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Coni di fillo alle lenticchie rosse e broccoli: la slot machine delle idee in uno scenario rivoluzionario

Quando mi metto in testa che voglio fondere tradizione e innovazione, non c'è ostacolo che mi spaventi. La lenticchia ci sta sempre, come buon auspicio per il nuovo anno. Beh, per me la lenticchia ci sta sempre, non solo ad inizio anno. Ma vorreste mai che io mi faccia cuocere delle semplicissime lenticchie, da consumare a forchettate.... sole solette, perché io lo zampone, o il cotechino, proprio non lo tollero?? Come fossero i tre rulli delle slot machines, i miei circuiti cerebrali iniziano a girare, e girare, e girare. Poi si fermano, mostrando una combinazione. Mi soddisfa? No, ci riprovo. Girano, girano, e girano ancora. Altra combinazione. Beh, non sempre la seconda è quella buona: a volte ci vogliono ripetuti tentativi, ma a volte il miglior risultato esce al primo colpo. Questi coni sono il frutto di un paio di giocate, ma sapevo che il contrasto di consistenze e i sapori delicati avrebbero fortemente appagato il mio palato.
Serve ancora che vi dica quanto siano preziose le lenticchie? Di quanto lo siano i broccoli? E di quanto un foglio di fillo possa trasformare tutto in un capolavoro di sfiziosità?
Non attendete le occasioni per concedervi un capriccio. Seguite il cuore, e il palato, e andate a prendervi il bottino!!

Ingredienti

65 g di lenticchie rosse
90 g di cimette di broccolo
1 filetto di acciuga
2 fogli di pasta fillo
olio
sale
peperoncino

Prendete i fogli di fillo, spennellateli con un po' di olio evo e tagliateli a metà. Sovrapponete le due metà, quindi dividete in due nel senzo opposto. Ticavate da ciascun quadrato in 3 strisce. Foderate uno stampo da cono e cuocete in forno, a 180°, per circa 20 minuti, fino a quando saranno croccanti e dorati.
Nel frattempo sciacquate le lenticchie sotto acqua corrente e bollitele, in acqua salata, fino a quando saranno morbide. Dividetele cimette di broccolo in piccoli pezzi e cuocetele a vapore.
  Scolate le lenticchie e unitevi le basi delle cimette, a pezzi. Aggiungete il peperoncino (io ho usato un peperoncino fresco sott'olio preparato da mia madre) e il filetto di acciuga. Tritate tutto fino a creare una crema omogenea. Assaggiate e correggete, eventualmente, di sale.
Quando sarà pronta, riprendete i coni di fillo, e riempiteli aiutandovi con un sac à poche.
Fate saltare le cimette di broccolo in una padella. Salate e insaporite a piacere, quindi versate tutto su un piatto da portata. Posatevi sopra i coni di fillo, quindi servite e gustate.

Alternanza particolare di sapori, consistenze sfiziose, piatto insolito con cui stupire i vostri ospiti e il vostro palato. E la lenticchia è sempre di buon auspicio!!


abc

Fiore di carciofo ai pistacchi con occhio di bue al forno: appagare occhi e palato con una semplice scintilla

Una delle rare sere in cui sono in casa, in questo periodo. Tra il Natale da mia madre e le serate di lavoro, diventa un'impresa riuscire ad organizzare anche un'uscita di piacere. Figuriamoci una cena tranquilla e spensierata. Ma poi arriva quel giorno. E vorresti fare miliardi di cose, ma vorresti anche riposare un po', dedicarti alla lettura. Magari cucinare qualcosa. Ebbene, il nulla regna sovrano. Il frigorifero è pieno di verdura (unica cosa che riesco a mangiare con piacere in questo periodo) e nessuna idea in testa. Lo sapete, io cucino solo se scatta la scintilla. Diversamente non mi cimento neanche: mi nutro e via, nel minor tempo possibile, con il minor impiego possibile di energie. Focalizzavo l'attenzione su quel cespo di catalogna. Ho cercato di girarlo e rigirarlo, ma niente, nessuna ispirazione. Poi ecco che arriva, pungente, quel pensiero accantonato tempo fa. Si verifica la presenza degli ingredienti e..... si cambia rotta. Esperimento in corso, scintilla scattata e.... successo raggiunto!!!! Questo carciofo è delicato e sfizioso. Ultimamente è di moda "scomporre" i piatti, separando ogni singolo ingrediente. Questa volta, per la mia smania di andare controcorrente, ho compattato un secondo piatto e il suo contorno. E il risultato non lascia indifferenti.

Ingredienti

1 carciofo
12 g di pistacchi tostati
1 rametto di rosmarino
1 uovo
sale
olio evo
sale nero di Cipro

Mondate il carciofo, eliminando il gambo, le foglie esterne e le punte. Allargatelo leggermente, quindi bollitelo, in acqua salata, per circa 3 minuti. Scolatelo e lasciatelo a testa in giù, cercando di allargare bene le foglie.
Lavate un rametto di rosmarino e asciugatelo bene. Prelevate le foglioline e sminuzzatele con ul coltello. Unite i pistacchi e tagliateli, sempre a coltello, creando una granella quanto più uniforme possibile.
Mescolate bene pistacchi e rosmarino e versatelo all'interno del carciofo, facendo in modo che vengano farcite tutte le foglie, tra i differenti strati. Salate leggermente e irrorate con un filo di olio evo.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Rompete l'uovo e versatelo al centro del carciofo, che avrete sistemato in un piccolo stampo o in una teglia. Spolverizzatelo in superficie con del sale nero di Cipro e infornatelo. A piacere potreste aggiungere spezie, o pepe, o peperoncino o qualsiasi gusto di vostro grandimento.
Cuocete per circa 25 minuti, controllando che il tuorlo non diventi sodo.
Quando sarà pronto estraete la teglia e trasferite il carciofo nel piatto.
Personalmente l'ho cotto in una terrina piccola e l'ho gustato direttamente lì.
Divertitevi, ora, a sfogliare il carciofo, assaporando le foglie esterne pistacchiose, fino ad arrivare al cuore morbido e avvolgente. Rompete il vostro tuorlo e..... deliziatevi.
Sapori che non si intralciano, lasciando la magia dell'assaggio nella grandezza della semplicità.

Ancora una coccola riuscita!!

abc

Strudel salato di ricotta e castagne con briciole di frutta secca alla salvia: momenti, sorrisi ed energia pura

Non è da me lasciare che le cose accadano. Io pianifico, valuto, programmo, studio e non lascio nulla al caso. Sono sempre stata così. Fino a quando la vita mi ha insegnato che niente si può programmare. Il destino spiega il suo progetto sul nostro mondo a prescindere dai nostri calcoli e dalle nostre statistiche. E' destabilizzante, per chi deve sempre avere tutto sotto controllo, come me. Ma ho imparato ad accettare che non posso domare il destino. Lui arriva, e travolge. Nel bene e nel male. E ho imparato a lasciarmi trasportare, senza puntare troppo i piedi. E vivere di cuore, più che di testa. La possibilità di avere quattro sere consecutive libere da impegni di lavoro è davvero insolita, direi impossibile. Ma a volte anche l'impossibile accade. Così ho seguito il cuore e ho abbandonato, per un po', i miei modesti set fotografici di preparazioni bizzarre, le ore interminabili passate a sistemare foto, scrivere post, condividere articoli e ho destinato questo tempo al mio più grande amore: la mia scricciolina. Nulla è scontato con lei. Non più. Abbiamo trascorso giornate meravigliose, nella loro semplicità. Ci siamo inventate tempi e spazi, facendo cose che andassero oltre i soliti schemi. E siamo state bene. Abbiamo riso, sorriso e condiviso. Ho cucinato, sì. Non posso farne a meno ^_^ Ma con uno spirito diverso. Ho riabbracciato vecchi amici, ritrovando un sorriso lontano. Ed ora torno qui, con la serenità di cui mi sono arricchita e tanto desiderio di dedicarmi, nuovamente, a questo spazio.
Torno con una ricetta che avevo in archivio. Perdonate la presenza di un ortaggio non più di stagione, ma questo strudel è tanto buono da meritare la condivisione, a prescindere dai dettagli. Attualizzatelo a piacimento, ma non lasciatevelo sfuggire: merita un assaggio e, dopo l'assaggio, merita la replica ^_^

Ingredienti

1 melanzana
100 g di castagne bollite
15 g di anacardi
10 g di pistacchi
4 foglie di salvia
100 g di ricotta vaccina
50 g di Fontal Nazionale
4 fogli di pasta fillo
1 spicchio d'aglio
sale
noce moscata
olio evo

Lavate la melanzana. Tagliatela nel senso della lunghetta e cuocetela in forno (o al vapore) fino a quando sarà morbida. Lasciatela raffreddare e prelevate la polpa, tagliandola a tocchetti.
Riducete in briciole gli anacardi e i pistacchi e teneteli da parte.
Fate scaldare un cucchiaio scarso di olio in una padella e, quando sarà caldo, unitevi l'aglio schiacciato. Lasciate insaporire, quindi togliete l'aglio e versate le melanzane. Salate a piacere e unite la noce moscata. Cuocete a fiamma media per qualche miuto, quindi unite le foglie di salvia, precedentemente lavatem sepezzettandole con le mani. Unite anche le castagne bollite, ridotte a tocchetti, e lasciate che i sapori si armonizzino, per circa 5 minuti, sul fuoco dolce.
   Nel frattempo preparate la pasta fillo, sovrapponendo i fogli tra loro, ciascuno unto con un po' di olio evo.
Spegnete il fuoco sotto la farcia, unite il Fontal a dadini, mescolate velicemente e versate tutto sulla fillo, lasciando un buon margine su un lato della sfoglia.
Ripiegate i due bordi laterali verso l'interno e arrotolate lo strudel lasciando la parte libera alla fine. Trasferitelo su una teglia coperta da carta forno e spennellatelo con pochissimo olio.
   Accendete il forno, portatelo a 190° e, quando sarà in teperatura, infornate per circa 20 minuti. Controllate che la pasta diventi bella dorata, senza che scurisca troppo.
Quindi sfornate e lasciate intiepidire.
Ragliate lo strudel a fette di circa un paio di centimetri e servitelo. Accompagnatelo con una fresca insalata o con verdura saltata in padella e avrete grande successo.

Vi confesso che le due estremità, per gli amanti della croccantezza come me, sono una vera e irresistibile tentazione, per cui, se avrete più di due ospiti a tavola, evitate liti e teneteli per voi :D Non è mai un bene mettere in difficoltà i commensali, ahahahahahah.

In ogni caso vedrete quanto le singole fettine sapranno conquistare i vostri palati, e quelli dei fortunati assaggiatori.abc

50 sfumature di …. mela: piccante di basmati integrale affumicato con mela e melagrana

Ci sono cose che mi affascinano a prima vista. Per le altre trovo sempre una scusa, una priorità maggiore, una strategia per metterle da parte. Ma quando qualcosa catura la mia attenzione in modo così travolgente, l'imperativo è FARLO. E anche al più presto. E' come se le mie mani pensassero con una mente a se stante. Come se mi portassero comunque lì, a quella prova.
Fu così che, quel giorno di parecchie settimane fa, guardando un documentario sulle tradizioni culinarie mondiali, mi imbattei in una tecnica particolarmente semplice per affumicare. Mi ci vedete, nel bel mezzo della stagione autunnale, ad andare a prendere i mezzi per mettermi alla prova? Certo, non sapete ancora di cosa stia parlando, ma...... cosa pensereste nel vedermi saltellare con in braccio il mio bottino, bella gaudente e noncurante della perplessità di chi ha dovuto rispondere alla mia richiesta "scusi, dove posso trovare la carbonella?". Sì, la carbonella. Nel bel mezzo del mese di novembre. Mi diverto come una pazza a mostrarmi insolita tra gli sguardi sbigottiti dei normali.
Confesso che questo non è il primo piatto per cui ho adottato questa tecnica. Ormai posso dire che sia collaudata a dovere. Anche se sto pensando di affinare la tecnica procurandomi legnami che possano dare aromi particolari agli alimenti. Per il momento mi accontento. L'aroma di affumicato regna in casa (e nel frigorifero) per almeno una settimana, ahahahahahah, ma io sono felice, tutto il resto è un dettaglio!!

Ovviamente la presenza importante della mela fa di questo piato una proposta importante per l'iniziativa di Valentina e la raccolta di 50 sfumature di.... mela

Ingredienti

45 g di riso basmati integrale
130 g di acqua
sale grosso
1/2 cucchiaino di cannella
peperoncini sott'olio (io ho utilizzato quelli della mia mamma)
30 g di melagrana
2 noci
1/2 mela renetta
farina di riso
2 pezzi di carbonella
burro chiarificato o margarina

La preparazione del riso richiede 24 ore di riposo, regolatevi!
Prendete 2 pezzi di carbonella e metteteli su una fiamma viva, fino a farli diventare roventi. Ci vorranno almeno 20 minuti, prima che siano pronti, per cui iniziate da questo passaggio.
Mettete il riso in una casseruola e versateci l'acqua. Portate a bollore, quindi salate e coprite con un coperchio. Abbassate la fiamma e cuocete per circa 25 minuti.
Quando sarà pronto spegnete il fuoco e conditelo versando la cannella e il peperoncino, in quantità a piacere, con il relativo olio. Mescolate affinché tutti i sapori vengano ben distribuiti.
Posate una ciotolina nel mezzo di un piatto fondo capiente, quindi sistemate il riso appena condito tutto intorno. Trasferite i due pezzi di carbonella roventi nella ciotolina e versateci sopra un cucchiaino abbondante di burro chiarificato (o margarina). Coprite immediatamente con un foglio di carta stagnola, sigillando bene i bordi in modo da non fare fuoriuscire il fumo.
Sistemate il piatto in frigorifero e lasciatelo riposare per 24 ore.
Quando sarà ora del pranzo (o della cena), pelate la mela renetta e tagliatela a dadini. Infarinatela nella farina di riso e saltatela in padella con un cucchiaio di olio evo, a fiamma viva. Salatela a piacere.
Dopo un paio di minuti versate il riso, le nochi spezzettate e mescolate. Fate insaporire per qualche istante, quindi aggiungete la melagrana. Ancora un paio di minuti, per insaporire tutto, e il piatto è pronto.
Trasferite il riso in un piatto e servite.
Io mi sono divertita ad impiattare la pietanza con uno stampo a forma di... mela ^_^ A voi la libertà di assecondare la fantasia.
Decorate il piatto con due fettine di mela grigliate e qualche chicco di melagrana fresca e gustate.
Si tratta di un insieme particolare di sapori: il dolce che si fonde all'affumicato e il tocco di peperoncino che lega tutto alla perfezione.
Io ho trovato che in questo piatto ci sia poesia e meraviglia. Novità e stupore. E credo che questa tecnica mi accompagnerà per altri piatti.


Siete avvisati!!!


Con questa ricetta partecipo al contest di La Taverna degli Arna 
Categoria primi piatti
http://arnataverna.cucinare.meglio.it/il-natale-che-non-ti-aspetti/


abc

50 sfumature di…. mela: millefoglie di ‘mela’nzana, il piacere di esserci e di conquistare nuovi palati

Solitamente fatico ad aderire ai contest. I motivi sono fondamentalmente due: cucino per ispirazione e senza dovermi sentire alle strette per non aver organizzato bene i tempi. Ma quando Valentina mi ha parlato della sua iniziativa, non ho davvero potuto fare a meno di aderire. 50 sfumature di.... mela è un progetto che mette insieme foodblogger di diverse piattaforme che condividono una grande passione e che si impegnano a proporre 50 differenti ricette a base di uno degli ingredienti più semplici, buoni, naturali e irresistibili della cucina: la mela. Confesso che la classica torta di mele mi fa impazzire, ma avrei mai potuto proporre qualcosa che non avesse, come ingrediente fondamentale, un po' della mia follia?
Dal momento che non mi offendo se, invitandomi a casa vostra, mi chiedeste di cucinare (e mi è successo diverse volte....), quando organizzai la serata di lavoro a casa della mia amica Fio, santa donna che cerca di farmi appassionare di una materia che odio con tutta me stessa, mi proposi di pensare alla cena. Desiderosa di mangiare, dopo tanto, un bel tentacolo di polpo arrostito (ricordate questo meraviglioso piatto?), mi venne un'idea bizzarra per il contorno che avrebbe dovuto accompagnarlo. Quale migliore occasione per mettere insieme desideri e rispettare un impegno preso?
Non so esattamente da dove sia partita l'idea. Ho immaginato una melanzana, ma dal momento che il polpo mi piace molto accompagnato dalla frutta, ho pensato che quella melanzana si sarebbe potuta impreziosire. Proposi questo piatto a Fio e a sua cugina, in visita caffè che si è trasformata in visita chiacchiera assaggio e poi bevo il caffè, e fu un grande successo. Tanto che mi chiesero la ricetta per poter replicare il piatto in occasione di una cena di famiglia. "Non la fotografi?", mi ha chiesto Fio appena sfornata la pirofila. "Fotografi tutto, e a casa mia non lo fai?". Risposi che, se fosse stata una buona scelta, avrei replicato la preparazione, documentandola per il blog. E allora eccomi qui, nella replica che è perfezionamento, a proporvi questo piatto che da oggi diventa una delle mie migliori realizzazioni. Per semplicità, per genuinità, per leggerezza, per gusto. Per tutto questo messo insieme.

Ingredienti

1/2 melanzana
1 mela (io ho utilizzato le mele deliziose dell'orto di mamma)
3 noci
1 cucchiaino di frutti rossi
1 cucchiaino di bacche d'avena
sale nero di Cipro
3 bacche di cardamomo
olio evo
sale grosso

Lavate la melanzana, asciugatela bene e tagliatela a metà nel verso della lunghezza. Prendetene una parte, eliminate il picciolo con un taglio trasversale e praticate dei tagli, sempre trasversali, ricavando delle fettine di mezzo centimetro di spessore. Non arrivate fino in fondo. In questo modo la melanzana rimarrà unita.
   Cospargete le fettine con del sale grosso e lasciatela in posa, leggermente schiacciata, per un paio d'ore. In questo modo perderà il liquido di vegetazione che la rende amarognola.
Terminato il tempo di posa, sciacquatela e tamponatela, in modo da asciugarla al meglio.
Tagliate a metà una mela, precedentemente lavata (io in genere uso i frutti cn la loro buccia, ma potrete anche sbucciarla, se preferiste), togliete il torsolo con uno scavino e tagliatela a fettine sottili.
Sistemate ciascuna fettina tra le fette di melanzana, spingendo con delicatezza lo spicchio fino in fondo. Irrorate con un filo d'olio evo.
A questo punto prendete i semi delle bacche di cardamomo e pestateli in un mortatio con del sale nero di Cipro. A parte preparate un trito, a coltello, di noci, fiocchi d'avena e frutti rossi.
Mescolate tutto, quindi cospargete la melanzana, facendo in modo che il crumble entri tra le fettine. Non abbiate timore di esagerare: più saranno ricche, più saranno saporite.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 190°. Infornate la pirofila su un ripiano piuttosto alto e cuocete per circa 20 minuti, controllando che la superficie sia dorata. Quando sarà pronta, estraete la melanzana dal forno e trasferitela su un piatto da portata. Servite e gustate.

Buonissina da sfogliare. Un modo diverso per apprezzare la verdura e per accostarla alla frutta. A della splendida frutta. LA MELA!!!!!

Per concludere la bella novella..... anche nella famiglia di Fio questo piatto ha avuto successo!!! E io mi sento doppiamente vincente ^_^


Con questa ricetta partecipo al contest de La Taverna degli Arna
La ricetta farà parte della categoria degli antipasti


abc

Bombette di biete e patate con cuore filante: la verdura a prova del più scettico dei palati

Quella delle verdure, per me è una sfida senza fine. Ne mangio tante e ogni volta cerco di renderle diverse e irresistibili. Beh, certo non per un capriccio del mio palato, che, confesso, le apprezzerebbe anche crude, ma per dimostrare quanto possano essere versatili e assumere aspetto e forma tanto avvincente da soddisfare anche i palati più ostici. Provate a mettere nel piatto dei vostri bambini una polpetta colorata o create degli spiedini con una versione più piccola di bombetta, vicino ad un calice di prosecco, e offritela al vostro compagno, o magari fatene un antipasto per i vostri ospiti.... e divertitevi a vedere le espressioni sorprese e deliziate. Il segreto sta nel calibrare i sapori e nel renderli sfiziosi, cercando l'ingrediente segreto con cui arricchirli, ma mantenendo il sano principio della genuinità. E lasciatevi andare alla meraviglia.
Avevo a disposizione delle buonissime biete dell'orto di mamma. Le adoro, soprattutto saltate in padella con dei bocconcini di patata, sempre lei, la mitica patata rossa di papà ^_^ Questa volta ho deciso di utilizzare gli stessi ingredienti, ma di dar loro una forma diversa. Sono nate, così, queste bombette. Sono semplici, ma sono pronte ad esplodere di sapore sui vostri palati!!

Ingredienti

100 g di patate rosse pulite
200 g di biete bollite
15 g di burro di arachidi salato
15 g di senape
10 g di crusca d'avena
40 g di Fontal Nazionale
sale rosa dell'Himalaya
noce moscata
farina di riso
latte di avena
pangrattato di riso

Tagliate le patate a tocchetti e fatele bollire in acqua salata, fino a quando saranno morbide. Inserite le biete in un boccale e, quando saranno pronte, trasferitevi anche le patate scolate.
Aggiungete il burro di arachidi e frullate. In questo modo l'amido delle patate creerà un impasto compatto e cremoso. Assaggiate la sapidità ed eventualmente correggete con un po' di sale rosa.
   Aggiungete una bella grattugiata di noce moscata e la crusca d'avena. Amalgamate bene tutto, quindi unite la senape e mescolate ancora, fino ad ottenere un composto omogeneo.
Fate riposare l'impasto per circa mezz'ora, in modo che si assesti e si armonizzi nei sapori.
Nel frattempo tagliate il Fontal (o qualsiasi altro formaggio filante vi piaccia) in cubetti. Ne serviranno circa 8, ma dipenderà dalla dimensione che vorrete dare alle vostre bombette.
Sistemate su un foglio di carta assorbente della farina di riso e il pangrattato. In una ciotolina versate un po' di latte d'avena (o qualsiasi altro latte vegetale o vaccino).
Inumiditevi le mani. Prendete un po' di impasto di biete e fateci un solco nel centro. Sistemate un dadino di formaggio, quindi richiudete la bombetta. Passatela nella farina di riso, poi nel latte d'avena, quindi nel pangrattato di riso.
Ripetete l'operazione fino a terminare l'impasto, quindi fate riposare le bombette, in frigorifero, per circa mezz'ora.
Scaldate in una padella un cucchiaio di olio evo. Quando sarà caldo sistemate le bombette e fate in modo che vengano irrorate completamente dall'olio.
Lasciatele cuocere a fiamma viva per circa dieci minuti, in modo che si formi una bella crosticina all'esterno e che il ripieno fonda.

A questo punto togliete dal fuoco la padella e servite le bombette.
Gustate calde o tiepide (ma anche fredde, ve lo garantisco!!), questi piccoli concentrati di salute e bontà sapranno stupirvi!

Adatte ad una dieta vegetariana e celiaca, non tolgono la scena al piacere del gusto!


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Arrosto di sedano rapa al forno: la casualità che apre un mondo e che accende l’immaginazione

Il mio lavoro mi ha spesso portato, e mi porta ancora, in giro per il mondo, alla scoperta di luoghi meravigliosi, nel vivere in prima persona quelle che sono le realtà delle differenti strutture ricettive e le tradizioni di una location. Dai tropici, alla montagna, senza colpo ferire. Sono esperienze che aiutano a toccare con mano e ad offrire un servizio sempre più ad hoc, in risposta alle richieste di voi viaggiatori (a proposito!! Preparatevi ad una piccola grande novità che coinvolgerà la Mai Soli nel Mondo. Il tutto, ovviamente, verrà condiviso anche sulla pagina di Facebook). Queste esperienze generalmente sono molto intense e permettono di arricchire le conoscenze sotto ogni profilo. Talvolta anche quello culinario ^_^ Fu proprio in uno di questi eventi, un educational organizzato dalla TH Resorts a Pontresina (visitate il sito perché ne vale la pena e non esitate a chiedermi chiarimenti e informazioni per organizzare un soggiorno sulla neve da ricordare!!!), che mi imbattei in una portata, nel ricco buffet, che attirò la mia attenzione. Forse sentii parlare di sedano rapa un paio di volte, prima di allora, ma non avevo mai stretto alcun tipo di rapporto con quella radice deforme, dall'aspetto decisamente bruttarello. Ma come ogni amante del cibo che si rispetti, non esitai ad assaggiare quelle fettine biancastre, presentate sotto una leggera gratinatura filante. Fu amore. Tanto che, alla visione del sedano rapa sui banchi ortofrutticoli, il sorriso radioso che istantaneo si appropriò dei miei occhi e giù, fino alla punta dei piedi, divertì (e insospettì) i malcapitati compagni di spesa. Lo adoro in qualsiasi modo: in crema, gratinato, saltato in padella, anche crudo. Poi un giorno, risucchiata dal fascino della cucina di Jamie Oliver, di cui condivido parecchie idee ma non tutte, mi imbattei in questo arrosto. Ovviamente ne presi l'idea e preparai la mia versione. Bene, credo che questo possa essere uno spunto pazzesco. Le aromatizzazioni possono essere infinite. Il risultato è sempre lo stesso: una favola!!!! Peraltro immaginate me, da sola, con lo stomachino da colibrì, davanti ad un arrosto di cotanta dimensione? Non spaventatevi, non ho finito questo popò di arrosto in una volta sola e non mi sono messa a spacciare fettine ai condomini. Vi dico solo che, il giorno dopo, e quello dopo ancora, questo arrosto è ancora più buono!!!! Si arricchisce degli aromi di cottura e, anche freddo, colpisce in pieno petto.
Queste sono grandi soddisfazioni ^_^


Ingredienti

1 sedano rapa
20 g di olio evo
1/2 limone biologico (succo e scorza)
1 spicchio d'aglio
3 bacche di cardamomo
qualche foglia di basilico, rosmarino e menta
peperoncino
sale

Iniziate dalla parte più ostica: pulite il sedano rapa. Lavatelo bene ed eliminate le radici più sporgenti. Preparate la marinata versando in una boule l'olio, il succo e la scorza del limone, il cardamomo, le foglie di aromi l'aglio, il sale e il peperoncino.
Tagliate due fogli di carta forno e sistemateli a croce. Sistemate nel mezzo il sedano rapa e versatevi il condimento. Strofinate bene, con le mani, tutta la superficie, in modo che gli aromi prendano bene contatto con la radice. Richiudete l'involucro e lasciatelo insaporire, al fresco del frigorifero, per almeno 6 ore.
Trascorso il tempo della marinatura (potrete lasciarlo anche tutta la notte, o prepararlo il mattino, prima di andare al lavoro, per averlo pronto a cena) non dovrete fare altro che cuocerlo.
Portate il forno a 175° e cuocetelo per 1 ora. A questo punto aprite il cartoccio, alzate la temperatura a 190° e proseguite la cottura per un'altra ora e mezzo.
Ci vorrà tempo affinché cuocia perfettamente e diventi morbido, ma la pazienza verrà sicuramente ripagata.
Quando sarà ben rosolato, sfornatelo, lasciatelo intiepidire un po' e tagliatelo a fettine, proprio come un arrosto.
Sistematelo in una pirofila o su un piatto da portata, versateci sopra il fondo di cottura e servitelo. Potrete anche conservarlo al caldo del forno spento, fino al momento di servirlo. Questo potrebbe permettervi di prepararlo con anticipo, nel caso in cui abbiate la necessità di gestire altre portate.
Poche e semplici mosse per un piatto che non vi deluderà.
Il taglio è tenero ^_^ e il sapore inebriante.
Ovviamente rimane una tela bianca da dipingere con aromi e spezie a voi più gradite.

Non vi resta che servirlo e..... gustarne la delicata pienezza di sapore.


abc

Chicche di tofu e rucola alle nocciole: strategia d’approccio alle buffe espressioni della diffidenza

Negli anni in cui l'approccio ad ingredienti nuovi ha iniziato a decretare il mio reale cambiamento nell'alimentazione, facendomi scoprire alimenti visti con diffidenza dalle tradizioni mediterranee, ho collezionato così tante dichiarazioni di 'disprezzo' da poter scrivere un libro ^_^ Il primato, come peggior sostituto proteico, lo detiene il tofu.
Non sa di niente, è l'asserzione più comune. E il naso arricciato, la bocca serrata e lo sguardo torvo, è la più comune espressione. Ma il ricordo più affettuoso appartiene alla reazione di un carissimo amico che, ipotizzando una cena con la sua famiglia in cui avrei potuto cucinare io, mi disse: "Basta che non prepari nulla con il polistirolo". Beh, quella cena, per problemi logistici, non si è mai tenuta, ma sono certa che, se assaggiasse qualcosa con il polistirolo interpretato dai miei due neuroni e preparato dalle mie umili manine, non ne rimarrebbe affatto schifato. La prova, l'ennesima, sono questi sfiziosissimi bocconcini croccanti. Io ho ottimizzato gli ingredienti ottenuti dalla preparazione del latte di nocciole proposto qualche tempo fa, utilizzando l'okara, cioè quello che rimane dalla spremitura delle nocciole tritate, ma si possono usare direttamente le nocciole tritate (peraltro il sapore sarà più pieno!!). Nessuna scusa, quindi: la fantasia e un po' di furbizia non vi faranno pentire della scelta intrapresa!! Sono pronta a sperimentare!!

Ingredienti

90 g di tofu
50 g di okara di nocciole (o nocciole tritate)
1 mazzetto di rucola
sale
noce moscata
pangrattato di riso
olio evo
salsa rubra (la mia è fatta in casa)

Lavate la rucola e asciugatela accuratamente. Tritatela insieme al tofu in una ciotola e unitevi l'okara di nocciole.
Mescolate tutto, quindi aggiungete il sale, la noce moscata ed eventualmente altre spezie a vostro piacere (o del peperoncino ^_^).
Lasciate riposare l'impasto per una decina di minuti, quindi formate delle polpette grandi come noci.
Su un foglio di carta assorbente versate il pangrattato. Rotolateci le polpette, impanandole completamente.
Lasciate riposare le polpette panate in frigorifero per circa mezz'ora, oppure passatele in congelatore per una decina di minuti. Quindi mettete a scaldare poco olio evo in una padella antiaderente.
Quando sarà bel caldo, posatevi le polpette e fatele rotolare in modo che vengano completamente irrorate dall'olio. Fatele cuocere a fiamma viva per una decina di minuti, in modo che si formi una bella crosticina croccante e dorata.
Quando saranno pronte trasferitele su un piatto da portata. Accompagnatele con della verdura fresca tagliata a julienne, o con un'insalata e lasciate al centro del piatto della salsa. Io ho scelto una rubra dolcissima fatta da mia mamma (non vi so descrivere l'intensità del sapore).
Il mix perfetto di sapori rende il piatto completo e sfizioso, nutriente e leggero, ricco e saporito.

Il polistirolo si veste a festa!!!! E si tinge di colori intensi ^_^

Che qualcuno possa mangiare tofu senza saperlo e, soprattutto, senza disprezarlo? Credo che non verrò chiamata per l'organizzazione di una cena per molto, molto, molto tempo ^_^

abc

Vellutata di zucca e fagioli con croccante di mandorle e uvetta al cardamomo: una danza armoniosa di dettagli

Vellutata è sinonimo di autunno. Concetto scontato? Provate a dirlo quando la vellutata diventa sfida, e si trasforma in palcoscenico in cui i sapori si incontrano, danzano insieme e si intrecciano in coreografie armoniose e sorprendenti. Così come uno spettacolo non è solo quello che i nostri occhi vedono, ma è l'energia che si sprigiona nell'esternazione, fatta di infiniti momenti di studio, di dettagli, di legami, un piatto non è solo quello che il palato accoglie, ma è l'esperienza di incontro e di piacere tra piccole parti che si sommano, si completano, si esaltano l'un l'altra. Questa non è una semplice vellutata. Questa è sostanza, è la giusta consistenza, è l'armonia perfetta tra sapori che si completano, tra intensità differenti, dettagli insoliti che incuriosiscono, sorprendono e divertono. Non un insieme casuale, ma una scelta precisa. Qui l'autunno non è solo nei colori. D'autunno si tingono anche i sapori: intensi, avvolgenti, pungenti e corposi. Che scaldano, confortano, raccontano favole affascinanti.

Ingredienti

250 g di zucca pulita
50 g di fagioli (io dell'orto di casa)
400 ml di acqua
sale grosso
1 rametto di rosmarino fresco
noce moscata
peperoncino
10 g di mandorle pelate
10 g di uvetta sultanina
3 bacche di cardamomo
sale

Lavate la zucca e tagliatela a dadini. Inseritela in una pentola capiente, unitevi i fagioli e coprite tutto con l'acqua. Lavate il rametto di rosmarino, sfogliatelo e unite gli aghetti in pentola.
Mettete sul fuoco e portate a bollore. Aggiungete un pizzico di sale grosso. Utilizzatelo con parsimonia: l'acqua in cottura si consumerà e la sapidità tenderà a concentrarsi. Aggiungete il peperoncino e la noce moscata a piacere, coprite con un coperchio, e lasciate cuocere fino a quando la zucca sarà completamente morbida. Ci vorrà almeno mezz'ora.
   Aprite le bacche di cardamomo e prelevate i semini. Pestateli in un mortaio, in modo da frantumarli. Tritate con una mezzaluna le mandorle e l'uvetta, con i semi di cardamomo pestati. In questo modo i sapori inizieranno ad amalgamarsi bene.
Scaldate una padella antiaderente, senza aggiungere grassi. Quando sarà calda versatevi il trito e fatelo saltare. Salatelo a piacere e continuate a tostarlo, fino a quando sarà dorato e croccante.
Spegnete, quindi, la fiamma e tenete da parte.
Quando la zucca sarà pronta, spegnete la fiamma e lasciate intiepidire leggermente. Con un frullatore ad immersione passate le verdure a lungo, fino ad ottenere una crema perfettamente liscia e corposa.
A questo punto servite la vellutata in coppette e coprite la superficie con abbondante croccante di mandorle e uvetta.
Assaporate l'unione di sapori e il perfetto bilanciamento di consistenze. Io mi sono fatta coccolare dal calore di questo piatto, dal suo profumo inebriante e dalla sua particolare delicatezza.

Vellutata sì, ma mai che sia scontata!
Ve ne lascio un assaggio ^_^

abc

Crackers ai quattro semi: pochi ingredienti, un grande legame di sapori e l’inconfutabile certezza di genuinità

E' difficile che una ricetta, vista su un blog amico, in rete, su una rivista o su qualsiasi altro canale di condivisione, si materializzi sotto le mie mani senza che questa testolina calda ne apporti delle modifiche. Non è capriccio, non è senso di ribellione. E' che in genere mi colpisce l'idea, che poi viene adattata alle mie esigenze e ai miei principi di alimentazione. Questa volta no, questa volta sono capitata davanti ad una ricetta che ha pienamente fatto breccia nel mio cuore così, nella sua versione originale. E mi ha colpito così tanto che non si è accodata alla lunga lista d'attesa dei must do. Nel giro di due ore (due d'orologio!!) sfornavo queste cialde, croccanti e avvincenti. Fedeli alle originali, tanto che ancora oggi, nel vedere le foto del blog materno ^_^ riconosco la forma esatta dei crackers che ho manipolato personalmente.
Mi piace che, in ogni parte del mondo, ci sia qualcuno che segua i miei stessi principi. Ve lo confesso, Jessika, nonostante il nome del suo blog, con i suoi superfood crackers ha illuminato il mio orizzonte. Io che non mangio pane.... beh, accompagno sempre volentieri un pasto con queste gallette salutari.
Ma approfitto di questa occasione per ringraziare anche Francesca e Barbara che, con la loro iniziativa, hanno messo in risalto un valore fondamentale, nella cucina come nella vita: l'onestà.
http://thekitchennook.blogspot.it/2014/10/honest-blog-una-iniziativa-per-voi.html
Nei miei post è sempre stata menzionata la fonte, laddove il piatto fosse il frutto di un'ispirazione. Mi ha un po' rattristata che dovesse essere proposta un'iniziativa pr promuovere l'onestà. Forse appartengo ad una categoria di persone che non emergerà mai, ma se emergere vuol dire fare le scarpe a qualcuno e a tinteggiare d'inganno i propri atteggiamenti, beh, il mio piccolo mondo lo difendo a viso aperto.

Ingredienti

40 g di semi di sesamo
50 g di semi di chia
40 g di semi di zucca
40 g di semi di girasole
130 g di acqua
1 g di sale fino
sale nero di Cipro

Pesate i semi e miscelateli in una boule capiente.
Sciogliete il sale nell'acqua, quindi versatela sui semi. Mescolate tutto e lasciate riposare in modo che tutti i semi siano coperti dal liquido. Lasciate riposare tutto per 15 minuti.
Nel frattempo rivestite una teglia con un foglio di carta forno.
Trascorso il tempo di riposo, rovesciate i semi nella teglia e livellate molto bene. Dovrete ottenere una sfoglia molto sottile. Aiutatevi con un biggliere, ungendo il fondo. Ci vorrà un lavoro attento  paziente, ma sarà fondamentale non lasciare buchi tra i semi. Questo comprometterenne la cottura uniforme della sfoglia. Cospargete la superficie con del sale nero a piacere.
Accendete il forno e, una volta raggiunti i 170°,infornate e fate cuocere i semi per mezz'ora.
Sforate la teglia e trasferite immediatamente il contenuto su un tagliere. Tagliate i crackers nella forma a voi gradita, quindi rionete le piccole cialde, capovolte, nuovamente sulla teglia.
Passate nuovamente in forno, questa volta a 150°, per circa 20 minuti. Questo passaggio servirà a rendere croccanti i crackers e li renderà delle sfoglie perfettamente compatte.
Mi raccomando a non farvi tentare subito dall'assaggio: i semi appena sfornati sono roventi, tanto da sentirli scoppiettare. Sul vostro palato farebbero danni notevoli ^_^
Un avolta raffreddati potrete conservarli in un barattolo di vetro, o in una scatola di latta. Si manterranno croccanti e fragranti per una settimana buona. Credo anche per più tempo, ma.... non ho potuto testare oltre i sette giorni ^_^ Mi sembra un bel traguardo, raggiunto solo per aver trovato un ottimo nascondiglio che mi tenesse lontana dalla tentazione di allungare una manina!!
A voi i vostri èscamotages!!abc

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