoscenze e familiarità dei due poveri giovincelli, relativamente figlio e nuora del fantomatico fondatore dell'azienda, ho limitato l'acquisto a due tipologie di farina. Una è questa: polenta con farina di ceci. Macinata a pietra. Polenta. Ceci. Capite? Impossibile non rispondere al richiamo. Anche di fronte ad una dispensa tracimante e all'arrivo della stagione calda. Impossibile. L'ho dovuto fare.
Ho voluto che, la prima preparazione con questo prodotto, non fosse una classica polenta (che, probabilmente, non preparerò mai). Ho immaginato da subito dei dolcetti, anche se non esattamente questi. Ma da questi sono partita e..... non mi fermerò certo qui.

Ingredienti

220 g di farina di mais e ceci per polenta Podere Peretto
700 ml di latte di mandorla
45 g di malto di riso
90 g di burro di arachidi
40 g di noci
25 g di uvetta
35 g di fiocchi di avena
zucchero di canna a velo

Preparate la polenta scaldando il latte, con il malto di riso. Quando sarà prossima al bollore, versate la farina a pioggia, mescolando bene. Fate cuocere per il tempo indicato (40 minuti), sempre mescolando (il Bimby, in questi casi, è un grande alleato ^_^).
Nel frattempo tritate i fiocchi d'avena, le noci e l'uvetta, fino ad ottenere un granulato omogeneo e non troppo fine. Io ho utilizzato la mia amata mezzaluna: effettua un taglio preciso e mi permette di scegliere il grado di spessore del preparato.
Quando la polenta sarà pronta, unite il burro di arachidi e amalgamate tutto.
Quando sarà tutto perfettamente omogeneo, versate il trito di noci, uvetta e fiocchi di avena, quindi mescolate bene.
Ungete una pirofila di vetro sufficientemente grande da ottenere uno strato spesso almeno un paio di centimetri. Versateci, quindi, l'impasto di polenta e livellate bene, aiutandovi con la lama di un coltello o con una spatola.
  Lasciate riposare fino al completo raffreddamento.
Tagliate, quindi, i vostri pasticcini della forma desiderata. Sistemateli su una teglia coperta da carta forno e spolverizzateli con lo zucchero di canna a velo (io ho utilizzato un
Mascobado passato nel Bimby fino ad ottenere una polvere, ma un macinacaffè sarà perfetto). Portate il forno alla temperatura di 200° e, quando sarà caldo, infornate.
Cuocete per circa 15 minuti, ma controllate che non dorino troppo. Dovrà formarsi una bella crosticina croccante. A questo punto spegnete il forno, estraete la teglia e lasciate raffreddare.
Assaggiateli caldi o tiepidi, la loro fragranza vi conquisterà.
Ma concedeteveli anche freddi, come fossero piccoli trancetti di semolino. Cospargeteli con crema pasticcera, marmellata, cioccolato. Accompagnateli con smoothies di frutta, yogurt o quasiasi altra crema fresca e leggera.
Passateli anche sulla piastra, una volta freddi, in modo da creare contrasto tra il cuore e la superficie. Insomma..... assaporateli come meglio credete: in ogni caso sapranno stupirvi.

I sapori racchiusi in ciascuno di questi pasticcini, qualsiasi sia il contesto del morso, sono una meravigliosa parentesi di piacere.

Colazione, o merenda, dopo cena o spuntino, non avrete scampo!!

abc

Cotolette di melanzane in panatura aromatizzata ai semi misti: il passaparola virale delle buone abitudini

Confesso che fu colpo di fulmine. Quando Laura presentò le sue cotolette di melanzana, non capii più nulla: in un attimo feci mente locale su quanto avessi in dispensa e nell'attimo successivo mi trovai a preparare queste delizie. Che, nel tempo, ho replicato.
La prima volta fu in occasione di una cena che necessitava la praticità itinerante. Un appuntamento di lavoro che mi avrebbe tenuto occupata fino a tardi e 40 minuti di strada per tornare a casa. Come ottimizzare i tempi? Vi illustrai tutto, ricordate? Dissi che erano la fine del mondo, anche fredde. Ma dissi che avrei voluto riprovarci e gustarle calde, appena sfornate. Ecco, l'ho fatto, e nel farlo ho approfittato dell'occasione per documentare tutto e parlarvene nel dettaglio. Amo l'estate per molti prodotti stagionali, le melanzane sono tra questi. Sono versatili, si prestano a preparazioni differenti, a differenti aromatizzazioni. Differenti per forma, consistenza, contestualizzazione. E sono superbe nella forma di cotoletta. Assolutamente sane e ricche di preziosi nutrienti. Senza uova, ma ricchissime di proteine, grazie alla presenza di farina di ceci e semi. Senza glutine per la presenza del pangrattato di riso. Leggere per la cottura in forno, che evita fritture varie. Saporite grazie all'aggiunta di erbe aromatiche.
Ringrazio Laura, da cui ho preso ispirazione, vi suggerisco l'assaggio e vi invito a farvi portavoce di questa ricetta, in un passaparola che conquisterà i palati meravigliando le papille gustative di chiunque ^_^

Ingredienti

1 melanzana striata
5 foglie di salvia
1 cucchiaio di semi di lino
1 cucchiaio di semi di sesamo
1 cucchiaio di semi di zucca
1 cucchiaio di pangrattato di riso
1 cucchiaio raso di lievito alimentare (se non lo aveste, omettetelo)
2 cucchiai di farina di ceci
sale rosso di Cipro
pepe mix creolo
noce moscata
acqua q.b.

Lavate la melanzana e asciugatela. Affettatela un fette spesse circa un centimetro. Sistematele, a strati, in un colino, cosparse di sale rosso. Schiacciatele con un peso e lasciatele a riposo per qualche ora, in modo che perdano il liquido di vegetazione e rimangano dolci.
Nel frattempo preparate la pastella stemperando la farina di ceci con poca acqua alla volta. Salate e insaporite con pepe e noce moscata e continuate ad aggiungere acqua fino ad ottenere una crema piuttosto liquida (ma non troppo). Copritela, spostatela in frigorifero e lasciatela risposare.
Quando le melanzane saranno pronte, sciacquatele e tamponatele con un panno pulito, in modo da asciugarle bene.
   Lavate le foglie di salvia e asciugatele bene. Tagliatele con una mezzaluno, fino ad ottenere un composto molto fine. Versate i semi di lino, di sesamo e di zucca in un mortaio e pestate tutto fino ad ottenere una farina piuttosto spessa. Unite il pangrattato di riso, la salvia e il lievito alimentare, quindi mescolate e rovesciate tutto su un foglio di carta assorbente.
Riprendete la pastella, mescolatela bene e procedete alla panatura: immergete velocemente le fette di melanzana nella pastella di ceci, quindi adagiate ciascuna fettina sulla panatura. Premete leggermente (non troppo) con le dita, quindi girate e procedete anche dal lato opposto.
Sistemate le melanzane su una teglia coperta da carta forno e leggermente unta. Procedete fino a terminare tutte le fette.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°. Prima di infornare girate le melanzane. In questo modo la parte che è rimasta a contatto con l'olio rimarrà all'esterno.
Cuocete per circa 25 minuti (in base alle caratteristiche del vostro forno potrebbe volerci anche meno), quindi estraete la teglia, girate le fettine e procedete per altri 20 minuti con la cottura.
Quando saranno belle dorate estraetele e servitele.
Io ho approfittato del forno acceso per preparare dei germogli di soia croccanti. Prima cotti velocemente al vapore, poi passati in pochissima farina di riso, quindi disposti su una teglia leggermente unta. Un pizzico di sale e via, in forno, facendo attenzione a smuoverli spesso e a non farli scurire troppo.
Servite tutto su un piatto da portata e mettete al centro del tavolo. Sono perfette da gustare come finger, magari accompagnate da una fresca salsa a base di yogurt, o di pormaggio cremoso, o un maionese veg come quella che ho proposto con le crocchette di batata dolce ^_^
Ma sono anche ideali per un pranzo on the road, per un pic nic, per uno spuntino in riva al mare. Insomma, sono versatili come neanche potete immaginare e sono buone da togliere il fiato.

Il piacere delle cose naturali e sane non ha confini. Aguzzate l'ingegno e divertitevi!!

E ricordate che una vita di benEssere è una vita felice!!abc

Biscotti di frutta essiccata al profumo di cocco: l’ottimizzazione di una risorsa e l’incontro con il piacere

E' un po' di tempo che, nella condivisione di fotogrammi di quotidianità su Instangram o su Facebook, insisto su un concetto parallelo al benEssere. Il riciclo. L'ottimizzazione delle risorse. Il quinonsibuttavianiente. Per me è un principio fondamentale, quasi una sfida all'ultimo avanzo. Uno stimolo alla creatività, una forma di rispetto e anche un metodo efficace per evitare lo spreco.
Quando iniziai a deliziarmi con preziosi succhi, frutto del lavoro del mio amico signor estrattore, mi fermai a riflettere su cosa avrei potuto fare di tutta quella polpa asciutta, volgarmente gettata in un contenitore separato. Buttarla? Che dispiacere!!!! E allora cosa farne? Beh, pensa e ripensa, elabora, frulla, elucubra e ragiona.... sono arrivata a qualcosa in più di un semplice paio di soluzioni. Ovviamente parto da qui, seppur il mio percorso mi abbia già amopiamente fatto sconfinare su altri traguardi.
Fibre, essenziali alla dieta, purchè supportate dall'assunzione di un sostanzioso quantitativo di acqua. E se queste fibre le unissi ai grassi salubri e ai preziosi nutrienti di semi (in questo caso di sesamo e di chia, ma le possibilità sfiorano l'infinito) o di frutta secca, le supportassi con sapori aromatici e le trasformassi in pratico snack? Bene, l'ho fatto. Il passaggio essicazione ha permesso di mantenere questo dolce un prodotto crudista e, come ormai avrete imparato dalle mie insistenti argomentazioni, questo aspetto consente di non disperdere le proprietà naturalmente presenti nella frutta.
So che, seppur molti abbiano ceduto all'acquisto dell'essiccatore (sarò stata io, forse, un tantino pressante? ^_^), per molti l'estrattore è ancora un lontano miraggio. Beh, non me ne vogliano i puristi, ma se in cucina aveste il supporto di una semplicissima centrifuga, perché non provarci ugualmente? Il risultato vi sorprenderà!!
Per questa versione ho utilizzato la polpa ottenuta dall'estrazione di 1 mela Granny Smith, 1 pera Abate, 1 pompelmo, 2 carote, 2 pesche e 3/4 di ananas.

Ingredienti

300 g di polpa di frutta (scarto dell'estrazione)
40 g di noci
25 g di semi di sesamo
25 g di semi di chia
5 g di farina di mandarino o di limone (o scorza di limone)
20 g di miele (per me di tiglio - o malto di riso per la versione vegana)
20 g di cocco rapè

Inserite in un boccale la polpa della frutta. Unite le noci spezzettate e la farina di mandarino. Frullate tutto fino a rendere le noci sminuzzate piuttosto finemente. A questo punto aggiungete i semi di sesamo, i semi di chia, il miele e il cocco rapè.
Mescolate, fino a rendere il composto uniforme e ben amalgamato. Lasciate riposare tutto per almeno mezz'ora, in modo che i sapori si armonizzino.
A questo punto passate alla formazione delle gallette. Prendete un taglia biscotti della forma desiderata, preparatevi delle strisce di carta forno e, posata la formina sulla carta, riempite con polpa sufficiente a formare uno strato di circa mezzo centimetro.
Sarà un lavoro certosino e piuttosto lungo, ma necessario ^_^ Per la propria salute occorre un po' di dedizione!!
Quando avrete finito, tagliate la carta forno in modo da separare ciascun biscotto e sistemate tutte le formine ottenute sui ripiani dell'estrattore.
Accendete l'essiccatore alla temperatura di 42° e farelo lavorare fino a quando i biscotti saranno perfettamente asciutti.
Come sempre, io lascio in azione il tutto la sera tardi, o la notte. In questo caso sono bastate 6 ore.
Quando saranno pronti, lasciateli raffreddare completamente (non ci vorrà molto, vista la bassa temperatura) e trasferiteli in un barattolo.
Li potrete gustare in semplicità, accompagnati da marmellata, crema di cioccolato o anche un filo di miele.
Perfetti pre o post allenamento, salutari per ogni spuntino, non vi appesantiscono e vi regalano una piacevole sensazione sul palato.

Non c'è limite alla fantasia, non c'è limite alle scoperte, non c'è limite alle nuove conquiste. E non c'è limite a nuove forme di benEssere.

Io continuo a proporvi le mie idee, ma anche voi, vedo, non siete da meno: le vostre proposte per il contest sono numerose e continue e mi rendono profondamente felice.
Siamo solo a metà strada e assaggio grandi opere d'arte. Ognuna con il suo perché. GRAZIE!!

http://www.lacuocherellona.it/2015/06/unidea-un-pensiero-un-progetto-il-primo.html

abc

Chips di daikon al sale nero: versatilità e magia di una scoperta che ispira e sorprende

Ve l'avevo detto, quando vi parlai per la prima volta di questa scoperta: il daikon avrebbe stimolato la mia fantasia. Nonostante solo in un'altra occasione vi abbia presentato questa radice, ho gustato e contestualizzato il daikon in modi differenti. E ci ritornerò, promesso, perché le proprietà sono così tante, il sapore così delicato, la consistenza così piacevole che ne varrà sicuramente la pena. Ho tante cose per la testa e troppo poco tempo per trasporre tutto nella realtà, ma le idee non mancano e neanche gi stimoli. In questa crescita continua che, per me, è la cucina, con i suoi ingredienti, le sue tecniche, le sue proprietà, sto affinando dei concetti base che mi permettono di arrivare a sfruttare le risorse con maggior efficacia. Tra le mie piccole grandi conquiste c'è il rispetto della naturale forma di verdure e ortaggi. Spesso li consumo crudi, oppure, se necessario,prediligo forme di cottura che permettano di perdere la minor quantità possibile di nutrienti. Amo la cottura al vapore, che limito a pochi minuti. Vorrei approcciarmi a quella sotto vuoto, ma richiede tempo, che ad oggi non ho ^_^. In questo caso ho sfruttato il mio meraviglioso essiccatore per dare una consistenza sfiziosa, senza procedere alla cottura, dal momento che la temperatura di essicazione è stata di 42°. Il trattamento con il sale nero di Cipro conferisce sapore e dà un piacevole colpo d'occhio ^_^ Il risultato mi ha conquistato: è gradevole cedere a questo sfizioso e genuino spuntino. In qualsiasi momento.
Ma ditemi, non vi siete ancora convertiti all'essiccatore? :D

Ingredienti
  
1 radice di daikon
sale nero di Cipro

Sbucciate il daikon, eliminando il fondo della radice (non buttatelo!!!! Andrà benissimo in contorni di verdure, in insalata, nelle minestre....).
Prendete un foglio piuttosto grande di pellicola trasparente e stendetelo su un piano. Cospargetelo con un po' di sale nero, quindi rotolateci sopra il daikon, in modo da coprire tutta la superficie,
Massaggiatelo bene, fino a quando tutta la radice sarà nera. Avvolgetela nella pellicola, chiudetela bene alle estremità, e riponetela in frigorifero. Sarà opportuno avvolgerla o adagiarla su un foglio di carta assorbente. Il sale estrarrà il liquido dalla radice, facendola sudare e non sarebbe carino trovarsi il frigorifero macchiato di acqua nera ^_^
Tenetela in frigorifero anche per un paio di giorni, ma comunque non meno di 24 ore. Insomma, il sale è comunque un conservante, per cui non correrete il rischio di farlo guastare.
Trascorso il tempo del riposo, eliminate la pellicola e affettate la radice con una mandolina, in fettine tonde piuttosto sottili.
Sistemate le fettine sui ripiani dell'essiccatore (chi non lo avesse potrà procedere con la cottura in forno, a sportello socchiuso, in modo da fare uscire il vapore e far seccare le chips). Azionate l'essiccatore alla temperatura di 42°. Lasciatele fino a quando saranno perfettamente asciutte. Io le ho lasciate una notte intera.
Potrete conservare le chips, senza che perdano fragranza, in un barattolo di vetro o in una scatola di latta.

Adatte da presentare sul buffet di un aperitivo, sfiziose per allietare lo spuntino di metà giornata, delicate per accompagnare un pasto. Sono dolci, sfiziose e leggere.

E si conservano per molti giorni, anche se.... non sono certa resisteranno tanto a lungo!

Veloci, poco impegnative, naturali, ricche e piacevoli: non è forse una perfetta idea di benEssere? Vi aspetto per raccontarmi la vostra ;) Il contest terminerà il 31 luglio, avete ancora tempo!


abc

Crocchette di batata dolce in panatura di semi con salsa mediterranea di arachidi: il “benEssere” della condivisione

Ormai è più di tre settimane che il mio contest Un Mondo di benEssere ha preso vita, e sono felice di vedere come, giorno dopo giorno, si arricchisca delle vostre proposte. Vorrei gustarle tutte, lo confesso, e mi proporrei, ogni volta, per entrare nelle vostre cucine a dare un risvolto concreto all'idea di sapori che l'assaggio virtuale mi concede. Perché mi prendete per la gola mica da ridere ^_^
Ad oggi, però, il tempo tiranno mi ha permesso di approcciarmi direttamente solo ad una di queste ricette. Il colpo di fulmine, un po' curiosità un po' risveglio di un interesse latente, è stato per la batata dolce. Ebbene sì, Silvia mi ha lanciato un guanto di sfida dicendomi, con le sue crocchette, provaci.... è arrivato il momento!!
Non ho riproposto la sua versione, ho solo utilizzato la sua idea per creare la mia versione, dettata da esigenze di dispensa, da elucubrazioni mentali, da curiosità varie e dall'idea di accostare sapori come mai avessi fatto prima. Ma non è tutto. Se Silvia ha accompagnato la sua crocchetta con un dip allo yogurt, io sono stata portata a provare una salsa assaggiata virtualmente in altre vesti, ma che la mia dolce Nocciolina mi ha piazzato davanti agli occhi conquistandomi senza scampo. Non ho potuto utilizzare gli anacardi, perché ne sono tanto ghiotta da essere in grado si mangiarne due etti per volta, senza accorgermene (salvo poi svuotare l'anima e morire come una mongolfiera bucata che precipita verso l'inferno), motivo per cui sono portata a concedermeli con spiccata rarità. Ma le arachidi non mancano mai ^_^ E allora ecco la soluzione. Di spinaci non ne ho trovato neanche l'ombra, quindi mi sono ingegnata con qualche ghiotta e curiosa alternativa. Insomma, quello che è venuto fuori è qualcosa di decisamente nuovo, ispirato da due persone che stimo molto.

Ingredienti

Pre le crocchette
130 g di batata dolce
80 g di tofu al naturale
40 g di foglie di sedano verde
5 g di foglie di menta
1 cucchiaino di peperoncini sott'olio
sale rosso delle Hawaii
paprika dolce
10 g di semi di lino
10 g di semi di sesamo
1 cucchiaio di pangrattato di riso
1 cucchiaio di olio evo

Per la salsa
20 g di arachidi
8 pomodorini Pizzutello
1 cucchiaino di lievito alimentare
sale rosso delle Hawaii
5 foglie di basilicp

Sgusciate le arachidi, pulitele bene e mettetele in ammollo in acqua. Lasciatele più tempo possibile. Io le ho lasciate una mattinata.
Sbucciate la batata, tagliatela a tocchetti e fatela bollire in abbondante acqua. Io non ho aggiunto sale. Ho proceduto a questa cottura perché una batata intera per me sarebbe stata davvero troppa!! Ho preferito alleggerire l'apporto di carboidrati con l'aggiunta del tofu, ma voi fate la vostra scelta ^_^
Una volta che sarà morbida scolatela e inseritela in un boccale, insieme al tofu tagliato a dadini, alle foglie di sedano e di menta lavate e asciugate e al peperoncino. Frullate tutto, fino a rendere gli ingredienti una crema liscia ed omogenea. Unite paprika e sale a piacere, mescolate bene e assaggiate, affinché abbia raggiunto la sapidità a voi congeniale.
Lasciate riposare l'impasto e occupatevi della panatura. Inserite in un mortaio i semi di lino e di sesamo. Pestateli, spezzandoli bene (ricordate che i principi dei semi di lino si trovano tutti all'interno. Ma ricordatevi anche che ossidano facilmente, per cui è un passaggio che non va effettuato in anticipo!!). Versate il battuto su un foglio di carta assorbente, unite il pangrattato di riso e mescolate bene. Formate, con l'impasto, delle piccole polpette. Saranno molto morbide, per cui sarà piuttosto difficile lavorarle. Fatele scorrere velocemente sulla panatura, dando la forma di un bastoncino. Lasciate riposare in frigo per una decina di minuti.
Occupatevi, ora, della salsa. Scolate le arachidi, sciacquatele e inseritele in un boccale. Lavate i pomodorini, eliminate la pelle (con questo tipo di pomodorino ci si riesce anche enza farli sbollentare), tagliateli a metà ed eliminate succo e semi. Inserite la polpa nel boccale, unite le foglie di basilico lavate e asciugate, il lievito alimentare e il sale. Frullate a lungo, cercando di inglobare quanta più aria possibile, in modo da far vellutare bene la crema e renderla soffice. Mantenetela fresca, in frigorifero, per il tempo di cottura delle crocchette. Fate scaldare l'olio in una padella e, una volta ben caldo, adagiatevi le crocchette. Io generalmente sporco di olio tutta la superficie, in modo da non aggiungere ulteriore olio e lasciare che la cottura sia uniforme e ben dorata.
Continuate la cottura a fuoco medio, girando di tanto in tanto le crocchette. Ci vorranno circa 10 minuti per ottenere una doratura perfetta.
Versate la salsa di arachidi e pomodori in un bicchierino, guarnite con una cima di basilico e servitela accanto alle crocchette, che potrete presentare in un cartoccio, o semplicemente in un piatto da portata. E' una pietanza che si presta ad essere consumata con le mani (le posate non le ho neanche immaginate ^_^) e che, per questo, trasforma il pasto in un momento di piacevole convivialità.
Leggera, fragrante, ricca di nutrienti preziosi, ma anche fresca, grazie all'accompagnamento dal sapore estivo e mediterraneo di pomodori e basilico, questa crocchetta è un'insolita alternativa alle necessità e ai desideri di una cucina meno impegnativa, come i giorni di canicola estiva ci chiedono.

   La batata dolce mi ricorda molto la consistenza e la delicatezza della zucca. E, vi dirò, per la testa ho già idee particolari legate al suo utilizzo.

Non vedo l'ora di sperimentare, e poi di raccontarvi.
Per il momento vi lascio il piacere di questo assaggio.abc

Insalata di fagioli piattoni con pesto fresco di nocciole: il valore insindacabile e la ricchezza della natura

Una semplice insalata, nulla di più. In questo genere di semplicità credo si nasconda tutta la bellezza della natura. Un leggero passaggio di cottura al vapore, che non altera le proprietà nutrizionali e poi un'esplosione di sapori, tra erbe, spezie e dettagli che non sono marginali, ma si integrano perfettamente creando un piatto pieno e ricco. Ecco come vivo un semplice pasto, anche il più veloce e leggero. Mai nulla è lasciato al caso e mai nessun momento è vissuto con leggerezza. Neanche un'insalata.
Cerco sempre di dare alle mie pietanze un apporto nutrizionale bilanciato, ma mi piace farlo variando quanto più possibile generi di pietanza e forme di sapori. A volte identifico tutto in un impasto, a volte salto in padella. A volte mi fermo all'immagine espressa dalla natura. In ogni caso è sempre un gioco, sempre una sfida, sempre una ricerca. Che mi fa star bene. Scopro, ogni giorno, un mondo genuino, trasparente, sincero. E sento che tutto questo mi appaga e mi fa star bene.
Questo, per me, è il benEssere, questo mi piace condividere. In semplicità.

Siamo a luglio, avete ancora un mese di tempo per condividere la vostra idea con noi!!

http://www.lacuocherellona.it/2015/06/unidea-un-pensiero-un-progetto-il-primo.html

Ingredienti

15 fagioli piattoni
2 rametti di rosmarino
2 rametti di menta fresca
10 g di nocciole
10 g di olive taggiasche
1 cucchiaino di olio di olive taggiasche
4 pomodori Pizzutello

Pulite i fagioli eliminando le punte. Tagliateli in bastoncini lunghi pochi centimetri, lavateli e lasciateli cuocere al vapore per cinque minuti al massimo.
Nel frattempo lavate e asciugate la menta e il rosmarino, quindi sfogliateli e tritateli insieme alle nocciole e alle olive.
Trasferite i fagioli in una terrina e, mentre saranno ancora caldi, conditeli con il trito aromatico. Unite ancora un cucchiaino di olio di olive taggiasche e lasciate raffreddare. In questo modo i fagioli insaporiranno perfettamente.
Quando sarà ora di servire, lavate i pomodorini e tagliateli a fettine sottili (o come preferite). Unite ai fagioli, mescolate bene e.... servite.
Non ho voluto aggiungere altri sapori, non ho utilizzato sale. A piacere potrete utilizzare qualche goccia di succo di limone o un po' di aceto di mele. Le olive conferiscono sufficiente sapidità, gli aromi riempiono il gusto e il sale, laddove possibile, cercate di limitarlo.
A questo punto non vi rimane che assaporare. Accompagnate tutto con una buona fetta di pane casereccio, o con qualche galletta (quelle di semi sono perfette) e apprezzatene la piena freschezza.

Ci vuole poco per coccolarsi, poco per dimostrare di volersi bene. Piccole attenzioni quotidiane e semplici scelte genuine.

A voi il piacere della decisione ^_^
abc

Polpette di tofu e lupini al sugo di verdure: un tuffo tra ricordi, ritorni e il piacere di sorprendersi

Le polpette al sugo, nella più classica versione con il macinato, sono uno dei ricordi più forti della mia infanzia. Non le amavo particolarmente, preferivo già da piccola la versione in bianco. La rosolatura che conferiva croccantezza in superficie e manteneva tutti i sapori succosi all'interno, mi conquistava decisamente di più. Ma, visto che in casa il sugo andava per la maggiore e visto che a papà avresti potuto togliere tutto, ma non il rosso pomodoro, allora spesso si cenava con questo piatto. La carne tritata non la mangio più. Ma sono tornata al rosso. Ogni tanto ho desideri che devo soddisfare. Le polpette (o burger) di lupini, o di tofu, non sono una novità nella mia cucina. Ma questa volta hanno un qualcosa in più. Gli ingredienti sono naturali, non sono stravolti, ma si incontrano in un insieme di sapori da lasciare a bocca aperta. La ricchezza della verdure, a dare supporto ad un sugo gustoso, rende tutto perfetto. Proteine a non finire e una bontà che solo chi prova, può comprendere ^_^
Per un periodo ho utilizzato la soia in granuli, per sostituire l'effetto macinato della carne. E' durata poco: valido sostituto, ma non necessario. La consistenza morbida, delicata e piena di questo impasto non ha la presunzione di sostituire nulla. E' a sé, è perfetta così. E merita di essere assaggiata!

Ingredienti

Per le polpette
75 g di tofu naturale
55 g di lupini (peso da puliti)
10 g di olive di riviera
1 rametto di timo limone
tabasco (a piacere)
1 cucchiaino di insaporitore vegetale (per me autoprodotto)
farina di riso
olio evo

Per il sugo
400 ml di passata di pomodoro (preparata da mamma con i suoi pomodori ^_^)
verdure a piacere (per me carote, melanzane, zucchine, porro, fagioli piattoni)
insaporitore vegetale
olio evo

Pulite i lupini e metteteli in un bicchierone insieme al tofu, tagliato a tocchetti, al timo limone lavato, alle olive sgocciolate e all'insaporitore vegetale. Unite qualche goccia di tabasco e passate tutto con un frullatore ad immersione, fino a creare un impasto liscio ed omogeneo.
Inumiditevi le mani e prelevate poco impasto alla volta. Formate delle polpette, quindi passatele nella farina di riso. Lasciatele riposare il tempo di preparare il sugo: in questo modo la panatura si compatterà bene e vi agevolerà nella cottura.
   Pulite le verdure. Tagliatele a dadini e fatele saltare in padella, con un filo di olio. Versate la passata di pomodoro, aggiungete eventualmente un cucchiaino di insaporitore vegetale e fate cuocere per una ventina di minuti, fino a quando la salsa si sarà asciugata e le verdure ammorbidite. A questo punto mettete a scaldare un cucchiaio scarso di olio evo in una padella e, una volta che sarà ben caldo, fate rosolare le polpette. Lasciatele cuocere a fiamma media, girandole spesso, fino a quando saranno dorate e croccanti su tutta la superficie. Ci vorranno circa una decina di minuti.
A questo punto tuffate le polpette nel sugo, lasciatele insaporire per un paio di minuti, quindi spegnete il fuoco e servite.

Il contrasto di sapori, tra la delicatezza delle polpette e la forza del sugo, si sposeranno perfettamente donando un piacevole equilibrio.

Morbide e delicate, queste sono polpette che non si dimenticano facilmente e che, ne sono certa, possono conquistare anche i più piccini!!

   


abc

Biscotti di ceci alle nocciole: la mia idea di benEssere che parte dal corpo, sostiene lo spirito e arriva all’anima

Riemergo, oggi, da una settimana assolutamente intensa. Carica di impegni e ricchissima di emozioni. Ho visto realizzarsi un progetto di celebrazione e promozione del benEssere, proprio nella settimana in cui ho lanciato il mio primo contest Un mondo di benEssere. Vi avevo anticipato una pubblicazione speciale, ed ora sono qui, felice di parlarvi attraverso il linguaggio gastronomico, con cui vi ho chiesto di esprimere la vostra idea di benEssere. Ma non farò solo questo, perché non parlerò di un solo tipo di benEssere. Come per il progetto di vacanza che vi ho presentato, mi piace pensare che la scelta di prenderci cura di noi non si limiti solo ad un aspetto, ma sia a 360° e che, come garantiamo nell'esperienza di viaggio proposta attraverso la Mai Soli nel Mondo, tutto questo trasformi definitivamente il nostro modo di essere e di approcciarci alla quotidianità. Così vi parlerò di questi favolosi biscottini, non solo sottolineando il piacere della scoperta, che mi porta a ringraziare Cesca per la sua condivisione, non solo evidenziando la ricchezza nutrizionale, il rispetto dei sani principi alimentari, ma raccontandovi di un benEssere emotivo che va oltre ogni immaginario e che rende tutto speciale.
Questa pagina, nata un po' per gioco, mi ha permesso di conoscere tante persone. Per molte conoscenze virtuali, alcune sono state seguite da incontri veri, fatti di sguardi, abbracci. Empatia.
Ci eravamo segnate quella data sul calendario e, senza che ci fosse un invito all'azione, entrambe crocettavamo lo scorrere del tempo. Fino a quel giorno. Che fosse speciale lo immaginavamo. Che lo fosse così, probabilmente no. Margherita è una sorella mancata. E' una di quelle persone per cui non ci sono barriere, non ci sono formalità, non ci sono timori. Lei arriva al cuore, punto. E' una di quelle persone che, quando ti ascolta, ha gli occhi lucidi e che, quando ti parla, ti fa piangere di quelle lacrime che scendono senza che il viso cambi espressione. E' una di quelle persone per cui comprendi il valore dell'amore, che ti rassicura di quanto, certe emozioni dimenticate, possano ancora essere tue. E' una persona di cui andare fieri, cara mamma. Come potrei sentirmi figlia e sorella se non foste così speciali?
Con Marghe ho condiviso una serata, troppo poco tempo, una pizza speciale, tante chiacchiere e.... questi biscotti, che ho voluto preparare per lei (ma che sono diventati per loro..... la famiglia!!). Ho messo insieme tutto il concentrato di benEssere che avrei potuto immaginare. Mi sono sentita viva e felice come non mi sentivo da troppo tempo.
Amate. Condividete. Sorridete. Rispettate voi stessi e chi vi sta accanto. E' un'esperienza che rende ricchi. Ed ora assaggiate, perché ne vale la pena. E provate ad assaggiare in condivisione. Assaggiate con una persona speciale. Assaggiate con la consapevolezza del vostro valore. E sorridete, perché il sorriso è la risposta a tutto.

Ingredienti

120 g di ceci lessati
100 g di nocciole
65 g di zucchero di canna Demerara (io ridurrò a 45 g)
4 bacche di cardamomo
40 ml di olio di riso
35 g di farina di riso
15 g di crusca

Inserite in un boccale lo zucchero di canna integrale e le nocciole (per me nocciole nostrane dell'orto di mamma). Tritate tutto finemente, fino ad ottenere una farina.
Aggiungete, ora, i ceci lessati, il cardamomo, la farina, la crusca e procedete nuovamente ad azionare le lame. Tritate a più riprese e unite, poco alla volta, l'olio di riso. Lavorate fino ad ottenere un impasto compatto, quindi avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e fatelo riposare in frigorifero per un'ora circa.
   Riprendetelo e dividete l'impasto in 4 parti. Ricavate da ciascuna di queste un cilindro del diametro di un paio di centimetri.
Con un coltello ben affilato tagliate dei bottoncini spessi circa un centimetro.
Sistemate i biscottini ottenuti su una teglia ricoperta da carta forno, premendo leggermente al centro con il polpastrello.
Fateli cuocere in forno caldo, a 180°, per 10 minuti. Trascorso il tempo estraete la teglia e girate i biscotti. Procedete per altri 10 minuti, quindi sfornate e lasciate raffreddare.
   Acquisiranno croccantezza e manterranno una fragranza avvolgente.

A questo punto scegliete il momento giusto, la persona giusta, il contesto perfetto e..... condividete.

Si manterranno perfettamente in un barattolo di latta o di vetro ben sigillato.
Delicati e sfiziosi, vi conquisteranno al primo assaggio (anche al primo respiro!!).

Ecco #lamiaideadibenessere. Ecco #unmondidibenessere, così come lo intendo io.

E voi, siete pronti a raccontarmi il vostro? Vi aspetto!!



abc

Torta setata di semolino al cocco con doppia farcitura: le certezze dell’incertezza e i suoi traguardi

Che io sia diversamente normale, fermo restando che la normalità è solo un punto di vista, ormai è una teoria consolidata. E mi piace anche tanto. A volte, però, lo sono così tanto da sconvolgere addirittura me stessa :D
L'idea di questa torta ha ronzato intorno ai miei pensieri per lunghissimo tempo. Tempo che mi ha visto, e mi vede, presa da millemila impegni, progetti, lavori, appuntamenti, pensieri.... continuo? "Oggi no", "non risco", "avrei voluto", "non ancora". In genere, in queste fasi organizzative, cerco di mettere a punto i dettagli. Mi ripeto sempre che sia tutto parte di un disegno: il momento giusto sarà quello in cui avrò la risposta perfetta. Ed effettivamente, il tempo mi ha magicamente concesso l'occasione, proprio quando ho trovato il bilanciamento ottimale di sapori e ingredienti.
Mi sono messa all'opera. Confesso che non sapevo assolutamente cosa avrei ottenuto: non avevo mai assaggiato nulla di simile, prima. Avevo solo un'idea tatuata in testa e la volontà di raggiungere quel risultato, con qualsiasi mezzo :D Ma li immaginate i frutti rossi insieme alle mandorle? E con la liquirizia? Ma soprattutto, avete mai provato la fantastica leggerezza del silken tofu?
Questo dolce è assolutamente insolito: per sapori, per forme, per consistenze e per ingredienti. Ma è da togliere il fiato!!!!!

Ingredienti

500 g + 60 g di latte di cocco
145 g di semolino
165 g + 160 g di silken tofu
15 g di olio di riso
65 g di malto di riso (aumentate pure, golosastri!)
35 g di cocco rapè
1 cucchiaino di farina di semi di carrube
60 g di mandorle pelate
50 g di frutti rossi essiccati
35 g di sciroppo di liquirizia

Iniziate a preparare le farcitura. Tritate le mandorle insieme ai frutti rossi. Procedete ad intervalli, ma fino ad ottenere una pasta molto compatta. A parte mescolate 160 g di silken tofu con lo sciroppo di liquirizia, creando una crema liscia ed omogenea. Ponete i due impasti in due differenti ciotoline e mantenetele in frigorifero.
Mettete in un pentolino 500 g di latte di cocco e portatelo ad ebollizione. Versate a pioggia il semolino, mescolando con una frusta per evitare che si formino grumi. Spegnete la fiamma e lasciate intiepidire.
   A parte mescolate il malto di riso, 164 g di silken tofu e il cocco rapè. Montate tutto con una frusta, quindi unite il composto al semolino, mescolando accuratamente. Aggiungete l'olio di riso e continuate a lavorare fino ad ottenere un impasto perfettamente amalgamato.
Passate ora alla composizione del dolce. Rivestite uno stampo da plumcake con carta forno, facendo attenzione a formare bene gli angoli. Versate circa 1/3 del composto, lasciando i bordi leggermente più alti.. Livellate il più possibile uniformemente la base, quindi riempite l'incavo son la crema di liquirizia. Co molta attenzione coprite con un altro terzo di impasto al semolino. Livellate delicatamente anche questo (non schiacciate troppo, perché la crema alla liquirizia è piuttosto morbida).
Aiutandovi con un foglio di pellicola trasparente o di carta forno, stendete la pasta di mandorla e frutti rossi in una sfoglia della dimensione dello stampo. Adagiatela sullo strato di semolino appena ottenuto, quindi copritela con la parte rimanente di impasto.
Livellate perfettamente e coprite lo stampo con un foglio di carta stagnola. Portate il forno alla temperatura di 200° e cuocete, coperto, per 60 minuti. A questo punto togliete la copertura e procedere per altri 30 minuti.
Trascorso il tempo, spegnete il forno e lasciate raffreddare completamente la torta. Io l'ho lasciata tutta la notte, ma sarà sufficiente anche minor tempo.
Una volta raffreddata estraetela dallo stampo e procedete con i tagli delle fettine.
A questo punto la scelta sarà unicamente di gusto: deliziosa da mangiare fredda, come fosse un budino, ma perfetta anche leggermente scaldata (passaggio che conferisce cremosità e avvolgenza). grigliata, con una crosticina croccante e magari un filo di malto di riso spennellato sopra, è da togliere il fiato!
   Ma questa torta è versatile e sa soddisfare le condizioni più svariate: dal caldo torrido alla brezza freschina, si sa vestire alla perfezione e coccolarvi a dovere.
Presentatela anche tagliata a cubotti, coperta di cocco: saprà essere un pasticcino originale e sfizioso. La magia sta nell'incontro di sapori. Liquirizia e frutti rossi, insieme, sono magici. Dolciastro e aspro si abbracciano regalando allegria sul palato. E la dolce cremosità del semolino, arricchito dal cocco, è la cornice ideale affinché tutto questo si manifesti!

Missione compiuta. Soddisfazione al cubo!!

abc

INSTAGRAM FEED

Follow on Instagram