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Il mio pane Toscano
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Il mio pane Toscano

Genitori in visita per un pranzo domenicale e una semplice, ma importante, certezza: tradizione. Pane, che in casa mia manca sempre, e ragù, che ho carinamente allontanato dal mio raggio di azione culinario dopo anni e anni in cui domenica era sinonimo di pasta all’uovo con ragù. Se questi due elementi saranno all’altezza dei gusti di famiglia, la giornata sarà un successo! Dare un sapore diverso al ragù di casa è stata una missione per nulla impegnativa e che ho portato a termine da lungo tempo, con sommo dispiacere di mio padre, ma perché ripiegare su una scelta tanto semplice come quella di comprare una semplicissima forma di toscano, per ultimare l’impresa? In fondo sarebbe stato banale dare la colpa ad un panettiere per la cottura non del tutto perfetta. E allora, in un attimo di incauta spensieratezza, ho sentenziato: il pane lo farò io. Giudice severo, mio padre: “dev’essere ben cotto” è il mantra che ha accompagnato l’intera preparazione. Non ci sono vie di mezzo, con lui: o è buono o non va bene. Il risultato? A me basta quell’attimo di silenzio, rotto dal suo dire “E’ davvero buono….e supera anche la prova cottura”. Sì, perché la nonna diceva sempre che pizzicare la mollica era la prova del nove: se riprende forma, è cotto alla perfezione.
Tutto iniziò da qui……..

Ingredienti
180 g di acqua a temperatura ambiente
1/2 bustina di lievito liofilizzato
1/2 cucchiaino di malto d’orzo
300 g di farina di manitoba
5 g di olio evo
10 g di sale fino (mia personale aggiunta)

Premetto che per la fase iniziale mi sono affidata a Mr Bimby, il mio fedele amico di cucina. E’ anche vero che il più del lavoro l’ho fatto dopo, a mano, sfogando su quell’innocente palla di pasta tutta la mia forza e determinazione. L’ho martoriato e sbatacchiato ben bene per circa 10 minuti. Ho poi unto una terrina e vi ho riposto l’impasto. Ho coperto con la pellicola trasparente e ho messo nel forno, a 25° e quindi con la sola lucina accesa, per 5 ore abbondanti. Mai avere fretta, quando si tratta di lievitati!! Se anche fosse stato sufficiente che il composto raddoppiasse di volume, il mio bell’impasto si è quadruplicato. L’ho estratto dalla terrina e, su una superficie infarinata, l’ho sgonfiato con le dita, allungandolo in un filoncino di circa 40 cm. L’ho piegato in tre ed ho ripetuto ancora una volta l’operazione. Una volta terminato ho dato la forma di un panetto tondo, che ho posato su una teglia infarinata. L’ho ancora fatto lievitare per un paio di ore e poi, dopo tre taglietti in superficie, l’ho infornato a 210° ventilato per mezz’ora. Sarà mai sufficiente?????? Con un giudice così severo il rischio è altissimo. Ma è stato sufficiente. Eventualmente, se la forma fosse più grande, si può infornare a 210° (sempre ventilato, oppure 220° statico) per 20 minuti e procedere a 190° per altri 20. L’attesa che raffreddasse per il taglio è stata davvero impegnativa!


  1. ho letto questo post e sono scoppiata a ridere!!! pure da me la domenica è pasta all'uovo e ragù.. e mentre il ragù mi far star male anche solo a vederlo, la pasta all'uovo ogni tanto l'ho mangiata.. ma si in effetti ha veramente stufato… sono contenta che non sia una fissa solo di casa dei miei!!! il pane ti è venuto benissimo!!! complimenti!! adesso continuo a sbirciare il tuo bellissimo blog!!! :))

    18 Novembre

    • Oddio mi spiace per te, ma mi piace l'idea di non essere la sola vittima di pasta all'uovo e ragù, ahahahahahahah
      Grazie carissima. Benvenuta tra queste pagine!!!

      18 Novembre

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