Eviterò di chiamarli biscotti di Natale, perché la forma è solo una clausola temporale legata all’occasione. E’ già alquanto strano che pubblichi qualcosa a tema, ma limitare il piacere di questi dolcetti ad un solo periodo dell’anno mi pare un po’ impertinente 😀
E’ da quando ho scoperto la dieta Chetogenica, l’importanza dei grassi e il digiuno intermittente che ho selezionato, tra le fonti amiche, il cocco. L’ho sempre amato, ma non ne ho mai fatto largo uso. Oggi spacco noci di cocco come se non ci fosse un domani, per la felicità dei vicini di casa, e, udite udite, faccio uso di cocco rapè che, finalmente, ho trovato senza solfiti. Eggià, perché mi si è stretto il cuore quando, girando il sacchetto in dispensa, e da lì in poi tutti i sacchetti trovati al supermercato, ho letto quella parolina antipatica. I solfiti sono ovunque, o quasi. Diciamo che sono in molti più alimenti di quelli che immaginiamo. Così, come faccio a meno di tutto il cibo in scatola, mi sono detta: “farò a meno anche del cocco rapè”. Ma potrà mai essere che non esista, al mondo, del cocco rapè naturale? La risposta è qui, ed è un grande sì!! Complice la mia fornitrice di farine (io la definisco spacciatrice, ma suona un po’ adace), posso dire mai più senza e in questi biscotti troverete solo tanta bontà. Non solo per il vostro palato. Perfettamente in linea con i principi di cui vi riempio continuamente la testa. A dimostrazione del fatto che sano è buono e non prevede sacrifici!!
Ingredienti
125 g di farina di saragolla
75 g di cocco rapè (senza solfiti)
25 g di olio extravergine di oliva
40 g di yogurt greco intero
20 g di zucchero bruno
1 tuorlo d’uovo
1/2 limone biologico (con la buccia edibile)
1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
Riducete lo zucchero bruno in zucchero a velo. Aggiungete nel boccale il cocco rapè con l’olio extravergine di oliva. Io ne ho scelto uno dai sentori erbacei, delicato. Se fosse troppo forte, sostituitelo con l’olio che siete abituati ad utilizzare. Frullate tutto, a più riprese, fino ad ottenere una pasta densa. Inserite lo yogurt e il tuorlo, quindi amalgamate bene tutti gli ingredienti. Versate, infine, la farina, la scorza del limone grattugiata e la vaniglia. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo e fatelo riposare, in frigorifero, per un’ora circa.
Riprendete l’impasto e stendetelo, formando una sfoglia di circa mezzo cm di spessore. Riragliate i biscotti della forma desiderata e trasferiteli su una teglia.
Cuocete i biscotti a 170° per 20 minuti. Sfornateli e fateli raffreddare. Se voleste, decorateli, oppure cospargeteli di zucchero a velo. Per me sono perfetti così, nella loro essenzialità.
Gustateli con un caffè, regalateli, affondateli in una cioccolata calda…. insomma, abusatene 😀 (con moderazione 😛 )
Biscotti al cocco senza burro
Eviterò di chiamarli biscotti di Natale, perché la forma è solo una clausola temporale legata all’occasione. E’ già alquanto strano che pubblichi qualcosa a tema, ma limitare il piacere di questi dolcetti ad un solo periodo dell’anno mi pare un po’ impertinente 😀
E’ da quando ho scoperto la dieta Chetogenica, l’importanza dei grassi e il digiuno intermittente che ho selezionato, tra le fonti amiche, il cocco. L’ho sempre amato, ma non ne ho mai fatto largo uso. Oggi spacco noci di cocco come se non ci fosse un domani, per la felicità dei vicini di casa, e, udite udite, faccio uso di cocco rapè che, finalmente, ho trovato senza solfiti. Eggià, perché mi si è stretto il cuore quando, girando il sacchetto in dispensa, e da lì in poi tutti i sacchetti trovati al supermercato, ho letto quella parolina antipatica. I solfiti sono ovunque, o quasi. Diciamo che sono in molti più alimenti di quelli che immaginiamo. Così, come faccio a meno di tutto il cibo in scatola, mi sono detta: “farò a meno anche del cocco rapè”. Ma potrà mai essere che non esista, al mondo, del cocco rapè naturale? La risposta è qui, ed è un grande sì!! Complice la mia fornitrice di farine (io la definisco spacciatrice, ma suona un po’ adace), posso dire mai più senza e in questi biscotti troverete solo tanta bontà. Non solo per il vostro palato. Perfettamente in linea con i principi di cui vi riempio continuamente la testa. A dimostrazione del fatto che sano è buono e non prevede sacrifici!!
Ingredienti
125 g di farina di saragolla
75 g di cocco rapè (senza solfiti)
25 g di olio extravergine di oliva
40 g di yogurt greco intero
20 g di zucchero bruno
1 tuorlo d’uovo
1/2 limone biologico (con la buccia edibile)
1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
Riducete lo zucchero bruno in zucchero a velo. Aggiungete nel boccale il cocco rapè con l’olio extravergine di oliva. Io ne ho scelto uno dai sentori erbacei, delicato. Se fosse troppo forte, sostituitelo con l’olio che siete abituati ad utilizzare. Frullate tutto, a più riprese, fino ad ottenere una pasta densa. Inserite lo yogurt e il tuorlo, quindi amalgamate bene tutti gli ingredienti. Versate, infine, la farina, la scorza del limone grattugiata e la vaniglia. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo e fatelo riposare, in frigorifero, per un’ora circa.
Riprendete l’impasto e stendetelo, formando una sfoglia di circa mezzo cm di spessore. Riragliate i biscotti della forma desiderata e trasferiteli su una teglia.
Cuocete i biscotti a 170° per 20 minuti. Sfornateli e fateli raffreddare. Se voleste, decorateli, oppure cospargeteli di zucchero a velo. Per me sono perfetti così, nella loro essenzialità.
Gustateli con un caffè, regalateli, affondateli in una cioccolata calda…. insomma, abusatene 😀 (con moderazione 😛 )
Silvia
Che bello ritornare sul tuo sito e riscoprire le tue ricette, sempre meravigliose! Ti abbraccio Erica e mi porto avanti augurandoti il meglio per queste festività e per il prossimo anno. Un abbraccio.
19 Dicembre
Erica Di Paolo
E’ sempre un piacere ritrovarti, Silvia.
Grazie di cuore e tanta felicità anche per te.
19 Dicembre
Piccolalayla - Profumo di Sicilia
Gnamm gnammmm posso avere anche io un biscotto???? Bellissimi e profumatissimi. A presto LA
19 Dicembre
Erica Di Paolo
Tutti quelli che desideri 🙂
19 Dicembre
saltandoinpadella
Ora mi hai fatto venire mille dubbi. Andrò a vedere tutti i sacchetti in dispensa. Ma dove trovi la farina di saragolla? questa ricetta mi ispira un sacco perchè sembrano proprio semplici e genuini come piacciono a me
20 Dicembre
Erica Di Paolo
Ho la spacciatrice di fiducia. Da lei trovo le migliori farine. Anche la Maiorca, che ho apprezzato molto. Mi piace perché la compro sfusa. Peccato solo che non sia proprio a due passi da casa!! Se ti dovesse interessare, Elena, posso chiederle se spedisce. Glielo avevo già suggerito, ma aveva appena cambiato sede e avviato tutta una serie di progetti e…..aveva bisogno di pensare ad una cosa alla volta 🙂
Io scelgo sempre la genuinità, è più forte di me. Per me questi sono anche fin troppo dolci, ma….vanno regalati, per cui chiudo un occhio 😀
20 Dicembre
Francesca
Ciao cara Erica,
è sempre un piacere leggere gli articoli che pubblichi sul blog.
Ho una curiosità.
In questo articolo accenni al fatto di seguire la dieta Chetogenica che, da quanto ho capito, prevede l’utilizzo dei grassi come “fonte” energetica al posto dei carboidrati, il che manda appunto l’organismo in una condizione di chetosi (ti prego, correggimi se sbaglio!).
Detta in maniera semplificata, si tratta di un approccio “high-fat” e “low-carb”.
Io, da diversi mesi, sto seguendo un approccio totalmente opposto a quello chetogenico, ovvero “high-carb” e “low-fat”, in quanto utilizzo i carboidrati come “benzina” per produrre energia mentre tengo veramente bassissima la quota di grassi.
Da quando ho abbassato la quota di grassi, ho effettivamente riscontrato dei miglioramenti in termini di salute, soprattutto sul fronte della lucidità mentale, della digestione e dell’energia in generale che mi sostiene durante il giorno, senza più episodi di sonnolenza o cali di energia.
La mia curiosità è appunto questa: con una dieta chetogenica, che tipo di benefici stai riscontrando in termini di salute?
Grazie mille se avrai tempo e voglia di rispondermi 🙂
Colgo l’occasione per porgerti cari auguri di buone Feste!
Ciao
Francesca
21 Dicembre
Erica Di Paolo
Ciao Francesca!!
Premetto che l’argomento necessiterebbe di notevoli approfondimenti. Posso però parlarti della mia esperienza. Io non sono mai stata una grande consumatrice di carboidrati e anche quando ne mangio, ne consumo sempre in dosi così limitate che non arrivo all’appesantimento. E’ difficile che mi prepari un piatto di pasta e se lo faccio è sempre pasta fresca, preparata con farine integrali e non raffinate, e sempre in quantità che per un comune mortale potrebbero essere da aperitivo 😀 Una pizza intera, per darti un altro metro di paragone, non la mangio più da un secolo!! Ma mi è capitato di fare questo confronto: prima di una sessione di running generalmente, per creare scorte di energia, mangiavo un dattero (al naturale, ma comunque zucchero puro) con una noce. Risultato, picco glicemico, crollo glicemico. Appena iniziavo a correre, crollavo. Ho provato a modificare questa abitudine mangiando un quadratino di formaggio grasso. Non una dose eccessiva, come del resto non era una dose eccessiva il dattero. Risultato: energia graduale e costante, performance perfetta.
Per quanto riguarda l’alimentazione quotidiana, la scelta di grassi buoni mi ha sicuramente aiutato nel trovare energia, ma quello che più mi ha cambiato è proprio il variare di continuo le abitudini. Le 16 ore di digiuno, 2 volte la settimana, il giorno total fat (cocco, avocado, formaggi grassi -buoni, non industriali-, yogurt greco intero….), la limitazione dei carboidrati a 1 o 2 volte la settimana (ma sempre selezionati), mi permettono di avere maggiore energia e mi tengono lontana dal senso di pesantezza che avevo quando ogni giorno gli stessi ingredienti, ogni 4 ore uno spuntino, gli zuccheri per avere scorte energetiche….
I carboidrati hanno la loro importanza e sono fondamentali, se integrati in un programma di allenamento, per la “struttura” del muscolo. Ma io credo che, rimanendo legati a piccole regole di base come questa, il cambiamento, il continuo variare, sia quello che dà al nostro corpo più adattabilità e, quindi, più reattività. E, di conseguenza, maggiore potenzialità.
Per quanto riguarda i grassi avrei tanto ancora da dire. Mi riprometto di scrivere un articolo, a riguardo. Il problema di oggi, mi sento di dire, è l’industrializzazione, l’utilizzo di conservanti, stabilizzanti, coloranti, insaporitori, sostanze chimiche che viziano e corrompono il nostro palato, lasciando al nostro corpo gli effetti nocivi.
Beh, è un ottimo spunto di riflessione, il tuo. Sarebbe interessante capire in cosa consiste nel dettaglio la tua alimentazione. Ti ringrazio comunque per il tempo dedicatomi 🙂
Un abbraccio.
27 Dicembre
ROSA
Carissima Erica, ti auguro tanta felicità! Belli i tuoi viaggi, le tue scelte…la curiosità di esplorare il mondo in vari ambiti! Sei una grande! Prendo un biscottino e ti lascio tanti baci )*
Un abbraccio Rosa
3 Gennaio
Erica Di Paolo
Che piacevole sorpresa, Rosa! Grazie 🙂
Un abbraccio grande e tanti auguri di felice anno anche a te!!
4 Gennaio
Francesca
Ciao Erica,
grazie mille per aver condiviso la tua esperienza in merito al consumo di grassi vs consumo di carboidrati. Penso che, in realtà, senza necessariamente schierarsi nè dalla parte dei grassi nè dalla parte dei carboidrati, la “chiave di volta” sia, come dici tu, il variare le proprie abitudini, in modo da stimolare il corpo e renderlo più reattivo e “performante”.
Io, come ti dicevo, sto seguendo un’alimentazione particolarmente alta in carboidrati e veramente molto ma molto bassa in grassi: l’aver abbassato i grassi, mi evita picchi glicemici, cali di energia e appesantimento, esattamente quello che è accaduto a te abbassando i carboidrati e alzando la quota dei grassi.
Mi viene da pensare che questi due elementi, se tenuti alti entrambi, non funzionino bene insieme e creino scompensi glicemici.
Se uno dei due è alto, l’altro deve essere basso.
Al di là di questo, la regola più sensata è ascoltare il proprio corpo, SEMPRE!
Se il mio corpo ha voglia di una bella porzione di patate dolci, io non gliela nego; se invece ha desiderio di una bella fetta di avocado maturo e burroso, io gliela concedo più che volentieri, anche se è un grasso; se ha voglia di una ciotola di fagioli rossi al rosmarino, ben venga!
Ecco, il cibo è gioia e ascoltare il proprio corpo ed essere in sintonia con esso è il modo migliore per assorbire ed assimilare tutta la gioia che gli alimenti ci possono trasmettere!
Ti abbraccio forte e aspetto il tuo articolo relativo ai grassi.
Un caro saluto
Francesca
8 Gennaio