Avrei dovuto essere fedele ai miei propositi di continuità e regolarità, senza arrivare a mttere da parte il mio ricettario.
Avrei voluto riuscire a cucinare, fotografare, condividere e “provocarvi” con le mie stranezze senza saltare un solo appuntamento settimanale.
Avevo programmato di sperimentare, studiare e assaggiare questi biscotti, e molto altro, secondo una tabella di marcia che non ho rispettato.
Non ce l’ho fatta. La ragione è una, e in questa è mille!!
Amo il tempo che scorre denso di progetti, impegni, pensieri, idee, emozioni. Anche se mi manda in aria i piani. E questo anno è iniziato così, con la decisione di dare un seguito a idee e progetti. E ho iniziato prendendo carta e penna, un’agenda e sedendomi al mio amato tavolo di lavoro. Ho scritto tutto, trasformando pensieri in obiettivi. E ho iniziato a scadenzarli. Ho iniziato a dare loro un aspetto più tangibile. Questo ha richiesto, e richiede, molto tempo. Tempo in cui si lavora nell’ombra. Tempo in cui si costruisce, per poter condividere. Così mi sono trovata a lasciare che quell’ultima ricetta permanesse come ultima pubblicazione per più del tempo solito di permanenza. Ma ho anche dato spazio ad argomenti diversi, arricchendo aree di questa casa che diventano sempre più importanti. E i miei pranzi sono regolarmente condivisi (e apprezzati). Allora, quando la richiesta di una mamma golosa rimane in cantiere per qualche tempo in più di quello preventivato, penso che alla fine l’importante sia che arrivi ad essere soddisfatta. Ed eccola soddisfatta, magari tardi, ma rispettando tutte le necessità.
Le mie origini sono piemontesi. Da parte di mamma, piemontesi nel midollo. E il Piemonte mi ha offerto sapori, tradizioni, culture che hanno accompagnato il mio percorso di crescita. E anche se oggi sono il frutto di una trasformazione, quei ricordi rimangono, e provo ad adattarli.
Parlando con lei di quei biscotti favolosi che sono le paste di meliga, raccontandole quanto fossero buone quelle che proposi con la mia margarina home made, lei mi chiese: “si potranno fare con l’avocado al posto della margarina?”. Beh, potrebbe esistere occasione migliore per sfidarsi? Così, nel giro di qualche giorno, eccomi emulsionare avocado al posto di lecitina di soia. Ed eccomi impastare biscotti profumati. Ed eccomi….. nooooooooooo, la sparabiscotti è NON PERVENUTA!!!!!! Già, era fuori dai giochi da un po’, da quell’ultima volta in cui ha deciso che non avrebbe più compiuto il suo lavoro. E adesso? Si va di sac à poche. Così ecco le mie bizzarre paste di meliga, che sono più bocconcini, ma che fanno pienamente centro. Rispondo a mamma, e nel rispondere a lei rispondo a tutti: SI PUO’ FARE!!!!!
Credeteci sempre, non mollate mai!!!
E… bonne appétit 😉
Ingredienti
100 g di polpa di avocado
40 g di olio extraverdine di oliva
140 g di farina di grano duro Senatore Cappelli
70 g di farina di mais fioretto
1 uovo
1 limone biologico (con la buccia edibile)
20 g di zucchero bruno*
3 g di cremor tartaro (o lievito per dolci)
2 g di sale rosa
1 pizzico di bicarbonato
Pulite l’avocado, tagliatelo in tocchetti e inseritelo in un boccale. Versateci l’olio, il sale e lavoratelo con un frullatore ad immersione, a più riprese, fino a quando sarà cremoso e vellutato. Tra una ripresa e l’altra lasciatelo riposare in frigorifero, al fresco, in modo che i grassi evitino di separarsi.
Setacciate e mescolate le farine, il cremor tartaro e il bicarbonato e tenetele da parte. Aggiungete al burro di avocado lo zucchero e montatelo, con la frusta elettrica, fino a farlo diventare leggero e spumoso. Aggiungete, quindi, l’uovo e la scorza grattugiata del limone e lavorate nuovamente.
Aggiungete, poco alla volta, il mix di farine, incorporandolo perfettamente all’impasto. Quando otterrete un composto compatto, avvolgetelo in un foglio di pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per un’ora circa.
Riprendete l’impasto e, aiutandovi con una sparabiscotti o un sac à poche, create dei biscotti direttamente su una teglia coperta da carta forno.
Cuocete a 170° per circa 30 minuti (ma dipenderà dallo spessore che avrete dato ai vostri biscotti), fino a quando inizieranno a dorarsi.
Sfornate e lasciate raffreddare. Quindi….. toglietevi ogni dubbo sulla bontà di questi dolcetti!!
* La mia dieta è stata adeguata, nel tempo, a livelli di zucchero quasi nulli. Comprendo che per molti 20 g di zucchero siano una scelta più incline a diventare un biscotto salato 😀 Per me, invece, le proporzioni comuni tra zucchero e il resto degli ingredienti sono davvero improponibili. Imparate a ridurrlo gradualmente e vedrete che, arrivando ai fatidici 20 g, apprezzerete la dolcezza, senza rinunciare alla salute.
zia Consu
Le tue ricette mi fanno sempre impazzire e meno male che hai trovato il tempo di pubblicare quest’ultimo esperimento ^_^
In bocca al lupo x tutti i tuoi progetti <3
1 Febbraio
Erica Di Paolo
Ma adesso ti devo chiamare zietta o mamma? 😀
Grazie Consu, cerco di stare dietro a tutto 🙂
1 Febbraio
Andreea
Finché non si prova non si sa, dal aspetto sembrano molto invitante e che dirti, auguri per ogni tuo progetto ! Claudia
3 Febbraio
Erica Di Paolo
Grazie, mia dolce Claudia. Te ne offrirei volentieri un assaggio 🙂
4 Febbraio