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Latte di nocciola: la scelta vincente nel panorama del ‘fatto in casa è più buono’

Seppure qualche formaggio fresco e leggero faccia ancora capolino nel mio frigorifero, la presenza di latticini nella mia alimentazione sta, poco alla volta, scomparendo. Il latte vaccino, primo fra tutti, non occupa alcun posticino. Nel tempo ho imparato a conoscere le svariate alternative e a capire quali potessero appagarmi maggiormente. Confesso che, al di là di un goloso (e piuttosto calorico) latte di mandorla, e sorvolando su un latte di soia che davvero non mi conquista, ho trovato nel latte di avena il sostituto perfetto. Come, però, sapete, io amo produrmi in casa il maggior numero di materie prime possibili. Così, quando mio fratello mi ha parlato del latte di nocciola, davvero non ho potuto resistere. Gli ho chiesto consigli, lui che del fai da te in cucina è un paladino, e lui mi ha dato due dritte su come generalmente procede. Intreccio il suo sapere con qualche suggerimento in rete e cosa scopro? Che la sua infallibile ricetta è tratta da un post della mitica Costanza, che propone un latte di nocciola davvero alla portata di qualsiasi cucina!! Nella mia versione non ho aggiunto l'uvetta, consigliata (e che consiglio per dare un tocco di dolcezza al risultato finale), ma vi posso garantire che, oltre alla scoperta meravigliosa, ho incrementato la mia personale soddisfazione per aver introdotto nella mia dispensa un prodotto sano, tracciabile, di facile preparazione e..... eccezionale!!
Ve ne parlo in vista di una preparazione speciale, proprio come l'occasione per cui è stata creata, in cui questo latte (e non solo) è stato utilizzato. Ma, vogliate capire, questa è ancora una storia lontana ^_^

Ingredienti
 
200 g di nocciole sgusciate
1 l di acqua

Io ho utilizzato le nocciole dell'orto di casa, per cui le ho sgusciate e pesate al netto del guscio.
Tostatele in una padella, a fuoco basso, fino a quando la pellicina si creperà. Quindi pulitele completamente. In questo modo verrà a meno l'aroma amaro che questa parte conferisce alla nocciola.
Mettete l'acqua in una pentola capiente e portatela alla temperatura di 40°. A questo punto immergete le nocciole e lasciatele una decina di minuti in ammollo. Passate tutto con un frullatore ad immersione. Otterrete un composto omogeneo dopo pochi minuti.
Lasciate riposare ancora una decina di minuti, quindi rivestite un colino con un canovaccio (possibilmente non tinto). Filtrate tutto. Personalmente ho passato una prima volta direttamente tra le maglie del colino, in modo che il passaggio successivo, nel canovaccio, fosse più facile e veloce. Strizzate bene il composto nel canovaccio, in modo che le nocciole che vi rimarranno siano belle asciutte.
Mi raccomando di conservare l'okara ottenuto (il composto strizzato di nocciole), perché ne potrete fare grandi cose. Ma anche di questo ne parlerò in seguito ^_^
Una volta filtrato il latte, travasatelo in una bottiglia di vetro e conservatelo in frigorifero.
Durerà 3 o 4 giorni, come un qualsiasi latte fresco.
Il sapore neutro vi permetterà di utilizzarlo sia per preparazioni dolci, che per preparazioni salate. La consistenza data dal grasso della nocciola vi permetterà di avere un liquido nutriente che possa sostituire il latte vaccino anche come semplice bevanda.

Se lo voleste più o meno corposo (lasciandolo in frigorifero vedrete la panna affiorare in superficie) aumentate o diminuite la quantità dell'acqua utilizzata.
Non è sensazionale?

abc

Gallette di germogli Alfalfa ai ceci: la scoperta che dà vigore alla missione ‘salute e gusto’

Ne ho sempre ignorato l'esistenza, fino al giorno in cui me li sono trovati davanti agli occhi. Una distesa di germogli, tutti diversi gli uni dagli altri. Così tanti che quelli di soia, ormai una costante nella mia alimentazione, risultavano perfino banali. Avrei potuto prenderli tutti, ma il cuore mi ha dato la possibilità di sceglierne uno, oltre ai classici. Piccoli, delicati, frizzanti, pieni di vita..... ho scelto loro. Alfalfa. Bene, ora imparo qualcosa di nuovo. Nella mia documentazione ho scoperto che si tratta di un'erba medicinale e che è anche preziosissima. Sulla pagina di Germogliamo.it ho scoperto tutta questa ricchezza:
"L'erba medica o alfalfa é la "regina" dei germogli, e tra i più ricchi di contenuti nutritivi: è un'ottima fonte di vitamina C, vitamina K, vitamine del gruppo B, acido folico e sali minerali (ferro, magnesio, fosforo, zinco e altri); è inoltre una buona fonte di proteine (con numerosi aminoacidi essenziali), vitamina A, vitamina PP e calcio. Contiene poi numerosi enzimi essenziali per il processo digestivo, che permettono una facile assimilazione degli alimenti, senza affaticare l'organismo e prevenendo i processi di invecchiamento.
In virtù di queste eccezionali proprietà nutritive, dell'assenza di colesterolo e del bassissimo contenuto di grassi, i germogli di erba medica costituiscono un alimento veramente sano e completo, con un apporto di calorie molto limitato; inoltre, l'elevato contenuto di fibre favorisce una sensazione di sazietà
". 
Cheddire.... valeva la pena di provarci, no? Non so perché, ma ci ho visto subito delle frittatine. Particolari, perché al posto delle uova è entrata in gioco la mia amata farina di ceci. Sono versatili, oltre che sfiziose. Da farcire, arrotolare, accompagnare ad una qualsiasi portata o in purezza, sapranno sicuramente appagare il palato, nutrendo e arricchendo con sapienza il nostro amato organismo. La mia missione cucina sana e gustosa continua!! ^_^

Ingredienti

10 g di farina di ceci
1/2 cucchiaino di semi di cumino
40 g di acqua
100 g di germogli di Alfalfa
10 g di olio evo
sale

Mettete in un recipiente la farina di ceci e unite i semi di cumino.
Aggiungete l'acqua, poca per volta, mescolando con una frusta in modo da non creare grumi. Quando sarà diventata una pastella omogenea, mettetela a riposare in frigo, per almeno un'ora.
Nel frattempo portate a bollore dell'acqua salata. Prendete i germogli, sciacquateli e fateli sbollentare per circa 1 minuto. Scolateli e trasferiteli su un panno pulito. Allargateli e lasciateli asciugare.
Riprendete la pastella, unitevi sufficiente sale (dipende dai gusti, io non eccedo mai e ne aggiungo un pizzico abbondante) e versate l'olio. Mescolate bene, quindi immergetevi i germogli.
Mescolate fino a rendere tutti i germogli avvolti dalla pastella.
Coprite una teglia da carta forno e ungete leggermente la superficie con un pennellino. Portate il forno in temperatura, a 210°.
Prelevate una forchettata di germogli e sistematela sulla teglia, dandole una forma arrotondata e piatta. Procedete fino alla fine e versate su ciascuna galletta un po' della pastella rimanente.
   Infornate su un ripiano piuttosto alto e cuocete per circa 20 minuti. Il tempo di cottura dipenderà dal vostro forno. Controllate che si dorino, ma che non arrivino a colorarsi troppo.
Quando saranno pronte sfornatele e trasferitele su carta assorbente.
A voi il piacere di gustarle e contestualizzarle secondo i vostri gusti. Sono perfette da preparare in aticipo: mantenendole al caldo e facendole gratinare prima di servirle, riacquisiranno la croccantezza che le rende speciali!!

Siete pronti ad una nuona esperienza sensoriale? ^_^
Sono certa che non ne potrete più fare a meno!!

abc

Focaccine d’orzo allo yogurt con zucchine e pistacchi: la cromaticità che racchiude dimenticanze e occasioni

Le vidi pubblicate dalla mia grandissima ispiratrice Claudia, nella sua intensa versione che mi ha conquistato all'istante. Ne salvai la ricetta. Ma, come spesso accade, prima che le provassi sarebbe passato molto tempo. E' davvero difficile che abbia nel frigo dello yogurt. Generalmente lo compro in vista di un'idea precisa di ricetta e, benedetta demenza senile precoce, tutte le volte che vado a fare spesa passo davanti al banco frigo dicendomi che quello yogurt mi servirebbe per fare...... e sistematicamente non ricordo cosa. Non lo compro e torno nel circolo vizioso della mancanza dell'ingediente fondamentale. Ogni volta la solita scena. Caso irrecuperabile. Per fortuna in aiuto è arrivata la mitica Fr@, con la sua personalissima versione. Lo vogliamo chiamare segno del destino? Beh, non ho fatto passare un solo giorno: sono andata a fare spesa e HO PRESO all'istante lo yogurt. Pizzette pizzette pizzette. Avrei voluto scriverlo su una lista della spesa. Pizzette pizzette pizzette. Ma la lista della spesa non ho avuto tempo di farla. Pizzette pizzette pizzette. Va bene, ho dimenticato migliai di altre cose, ma questa volta lo yogurt in casa, almeno, ci è entrato. E l'ho utilizzato nelle pizzette, in una mia personalissima versione. Avrei voluto fare un impasto con gli spinaci, ma avrei mai potuto ricordarmi di prendere anche quelli? Certo che no, e ovviamente nelle mie scorte di porzioni congelate..... neanche l'ombra. Allora mi sono ingegnata. E mi è sembrata una bella idea provarci così ^_^

Ingredienti

100 g di yogurt greco (io 0% di grassi)
50 g di farina di orzo integrale
25 g di farina d'orzo
60 g di piselli
1 zucchina
10 g di parmigiano
10 g di pistacchi
10 foglie di menta fresca
olio
sale
pepe

Utilizzando i piselli dell'orto dei miei genitori, li ho sbollentati e lasciati raffreddare. Il peso indicato è da scongelato. Preparate i piselli in modo da averli cotti e a temperatura ambiente.
Versateli in un recipiente, insieme allo yogurt. Aggiungete il sale e frullate fino a creare una crema omogenea. Lavate le foglioline di menta, asciugatele e aggiungetele alla crema. Frullatele insieme allo yogurt. Amalgamato bene tutto, iniziate a versare le farine, precedentemente miscelate tra loro. Aggiungetene poca alla volta, in modo da valutare la quantità esatta da utilizzare. La tipologia di farina utilizzata varierà la quantità necessaria. L'impasto dovrà essere compatto, ma piuttosto appiccicoso.
Lasciate riposare l'impasto in un recipiente, coperto, per circa un'ora. In questo modo i sapori si armonizzeranno e la pasta acquisirà consistenza.
Nel frattempo dedicatevi alla farcitura.
Sgusciate i pistacchi e puliteli dalle loro pellicine. Pestateli grossolanamente in un mortaio. A me piace che la granella sia piuttosto spessa, perché mi piace la consistenza che conferiscono al morso ^_^
Tagliate, poi, la zucchina in una julienne piuttosto lunga.
Raccoglietela in un recipiente e conditela con olio, sale e pepe.
Lasciatela insaporire.
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°.
   Riprendete l'impasto. Stendetelo, su un piano infarinato, in una sfoglia spessa circa 1 centimetro. Con un coppapasta tagliate le pizzette. Trasferitele su una teglia coperta da carta forno.
Adagiatevi sopra una forchettata di zucchine, quindi cospargete un po' di pistacchi e una grattugiata di parmigiano.
Infornate la teglia e cuocete per circa 20 minuti, girando la teglia a metà cottura affinché la doratura sia uniforme. Conoscere il proprio forno è essenziale!!!!! Non mi stancherò mai di ripeterlo.
Quando avranno acquisito la giusta doratura, sfornate.
Lasciate appena intiepidire e poi assaporate.
La cottura avrà sciolto il parmigiano, lasciando la leggerezza di un condimento importante, ma non invasivo. E la doratura della pasta renderà croccante e fragrante ogni morso.
Il gusto acidulo dello yogurt, seppur al primo morso possa creare un piccolo shock, conferisce, assaggio dopo assaggio, un piacevole sapore che arriverà a rapire.
E' un insieme di ingredienti simili per cromaticità, ma differenti per sapori. L'insieme è decisamente un'esperienza da provare!
Sicuramente la scelta di farine particolari come quella di orzo, nelle due varianti bianca e integrale, ha dato un aspetto rustico al risultato. Ma la velocità di esecuzione, la totale assenza di lievito e la facilità di cottura, rendono questo piatto una gradevolissima scelta per una cena improvvisata, o per uno sfiziosissimo antipasto.

Ne gradite un assaggio??
abc

Burro salato di arachidi: il ‘mai più senza’ che merita uno spazio tutto suo

Sono stata combattuta per lungo tempo sull'idea di dedicare uno spazio tutto suo a questo burro. "Scontato!!", continuavo a dirmi. Ma, per ogni "scontato!!!!", mi dicevo "però lo hai usato qui, e anche qui, e nel giro di una settimana l'hai fatto 3 volte!!!". Alla fine mi sono convinta, e l'ho fatto per un semplicissimo motivo. Sono una irriducibile salutista, sempre in cerca di soluzioni che possano convincere a spodestare alimenti poco amici del nostro organismo (e per certi aspetti anche poco affini ad approcci etici in stile vegano). E se nel mio piccolo voglio dimostrare che "questo sia possibile", devo abbattere ogni barriera del lo do per scontato. Vorrei che per ciascuno voglia approcciarsi a questo modo di vivere la cucina e l'alimentazione, il pensiero possa esserre "è assolutamente alla portata!!". Questo burro è decisamente calorico, per cui un dolce a base di burro di arachidi non sarà di certo dietetico. Ma è anche ricco di grassi sani che, con le dovute cautele sulle dosi, può fornire preziosi nutrienti al nostro corpo. Ed è un burro che, per consistenza, può sostituire il burro classico e, per tipicità, può insaporire pietanze in piena semplicità. Allora ecco uno spazio tutto suo. Perché lo merita e perché qui può manifestarsi in tutta la sua magnificenza. Fatene buon uso!! ^_^

Ingredienti
 
120 g di arachidi tostate non salate
1 cucchiaio di olio evo
1 g di sale fino

Pulite le arachidi, liberandole dalle loro pellicine. Inseritele in un boccale e unitevi il sale.
Azionate le lame, facendole lavorare per 10 secondi alla volta. Ad ogni pausa riportate le bricioline depositate sulle pareti del boccale sul fondo, e procedete con una nuova fase.
Procedete in questo modo fino a quando si creerà una crema. Quindi aggiungete, a lame in funzione, l'olio evo. Lavorate ancora tutto fino a quando la crema sarà omogenea.
Travasate tutto in un contenitore e ponetelo in frigorifero. Con il raffreddamento acquisirà compattezza e diventerà consistente come il burro e cremoso, come una crema mou ^_^
Durerà diversi giorni, ma tutto sta a voi.... potrebbe finire molto prima!!!

Utilizzatelo nella preparazione di dolci, oppure negli impasti salati, ma anche.... No, non vi anticipo ancora nulla!!!! Per me è una vera rivelazione.

Ma..... a piccole dosi ^_^

abc

Caciotta alla piastra con pesche al basilico e pompelmo: una vita, un giorno, il per sempre

Ad un mese esatto da quel giorno importante, vi parlo delle emozioni che sono nate e che custodisco dentro di me, e le racchiudo tutte in questo piatto.
Per lunghi anni le vacanze di famiglia ci vedevano, mamma papà mio fratello ed io, condividere le tradizioni e la vita del paese natale di mio padre: Barrea, parco Nazionale d'Abruzzo. I profumi che sentivo lì erano unici e le usanze di quel paesino sul lago, arrampicato su interminabili scalini, rendevano gioiosi i giorni trascorsi insieme.
Ormai era da molto tempo che questo non succedeva: tutti e quattro, in quella terra, non ci eravamo più tornati. Non prima di un mese fa. Papà aveva un desiderio, il suo ultimo desiderio. Voleva ricongiursi alla sua terra, diventarne parte, guardare e nutrire i suoi amati faggi. E per noi questa è diventata una necessità. Ma anche una grande sfida. Rirovare quei profumi, rivivere quelle stradine, il sorriso degli amici di sempre, l'accoglienza di un paese generoso.... è stato così intenso e così forte che..... mai avremmo immaginato quanto questo ci avrebbe segnato.
In una delle cene di quei pochi giorni di permanenza, l'amico d'infanzia di papà ci ha fatto assaggiare, nel ristorante del figlio Danilo, un piatto pazzesco. Una semplicissima fetta di caciotta, scottata su una piastra rovente e coperta da caramello e noci. E' stato un attimo: mamma ed io ci siamo guardate, ci siamo scambiate un complice gesto di assenso e ho capito che, presto, avrei replicato quel piatto. Ma con l'interpretazione in chiave cuocherellona.
Siamo ripartiti pieni di tanti pensieri, tanti omaggi e quella caciotta. Ed è stato inevitabile proporla. Inevitabile parlarvene. Inevitabile farvene assaggiare la semplicità e la meraviglia. Inevitabile portare sulla vostra tavola una manciata di vere emozioni.
Nella vita, ho imparato, che sono le difficoltà a regalarci le migliori occasioni per imparare, per crescere e confrontarci con noi stessi. Ed è nelle difficoltà che capisci realmente chi è amico e chi solo comparsa. Papà, laggiù, ne aveva davvero tati di amici. Amici che ora non risparmiano di dimostrare a noi il loro affetto. Grazie di cuore a tutti. So che qualcuno di voi mi legge in queste pagine. Arrivi forte e sentito il mio, il nostro grande abbraccio ^_^

Ingredienti

1 fettina di caciotta di vacca
1 pesca
10 foglioline di basilico fresco

1 pompelmo rosa
10 g di nocciole
sale
olio evo

Lavate la pesca, asciugatela e tagliatela a dadini, tenendo da parte 3 fettine.
Fate scaldare un filo di olio evo in una padella. Lavate le foglioline di basilico, asciugatele delicatamente e spezzettatele finemente.
Lavate il pompelmo e grattugiatene metà della scorza, facendo attenzione di non utilizzare la parte bianca.
Unite scorza e basilico in padella e fate soffriggere leggermente.
Versate, quindi, la pescha tagliate a dadini e lasciate cuocere, e insaporire, fino a quando sarà morbida. Spremete il pompelmo e, quando si sarà asciugata, bagnate la pesca, in modo che rimanga sempre cremosa.

Nel frattempo scaldate una piastra (o una padella antiaderente). Non aggiungete grassi. Quando sarà molto calda, adagiatevi la fettina di caciotta.

Fatela rosolare a fiamma viva fino a quando si sarà formata una crosticina. Dovrà rosolarsi, ma non sciogliersi. A questo punto girate la caciottina e fatela rosolare anche dall'altra parte.
Quando sarà pronta, trasferitela in un piatto.
Copritela con la dadolata di pesche al basilico e unitevi, a mo' di decoto, le fettine di pesca tenute da parte, che avrete fatto rosolare sulla piastra.
Pestate in un mortaio le nocciole, in modo che rimangano piuttosto grossolane.
Spargetele sulla superficie e servite.
E' bene che il piatto sia caldo, in modo che il formaggio non raffreddi e che mantenga, in questo modo, la morbidezza e la sua totale avvolgenza, tra la pasta filante della caciotta e la dolcezza delle pesche.

La provenienza del formaggio è sicuramente garanzia di riuscita. L'amore che vi lega ad un piatto, garanzia di apprezzamento.


abc

Biscotti integrali con noci e frutti rossi: tracce che segnano il binario dei ricordi

Parlare di questi biscotti è un po' come ripercorrere strade passate. Sì, perché tanta è la mia ricerca di fragranze nuove che addolciscano la colazione e qualche spuntino, che non faccio in tempo a preparare una versione di biscotto che sono già a quella successiva. E quando ve ne parlo, è sistematico, non sono che un vecchio ricordo.
I primi tempi in cui ho iniziato ad approcciarmi alle preparazioni "no butter", ho trovato rifugio nella mia magica margarina. Ottima, genuina e sorprendente soluzione. Mi piace che i dolci che preparo in casa siano "miei" a partire dalle materie prime e tutto quello che posso produrre io, lo produco con infinito piacere. Ma è anche vero che mi piace, in un percorso conoscitivo, mettere insieme scoperte, sapori, piaceri. Amo la frutta secca, su questo non ci sono dubbi. E la frutta secca è ricchissima di grassi. Grassi benefici per il nostro organismo (ma sempre con moderazione!!!). Perché, allora, non sfruttare queste potenzialità e accostarla alla margarina, permettendo di diminuirne la quantità necessaria? In fondo la frutta secca nella mia dispensa non manca mai, davvero mai. Così ecco la soluzione: gli istinti di biscottatrice conpulsiva così possono essere ascoltati, assecondati e..... soddisfatti ^_^ Ah, ovviamente lo zucchero è superato :D Solo un lontano, lontanissimo ricordo.

Ingredienti

150 g di farina integrale
100 g di farina di orzo integrale
100 g di margarina
65 g di malto di riso
30 g di noci
15 g di frutti rossi
25 g di latte di soia
sale rosa dell'Himalaya

Unite in un boccale le noci e i frutti rossi. Tritateli grossolanamente, quindi unitevi il malto di riso.
   Impastate fino a formare una base perfettamente omogenea.
Aggiungete, quindi, la margarina e create una crema.
A questo punto miscelate le farine e iniziate ad incorporarle poco alla volta. Unite anche il sale, un pizzico sarà sufficiente.
Impastate fino ad ottenere un composto compatto.
Formate un panetto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un'ora.
Quando sarà trascorso il tempo riprendetelo. Infarinate il piano di lavoro e stendete l'impasto in una sfoglia spessa circa mezzo centimetro.
Con una formina della forma desiderata ritagliate i biscotti, fino a terminare la pasta.
Foderate una teglia con carta forno, quindi adagiatevi i biscotti appena creati.
Accendete il forno ad una temperatura di 180° e, una volta in temperatura, infornate.
Lasciate cuocere per circa 30 minuti, girando la teglia a metà cottura se vedeste che la doratura non fosse uniforme. Ormai ho capito che nel mio forno questo passaggio è d'obbligo.
A questo punto sfornate i vostri biscotti e lasciateli raffreddare su una gratella.
Quando saranno ancora caldi potrete spolverarli con dello zucchero di canna polverizzato. In genere è un passaggio che evito, ben consapevole che andrà a discapito dell'aspetto. E' solo l'attenzione per la quantità di zuccheri a fermarmi, ma certamente ne gioverà sia la vista, che il palato ^_^
A questo punto non vi rimane che l'assaggio, sempre che non abbiate ceduto nella fase post sfornamento ; ))

Potrete conservare i biscotti in un barattolo di vetro, oppure in una scatola di latta. Dureranno parecchi giorni. Di certo più di quelli che la vostra golosità concederà loro!!!

abc

Farinata di ceci strapazzata: l’ordinarietà del destino e l’attesa del momento giusto per agire

Vi capita mai, davanti ad un ingrediente che amate particolarmente, di provare un senso di piacere quando lo vedete proposto nelle differenti accezioni? Ecco, a me sì, capita spesso. E se tanti sono i sapori che apprezzo, molti di questi li perseguo a periodi, come se il mio corpo chiedesse di essere colmato di quel sapore fino a non poterne più. Questo è il periodo della farinata di ceci. Potrei non stancarmene mai!
Quel mattino di qualche settimana fa, nella visita alla pagina amica della splendida Angela, mi imbatto in questa meraviglia. Lei la chiama farinata scomposta e, a sua volta, scrive dell'ispirazione che ha avuto da Daniela (in una pubblicazione che, ai tempi, colpì anche me), che lei chiama non uova strapazzate. Se tutto, nella vita di una persona, avviene per un motivo, anche il fatto di ritrovare quel piatto e, in quel piatto, ritrovare il mio apprezzamento di ormai un anno fa, allora questo piatto è il caso che entri anche nella mia cucina. E così è stato: il tempo di preparare la pastella e di farla riposare e la mia personale versione di farinata strapazzata ha preso vita. Eccezionale. Grazie Angel, grazie Daniela e.... a voi l'assaggio.

Ingredienti

50 g di farina di ceci
125 g di acqua
8 g di olio evo
2 g di sale
1 rametto di rosmarino
pepe
noce moscata

Lavate e asciugate il rosmarino. Sfogliatelo e tritate finemente, con una mezzaluna, le foglioline.
Setacciate la farina di ceci in una terrina capiente. Versate poca acqua alla volta, mescolando in modo da evitare la formazione dei grumi. Unite il rosmarino tritato, il pepe, la noce moscata, miscelate bene e lasciate riposare la pastella in frigo, coperta, per almeno un'ora.
Scaldate una padella con un filo di olio evo. Unite olio e sale alla farinata e mescolate energicamente. Quando la padella sarà molto calda, versate il liquido e cuocetelo a fiamma vivace per un minuto circa. Quando si sarà formata una crosticina sul fondo, spezzattate la frittatina con un cucchiaio di legno, mantenendo sempre la fiamma viva.
Fate saltare la farinata, in modo da far rosolare bene le briciole da tutti i lati. Mantenetela sul fuoco fino a quando saranno dorate uniformemente. A quel punto spegnete la fiamma e impiattate.
Servitela calda, magari accompagnandola da verdure al vapore o, anch'esse, saltate in padella.
Io le ho gustate con delle carote a fettuccina e friggitelli.
La delicatezza e la leggerezza di questo piatto, supportata da un sapore deliziosamente avvolgente, vi rapiranno e soddisferanno il vostro palato.

Una nuova versione di farinata, che incanta e convince.
Un'esperienza da ripetere sicuramente.
abc

Polpette di melanzane con cuore filante: ottimizzazioni di risorse e nuove conquiste

Finalmente la mia versione di polpetta!!!! Ormai, leggendo sempre le mie dosi pro capite, saprete che cucino quasi sempre per una sola persona. E immaginerete come sia difficile, talvolta, dividere gli ingredienti, utilizzarli in parte per poi ripeterli per i giorni seguenti, fino al loro totale smaltimento. Così è successo per questa melanzana. Quando vi proposi questa versione il mio estro cercava già un modo per consumare la metà rimasta. Questa volta non è stato difficile: polpette. Sento parlare spesso di questa delizia. Fatta in svariati modi, tutti difficilmente replicabili nella mia cucina per la presenza di ingredienti che generalmente non utilizzo. Così mi sono detta: perché non provarci? E perché non aggiungere nell'etere una ricetta in più? La mia personalissima versione di polpetta di melanzana? L'ho voluta semplice, aromatizzata e con pochissimi ingredienti. Ho prediletto, ome di consuetudine, la cottura in forno e.... il risultato è stato sbalorditivo. Morbide e delicate, in una crosticina sfiziosa e con un cuore di travolgente avvolgenza. Lancio avvenuto con successo: le mie polpette di melanzane viaggiano verso i vostri palati!!

Ingredienti

100 g di polpa di melanzana cotta al vapore
1/2 spicchio d'aglio
2 rametti di rosmarino
sale nero di Cipro
25 g di farina di riso bio
10 g di parmigiano grattugiato
9 cubetti di parmigiano
pangrattato di riso
olio q.b.

Estraete la polpa dalla melanzana cotta a vapore. Tagliatela a pezzi ed inseritela in un boccale. Aggiungete il rosmarino, precedentemente lavato e sfogliato, il sale e lo spicchio d'aglio.
Frullate tutto, fino ad ottenere una crema. unite la farina di riso e il parmigiano grattugiato e amalgamate bene.
Lasciate riposare l'impasto per circa mezz'ora: in questo modo i sapori si armonizzeranno e si intensificheranno.
Nel frattempo tagliate il parmigiano in cubetti e rivestite una teglia con carta forno. Ungetela leggermente alla base, in modo da creare una perfetta superficie di cottura. Riprendete ora l'impasto e procedete alla formazione delle polpette.
Bagnatevi leggermente le mani. Prelevate poco impasto alla volta e affondateci, nel mezzo, un cubetto di parmigiano.
Passate ciascuna polpetta nel pangrattato di riso, quindi sistemate le polpette nella teglia, facendole rotolare leggermente sul fondo, in modo che si ungano leggermente. Procedete fino a terminare l'impasto (e quindi anche il parmigiano. Con queste dosi ve ne verranno circa nove).
Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 200°
Infornate le polpette e lasciatele cuocere per circa 30 minuti, girandole durante la cottura, in modo che cuociano in maniera uniforme.
Quando saranno ben dorate, sfornatele e servitele.
Io le ho accompagnate con una freschissima insalatina di rucola e finocchi, impreziosita da semi di sesamo. Un piatto da verdura al quadrato ^_^ Ricco, semplice e genuino.
Ma, soprattutto, pieno di irresistibile sapore!!!
Difficile fermarsi di fronte a tanta sfiziosa bontà ; ))




abc

Fiori di zucca farciti ed essiccati: nuove conoscenze, grandi aspettative e invitanti stimoli

E' arrivato l'essiccatore!!!!! E' arrivato pochi giorni prima che partissi per l'Abruzzo, per quel viaggio importante di cui presto vi parlerò. E' arrivato in un momento in cui non avrei potuto mettermi all'opera, così sono stata costretta a fronteggiare la mia curiosità e a lasciare che questa meraviglia occupasse il suo nuovo spazio (come porta vaso, vi garantisco che fa la sua bella scena ^_^). Mia madre ha sgranato gli occhi, quando le ho descritto le dimensioni di questo marchingegno. "E dove lo metti?". La mia cucina è parecchio piccolina e, chi l'ha vista lo sa, sia mai che sacrifichi un ripiano della dispensa, rinunciando alle mie amate farine, ai miei preziosi semi, ai cereali, alla frutta secca, alle mie conserve casalinghe, .... Ma lì è perfetta. Magari rivestirò la scatola di tessuto, o cercherò una cesta per contenerla, ma è il caso che rimanga lì, sempre a portata di mano. Perché lavorerà alla grande!! Il primo esperimento è stato con dei dolcissimi pomodorini Pizzutello. Quando ho visto il risultato ho fatto scorta di pomodori, ora che sono ancora succosi e prelibati, e mi sono garantita una modesta scorta per l'autunno. Ma, mentre vedevo trasformarsi questi frutti in piccole patacche rosse, già elucburavo.
Questi fiori sono il frutto di una neonata passione, che tanto ancora mi dovrà insegnare, ma che tanto mi sta appassionando. E, sempre questi fiori, sono uno snack originale, salutare, sfizioso e irresistibile. E sono davvero fiera del risultato!!

Ingredienti

200 g di fiori di zucca
20 g di nocciole
2 rametti di menta (anche di più se utilizzaste la mentuccia)
sale

Pulite i fiori di zucca, eliminando il pistillo e il gambo, quindi lavateli e tamponateli delicatamente, senza romperli.
Lavate anche la menta e asciugatela bene.
Prelevate le foglie e pestatele, insieme alle nocciole, in un mortaio, fino a creare un battuto piuttosto fine.
Aiutandovi con un cucchiaino, farcite delicatamente ciascun fiore con una parte del composto di menta e nocciole, cercando di uniformarlo su tutta la superficie.
   Disponete ora i fiori sui ripiani dell'essiccatore, facendo in modo che non si sovrappongano. Con l'essiccazione si ridurranno di volume, ma è bene non metterli troppo ammassati, in modo da far circolare bene l'aria tra loro.
Impostate la temperatura sui 54° e, coprendo con il coperchio, azionate l'essiccatore.
Io li ho fatti essiccare per circa 8 ore. Era la prima volta e sono andata un po' ad occhio. E' stato sufficiente per ottenere delle belle cialde secche.
A questo punto estraeteli e sistemateli su un ripiano, sopra un foglio di carta assorbente. Cospargeteli di sale e copriteli con un altro foglio assorbente. Sistematevi sopra un tagliere (o un oggetto piatto) e ponete sopra un peso, in modo da schiacciarli.
Lasciateli una notte intera, quindi raccoglieteli e..... conservateli, oppure assaggiateli.

Snack sfizioso e salutare, oppure antipastino originale, magari servito con una salsina alla rucola e menta, o ancora decorazione per una cheesecake salata, o tutto quello che la vostra fantasia suggerisce. Non vi deluderanno!!


abc

Melanzana ripiena estiva: il perfetto ritrovo di sapori in un piacevole ‘ritrovo’ di sorrisi

Tutto è partito dalla voglia di qualcosa di semplice, ma che portasse con sé tutti i sapori intensi che la nostra terra e la stagione ci offrono. Tutto è partito dalla voglia di sezionare una melanzana e ricomporla con un piccola rivisitazione. In questa melanzana ripiena, infatti, c'è poco di più della melanzana stessa. Ma è il modo di rivisitarla, che mi è piaciuto. Quei bocconcini dorati legano perfettamente con la dolcezza dei pomodorini e il parmigiano unisce tutto senza coprire i sapori. Tiepida, delicata e.... sorridente. Sì, per me un piatto riuscito è un piatto che fa sorridere. La tendenza di questo periodo, quasi come se volessi trovare certezze nelle piccole cose, è di prediligere i sapori naturali. Non mi piace stravolgere, non mi piace rivoluzionare. Amo riempirmi della pienezza della natura. Questo piatto mi soddisfa proprio per questo. Questo piatto mi fa sorridere.
Porto ancora qualche raggio di sole estivo tra le mie pagine, convinta che le tracce di un'estate in punta di piedi rimarranno dentro di me, nei segni di gioia e nei vuoti che ha lasciato.

Ingredienti

1/2 melanzana viola
4 pomodorini Pizzutello
10 g di semi di zucca
15 g di parmigiano
1 cucchiaio di semolino di riso
1 cucchiaio di olio di olive taggiasche
12 foglie fresche di basilico
sale rosa dell'Himalaya

Lavate la melanzana, tagliatela a metà, cospargetela con del sale e cuocetela a vapore fino a quando sarà morbida, ma non troppo. Mantenete il picciolo.
Lasciatela raffreddare, quindi prelevate con un coltellino la polpa, lasciando sulla buccia uno spessore di un paio di centimetri. Tagliatela a dadini non troppo piccoli e infarinateli nella semolina di riso. Scaldate, in una padella, l'olio di olive taggiasche e, quando sarà ben caldo, buttateli la dadolata di melanzana, facendola saltare a iamma viva.
   Nel frattempo lavate i pomodorini, asciugateli e tagliateli in otto.
Lavate e asciugate le foglie di basilico, quindi spezzettatele, unitele ai pomodori e lasciate che insaporiscano, per qualche minuto.
Aggiungete, ora, alle melanzane in padella, i semi di zucca. Fate saltare bene ancora per qualche minuti il tutto, salate a piacere, quindi spegnete la fiamma e aggiungete le melanzane ai pomodorini. Mescolate e lasciate intiepidire.
Tagliate a scaglie il parmigiano, aggiungetela alla farcia e mescolate.
Riempite, con il composto ottenuto, il guscio di melanzana svuotato. Cercate di compattare bene il ripieno, quindi grattugiatevi sopra parmigiano a piacere.
Accendete il forno a 200°. Una volta che sarà in temperatura, versate un filo di olio sulla melanzana (ne sarà necessario davvero pochissimo) e infornate. Lasciate cuocere per circa 30 minuti, o comunque fino a quando sulla superficie si sarà formata una crosticina dorata.

A questo punto sfornate la melanzana e lasciatela intiepidire.

Impiattatela e servitela, respirandone il profumo, prima ancora di immergervi nei suoi intriganti sapori.

Semplicità, niente di più.
Semplicità che travolge.


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